È passato poco tempo e già il clamore sulla realizzazione della “vita artificiale” si è spento. Eppure i giornali avevano parlato a titoli di scatola di una svolta nella storia dell’umanità. Certo, dopo il primo botto mediatico si è capito che la realizzazione non era così epocale. Si era prelevato il materiale genetico di un batterio; quindi si erano selezionati nel micoplasma i geni necessari per le funzioni vitali, eliminando quelli “inutili”; si era aggiunto un cromosoma sintetico per poi introdurre il tutto in una cellula svuotata del suo Dna che così veniva controllata da un Dna parzialmente artificiale. Un tentativo senz’altro importante, ma essenzialmente manipolativo, una sorta di “meccano”, com’è stato efficacemente definito da uno scienziato pur favorevole a questo tipo di esperimenti. È un po’ avventato parlare di vita in relazione a un meccano sul Dna. Tornare indietro con la memoria fa capire il perché.
Viviamo in un’epoca dalla memoria labile, visto che nessuno sembra ricordare che pochi anni fa esplose una bolla mediatica colossale attorno a un evento oggi quasi dimenticato: la clonazione di un essere vivente, la famosa pecora Dolly. Eppure, a pensarci bene, produrre un animale del tutto uguale a quello di partenza con una semplice manipolazione genetica era un exploit di gran lunga più clamoroso della limitata manipolazione di Venter. In quest’ultimo caso si prospetta al più la possibilità di fabbricare batteri “operai” destinati a scopi ristretti, ma la via verso la fabbricazione di individui complessi, per non dire esseri umani, si staglia in un orizzonte indecifrabile. Nel caso di Dolly, si era ottenuto in modo rapido e semplice un nuovo essere vivente. Sembrava derivarne la prospettiva concreta di clonare esseri umani, di produrre un “esercito di cloni” sul modello della fantascienza di Guerre Stellari. Conservo ancora nei miei scaffali alcuni dei libri che uscirono all’epoca, per esempio uno che uscì in Francia nel 1999 (“Le clonage humain”) che mobilitava illustri specialisti per analizzare le prospettive morali e sociali che si aprivano. L’antropologo Marc Augé paventava il ritorno all’origine mitica dell’umanità, al “cuore delle tenebre” di Conrad, alla perdita della relazione di parentela su cui si era costruita la storia umana. Cosa è rimasto di questo dibattito? Nulla. Si è saputo poi che una clonazione di successo veniva al termine di un numero enorme di tentativi falliti. Dolly è morta invecchiando tristemente con misteriosa velocità. Sono caduti nell’oblìo i pochi scienziati pazzi che dissero di aver clonato in segreto esseri umani. In breve, della clonazione non si parla più.
Eppure qualcosa doveva essere rimasto a livello teorico. Nel libro sopra citato il biologo Henri Atlan spiegava come l’essere riusciti a clonare un essere vivente significava il crollo del paradigma trentennale della genetica molecolare «tutto è nei geni». Si era constatato che il programma di sviluppo non si riduce al genoma ma è fatto di interazioni tra i geni e altri fattori, proteici e di altro tipo, del nucleo e del citoplasma. Del resto, era un fallimento già decretato una decina di anni prima dal Nobel Gerald Edelman. Bene. L’esperimento di Venter è stato commentato da più d’uno, anche da noti scienziati, dicendo che ci si deve mettere bene in testa che il Dna dirige tutto l’organismo, inclusa la costituzione della sua identità, e che chi non l’accetta è un mistico. Ma è morta la riflessione teorica in biologia? Di certo, rincorrere il sensazionalismo e gli slogan non aiuta il razionalismo scientifico , bensì proprio quello spirito mistico-magico che si dice di voler combattere.
(Tempi, 23 giugno 2010)
10 commenti:
Potrebbe fornirci qualche riferimento più preciso a proposito dell'opinione di Edelman? Grazie
Francesco Santoni
Gerald M. Edelman, "Bright Air, Brilliant Fire : On the Matter of Mind", Basic Books, 1992.
Prof. Israel,
Ma è morta la riflessione teorica in biologia?
Secondo lei, il modello "Pregnanza-Salienza" di Rene' Thom puo' ancora giocare un ruolo significativo nel superamento di questo "meccanicismo del DNA"?
Pochi giorni prima della pubblicazione della "scoperta" il professor Cavalli Sforza anticipava con solennità che i genetisti ormai "hanno capito cos'è la vita"... Dopo l'annuncio della scoperta però ho notato un cauto e controllato ottimismo, almeno sui principali quotidiani italiani. Ho cercato di capirne le ragioni. Uno: questa scoperta prefigura applicazioni potenzialmente utilissime o, al contrario, pericolosissime, quindi meglio sbilanciarsi più in là, quando ci si sarà illusi di aver capito dove si va a parare. Due: qualcuno rifletteva che, se l'uomo è in grado di "creare" nuovi organismi sintetizzando il loro patrimonio genetico, dove va a finire la "Teoria dell'evoluzione" basata sull'effetto combinato delle mutazioni casuali e della selezione ambientale? In effetti parrebbe che una intelligenza "superiore" (umana) potrebbe sostituirsi al caso governando il processo evolutivo. E da dove viene questa intelligenza? E dove va il "caso"? E che fine fa Darwin? Meglio che si prendano una pausa di riflessione....per tornare a sparare qualcosa tipo il "salto di qualità dell'evoluzione culturale". E' buffo notare che le loro parole non riescono a stare dietro alla velocità dei risultati sperimentali.
Ma fino a quando la ricerca è bloccata da uomini che pur non capendo un acca di scienza (l'Italia ne è piena, vedi politici e clero), si sentono autorizzati a dire sempre l'ultima parola, non si riuscirà mai ad esplorare tutte le potenzialità creative (scientifiche) di certe intuizioni.
Per dirne una, è assurdo che si consenta ancora alla lobby degli animalisti di condizionare la ricerca di base attraverso la richiesta di vietare la vivisezione.
A parte l'uso strumentale di certe battaglie, dal momento che gli scienziati non sono aguzzini della Gestapo, e quindi privi di scrupolo morale, tant'è che gli animali di cui si fa uso in laboratorio vengono sedati, anestetizzati, e i tagli praticati su di essi, limitati al minimo indispensabile, non si tiene conto appunto che senza tale pratica non avremmo potuto debellare malattie mortali. E poi forse che non si ammazzano continuamente mucche, cavalli, polli eccetera.
Quindi con tutte le precauzioni e lo scrupolo morale che devono guidare gli uomini di scienza (quelli veri, però!), io sono dell'avviso che non ci devono essere limitazioni di sorta nella sperimentazione. A volte idee all'apparenza bizzarre si sono rivelate poi quelle giuste.
Fino a quando la scienza sarà confinata allo spettacolo, ai festivals, al gioco. E nelle scuole non si ritornerà a studiare tutto questo potrebbe ripetersi ogni giorno. Solamente sviluppando la conoscenza e lo spirito critico non daremo ai giovani e all'opinione pubblica in generale gli strumenti per uscire fuori da questo scientismo di cui è infarcita la società.
Saluti
Chiaramente una delle radici del sensazionalismo in merito alle scoperte scientifiche è l'impreparazione dei cronisti che ne scrivono sulla stampa non specializzata, e un'altra è una certa subordinazione della ricerca scientifica a logiche commerciali (e quindi pubblicitarie), che specialmente in USA e nel Regno Unito regolano l'attribuzione dei finanziamenti. Tuttavia, questi elementi non bastano a spiegare la faccenda, o a mettere in fuga la sensazione che molti ricercatori procedano un poco a casaccio, maneggiando storte e alambicchi come gli antichi alchimisti (a proposito di mentalità magica) e puntando più al risultato stupefacente che a quello solido e utile. Non è un'esclusiva della biologia: quand'ero bambino si diffuse la bufala della "fusione fredda", di recente quella dell'acceleratore di particelle che avrebbe dovuto distruggere il mondo, per non parlare degli "studi" sul cambiamento climatico che han perso ogni credibilità. Forse la scienza, come un tempo la religione, è un poco rimbecillita per il troppo potere?
"Forse la scienza [...] è un poco rimbecillita per il troppo potere?". La scienza o certi scienziati?
Ma sì, certo, la scienza è gli scienziati. Questo intendevo. E ovviamente non tutti, ma neanche due o tre. Esempio: le notizie scientifiche su Yahoo e simili, tutte le settimane cose tipo "Ricercatori inglesi scoprono il gene dell'humour macabro", "Esperimento su cento uomini calvi: quelli con il palato ogivale capiscono meglio le regole del baseball"...
Vita artificiale... pagliacciate.
Se il demonio è la "scimmia di Dio", la vita "artificiale" è la scimmia della vita, e l'uomo diventa l'apprendista del demonio.
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