Pagine

lunedì 15 ottobre 2012

Un commento all'intervista del ministro Profumo

La scuola vince se salva il merito (oppure qui)

13 commenti:

Alessandro Marinelli ha detto...

Intervento del "ministro" Profumo (le virgolette sono d' obbligo) alla convention di Diesse:

«La scuola, come luogo fisico, diventerà un ambiente di interazione allargata e di confronto, che mano a mano supererà gli spazi tradizionali dell' aula e dei corridoi. La immaginiamo come un vero e proprio Hub della conoscenza. Aperto agli studenti e alla cittadinanza, centro di coesione territoriale e di servizi alla comunità, un vero e proprio centro civico»

Tempo fa, in una città vicina alla mia, fu presentata in consiglio comunale da un comitato di cittadini una proposta di recupero e rivalorizzazione della struttura, oramai inutilizzata da anni, di un vecchio cinema. Le espressioni usate erano quasi le stesse: fornire alla comunità uno spazio civico per iniziative culturali e territoriali e via dicendo. Solo che quella struttura era completamente inutilizata, non aveva uno scopo e non serviva a niente. Come lo è la scuola, parrebbe la pensi Profumo. O almeno, la scuola intesa anche (anche, per carità...) come luogo in cui si imparano tante cose e dal quale si esce, tutto sommato, più istruiti (si può usare ancora questo termine, "istruiti"?) rispetto a quanto ci si è entrati. Che dire, per il futuro mi aspetto il peggio.

mediastefano ha detto...

Apprezzo moltissimo il suo articolo come, in genere, tutti i suoi commenti. Le sarei grata di avere, se possibile, anche la sua opinione in merito al paventato aumento delle ore di lezione, a parità di stipendio e, soprattutto, a parità di condizioni (difficilissime) in cui versiamo nella scuola. Considerato, ad esempio, che insegno seconda lingua comunitaria (prove scritte e orali) alla secondaria inferiore, con 9 classi e ben 252 allevi, il passaggio senza altre modifiche, se non le 12 classi e 330 allevi circa che otterrei, come deve essere letto? La ringrazio moltissimo, Anna Maria Antonicelli

Giorgio Israel ha detto...

Caro Marinelli, questa citazione me la rivendo. È una cosa indegna. Dica piuttosto un centro sociale, altro che centro civico. E, cara signora Antonicelli, circa la proposta delle 24 ore posso ripetere solo quel che ha detto Ferratini sul Corsera: chiacchiere da bar. Questo ministro ha bloccato il TFA, lo ha svilito con prove a test indecenti, ha affossato le lauree magistrali, ha bandito un concorso indegno paragonabile a un esame per la patente di guida, ha coperto le imprese indecorose di un Anvur che merita soltanto di essere cacciato a pedate, si schiera con le teorie più folli di stampo sessantottino (in salsa tecnocratica). Se se ne va a casa il prima possibile fa un servizio a tutti. Un servizio civico, o piuttosto civile.

Papik.f ha detto...

Hub della conoscenza? apprendo da Wikipedia che "Hub" sta anche per "Humboldt-Universität zu Berlin". Certamente Wilhelm e Alexander von Humboldt, cui l'Ateneo è dedicato, c'entrano: infatti si staranno rivoltando vorticosamente nelle rispettive tombe(soprattutto il primo, cui se non erro dobbiamo la fondamentale definizione del nodo ineludibile tra ricerca e didattica) a sentire le quotidiani esternazioni del Chiarissimo e Magnifico Ministro.

Dina Moro ha detto...

Gentile Professor Istrael, le Sue parole sono di un conforto inimmaginabile!

E' stato così deprimente leggere i commenti entusiasti della gente sui quotidiani, all'annuncio dell'aumento di ore settimanali di lezione per gli insegnanti.
Sinceramente sono arcistufa di sentirmi dire che "sono fortunata perché lavoro poco". Certo, sono fortunata perché svolgo un lavoro che amo, e non mi lamento di ciò che questo comporta. Ma non ne posso più di dover stare sulla difensiva solo perché anche il ministro di turno cavalca la vecchia storiella delle 4 ore al giorno e 3 mesi di ferie all'anno.

Basta! Ci sono fannulluni? Si abbia finalmente il coraggio di demandarli ad altra mansione.

Troppo comodo sputare sentenze per raccogliere il favore popolare, e mascherare dietro l'efficienza l'ennesima scure che si abbatte sulla qualità.

Invece che aumentare l'orario del mattino, si aprano le scuole al pomeriggio e durante l'estate. Ci venga assegnato un open space per poter correggere compiti, preparare lezioni, ricevere studenti. Ci lascino davvero recuperare le insufficienze (e non tamponare con corsetti da 10 ore!) e fare iniziative per promuovere l'eccellenza.

Come mai la gente che sbraita perché lavoriamo "solo" 18 ore non chiede questo? E perché mai un ministro che afferma che con noi ci vuole il bastone non lo fa?

Semplice, perché questo vorrebbe dire migliorare davvero la scuola, e al ministero di migliorare non gliene importa proprio a nessuno.

L'unico obiettivo è far vedere che si risparmia (non risparmiare, i soldi vanno poi buttati con il concorso-farsa).

Meglio quindi caricare i muli di altre classi, e chissenefrega della qualità.

Popolarità (o populismo?), ad ogni costo.




Giorgio Israel ha detto...

Sì, ma il signor ministro va avanti incurante. Ho letto poco fa il bando del concorsone e sono rimasto di sasso. Una cosa semplicemente indecente. Dopo averlo letto mi è venuta istintivamente in mente un bruttissimo pensiero: una scuola così sarebbe meglio che non ci fosse... Forse è proprio quello che si sta cercando di ottenere.

fare legna ha detto...

se passa questa cosa delle 24 ore a stipendio invariato, mi arrendo.
nessuna preparazione personale di nessuna cosa, lezioni, materiali e verifiche. basta.
per recuperare queste ore aggiunte, mi limiterò a lettura del libro di testo in classe, interrogazioni programmate, verifiche a quiz fotocopiate dal libro del docente allegato al testo in adozione.
stop.
se mi trattano da schiavo, avranno una prestazione da schiavo.

Pat Z ha detto...

Sottoscrivo in toto quanto affermato dal collega sopra. E' ora di finirla con questa storia dei docenti che lavorano poco e che fanno 18 ore, come se le ore passate in aula fossero tutto ciò che un docente fa. Se ragionassimo con questo criterio, allora cosa dovemmo dire delle ore di insegnamento dei docenti universitari? Dobbiamo giudicare quanto lavorano solo da questo? E' chiaro che si tratta di cose non confrontabili, e che l'orario di lavoro di un professore non va paragonato a quello di un impiegato delle poste o di un infermiere, perché si tratta di cose completamente diverse. Va paragonato invece a quello di altri insegnanti, e in tutti i paesi europei le ore di insegnamento sono uguali alle nostre, spesso di meno. Con stipendi molto maggiori, se non addirittura doppi. Tanto per capirci, in Germania un professore di scuola superiore fa 19 ore in classe alla settimana e prende 45mila euro l'anno. In Francia ne fa 16 e ne prende 6mila. Perché si parla solo di ore e mai di retribuzione? Ma magari mi facessero stare a scuola 24 ore, anche 36 se vogliono, e mi raddoppiassero lo stipendio! E chi è quel matto che si sottrae? Io quelle ore già le faccio, e se me le pagano posso solo dire: finalmente! Ma cosa sono queste, corvées medievali? Siamo servi della gleba? Un terzo delle ore-classe in più a parità di stipendio? A quando lo ius primae noctis?

Pat Z ha detto...

Non so cosa succederà, in ogni caso, ma so cosa farò io, se questo provvedimento tirannico, da vero regime dittatoriale, sarà reso concreto. Andrò a scuola quelle 24 ore e non farò più niente. Niente di niente al di fuori delle 24 ore di presenza fisica imposte. Correggerò alla buona in classe, durante le ore di lezione, i mille compiti che mi porto a casa ogni anno, e gli studenti si portino pure un vocabolario e facciano qualche versione da soli, o giochino a battaglia navale sui banchi, per me va bene. Smetterò di preparare le mie lezioni, di leggere saggi funzionali al lavoro in aula, di organizzare lavori con gli alunni, di portarli in visita d'istruzione. Più niente, zero assoluto. Faccio lezione improvvisando. Smetto di accanirmi a scrivere giudizi di una pagina sui loro compiti per far capire loro dove hanno sbagliato, smetto di perdere tutto il tempo che perdo a prendermi a cuore che crescano ed escano dalla scuola con una cultura. Basta progetti, basta gare di traduzione latina, basta viaggi nei luoghi archeologici, teatro greco a Siracusa, conferenze di famosi studiosi, basta giornale scolastico, basta corsi di recupero, basta: azzero tutto, RESET. Tanto le famiglie vogliono solo un posto per parcheggiarli, giusto? Tanto il governo cerca solo un modo per risparmiare, no? Del resto il governo se ne infischia, tanto i figli dei ministri vanno tutti in costosissime scuole private, mica nelle scuole pubbliche come quella dove insegno io, e dove - per adesso - fornisco al figlio del fornaio un'istruzione con cui può tranquillamente iscriversi a Oxford.
Fine della storia, è stato bello finché è durato: da domani faccio la posteggiatrice, non il professore. Ho sudato lo stipendio per vent'anni, per i prossimi venti lo rubo. 24 ore a scaldare la sedia a scuola la mattina e poi vai, libertà assoluta! Pomeriggi interi per andarmene a spasso, surfare in rete, scrivere il libro della mia vita, girare per negozi, città, musei. Una pacchia assoluta. O magari mi metto a dare ripetizioni, perché no? Non l'ho mai fatto - sciocca idealista che sono, mi pareva poco bello che un docente in servizio si facesse pagare extra per lezioni private -, ma mi sa che è giunta l'ora di rinsavire. La mattina faccio danni e il pomeriggio riparo i danni fatti da quelli come me, c'è un perverso gusto della vendetta che mi attira molto, in questo.
Oppure emigro armi e bagagli in Germania, o in Francia, o in America, dove il lavoro dei docenti è ancora rispettato; non dovrei avere troppe difficoltà a trovare qualcuno che apprezzi quello che so e che so fare. Tanto da questo paese bisogna soltanto andarsene.

Pat Z ha detto...

P.S. Errata corrige: un professore francese prende 36.000 euro l'anno, e non 6.000, ovviamente.

G.C. ha detto...

Mi chiedo con quale criterio si stabilirà chi dovrà accollarsi le sei ore supplementari. Non penso che in tutte le scuole ci sarà un numero di spezzoni o supplenze brevi da coinvolgere tutti gli insegnanti. I "fortunati" si sceglieranno con un sorteggio ? Parlo di "fortunati" perchè potranno godere di ben quindici giorni di ferie aggiuntive. E quando ne usufruiranno ? Contando i vari impegni a fine lezioni, gli pseudo corsi di recupero (pseudo perchè moduli di sei o otto ore non recuperano un bel niente), gli esami di stato, i "finti esami di riparazione" che si tengono nell'ultima settimana di agosto nemmeno c'è il tempo materiale per usufruire di tutte le ferie che avremo. Ma chi scrive provvedimenti di questo tipo conosce un po' la realtà della scuola o se li sogna di notte ? Assurdo.

fare legna ha detto...

sinceramente, già adesso non sono impegnato come la collega qui sopra.
lavoro, ma non mi ammazzo di lavoro.
per qualche mese ho registrato i tempi del lavoro a casa e calcolato il mio orario settimanale sulle 35 ore circa.
mi sembra onesto, proporzionato allo stipendio.

voglio dire che non c'è bisogno di essere superspeciali o superstakanovisti per essere pesantemente penalizzati da questo aumento di orario.
perciò se 1350 euro per 35 ore sono pochini ma in linea con gli stipendi italiani, la stessa cifra per 45 ore è decisamente uno scandalo

Papik.f ha detto...

"Gli insegnanti, il cui orario settimanale è andato via via aumentando, sono diventati delle "macchine per vendere fiato". Ma “la merce "fiato" perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si può vendere impunemente fiato per 20 ore alla settimana. La scuola a volerla fare sul serio logora. E se si supera una certa soglia nasce una “complicità dolorosa ma fatale tra insegnanti e studenti a far passare il tempo”. La scuola si trasforma in un ufficio, o in una caserma, col fine di tenere a bada per un certo numero di ore i giovani; perde ogni fine formativo".
Luigi Einaudi.
Questa citazione, pubblicata da una collega su Facebook, dimostra quanto siano ignoranti e in malafede i nostri tecnici, che si proclamano liberali. Se lo fossero veramente, basterebbero queste frasi, dovute a un liberale e liberista vero, che però a differenza di loro era una persona seria e per bene, a farli ritornare sui loro passi.
Mi scuso se ho già postato la citazione sul Gruppo di Firenze, ma per evidenti motivi ritengo che debba avere la massima diffusione, a riprova della qualità umana e culturale dei nostri Professori e Tecnici.

Posta un commento