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mercoledì 7 maggio 2008

Un passaggio drammatico

Consiglio di leggere l'articolo di Michael Ledeen su L'Occidentale, A Torino non brucia solo Israele, ma anche l’Italia e l’Europa. Può servire a quegli sprovveduti che stanno ancora cincischiando melense polemiche attorno all'affermazione di Fini che quel che accade a Torino è più grave di quel che è accaduto a Verona. Da un lato è ovvio: una vita umana non è commensurabile con nessun evento politico. D'altro lato, basterebbe un minimo di riflessione per capire che quel che è in gioco a Torino ha strettamente a che fare con quel che è accaduto a Verona. Ho cercato di spiegarlo oggi in un articolo sul Messaggero: Torino non chiudere gli occhi davanti alle bandiere bruciate. Chi non vuol capire che ci stiamo giocando tutto mostrando di avere istituzioni (ordine pubblico, università, ecc.) ormai prone all'estremismo e all'illegalità, chiude gli occhi. Ha ragione Ledeen: ci stiamo giocando le ultime possibilità

2 commenti:

gelubra ha detto...

Caro Professore,
volevo comunicarle una riflessione che sono andato facendo alla fine di una densa mattinata scolastica.
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Lo confesso e me ne dispiaccio. Ma bisogna ammetterlo: non capita molto spesso.
Non capita molto spesso, cioè, di fare delle interrogazioni positive, belle, ariose e "piene", che ti lasciano nella mente e negli occhi una sensazione di sazietà e di riuscita del lavoro che si è andato costruendo con i ragazzi. Quando un docente verifica che un suo studente ha acquisito una disinvoltura evidente nell'affrontare e discutere temi, problemi e questioni; quando uno di noi percepisce che la crescita umana e intellettuale di un adolescente ha trovato la sua cifra più compiuta in una passione autentica e disinteressata per la cultura, le sue forme e i suoi linguaggi; quando appare chiaro anche ai ciechi che il confronto con la dimensione culturale sta affinando e forgiando in modo lieve ma incisivo i caratteri di una personalità in formazione; quando ti sembra quasi di cogliere che un confronto sempre più maturo e problematico con i prodotti della spiritualità occidentale sta favorendo lo sviluppo di una personalità armonica, che sta acquisendo addirittura una speciale "grazia" nel porsi e nel disporsi; beh, quando un docente si rende conto di tutto ciò, ha l'impressione, nonostante gli sfasci, le derive, le insipienze didattiche e pedagogiche che questo mestiere patisce, che esso abbia ancora un senso importantissimo, un ruolo e un valore e che esso, addirittura, fornisca un contributo alla Bellezza.
E allora quando accade di notare ciò, sembra che le streghe e i vampiri non vincano sempre.
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Mi scusi lo sfogo e l'evidente incongruenza con il suo ultimo post.
Gennaro Lubrano Di Diego

Giorgio Israel ha detto...

Non è poi tanto fuori tema perché, come ho scritto negli articoli sopra citati, la questione al centro è quella dell'educazione. A Verona abbiamo visto i frutti della crisi educativa. A Torino vediamo all'opera i cattivi maestri. Ma bisogna avere sempre fiducia nelle persone, nell'umanità. Sono quelli che non ne hanno che ci stanno portando per mano verso il disastro.

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