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martedì 3 giugno 2008

Con questi maestri andremo lontano...

Tre giorni fa La Stampa ha pubblicato un articolo dal titolo "E se bocciassimo il vecchio latino?" che meriterebbe un commento dettagliato. Speriamo di trovare il tempo per farlo. Intanto però vorrei sottolineare un passaggio dovuto al professore emerito dell'Università di Roma "La Sapienza" Carlo Bernardini: «Chi ha lavorato con i bambini sa quale ricchezza si nasconda nella loro disponibilità a imparare. Ma appena passano sotto le grinfie della burocrazia pedagogica tradizionale e incominciano a essere ammaestrati a "presentarsi" da persone a modo, la curiosità e la voglia di capire vanno via». Ci piacerebbe davvero sapere dove resiste questa "pedagogia tradizionale". Noi conosciamo, almeno da trent'anni soltanto una pedagogia: quella "progressista", che domina incontrastata. E quale sarebbe la colpa della "pedagogia tradizionale" (burocratica, manco a dirlo, come se i pedagogisti progressisti di regime non fossero ammanicati con la burocrazia come nessuno al mondo)? Sarebbe quella di "ammaestrare" i bimbi a "presentarsi da persone a modo". Così perdono curiosità e voglia di capire. Insomma per essere intellettualmente curiosi ed avere voglia di capire bisogna non essere "a modo"... Qual è la condizione necessaria e sufficiente per essere intellettualmente curiosi e aver voglia di capire? Ruttare in faccia alla mamma? Scorreggiare in autobus? Tirare giù le brache al professore? Fate voi. L'importante è non essere "a modo".
Ma questa solfa l'abbiamo capita, è vecchia come il cucco. Bisogna saper occupare, occupare e occupare. Occupare aule, scuole e rettorati, andare a tirar pugni sulle porte delle presidenze, fare e srotolare striscioni, urlare coi megafoni e fare cortei. Creatività, ragazzi, e vedrete come si diventa intellettuali. Il professor Bernardini ama evocare sempre la figura di Lucio Lombardo Radice come un modello ideale di intellettuale che oggi non esiste più. Per parte mia sono lontano dal comunismo esattamente da 28 anni. Ma, siccome ho conosciuto bene Lombardo Radice, posso dire con certezza che, da vecchio comunista tradizionalista, una qualità l'aveva certamente: apprezzava soprattutto le personcine "a modo". E difatti detestò sempre il Sessantotto. Se oggi fosse in vita e l'avesse sentito fare questi discorsi l'avrebbe inseguito per scale e corridoi fino a fargli passare la voglia di dire simili insulsaggini.
Questo è quel che rimane del comunismo: cascami di sessantotto irrancidito. Il guaio è che ancora sono influenti. Permetta il ministro Gelmini. La scuola non ha sofferto per troppe contrapposizioni ideologiche. Magari fosse... Ha sofferto di essere stata assoggettata da almeno trent'anni a un pensiero unico: questo.

4 commenti:

Gianfranco Massi ha detto...

Caro professore, questo suo articolo del 3 giugno mi ha riportato agli anni del mio biennio alla Sapienza. Bernardini era assistente di Amaldi, all' istituto di Matematica signoreggiava il prof.Mauro Picone...A quei tempi (poco più di tre lustri prima del '68), Carlo Bernardini non si era ancora buttato nel sociale.
Se Lombardo Radice l' avesse rincorso e raggiunto lo avrebbe costretto ad andare in biblioteca e leggersi un pò di pedagogia delle sorelle Agazzi.
Gianfranco Massi

cristina ha detto...

Ho ieri visto su la7 un suo intervento e mi sono meravigliata che eseistesse in italia qualcuno che la pensava esattamente come me: la caccia ai contenuti e la banalizzazione della cultura ormai imperano. ma noi insegnanti cerchiamo ancora di resistere.
cristina

Giorgio Israel ha detto...

Non siamo poi tanto pochi, come vedo dalle tante lettere che ricevo, dall'esistenza di tanti insegnanti che la pensano così - vedi il sito del Gruppo di Firenze e gli articoli che sono usciti su L'Occidentale.

Unknown ha detto...

Che dire, professore? Ancora una volta sono perfettamente d'accordo con il Suo punto di vista.
A Settembre mia figlia comincerà il percorso della scuola elementare: sono fortemente preoccupato dal genere di insegnanti che potrà trovare sul proprio cammino...incrociamo le dita e speriamo bene!

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