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domenica 9 novembre 2008

La polemica su Pio XII

2 commenti:

vanni ha detto...

Non posso dire di essere un vero e buon cattolico, men che meno un cattolico adulto; di sicuro mi sento cristiano nel senso di Croce. Non sono neanche uno storico, e su Pio XII non saprei che cosa dire. Che potesse fare meglio e di più in tempi cupi ci può stare. Le stimmate della beatitudine saranno per lui esagerate? Le daremo a tutti i Papi? Per parte mia, già stravedo per Benedetto XVI. La Chiesa in autonomìa prenderà la decisione, e, qualora positiva, ad essa avranno contribuito di sicuro i comportamenti di Pio XII nella difesa delle persone.
Quanti saranno i Santi del calendario? Sospetto che in quella congerie di caratteri e temperamenti accumulatasi nei secoli ci debba essere qualche bel tipetto, non so oggigiorno quanto raccomandabile.
Non è opportuno il momento? Pare che per tanti fior di intelletti il momento non sia mai opportuno, perfino per fare qualche riforma.
Le Sue parole pacate e rivolte a costruire mi hanno dato conforto e ottimismo, in un momento (sempre!) in cui contrapposizioni stolide e maligne vogliono mantenersi a galla. Come ha detto non ricordo più chi:”Non si può essere al tempo stesso cristiani ed antisemiti”.
Con stima e cordialità.

Luigi Sammartino ha detto...

Non credo che ci siano gli elementi sufficienti per definire Pacelli un ambiguo nei confronti di quanto stava accadendo agli Ebrei, visto che la Chiesa cattolica si organizzò per il loro nascondiglio e salvataggio.

Un'ambiguità ci fu forse a livello politico, io credo, perché Pacelli prese posizione ufficiale contro Hitler solo quando questi violò apertamente il Concordato del 1933 (il Reichskonkordat) e cioè quando Hitler cominciò a perseguitare i cattolici. Al contrario, che io sappia, non ci fu nessuna reazione politica a fronte di quanto stava avvenendo contro gli Ebrei.

Il papa di allora Pio XI emanò nel 1937 l'enciclica "Mit brennender Sorge" in cui protestò apertamente contro la Germania a causa della violazione del Reichskonkordat. Al tempo stesso Eugenio Pacelli (che fu il co-redattore di quell'enciclica) rivolse numerose note di protesta contro l'aperta violazione di quel concordato.

Quando nel 1939 Pacelli divenne papa, uno dei suoi primi atti fu quello di togliere dall'indice i libri di Charles Maurras, leader di estrema destra anticomunista e antisemita. Questo fu uno dei suoi atti più controversi, ma molti tendono a vedere in questa opzione una scelta in funzione anticomunista. E cioè, Pacelli puntava più sull'anticomunismo di Mourras che non sul suo antisemitismo.Quanto poco fosse vicino a Hitler fu dimostrato dal fatto che egli successivamente appoggiò anche delle organizzazioni quali "Orchestra nera" per il suo assassinio.

A fronte alle persecuzioni nazifasciste contro gli Ebrei, Pio XII lavorò, appoggiò e organizzò l'aiuto e il soccorso. Tuttavia sull'argomento non ci fu una presa di posizione netta a livello politico né fu pronunciata una posizione di condanna ufficiale. Però, a fronte della persecuzione comunista contro i cristiani, Pio XII arrivò a promulgare un decreto di scomunica contro i comunisti.

Credo quindi si possa dedurre che a fronte della persecuzione contro gli Ebrei, Pacelli abbia agito secondo la pietà cristiana. Quando invece ad esser perseguitati furono i cristiani, e soprattutto i cattolici, egli reagì a livello politico, arrivando anche a promulgare la scomunica. Dunque si trattò di un papa che si espose in maniera forte solo quando era la Chiesa stessa ad essere attaccata e minacciata direttamente, mentre aiutò le altre confessioni religiose (e in generale i perseguitati) in nome della fraternità cristiana universale ma senza esporsi politicamente.

Ma quale papa non si comportò così, almeno in passato?

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