lunedì 26 marzo 2007

Il nuovo vitello d'oro

Il professor Piergiorgio Odifreddi si pone - dice lui - l'obbiettivo di distruggere le superstizioni (cioé le religioni) e far trionfare il pensiero razionale (cioé scientifico e matematico).
Intanto sta creando una nuova fede in... lui.
Dai commenti dei suoi lettori su Internet Bookshop al suo nuovo libro "Perché non possiamo essere cristiani" (in cui si sostiene che si può essere cristiani soltanto essendo cretini, e che questo non stupisce perché metà della popolazione mondiale è cretina):

“Personalmente credo che questo sia un libro da obbligare [sic] nelle scuole, accanto alla bibbia, magari. Malgrado quest'ultima abbia nulla della autorevolezza del libro di Odifreddi".

"Straordinario, dovrebbe sostituire la Bibbia".

Insomma, abbiamo il nuovo vitello d'oro.
Gli auguriamo con tutto il cuore di non fare la fine del primo.

P.S.

Uno dei lettori commenta così il libro:
"Un libro interessante, pragmatico, cinico ed anti-cristiano: cosa si può chiedere di più? Niente."
Che strano... A giudicare da questa frase avrei detto che il lettore è un cristiano.

4 commenti:

Marc ha detto...

Dawkins, Dennett, Harris...prima ancora c'era Russell e, prima di lui, Twain. Chi può pensare che ci sia qualcosa di nuovo in tutto questo? La religione, piaccia o no, fa parte dell'umanità. Opporsi è magari necessario a volte, a volte divertente, ma pensare che sparirà grazie ad un libro provocatorio...

vfiore ha detto...

questa dell'essere cristiani=essere cretini e' come votare a destra=essere moralmente inferiori, di Eco e Flores d'Arcais...

Odifreddi e' un personaggio spiacevole. E in suo libro (sfogliato superficialmente) ho trovato una descrizione del paradosso di Zenone che suggerisce che le serie non le ha studiate troppo bene.

come diceva quello, "Zeno, Zeno, kennst Du das Kowalevski nicht ?"

saluti - Vincenzo

JackAction ha detto...

..."Straordinario, dovrebbe sostituir la Bibbia"...
Già, infatti è risaputo che la Bibbia è in cima alla classifica dei libri più letti dagli italiani, come è risaputo che l'italiano medio, nei momenti di difficoltà e di sconforto, si affida alla lettura dei salmi...
D'altro canto, in un paese diviso tra i sostenitori di Leibniz e quelli di Spinoza, dove le dispute teologiche riempiono le prime pagine dei giornali, si sentiva la necessità di un paladino dell'orgoglio laico come Odifreddi :D :D

Io tutto sommato ho fede. Ho fede nel fatto che la realtà potrà anche, alle volte, APPARIRE assurda ma di sicuro non può essere una totale boiata alla Odifreddi :D :D

Unknown ha detto...

Dal giorno in cui è uscito, ho più volte glissato sul libro in questione (forse anche con un pizzico di superbia, influenzato dalle numerose apparizioni mediatiche a sostegno della pubblicazione), col risultato che non posso più esimermi quanto meno dal farmelo prestare. L'odierna reazione nasce dal fatto che ne ho udito l'ennesimo elogio acritico, viziato non da fervore agnostico, ma da una sostanziale ignoranza su cosa sia il metodo scientifico, unita ad un'avversione (che condivido) nei confronti delle confessioni monoteiste tutte, il cui referente sovrannaturale cambia nome ma non sostanza.
Il Professore disse [con licenze]: la verità (con la "v" minuscola, attenzione!) della Scienza non necessita di essere creduta, al contrario delle Verità rivelate di religiosi e mistici, poiché, sostanzialmente, auto-evidente, quando supportata dall'ineccepibilità dei procedimenti logici. E' possibile dimostrare il Teorema di Pitagora secondo princìpi che chiunque può comprendere e senza imporre i dogmi tipici del pensiero religioso. E' davvero così?
Ai tempi del Liceo, mi è stato insegnato che l'edificio teorico di quella strana branca chiamata "geometria razionale" si fonda su alcuni postulati, dai quali è impossibile prescindere, a meno che non si decida di rinunciare alla dimostrazione della veridicità degli assunti da essi derivanti. Si dà per scontata ed evidente l'esistenza di entità adimensionali o monodimensionali e infinite come il punto o la retta, affatto assenti nell'esperienza fisica. Avrei anche potuto dissentire, all'epoca; avrei potuto rifiutare la prona accettazione di quei princìpi a me estranei. Sarei stato dileggiato, forse "messo all'indice"; non al rogo, questo è certo, ma la posizione sociale che avrei raggiunto sarebbe stata, altrettanto certamente, diversa.
La logica non interviene all'origine dell'indagine scientifica, se mai la ragione. E' banale dirlo, ma non possiamo conoscere l'universo; accontentiamoci di inventarlo e comprenderlo entro sottoinsiemi, che stanno al tutto come un libro di storia sta all'integralità dell'esperienza umana. Dobbiamo necessariamente riconoscere atomi e intrecci arbitrari, adeguati ai nostri sensi e alla nostra capacità/necessità di esperire quanto ci circonda. Così fondiamo un'epistemologia e non vedo perché debba essere considerata più vera una scienza che assuma l'esistenza di dio rispetto a una che postuli l'esistenza del punto e l'infinità della retta.
Più oltre ci sono logica e ragione, l'una intuitiva e fideistica, l'altra arbitraria. Il metodo scientifico è solo un metodo; uno dei tanti possibili e per di più assai giovane. Che venga sbandierato come verità (la "v" minuscola è un'inezia tipografica) è mistificatorio, disonesto e dannoso, poiché la sua applicazione può portare danni quanto il fanatismo religioso, che altro non è che un'applicazione distorta di un diverso metodo conoscitivo.