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domenica 9 maggio 2010

UN LIBRO DA LEGGERE E DIFFONDERE

Ventitré anni. Francese. Un debole, sembra, per le belle donne. E poi ebreo. Anzi no, non “e poi” ebreo: prima di tutto ebreo («Sono Ilan Halimi. Sono il figlio di Halimi Didier e di Halimi Ruth. Sono ebreo»). E come tale selezionato per la soluzione finale, adescato, rapito, sequestrato, bestialmente torturato per oltre tre settimane e infine, ancora vivo, bruciato (“Ilan era ebreo, doveva finire in fumo”).

Ora il libro scritto dalla madre di Ilan per ricordarne la sconvolgente vicenda è disponibile anche in italiano, nella traduzione di Barbara Mella, Elena Lattes e Marcello Hassan; con interventi di Bernard-Henri Lévy, Pierluigi Battista e Giulio Meotti. Un libro da leggere e diffondere, affinché uno dei più efferati episodi di antisemitismo dei nostri tempi sia conosciuto e ricordato.

Ruth Halimi – Émilie Frèche, 24 giorni La verità sulla morte di Ilan Halimi, Belforte





4 commenti:

Caroli ha detto...

È opportuno, a mio parere, che ci sia al prossimo Meeting di Rimini. Mi incarico - se Lei, professore, è d'accordo - di segnalarlo ad "Itaca Libri", visto che sono loro che, in quella sede, fanno questo tipo di servizio.

Mella ha detto...

Qualunque iniziativa volta a promuoverlo sarà sicuramente molto gradita e apprezzata, da noi traduttori, dall'editore, ma soprattutto dalla mamma di Ilan. Polizia e magistratura in Francia, come potrà constatare chi leggerà il libro, hanno prodigato ogni sforzo per negare la matrice antisemita del crimine, e da noi i mass media lo hanno praticamente ignorato. Per questo abbiamo voluto con tutte le nostre forze che fosse conosciuto anche in Italia, impresa al cui successo ha contribuito anche il professor Israel con alcuni preziosi consigli. Un sentito grazie, dunque, da parte di tutti noi, a chiunque aiuterà a diffonderlo.
barbara mella

E. ha detto...

Concordo con quanto già scritto da Barbara Mella e ringrazio, oltre al Prof. Israel, anche chiunque potrà e vorrà diffonderlo.

Elena Lattes

Caroli ha detto...

Ho scritto ad Itaca. Mi auguro che al Meeting il libro ci sia.

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