mercoledì 6 luglio 2011

Altre follie del determinismo genetico


Più volte ho avanzato l’ipotesi – che trova sempre ulteriori conferme – dell’esistenza di un’associazione dall’acronimo AIDS – la quale condivide con la nota malattia oltre al nome soltanto la nocività – che sta per Associazione Internazionale per il Discredito della Scienza. È dedita a propalare le “scoperte” più demenziali: che Chopin era romantico perché epilettico, che gli Impressionisti dipingevano in quel modo perché avevano la cataratta, che dopo sette anni le coppie entrano in crisi e quindi è una scelta “scientificamente” fondata divorziare preventivamente per evitare inutili liti; e così via. Un ricercatore francese ha “dimostrato” che il rendimento scolastico dipende dall’epoca di nascita e, in particolare, che i nati in dicembre vanno male a scuola per cui bisognerebbe alzare tutti i loro voti secondo un coefficiente standard. Ora un rapporto della Confindustria spagnola (Confederación Española de Organizaciones Empresariales, CEOE) sostiene che i fattori ereditari sono determinanti nel rendimento scolastico. Non si spiega perché. Ci si limita a dire che non meglio precisati “lavori”, che hanno posto a confronto i livelli educativi dei genitori e dei figli, avrebbero condotto alla conclusione che il fattore socioeconomico conta molto meno di quello genetico. Anzi, ci si azzarda addirittura a una stima quantitativa: il fattore genetico-ereditario conta più del doppio di quello socioeconomico... Come si misurino questi rapporti è un mistero che pare vada accettato come una verità di fede. È persino imbarazzante dover ricordare che nessuna persona seria può pretendere di affermare che esista un rapporto di causa-effetto tra fattori genetici e facoltà mentali. Il determinismo biologico che sottende affermazioni del genere non soltanto non ha nulla a che fare con la scienza, ma neppure con il più elementare buon senso. Pertanto, propalare simili sciocchezze significa soltanto trastullarsi irresponsabilmente con il razzismo.
Gli autori di questa bravata sono il sociologo Juan Carlos Rodriguez e un professore dell’Università Complutense di Madrid, l'analista sociopolitico Víctor Pérez-Díaz, noto in Italia perché anni fa alcuni ambienti politici nostrani lo assunsero come un’icona nel cielo della teoria politica. Il suo libro “La lezione spagnola” fu presentato come il manuale di riferimento del modello spagnolo che l'Italia, manco a dirlo, avrebbe dovuto copiare per salvarsi. Sarebbe interessante riparlarne oggi alla luce dei recenti sviluppi della crisi economica in Spagna.
La CEOE ha commissionato a Perez-Diaz la parte del rapporto sulle “riforme necessarie per potenziare la crescita dell’economia spagnola”. Trattandosi quindi di un documento istituzionale, la domanda inquietante che si pone è: che uso farà la CEOE di questo risultato? Difatti, il determinismo biologico che esso propone lascia poco spazio al “recupero” culturale di coloro che fin dalla nascita sono condannati all’insuccesso scolastico. Alla CEOE resta quindi soltanto la scelta di chiedere che i bambini vengano sottoposti all’inizio della carriera scolastica a un test genetico. I dotati potranno andare avanti, i predestinati asini saranno condannati ai mestieri più umili. In tal modo, verrà garantito il potenziamento della crescita dell’economia attraverso la selezione di una razza superiore.
Questa si che è una “lezione spagnola” che vale anche per noi. In primo luogo, invita a guardare con sempre maggiore diffidenza l’AIDS. In secondo luogo, vale come ammonimento a farla finita con la medicalizzazione dell'istruzione. Infine, serve a ricordare a vari soggetti un po’ troppo intraprendenti in tema di istruzione e cultura – tra cui imprenditori, manager, sociologi ecc. – l’aureo detto latino "sutor ne ultra crepidam", calzolaio non andare oltre le tue scarpe.
(Il Giornale, 5 luglio 2011)

5 commenti:

broncobilly ha detto...

In "The Bell Curve" si sosteneva come l' IQ fosse un buon fattore predittivo del "successo sociale" dell' individuo. Il migliore che abbiamo in mano, anche rispetto al SES (socioeconomic status).


Effetto Flynn a parte, l' IQ in buona parte potrebbe anche avere origine genetica e il successo scolastico essere legato al successo sociale.


Ma si parla pur sempre di fattori statistici. Oltretutto il ragionamento va sempre fatto al margine: non si chiede di adottare una nuova opinione ma di far pesare questi riscontri sulla vecchia.


Certo che il tenore di un' affermazione come: "i fattori ereditari sono determinanti nel rendimento scolastico..." è talmente iperbolica da apparire come uno straw man fatto apposta per soccombere al primo attacco.

vanni ha detto...

Piuttosto insignificante e brutterello qual ero, ricordo tutti i salti mortali che ho fatto per interessare e piacere alle donne.
E adesso sta a vedere, magari ti salta fuori che era una questione ereditaria, di polarizzazione di geni e di intesa di feromoni che governava tutto: finalmente una lettura rigorosa e scientifica delle affinità elettive (confesso che in età matura mi sono ridotto a credere - marxianamente - che fossero eventualmente i fattori socioeconomici a sbaragliare qui il campo). Avrei dunque potuto - dovuto - attendere senza agitazioni, come all'epoca faceva Alain Delon, risparmiando tempo soldi e delusioni? E come avrei meglio potuto - dovuto - impiegare le mie risorse, piuttosto che sprecarle per inadeguatezza dietro alle donne? mah, forse pilota da rally, o prete, sommelier, giornalista, antiquario... valli a capire i tuoi geni.
Tutto sommato - da debole creatura - meglio averci creduto, e sia stato così com'è stato. Natura matrigna, ma alla fine un po' pietosa: serra un guinzaglio ma fa sì che tu ti senta libero.

Gianfranco Massi ha detto...

Secondo me, alla propagazione dell’ aids cerebrale contribuiscono le redazioni dei giornali e dei TG. Infatti le agenzie di stampa, sommerse da comunicazioni scientifiche prodotte da centinaia di Centri Ricerca, trovano uno sbocco di mercato nelle redazioni dei media, sempre affannati a colmare spazi e tempi di pagina. Con i “cazzeggi” di coda nei TG, e con “news” di intrattenimento nel comparto “Scienza”.

paolo casuscelli ha detto...

Prof. Israel,
che il recupero culturale la spunti sul determinismo biologico, lo si evince anche da un temino di una mia alunna, scritto nel 2005, alla fine dei tre anni di scuola media, che ho conservato, perché è commovente e sembra poter dare un senso al lavoro dell'insegnamento. Cito un brano:

“Dire che questa è stata una scuola “maestra” è dire poco, perché, per me, questa è stata una vera e propria scuola “natale”. Grazie a lei io sono nata, ho preso coscienza delle mie potenzialità e, giorno dopo giorno, ho imparato più cose di quanto avrei potuto immaginare.
Anche se 3 anni, messi a confronto con i miei 14, possono sembrare relativamente pochi, per me non è così. Questi 3 anni hanno segnato tutti i miei 14, in tutto e per tutto; ho acquisito linguaggio, sapienza e conoscenza”.

Trovo quasi poetica tale sovversione della cronologia nel tempo segnato dal processo di significazione dell'esperienza, per cui si nasce a scuola, in un contesto culturale, più che in sala-parto. E i rapporti di causa-effetto, determinati dal patrimonio genetico, questa ragazzina, innocentemente, li gettò alle ortiche.

Pietro Cadelli ha detto...

La CEOE fino a pochi nesi fa era presieduta da un uomo da un un imprenditore tutte le imprese del quale erano fallite in un caos totale. Egli stesso ebbe ad affermare che non avrebbe mai scelto di volare in un aereo della sua compagnia prenotato dalla sua agenzia turistica! La Spagna affonda! Altro che lezione spagnola, ma nessuno qui ha mai preso sul serio la CEOE! Nessuno meno Zapatero ovviamente.

genseki