Il pregiudizio antiebraico è una delle più antiche e persistenti manifestazioni di intolleranza, che ha assunto la forma del razzismo nell’epoca moderna. Esso ne è divenuto anche una delle manifestazioni più virulente ed emblematiche: difatti, poiché l’essenza del razzismo consiste nel passare dalla critica (o dall’esaltazione) di aspetti contingenti o legati a singoli individui a un giudizio generale su un intero popolo, esso ha trovato alimento nell’imponente eredità di pregiudizi antiebraici accumulatisi nel corso dei secoli. All’accusa di deicidio si è sostituita quella di voler dominare il mondo attraverso il denaro, fino alla demonizzazione dello Stato di Israele. Oggi, la questione medio-orientale rappresenta la forma contemporanea in cui si ripropone una questione ebraica tuttora irrisolta. Essa ci riguarda tutti perché è una pietra di paragone dell’intolleranza circolante nella società.
Questo libro è una versione completamente riveduta e aggiornata con molti nuovi materiali della prima edizione del 2002 (Il Mulino). Contiene in appendice un inedito, e cioè la trascrizione di una conferenza tenuta nel febbraio 1946, presso il Centro di Studi Ebraici di Roma diretto da Saul Israel, da uno dei protagonisti dell’insurrezione del Ghetto di Varsavia, il dottor David Wdowinsky.
"fin dalle prime pagine si interroga sull'uso ancora corrente di un termine, “razza”, ormai scartato dalla scienza e gravato dal peso terribile del razzismo nazista, dell'antisemitismo, della Shoah. Un termine che la memoria dello sterminio e gli sviluppi della scienza avrebbero dovuto collocare definitivamente nell'oblio".
Anna Foa (Avvenire)