(pubblicato su Tempi, 1 marzo 2007)
Nelle discussioni sul disegno di legge Dico, ogni tanto esce fuori qualcuno che, con un sorrisino supponente, ironizza sulle “famiglie del Mulino Bianco”. Se però si parla delle coppie di fatto la solfa cambia. La faccia si ricompone in un atteggiamento serio che ammonisce a portare rispetto. E allora lo voglio dire chiaro e forte alla faccia del cretino di turno: la “famiglia del Mulino Bianco” mi piace, magari con altri biscotti, ma mi piace, e non c’è proprio niente da fare i sarcastici. La “famiglia del Mulino Bianco”, magari con qualche strillo tra un biscotto e l’altro, è una delle cose che danno più senso alla vita; e non invidio chi non lo capisce.
Non mi piace affatto quel che c’è dietro questa snobistica puzza sotto il naso. Mi fa venire in mente una persona che difendeva la riforma di Zapatero – quella che abolisce padre e madre a favore dei “genitori A e B” – dicendo che si tratta di una conquista di giustizia e di uguaglianza che non mette in discussione la libertà di farsi chiamare papà e mamma in casa. Tante grazie per la generosità. In altri termini, la famiglia tradizionale viene trasformata in istituzione clandestina, da coltivare in casa: una sorta di marranismo familiare… Fate pure le parti di mamma e papà in casa, all’aperto siete genitore A e genitore B. Così, prima o poi verrà fuori qualcuno che, in nome del politicamente corretto, se sente per strada un bambino chiamare “mamma” una signora, la denuncerà per discriminazione razziale.
Scorre un fiume di ipocrisia attorno a questo ipocrita e mediocre disegno di legge, che elude la vera questione in gioco: l’introduzione del matrimonio omosessuale. Se così non fosse, qualsiasi problema relativo alle coppie di fatto potrebbe essere risolto per vie ordinarie e senza introdurre nuove forme giuridiche familiari. Qui non si è avuta la forza di porre apertamente la “vera” questione, ma è si è dischiuso l’uscio. E allora occorre precisare un paio di cose. La prima è che in una società civile non può essere ammesso che si nutrano sentimenti di ostilità omofobica e di discriminazione sotto qualsiasi forma. La seconda è che non si vede perché chi ha fatto le sue scelte debba pretendere di inquadrarle entro un’istituzione che è per sua natura fondata sull’eterosessualità e finalizzata alla generazione e all’educazione di figli. Dilagano montagne di sciocchezze in merito: che gli animali praticano l’omosessualità o che gli antichi Romani praticavano largamente omosessualità e pederastia. E allora? Non risulta che gli antichi Romani pensassero che si possa essere figli altro che di un padre e di una madre, maschio e femmina. Quel che si omette di dire è che l’umanità ha costruito sé stessa sulle strutture di parentela, ovvero sulla discendenza secondo la generazione naturale. Il riconoscersi in una rete di parentela è l’unica forma di identità che l’uomo conosce dalla notte dei tempi. Il matrimonio è un’istituzione che riflette semplicemente questo dato di fatto. Ora si pretende di cambiare tutto questo con un tratto di penna legislativo, come se fosse uno scherzetto; come se i ruoli paterno e materno fossero una balla inventata dai reazionari. Non è in discussione la sacrosanta richiesta di rispetto e di diritti, ma la pretesa di ottenerli scardinando la forma matrimoniale e la struttura di parentela naturale. E non si venga a tirar fuori la storia dei divorzi in aumento. Certo. Ma nessuno parla di quanti si risposano. Alla fin fine la famiglia resta l’obbiettivo supremo, anche di chi fa il sarcastico. Chi disprezza compra.
Giorgio Israel
8 commenti:
Guizzi di ratio illuminante in questa buia notte dove tutte le vacche sono nere. Troppo nere!
E' un piacere sentire che ci sono ancora persone come lei che hanno ancora voglia di discernere in questo Maelstrom, caro Professore. Putroppo al peggio non c'è mai fondo e pare che la deriva nichilista sia sbarcata anche in Scozia dove ho sentito dire che chiamare "madre" e "padre" sarà considerato discriminatorio. Se trovo il link della notizia, glielo trascrivo.
Ecco il link promesso:
http://it.novopress.info/?p=7057
Spero funzioni il loading.
Purtroppo c'è solo da rabbrividire alla lettura.
È una cosa allucinante.
Bisognerà occuparsene.
E partecipare tutti al Family Day.
Ci sarò, anche se abito in Lombardia. Per il momento, però, non trascuro Milano e la manifestazione promossa dalla Moratti. L'idea che possa passare una moschea totalmente gestita dall'Ucoii su 3.100 mq di superficie, mi fa semplicemente inorridire. E il tema sicurezza e degrado non è da sottovalutare. Mi perdoni l'O.T. Tornando ai Dico, l'Ucoii (notoriamente persecutori degli omosessuali nei loro paesi) tace e acconsente perché rappresentano un bel trampolino di lancio per la poligamia. E anche per i permessi di soggiono abbreviati. Cordialità.
Sono d'accordo su quanto dice, anche se è difficile inquadrare il matrimonio eterosessuale in senso naturale, dato che è una creazione culturale dell'essere umano. Altro discorso è l'omosessualità come comportamento, se vogliamo utilizzare l'argomentazione naturale non c'è dubbio, la natura le è favorevole, troppo cose lo fanno pensare, dalle centinaia di specie di mammiferi che la praticano, al fatto che tanto l'eterosessualità quanto l'omosessualità, NON hanno, in larghissima parte per la prima e totalmente per la seconda, funzione riproduttiva e la loro origine è tuttora un mistero, fino al sostanziale equilibrio fra genitalità ed affettività che si riscontra negli appartenenti ad entrambi gli orientamenti. Per quanto riguarda il modello famigliare però, non ho dubbio alcuno, quello etero è l'unico deputato all'educazione dei figli (molta ricerca sociologica lo conferma). Aggiungerei che il tentativo di equiparare etero e gay sul piano dell'educazione familiare è dannoso anche per i gay stessi perchè non riconosce la loro sostanziale e POSITIVA diversità rispetto al resto del mondo, ma cerca, anzi, di omologarli fino alla ghettizzazione.
Così, tanto per rimanere aggiornati: http://www.famigliacristiana.it/articolo/kyenge.aspx
La Kyenge merita tutto il rispetto e ogni difesa per gli attacchi razzisti cui è stata sottoposta. Ma questo non significa che questo sia un passaporto per prendere per buone tutte le esimie sciocchezze di cui ci sta deliziando.
Infatti, pienamente ragione. Se mi posso permettere credo che ci sia una correlazione tra l'alto tasso di omofobia e proposte come queste. Una sorta di azione e reazione. Questo non giustifica la persona anzi, un ministro dovrebbe avere la forza morale ed intellettuale per resistere a certe pressioni. Detto ciò se per assurdo immaginassimo che il "politicamente corretto" sia reato, a sinistra molti finirebbero in galera, ma a destra qualcuno ci finirebbe per istigazione a delinquere. Io che sono contro il politicamente corretto quando vedo la raccolta di firme a Rimini o sento Giovanardi parlare di leggi "pseudoprogressiste" ne vorrei mille. Quello che mi salva è il contiunuo sforzo da parte di mia di mantenere nel limite del possibile un certo grado di onestà intellettuale e distinguere caso per caso.
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