Pagine

lunedì 5 maggio 2008

Il vero pericolo neofascista

Non mi convince per niente l'analisi di Cacciari per cui senza la DC-depuratore le "scorie" (neonazifasciste) vengono a galla. Ci siamo dimenticati dei picchiatori neofascisti degli anni sessanta, dell'Università di Roma in balìa di una cinquantina di teppisti? Eppure allora la DC era strapotente. Sono d'accordo invece con lui quando dice che quelle scorie sono figlei di una cultura latente in cui non c'entrano destra e sinistra. O meglio c'entrano tutte e due, ovvero c'entra l'estremismo, il radicalismo politico che sconfina nell'intolleranza e nella violenza fisicam da entrambe le parti.
E proprio qui, in una connivenza tra estremismi politici di destra e di sinistra sta il rischio peggiore del momento.
Colpisce l'articolo di Francesco Berardi - Bifo su "Liberazione" che loda Berlusconi e Tremonti dicendo che faranno meglio di Prodi perché saranno meno subalterni agli industriali e alla Banca Europea. Costoro sperano in una destra anticapitalista e antiimperialista (che è poi quella più fascista).
Ancor di più preoccupa un ministro in predicato che parla di portarsi al ministero la sinistra arcobaleno; e preoccupano le dichiarate simpatie dell'estrema sinistra romana per la destra di Storace.
Si legga poi l'intervista di Giano Accame sul Corriere della Sera di oggi.
Accame è un personaggio legato corpo e anima al passato fascista. Non ho mai provato problemi a discutere con i postfascisti, purché dichiaratamente e convintamente post. Mi è capitato di fare un dibattito a L'Infedele con Giano Accame alcuni anni fa e di fare un tragitto in taxi con lui verso l'aeroporto. Parlava degli ebrei come di gente a parte, usando sistematicamente il "loro" - "loro" sono, "loro" pensano, "loro" fanno - e quando gli ripetevo di non dire "loro" ma "voi" perché io ero uno dei "loro", mi guardava incredulo di assistere alla visione di uno di "loro" che non sembrava dei "loro". Nell'intervista sul Corriere di oggi, dice che Rutelli commise un errore a progettare via Bottai. Perché? Perché Bottai è odiato dagli ebrei per lo zelo con cui applicò le leggi razziali. Ma Borgna "intelligentemente propose un convegno su Bottai”, Perciò "va salvato" come responsabile dell'Auditorium, anche per aver organizzato il primo convegno su Gentile nella stessa sala in cui questi pronunciò il discorso sulla resistenza agli angloamericani... Bel titolo di merito! Errore fatale quindi, secondo Accame, tagliare teste di sinistra al Comune o alla RAI. Assieme a loro occorre valorizzare il Foro Italico, capolavoro voluto dall'Opera Balilla. Occuparsi della sicurezza e dell'immigrazione, ma cautamente. Quindi, occorre non prendersela con i comunisti. E soprattutto avere un occhio attento ai centri sociali, "forme di aggregazione comunitaria, camere di sfogo e di possibile controllo". Anche se bruciano le bandiere israeliane e americane? Accame non ne parla, ma credo che non gliene possa importare di meno dell'America e di Israele. E qui c'è un grande elemento di comunanza tra estreme.
Sono convinto che nel PDL esistano vaccini sufficientemente forti contro queste tentazioni. Ma questi annusamenti sono preoccupanti e anche nauseanti.
Si occupi di questo Veltroni, invece di blaterare a vanvera sulla violenza neonazista.

3 commenti:

gelubra ha detto...

Caro Professore,
ho letto anch'io stamane l'intervista a Cacciari. Devo dire che quell'analisi circa la disintegrazione sociale da cui quei fenomeni di sbandamento giovanile originano mi convince; e mi convince anche l'idea che Cacciari avanza che lì l'elemento ideologico è, avremmo detto una volta, pura sovrastruttura rispetto ad una condizione civile e culturale di anomia e di atomizzazione. Sul fatto che in tutto ciò agisca anche la dintegrazione di quel collettore sociale che era la DC non so dire, anche se mi ricordo - senza voler fare alcune parallelo meccanico - che la Arendt, ne Le origini del Totalitarismo, sostiene che la deriva totalitaria sarebbe nata dalla polverizzazione della rete di protezione sociale e culturale in cui ogni individuo di identica o ambirebbe a identificarsi.
Cordiali saluti
Gennaro Lubrano Di Diego

Gianfranco Massi ha detto...

Di fronte a immagini eversive come quelle di Torino, l' unico commento che andrebbe fatto è che in Italia si può impunemente oltraggiare in piazza, a viso coperto, la bandiera di stati con i quali si è da decenni legati da vicendevole amicizia, nonchè da trattati internazionali di mutua assistenza. Su questo punto perfino il ministro degli esteri uscente sembrerebbe d' accordo oggi, essendo un giorno pari, salvo l' umore di domani che sarà dispari.
Gianfranco Massi
Gianfranco Massi

Anonimo ha detto...

Si uccide per noia. La motivazione è soltanto questa. E chi si prende di mira? Il diverso. Ma attenzione i diversi potreste essere anche voi. La banda di Verona che ha assassinato brutalmente Nicola Tommasoli, se l'è presa anche con kebabari, ragazzini con lo skate, terroni, negri, passanti, gente che riposava seduta su uno scalino in quel salotto che è Piazza delle Erbe, ragazzi di sinistra, omosessuali, o persone vestite in modo inappropriato: le esistenze inappropriate di chiunque.


Io sono Nicola.


Qualche tempo fa, camminando per strada, ho sentito due ragazze che commentavano, dopo essere state fermate da due gesuiti americani, "Questi mi fanno proprio paura" e l'altra le ha risposto "Sì, è vero sono così biondi...". Con queste due frasi ho capito come è mutevole il concetto di diversità, una condizione che viene stabilita e deliberata con formule ogni volta diverse, non sono necessari canoni predefiniti, basta essere gesuiti e americani, che anche il colore biondo dei capelli diventi una caratteristica discriminante. Ogni volta ci si aggrappa a qualche pretesto per difenderci, proteggerci dalle invasioni nemiche.


Io sono Nicola.


O.C.

Posta un commento