domenica 10 maggio 2009

Quaranta anni di evoluzione della scuola



Da http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/

20 commenti:

Myosotis ha detto...

Ecco come una vignetta può essere più efficace di tanti discorsi. Grazie per averla divulgata.

agapetòs ha detto...

Un giorno una genitrice venne furente da me ai colloqui chiedendomi se, assegnando alla sua pargoletta una insufficienza nel I quadrimestre, non avessi pensato alle ripercussioni psicologiche che avrebbe causato...
Ma come fare per rompere la "ricattabilità" delle scuole da parte delle famiglie?

Weissbach ha detto...

Pienamente d'accordo sullo stato dei fatti.
Ma "evoluzione della scuola" sembra alludere a cambiamenti dovuti solo ad aspetti ideologici e metodologici interni al sistema educativo.
Per carità, ci sono stati anche quelli.
Ma sono soprattutto i genitori ad essere cambiati.
A mio modesto parere questa evoluzione culturale è stata causata più dall'economia che da motivazioni ideologiche (e difatti è trasversale alla collocazione sociale e politica).

Caroli ha detto...

Caro Agapetòs, non occorre ovviamente il bazooka (neppure mediatico) per togliere questa ricattabilità. Basterebbe fare presente che l'insegnante è pubblico ufficiale, e che l'insulto a pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni è reato. Provino, questi "genitori", a reagire, come sogliono fare contro gli insegnanti, in caso di contravvenzione alle regole del codice della strada, nei confronti dell'agente accertatore, per vederne l'effetto. Se a fronte di un'aggressione anche solo verbale ad un insegnante ci fosse la procedura penale, parecchie creste si abbasserebbero.
Alle "motivazioni economiche" credo poco. Lei, professore, cosa ne pensa? Grazie.

lector in fabula ha detto...

In medio stat virtus

Barbara ha detto...

Se consideriamo che la maggioranza dei docenti è scesa in piazza contro provvedimenti quali il ritorno al voto in condotta, ai giudizi espressi in decimi, al maestro unico, al grembiule;

se pensiamo che nessun insegnante in questi quarant'anni ha mai scioperato contro il progressivo lassismo e il susseguirsi di leggi scellerate che hanno portato la scuola ad una caduta libera;

se riflettiamo sul fatto che in sede di collegio docenti o durante i corsi di aggiornamento, si continua a parlare con immutato fervore di attenzione ai processi più che ai prodotti dell'insegnamento, di intelligenze multiple da valorizzare, di bullismo da affrontare attraverso il soave intervento degli psicologi, di alunni da recuperare perché tutti possano farcela anche senza studiare...

...allora possiamo concludere che questa è esattamente la scuola e il trattamento che noi insegnanti ci meritiamo.

agapetòs ha detto...

Caro Caroli (scusi l'allitterazione) la ricattabilità consiste in questo: "se tu mi tratti bene mi iscrivo qui, altrimenti vado altrove".
E non solo gli è che gli ultimi della graduatoria interna si sentono a rischio "esubero", ma anche che i presidi percepiscono emolumenti legati al numero di iscritti della scuola.
So di scrutini riconvocati perché il tale e talaltro non andavano bocciati sennò non si fa più una classe, e quindi il preside intima, minacciando controlli dei registri, di promuovere gli studenti anche se hanno sufficienti solo condotta, religione e educazione fisica.
Debbo continuare?

agapetòs ha detto...

Barbara, ahimé, ciò che scrive è desolantemente vero, ma è anche vero che c'è una componente del corpo docente che non condivide per niente l'andazzo ma che non si è mai "contata" e non si è mai organizzata per farsi sentire: forse perché credeva/sapeva in partenza di essere minoritaria?
Ma facendo un discorso di media (ricordando Trilussa) condivido le sue conclusioni.

Lucio ha detto...

Per favore, leggete qui.Questa e' proprio la fine!! Di che stiamo ancora a discutere?

Lucio Demeio.

Barbara ha detto...

Se il professore me lo permette, vorrei suggerire vivamente la lettura del libro scritto da Mario Giordano: "5 in condotta. Tutto quello che bisogna sapere sul disastro della scuola".
Dobbiamo conoscere bene la verità per cambiare finalmente rotta.

Gianfranco Massi ha detto...

Questa si che è ars rhetorica, muta, efficace, autentica!

Caroli ha detto...

Caro Agapetòs, lo so benissimo. Ma non si dovrebbe avere paura lo stesso di un simile ricatto, perché ha il fiato corto. Vadano pure altrove. Quando l'ex ragazzetto della Sierra Leone becca il premio Nobel, quando l'indiano di turno (Tata) ti fa l'automobile ad aria compressa, allora ci si rende conto del tempo e delle occasioni perse. Chi vuol crescere culturalmente, umanamente e professionalmente accetterà la sfida. Gli altri, beh, mi dispiace per loro. Ci fu Uno che, al gruppetto di una dozzina di persone che gli era rimasto attorno, disse "volete andarvene anche voi?". Mica disse loro "vi prego, restate con me!". Ma aveva ragione Lui...

agapetòs ha detto...

Eh Caroli, io ricordo spesso due frasi di Longanesi: "Non è la libertà che manca, mancano gli uomini liberi" e "La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta: tengo famiglia."

GiuseppeR ha detto...

L'articolo di Repubblica citato dal prof. Demeio è un ottimo esempio di come certa stampa ami confondere le acque.

Sembra che tutto congiuri contro la scuola statale, in corso di smantellamento a favore di quella privata.

In realtà si tratta di pressioni lobbistiche volte a racimolare qualche centinaio di milioni perso con la precedente finanziaria, una goccia nel mare dei miliardi bruciati per per sostenere personale pletorico, baroni universitari, metodologie demenziali ("recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei finanziamenti alla scuola paritaria per l'esercizio finanziario del 2009 ammonti sostanzialmente a quelli assegnati nell'esercizio finanziario 2008": circa 500 milioni. Cifra che ai gestori delle paritarie sembra insufficiente e che potrebbe essere incrementata di altri 100 milioni").

Quando si riuscirà a parlare dei problemi della scuola senza faziosità ed avendo a cuore l'interesse dei nostri figli e della nostra Nazione?

Lucio ha detto...

Per Attento: francamente non capisco il suo intervento. I "miliardi bruciati per per sostenere personale pletorico, baroni universitari" sono miliardi bruciati nel settore pubblico, immagino. Ma li mette assieme alle "metodologie demenziali" che invece sarebbero proprie dei sostenitori delle scuole private.

Al di la' di ragionamenti piu' dettagliati, mi sembra che, come idea di base, si possa tranquillamente dire che se si tagliano i soldi alle scuole pubbliche (dall'asilo all'universita') allora a maggior ragione si devono tagliare i sussidi alle private (o qualtomeno non aumentarli).

Quanto a combattere gli sperperi, lo si sta facendo giocando un po' a mosca cieca. Parlando dell'universita', ad esempio, ci sono atenei dove gli sprechi sono chiaramente individuabili, ed altri dove di sprechi non ce ne stanno proprio. Ma con le normative uscite da poco, si tagliano i fondi di funzionamento a TUTTI gli atenei, e si riduce il budget per le nuove assunzioni a TUTTI gli atenei, in maniera indiscriminata.
Se questa e' la strada seguita, il dubbio di cui lei parla

...
"Sembra che tutto congiuri contro la scuola statale, in corso di smantellamento a favore di quella privata. "

...

sorge piu' che naturale!

Lucio Demeio

GiuseppeR ha detto...

x Il prof. Demeio

E' libero di credere che qualche centinaio di milioni elemosinato dai legittimi rappresentanti in Parlamento di alcuni gruppi di interesse sia la prova della strategia di smantellamento della scuola statale. A me sembra un tentativo di dimostrare un teorema inesistente.

Senza contare che il rapporto fra le risorse destinate alle scuole statali rispetto a quelle private è (per me giustamente) talmente a favore delle prime che ha poco senso ed è pretestuoso individuare delle ideologie "privatistiche" sulla base del passaggio di quelle briciole.

Piuttosto occorrerebbe sostenere quanto c'è (o c'è stato di buono) nelle iniziative degli ultimi governi, a prescindere dala collocazione di parte, perchè è evidente (è più che sufficiente leggere il prof. Israel - anche a proposito delle metodologie "demenziali" in atto nelle scuole statali) che il partito di chi rema contro è "trasversale".

Cordiali Saluti

Caroli ha detto...

Caro Agapetòs, Longanesi era un gran signore e conosceva bene gli italiani. Verissimo. Ma l'Italia e gli italiani che conosceva Longanesi vivevano in un altro contesto storico, quello ingessato dalla guerra fredda.
Oggi un atteggiamento del genere è un suicidio: la scommessa si gioca su di un livello di libertà la cui alternativa non è "il proprio orticello", ma una totale liquidazione sotto tutti i punti di vista, anche quello fisico. E questo per l'effetto combinato di globalizzazione e crisi economica.

agapetòs ha detto...

Caroli: Oggi un atteggiamento del genere è un suicidio.

Infatti.
Ed il suicidio morale dell'Italia si inserisce nel più ampio contesto del suicidio dell'Occidente.
Requiescat in pace. Amen.

@Fam_Rondinelli ha detto...

Professore,
sono lieta di leggere qui ciò che ho sempre creduto vero sull'insegnamento.
Sento un trasporto profondo per quello che lei afferma, forse per averlo vissuto dal di dentro, avendo incontrato sulla mia strada professori molto severi ed altri "alla mano". I primi mi hanno trasmesso nozioni e disciplina, che ancora mi aiutano nella vita. Dai secondi non ho imparato nulla, se non questo: se mai diventerò insegnante, voglio essere come i primi.

Grazie per le sue parole, che sono di grande incoraggiamento per chi dedica seriamente la vita ai giovani studenti.

Francesca Nardini

Caroli ha detto...

Carissimo Agapetòs, Amen.