Tfa, il Miur ha tradito gli accordi e truccato le carte
venerdì 4 novembre 2011
Lo scorso 7 ottobre le università italiane hanno fornito al Ministero la loro «offerta formativa» per i TFA (Tirocini formativi attivi) transitori dell'anno 2011-2012, che dovrebbero costituire la nuova modalità per conseguire l'abilitazione all'insegnamento (l'abilitazione, non il posto). I dati forniti dagli atenei, pubblicati oltre che sul sito del Miur anche su un articolo del Sole 24 Ore del 31 ottobre, ammontano a un totale di più di 26.000 posti. Il compito del ministero di Viale Trastevere doveva essere, stando a quanto scritto nel suo stesso comunicato stampa del
10 settembre scorso, quello “di incrociare i dati del Miur e l’offerta formativa formulata dalle università”.Dopo un'attesa lunga quasi un mese, iniziano a circolare le prime notizie e purtroppo ci troviamo di fronte a un nuovo e incredibile colpo di mano da parte del Miur e dei suoi dirigenti: ancora una volta dobbiamo constatare, con dispiacere e grande apprensione, che il Ministero e quindi il Governo non hanno tenuto fede alla parola data, smentendo clamorosamente gli impegni dichiarati nel citato comunicato di settembre, alla presenza - in qualità di garante - del Sottosegretario Gianni Letta.
A risultare imbarazzanti sono le cifre riportate sul Sole 24 Ore di oggi per le lauree magistrali e il TFA di I e II grado, che sarebbero addirittura inferiori a quelle del fabbisogno stimato. Per le lauree magistrali, primo step per conseguire l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di I grado si passerebbe da 2.493 di fabbisogno stimato a 2.487, a fronte di un’offerta degli atenei di 6.046 posti; per il TFA di I grado (sempre per l’abilitazione alle medie) il dato è equivalente al fabbisogno di 4.626 a fronte però di un’offerta degli atenei di 7.239). Ma se questi primi dati non bastassero, ecco i dati sul TFA di II grado: a fronte di un’offerta annua degli atenei di 19.125 il Ministero avrebbe deciso di concedere appena 5.659 posti, ossia molti meno di quelli “assicurati” nel suddetto e dimenticato comunicato stampa del 10 settembre 2011, che annunciava 13 mila posti solo per il TFA transitorio di II grado per l’anno 2011-2012.
Una proposta semplicemente irricevibile, quella del MIUR, che si muove come se niente fosse mai accaduto, dimostrando un’incredibile indifferenza per le esigenze dei giovani e un ostentato disprezzo per i dati forniti dalle università, le quali sono state, nella fattispecie, praticamente dileggiate, private di qualunque margine di proposta e di decisione autonoma. A riprova di ciò, il capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione Giovanni Biondi, regista di tutta l’operazione, ha rilasciato al Sole 24 Ore una sconcertante dichiarazione, definendo le offerte formative degli atenei come “sconsiderate”. Insomma, a detta di Biondi, i Comitati regionali, composti da Rettori e capi degli Uffici scolastici regionali non saprebbero fare il loro mestiere.
Forse però Biondi non ricorda che cosa sia il principio di autonomia universitaria, che non prevede certo che il capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione s’intrometta nel decidere i numeri dei frequentanti di corsi che le università, coraggiosamente, in questo periodo di tagli e cambiamenti, si sono prese l’onere di attivare. È una vergognosa “presa in giro” del lavoro dei Consigli di facoltà e dei Senati accademici delle università di tutta Italia. Ma forse a qualcuno interessava fare “melina” e ritardare i tempi di avvio dei TFA, così da far saltare nei fatti un intero anno accademico.
Insomma di questo modo di affrontare (sic!) i problemi messo in campo dal Ministero ci sconcerta questa modalità di procedere, che ha come sola preoccupazione quella di non dispiacere a certe volontà sindacali, di nuocere il meno possibile alle rendite di posizione. In barba a qualunque prospettiva di crescita e sviluppo. Se questo è lo spirito del Ministero che più di tutti gli altri dovrebbe avere un occhio alla crescita del nostro Paese, forse l’Europa non ha tutti torti a diffidare di noi.
Ci domandiamo: qual è alla fine l’intento del MIUR e dei suoi dirigenti? Non far partire i TFA per rendere impossibile ai giovani la partecipazione ai prossimi concorsi a cattedra? Farli partire, ma con il minimo numero di posti disponibili per ottenere nei fatti lo stesso risultato di tagliare fuori i giovani? Come mai un Governo e una maggioranza che si dicono liberali non riescono a introdurre nella scuola e nell’università nemmeno degli spiragli di maggiore libertà? Perché si continua a cedere a logiche sindacali ormai vecchie e logore (non gradite nemmeno a molti esponenti del Pd)? Si vuole affossare definitivamente il Paese? E ancora, come mai, in un momento di crisi come questo, non si ha quel minimo di coraggio necessario per compiere delle scelte che aprano ai giovani e che valorizzino chi, con fatica e merito, vuole costruire qualcosa per sé e per gli altri, anche nel mondo della scuola?
Ministro, vorremmo poterle dare ancora credito, ma troppe volte alle parole non sono seguiti i fatti e alle dichiarazioni di intenti i relativi provvedimenti. Il tempo e la fiducia questa volta sono proprio scaduti.
24 commenti:
La “programmazione romana” è fallimentare. Basta considerare gli effetti che produce applicata a Medicina.
La prova è unica su scala nazionale e, pur criticabile, indubbiamente oggettiva. Ecco quale sarebbe l’ipotetica graduatoria nazionale (Ipotesi di Selezione Nazionale):
http://pacs.unica.it/pacs/graduatorie/statsmed11.htm#IPOTESI%20SELEZIONE%20NAZIONALE
Non si rispetta la graduatoria nazionale costruita sulla base del punteggio riportato nella prova nazionale. I posti vengono assegnati alle varie sedi sulla base di parametri misteriosi e fallaci, considerato che si prospetta una preoccupante carenza di medici proprio laddove vengono esclusi candidati che sarebbero premiati dalla valorizzazione del punteggio riportato nella prova http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=15OHPJ&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
Sia chiaro che non sto affatto auspicando la costruzione di una graduatoria nazionale, ma un passo indietro dell’ammorbante centralismo statalista a vantaggio di autonomie responsabilizzanti ad ogni livello della scala, fino a quello individuale.
E poi la tentacolare programmazione è così ‘efficiente’ che non riesce neppure ad assegnare tutti i posti messi a disposizione:
http://archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/12/Numero_chiuso_sorpresa_858_posti_co_8_111012045.shtml
Questo quadro è dipinto in un contesto che non presenta certo le asperità dell’accesso all’insegnamento, ingolfato da un’eredità assai gravosa. La burocrazia romana si arroga (su quali basi?) la prerogativa di strumentalizzare il canale abilitante, per la prima volta sganciato dal preteso diritto alla cattedra statale, per surrogare la colpevole inesistenza di un sistema di reclutamento. La dirigenza romana ha deciso di assumere in fila ordinata precedenti abilitati che indebitamente chiama precari. Tale deliberazione non le compete. L’asfissiante burocrazia tentacolare si preoccupi della propria efficienza, invece di ingererisi indebitamente nel campo della politica.
I sedicenti liberali, ormai prossimi alla dipartita, sono stati i peggiori statalisti.
Senza dubbio sono stati i peggiori statalisti. Ma perché? Perché hanno nominato come consiglieri quasi esclusivamente personaggi della peggiore sinistra statalista. I quali, ormai insediati in tutte le posizioni chiave, aspettano soltanto che tornino gli "altri" per fare ancora peggio. È una scena già vista. Quasi tutti i consiglieri della Moratti erano gli stessi di Berlinguer.
Sulla selezione universitaria, vi pongo una domanda, a fronte di un esempio. Una ragazza a me vicina non è stata ammessa a Ostetricia in Statale a Milano e con lo stesso punteggio sarebbe stata a metà classifica in Bicocca, accedendo alla formazione in un ospedale rinomato nell'ambito ostetrico come il San Gerardo di Monza.
Qualcuno mi ha detto che negli USA la selezione è nazionale, se sei in alto in classifica scegli la sede, se sei in basso ti prendi quello che resta, notizia che a dir il vero non ho verificato, ma se fosse, sarebbe sbagliato? Come proporreste di risolvere problemi di questo tipo? Per cui il merito di una persona in questo paese è indissolubilmente legato ad avere la fortuna di essere al posto giusto al momento giusto? Per tacer delle raccomandazioni.
Sul reclutamento scolastico: è un problema enorme e annoso che, a volte si dimentica, coinvolge persone vere e famiglie vere. Quei precari in graduatoria, quelli che lavorano da anni per lo stato (non gli iscritti fantasma, che non hanno mai lavorato, o da anni fanno punteggio lavorando nel privato, per soffiare il ruolo quando possono, perché si sa nello stato sei più garantito) hanno famiglie e da loro dipendono altre persone... sia chiaro non faccio l'elogio del "tengo famiglia", cosa che fa la nostra amministrazione dando ruoli sulla base di molti parametri e mai del merito: se vado in classe e dormo o se lavoro come un mulo, sempre quelli i punti sono. Non solo, se ho la mamma malata, gravi malattie, o anche problemi non poi così gravi, come la cataratta, posso entrare in ruolo prima degli altri (molto prima, anche 10 anni prima). Non faccio quindi l'elogio del "tengo famiglia "all'italiana, dico però che queste persone esistono, sono molte di più di quelle che licenziano le grandi fabbriche e, sorvolando sul fatto che senza il proprio lavoro e la propria passione si è un po' meno esseri umani, bisognerà pur pensare che farne.
In un paese civile, un ministro di media intelligenza, metterebbe su una commissione di "saggi" di orientamenti diversi, ma tutti di chiara fama, che facciano riferimento alle Università e al meglio che la scuola pubblica produce (sempre meno, ma qualcosa di buono lo produce ancora) e affronterebbero il problema a 360°, per i giovani e i meno giovani... certo alla fine qualcuno resterebbe scontento, ma un lavoro del genere, indipendente dai bisogni di questi e di quelli - questo, non va dimenticato, è il paese in cui molti docenti di scuola superiore e non solo sono andati a fare il dottorato, perché li stipendiava comunque il MIUR per tre anni, provvedimento pensato ad hoc per il figlio di un deputato, di cui hanno usufruito persone degne e decisamente meno degne - un lavoro così, dicevo, avrebbe la forza di impattarsi con lo scontento di qualcuno.
Ma questo non è ancora un paese civile.
Non so chi mai può aver detto una cosa simile, visto che negli USA il sistema è privato e le assunzioni si fanno in modo privatistico. Non ci sono concorsi o graduatorie nazionali. Mi pare faccia il paio con quella notizia secondo cui negli USA quando hai pubblicato alcuni lavori ti danno un posto automaticamente. So che in questo paese ci sono migliaia di problemi, ma non è che ne usciamo presentando l'estero come il Bengodi dove si fanno le cose che sogneremmo, e che pensiamo che si facciano perché qualcuno l'ha detto. Per il resto, molte cose dette sono condivisibili. Quanto alle commissioni di saggi, in primo luogo debbono essere tali e non una foglia di fico di altre decisioni. Nel campo dell'istruzione la malattia è l'asse dirigenza ministeriale - sindacati con il contorno degli esperti scolastici di professione e dei pedagogisti: da questi esperti Dio ci scampi.
Vittadini? Il Vittadini di CL ha scritto questo? Tra massimo due mesi nessuno sarà mai stato berlusconiano.
La Carlucci ha capito tutto.
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=16LJMY&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
“Una differenza che la dice lunga sulla diversa prospettiva che ministero e università hanno sulle potenzialità della scuola di assorbire realisticamente nei prossimi anni nuovi insegnanti, in aggiunta a quelli già abilitati e in attesa nelle varie graduatorie”
Un capolavoro.
1) non è compito delle università interrogarsi sulle potenzialità della scuola di assorbire nuovi insegnanti (non è nemmeno compito dei dirigenti ministeriali);
2) la scuola assume abilitati. Dovrebbe assumere i migliori fra loro, non quelli inspiegabilmente garantiti, in fila indiana, chiudendo il portone in faccia a tutti gli altri a prescindere dalla valutazione sul merito.
Forse il ministero contingenta anche avvocati, agronomi, architetti ecc. ecc.? Non v’è carenza di molte figure professionali alle quali è richiesta l’abilitazione. Il professionista munito della necessaria abilitazione può concorrere con gli altri.
Non mi lascio sfuggire l’occasione di ribadire che l’abilitazione professionale altro non è che idoneità all’esercizio di una certa professionale. Pertanto hanno il diritto di conseguirla tutti coloro che dimostrino di meritarsela. Compito del ministero è solo ed esclusivamente fissare criteri rigorosi di idoneità (magari senza avvantaggiare categorie protette). Poi se l’abilitazione, come nel caso di quella per insegnare, richiede il coinvolgimento dell’università, si deve valutare la capacità di accoglienza delle università.
Invece si pretende di strumentalizzare il canale abilitante per surrogare l’inesistente sistema di reclutamento.
L’articolo linkato, neanche uno dei peggiori, dimostra chiaramente quale pervertimento delle coscienze sia stato provocato dall’indebita legittimazione del “diritto” alla cattedra statale riconosciuto ad interminabili liste di semplici idonei, in assenza di qualsivoglia programmazione. Più che di “diritto” alla cattedra statale bisognerebbe parlare di diritto alla prenotazione della cattedra (unicum italico nel mondo). Non mi pare neppure il caso di aggiungere che saltare x generazioni non è programmare (sempre che si debba programmare). Che il centro romano non abbia la benché minima capacità di programmare (non soltanto nel campo in oggetto) poi è acclarato: esso indulge a protezionismi, non soltanto a beneficio di quanti sono in lista.
Impediscono ai meritevoli non solo di aspirare ad una cattedra statale, ma anche di aspirare ad una cattedra in una scuola paritaria o in una scuola al di là dei confini.
E questi erano quelli che parlavano di riforme. Parlavano e basta, la Gelmini poi ne sproloquia in ogni suo inutile intervento. Chissà quelli dei “diritti acquisiti” sacri ed inviolabili (il rovescio della medaglia è la negazione di altri diritti chissà perché non sacri ed inviolabili).
Grande sconforto. Frustrazione umiliante.
C'è un passaggio cruciale in quell'articolo. Il fatto che il fabbisogno deve tenere conto del sostegno che servirà a riassorbire gli esuberi: in questo caso i corsi saranno tenuti dall'Ansas e non dalle università. Ora: chi è che è il capo dell'Ansas? Il capodipartimento del Miur Giovanni Biondi, regista di tutta l'operazione. Non mi pare che ci sia bisogno di aggiungere altro.
Grazie per la replica, professore. Io mi informo (non soltanto sul - mancato - reclutamento scolastico) costantemente o addirittura accanitamente (per difendersi dalla jungla fitta bisogna conoscerla), ma questa mi era sfuggita perché è proprio da addetti ai lavori.
No, non c'è davvero bisogno di aggiungere altro :(
Non si scorge via d'uscita, neppure in prospettiva...
http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/la-gelmini-lascia-e-fa-felice-lupi.flc
Contenti ora? Questi nuovi abilitati, decisamente superiori ai fabbisogni, chiederanno (GIUSTAMENTE) di entrare nelle graduatorie ad esaurimento...In tal modo il precariato non si andrà ad esaurire, anzi, aumenterà...E tutto questo per far felice qualcuno...Bravi, davvero un bel risultato! Abilitare così tanta gente con il necessario aumento dell’età pensionabile (che ridurrà i posti vacanti e disponibili per i prossimi anni), è davvero una scelta saggia…Alla fine, professore, la realtà è che i nuovi abilitati vogliono ENTRARE NELLO STATO anche se vengono dalle scuole paritarie, perché la scuola statale è RICCA di privilegi! Lei dirà: occorre cambiare lo status giuridico, iniziare a licenziare gli incompetenti...Sono perfettamente d'accordo con voi: pensate che sia realisticamente possibile,in questo paese, licenziare gli incapaci? Gli atenei,ovviamente, saranno contenti di fare cassa: voglio vedere come saranno articolati laboratori con 100 persone in università, voglio proprio vedere...E io, laurea, abilitazione e dottorato in tre atenei diversi, io che faccio tantissimi sacrifici, non sarò mai preso in considerazione dalle scuole paritarie, perché si entra non se sei una persona valida, ma se hai conoscenze…
Gentile enricomaria57a, mi spieghi: siccome in questo paese non si può a priori fare nulla di rigoroso, allora tanto vale continuare a rimanere nella melma? Non la pare un modo di ragionare fasullo?. La richiesta di aumentare il numero degli abilitati (e poi vedremo quanti realmente passeranno le prove di ammissione!…) è stata sempre accompagnata dall'affermazione che abilitarsi non vuol dire avere il posto garantito. Lei dice che tanto continueranno (loro) a cucinare la solita minestra. Male, malissimo, se accadrà. Ma dovremmo continuare con la solita solfa, ovvero le assunzioni open legis? Perché lei ha quei titoli che dice ma tanti altri non ne hanno alcuno eppure hanno i suoi stessi diritti. A lei pare giusto questo? Si accomodi, se questo le piace. Io penso che bisogna reintrodurre il merito (non la meritocrazia). Lei pensa che in questo paese sia impossibile a priori. Quindi propone come soluzione: o emigrare o continuare a vivere nella merda. Non sono d'accordo. E, per favore, non si beva anche lei la fandonia degli atenei che fanno cassa. Fanno cassa di che? Le SSIS facevano cassa. I TFA sono gratis. Lo ripetiamo in continuazione, ma tanto le menzogne fanno più strada della verità, e questa faccenda che le università vogliono numeri alti per far soldi è una indegna porcheria. Sapesse lei quanto ci è voluto per convincere le università a fare questo sforzo senza chiedere risorse aggiuntive, che sarebbe stato più che giusto avere, perché per fare quei corsi ci mobiliteremo tutti, lavorando di più, incluso il sottoscritto. Quindi, facciamola finita.
Gentile prof. Israel,
mi permetto di fare alcune osservazioni alla sua risposta:
1) nessuno chiede assunzioni ope legis, sanatorie: la mia proposta è creare il doppio canale, ossia graduatorie regionali per tutti gli abilitati, da cui attingere il 50% dei posti, e concorsi a cattedra per tutti gli abilitati, da cui attingere il restante 50 % dei posti; se fosse possibile,inoltre,io sarei d'accordo nel cambiare il regime giuridico degli insegnanti, licenziando gli incompetenti...
2) Il TFA prevede attività universitarie: penso che, essendoci un'immatricolazione, un costo sarà previsto...
3) E' vero che le prove faranno selezione (scelta giusta, così come avvenuto nella prova pre-selettiva per i dirigenti scolastici): la proposta formativa degli atenei, però, è stata molto alta rispetto ai fabbisogni...
4) Tutti i precari della scuola, abilitati o no, supplenti statali o supplenti nelle scuole paritarie, sognano il posto FISSO nella scuola statale: la programmazione, quindi,risulta assolutamente necessaria...
5) diversi documenti, dall'Osservatorio Graduatorie 2009 fino ai resoconti delle nomine a tempo determinato dei singoli USP, mostrano come alcune discipline, come matematica, richiedano tanti nuovi abilitati, bravi e competenti; la situazione è diversa per quanto riguarda l'ambito umanistico...
6) questo NON significa che non siano necessari nuovi abilitati giovani come me (ho 28 anni, sono il più giovane abilitato d'Italia, ho una supplenza e faccio il dottorato); occorre misurare con estrema precisione i posti disponibili, tenendo DAVVERO CONTO dei fabbisogni REALI della scuola...
7) Gli atenei sembrano disinteressarsi ai fabbisogni della scuola statale:qualche università ha proposto di abilitare 50-60 persone in Latino e Greco, classe di concorso in ESUBERO in tutta Italia (dopo gli interventi targati Tremonti- Gelmini)...
8) Spero che il nuovo titolare di viale Trastevere faccia scelte oculate, di lungo termine, e lasci perdere la ricerca del consenso: occorre ripristinare il MERITO valorizzando i più bravi e dando a chi MERITA, dopo la giusta selezione e la giusta gavetta, la possibilità di entrare nel corpo docenti della scuola statale.
Mi scusi tanto, ma io ho scritto vari articoli sul tema e ho dato due lunghissime interviste. È troppo chiedere che uno le legga prima di costringermi a ripetere quanto già detto? Dico solo che non si ragiona in base a "non può non esserci un costo"… Il TFA non prevede tasse. Per il resto, ho spiegato come il doppio canale va benissimo ma non l'imbroglio di assumere 67.000 precari (allora i posti ci sono!!!) e poi calcolare il doppio canale sui soli pensionamenti. I fabbisogni sono stati stimati in questo modo truffaldino e non sono le tavole della legge ma stime ministeriali che ballano da mesi secondo le convenienze. E quanto alla ricerca del consenso, è stata la Gelmini a comportarsi così, cercando l'appoggio del sindacato e regalando 67.000 posti e la caduta del governo le ha impedito di regalarne altre decine di migliaia. Il più grande ope legis dal dopoguerra. Un'autentica vergogna.
enricomaria57a si è abilitato all’insegnamento con una delle modalità previste fino ad oggi: o beneficiando dei numeri delle ssis o risultando appena idoneo in un concorso, la cui graduatoria viene scorsa per le immissioni in ruolo a dodici anni di distanza, o in virtù di una sanatoria che non ha richiesto alcun esame di accesso.
enricomaria57a per il solo fatto di essersi abilitato, in assenza di qualsivoglia programmazione, avrebbe "acquisito il diritto" ad essere immesso in un ruolo statale. Questo è il vero scandalo!
I fabbisogni, le cui modalità di calcolo peraltro appaiono misteriose e incuranti di numerose anomalie italiche, andavano calcolati quando il sistema complessivo, prodigo di “diritti” di cui si presenta il conto agli ultimi arrivati, lo richiedeva.
Lo scandalo è rappresentato dalle modalità delle ultime 67mila assunzioni.
Eppure enricomaria57a rivendica come suo “diritto” negare a me il vero diritto di abilitarmi all’esercizio della professione per cui ho studiato, naturalmente se dimostrerò di meritarmelo (preparazione, capacità e attitudine), per poter poi semplicemente partecipare ad un sistema di reclutamento (quello che la ministra delle riforme e della scuola che non è un ammortizzatore sociale non ha costruito e di cui c’è urgente bisogno). Ora, forse ai più sfugge che gli aspiranti all’abilitazione hanno profondamento interiorizzato il tramonto definitivo della stagione dei “diritti” facili, sempre scontati da qualcun altro (questo è il rovescio della medaglia!). Ma è tempo che tutti si sintonizzino con il presente concreto.
Invece di rivendicare diritti inesigibili, sarebbe più proficuo rivendicare per tutti a gran voce un sistema di reclutamento degno di un paese civile.
PS sulle scuole paritarie si informi meglio: ci sono quelle di cui parla lei (esistono soltanto in Italia! Mentre negli altri paesi si sceglie di spendere per un'istruzione migliore, in Italia si spende per il pezzo di carta esattamente perché vige un sistema burocratico e ingessato, arroccato sulla difesa ad oltranza dei privilegi, che mortifica il merito: si interroghino i paladini della conservazione dell'esistente) e ci sono quelle eccellenti. Il problema è che non c'è libertà di scelta e che l'opinione pubblica, disinformata, mantenuta nell'ignoranza a bella posta e indottrinata da chi è interessato al mantenimento dello status quo, crede che la scuola statale sia gratuita... Chissà se enricomaria sa quanto costa allo stato lo studente. Altro che la retta di prestigiose paritarie.
La scuola italiana e, dunque, l'Italia nel suo complesso, trarrebbero benefici dal finanziamento per quote capitarie. Molte storture sarebbero raddrizzate e molti grotteschi contenziosi cesserebbero.
1) abilitato SSIS - PRIMO classificato al concorso di ammissione (a.a. 2007-2008,superando circa 250-300 persone);
2)per entrare in ruolo devono esistere due canali, basati soltanto sui posti vacanti e disponibili: il sistema delle graduatorie regionali (un'evoluzione rispetto a quelle provinciali ora in vigore) e il concorso a cattedre, che IO VORREI PROVARE, se fosse avviato;
3) io non sto negando a nessuno il diritto di conseguire l'abilitazione:quando fu bloccato il X ciclo SSIS cercai i contatti giusti per tentare di fare attivare il nuovo ciclo, a condizione che venisse autorizzata l'esatta metà dei posti (i tagli erano stati annunciati)...Niente da fare: la SSIS fu bloccata, mentre SFP fu avviata (nel giugno 2008 eravamo già in clima maestro unico = riduzione pianta organica)...
4) Io mi sintonizzo sul presente concreto da tempo: se dipendesse da me LICENZIEREI VOLENTIERI gli incompetenti, coloro che non conoscono la materia, coloro che non sanno insegnare e che hanno una concezione impiegatizia della professione...
5) Non voglio negare a nessuno il diritto di conseguire l'abilitazione: penso che sia giusto attivare i percorsi formativi per tutte le classi di concorso, con i POSTI COMMISURATI rispetto al fabbisogno reale...Sarebbe sbagliato avviare soltanto alcune classi di concorso:è necessario far partire tutte le materie, ma con pochi posti...
6) Il "vero diritto" di abilitarsi di cui parla Bianca Emme è da me interpretato come "concessione obbligatoria dell'abilitazione": in realtà il diritto NON DEVE ESSERE FACILE, ma deve essere sempre accompagnato dal DOVERE di superare la prova di ammissione e di entrare a far parte del numero dei vincitori...Occorre parlare di diritto-dovere, non pensare che lo Stato debba regalarti l'abilitazione, cosa che pensate che vi spetti di DIRITTO, dal momento in cui entrate in classe...
Va bene, prendo atto che lei ha una scarsa propensione alla discussione. Ripete le sue tesi meccanicamente. Le avevo chiesto cortesemente di leggere attentamente quanto già detto, ma ripete la tiritera del doppio canale parlando di posti "vacanti". Secondo lei un posto dato a supplenza non è vacante e disponibile? Una discussione condotta così non mi interessa.
Contesto tutto. E avrei lasciato perdere, ma il punto 6) NON PASSA, caro il mio enricomaria.
Scrive enricomaria:
6) Il "vero diritto" di abilitarsi di cui parla Bianca Emme è da me interpretato come "concessione obbligatoria dell'abilitazione": in realtà il diritto NON DEVE ESSERE FACILE, ma deve essere sempre accompagnato dal DOVERE di superare la prova di ammissione e di entrare a far parte del numero dei vincitori...Occorre parlare di diritto-dovere, non pensare che lo Stato debba regalarti l'abilitazione, cosa che pensate che vi spetti di DIRITTO, dal momento in cui entrate in classe...”
Qui l'unico che pensa, anzi pretende, che lo stato debba regalargli qualcosa è lei! I DOVERI li rammento io a lei.
Lei non può permettersi di distorcere strumentalmente a suo uso e consumo le mie parole (parole che lei, in realtà, ha inteso perfettamente inserite nel contesto da cui le ha estrapolate per “interpretarle” con un’operazione inqualificabile).
LEI VUOLE LA STRADA IN DISCESA E GARANZIE PER SE' A SPESE MIE, io so che la strada sarà, giustamente, in salita per me!
enricomaria, pensa davvero di essere bravo soltanto lei (e con lei evidentemente tutti gli abilitati entro un certo anno) e che dopo di lei i meritevoli si siano estinti??
L'asticella per ottenere e l'abilitazione E la cattedra deve essere posta molto in alto. Il contingentamento per accedere al canale abilitante, ovvero approssimazione allo zero che reclama lei, è antimeritocratico e ha il solo scopo di proteggere quanti sono stati imbarcati prima di tirar su il ponte levatoio.
Una selezione in accesso (e poi in itinere e in uscita) MERITOCRATICA conterrebbe automaticamente i numeri SENZA LASCIAR FUORI I MERITEVOLI come pretende lei per mantenere al sicuro i suoi privilegi!
Lo stato di abilitazioni ne ha regalate troppe! E SOPRATTUTTO con l'abilitazione, in assenza di qualsivoglia programmazione, HA REGALATO LA PRENOTAZIONE DELLA CATTEDRA STATALE!
PER QUESTO ora, A PRESCINDERE DAL MERITO, vuole negare persino l’opportunità di abilitarsi ai meritevoli. Chi dimostra di essere meritevole ha il diritto di abilitarsi, ovvero di essere riconosciuto idoneo (questo è un abilitato, non un precario) e poi di concorrere per la cattedra. Che le piaccia o no.
Gentile prof. Israel, ho letto con attenzione i diversi articoli presenti sul suo blog...Vorrei fare alcune precisazioni e dare alcuni numeri:
1) posti vacanti e disponibili - organico di diritto: posti retribuiti dalla data di stipula del contratto a tempo determinato (solitamente settembre) fino al 31 agosto dell'anno successivo, assegnati dagli USP;
- posti in organico di fatto: posti a tempo determinato assegnati dagli USP, retribuiti dalla data di stipula del contratto fino al 30 giugno (la mia situazione - luglio e agosto non verrò pagato);
- posti di supplenza temporanea, assegnati dallo scorrimento delle graduatorie di istituto ad opera della singola scuola, con variabilità temporale (una supplenza può durare da 15 giorni a tutto l'anno, con l'obiettivo di sostituire l'insegnante, malato, in maternità..)
2) Quest'anno, in seguito ad un accordo MIUR - SINDACATI (sottoscritto da CISL, UIL, SNALS, GILDA, non dalla CGIL), e ratificato da un decreto legge, tutti i posti VACANTI E DISPONIBILI in ORGANICO DI DIRITTO (cioè quelli pagati 12 mesi, da settembre al 31 agosto), sono stati coperti da immissioni in ruolo a costo zero (senza la ricostruzione di carriera, motivo che ha spinto la CGIL a non firmare, erroneamente, l'accordo.)...
3) le 30300 immissioni in ruolo a costo zero (l'amministrazione avrebbe comunque potuto coprire i posti dando incarichi pagati fino al 31 agosto, anche senza fare assunzioni a tempo indeterminato) non hanno coperto tutti i posti al 31 agosto: l'amministrazione ha stipulato 4-5000 contratti al 31 agosto a tempo determinato;
4) ogni anno si liberano circa 90000 posti in organico di fatto, pagati fino al 30 giugno (come il mio): se si volesse superare la distinzione tra organico di fatto e organico di diritto, se, insomma, si volesse rendere tutte cattedre al 31 agosto(proposta CGIL), l'amministrazione dovrebbe pagare 2 mesi di stipendio a tutti i 90000 destinatari dei posti in organico di fatto, con aumento della spesa...
5) Preciso che il docente di ruolo è pagato per tutto l'anno, 12 mesi, 365 giorni...
6) Io, onestamente, avrei messo in palio i 30300 posti dei docenti entrati in ruolo per l'a.s.2011-2012(37000 sono gli ATA), attingendo alle graduatorie per il 50% e attribuendo il restante 50% a concorsi a cattedra per soli abilitati...Chiedo troppo?
7) la tiritera del doppio canale è stabilita dalla LEGGE: sono contrario ad ogni forma di chiamata diretta perché verrebbero assunti solo gli iscritti al SINDACATO X o all'associazione professionale Y, o al partito Z...Avremmo la scuola ideologica e demagogica, non la scuola libera e democratica, dove TUTTE le posizioni possono confrontarsi liberamente, nel rispetto del dettato costituzionale!
L'ultima considerazione e chiudo.
Citazione:
“2) per entrare in ruolo devono esistere due canali, basati soltanto sui posti vacanti e disponibili: il sistema delle graduatorie regionali (un'evoluzione rispetto a quelle provinciali ora in vigore) e il concorso a cattedre, che IO VORREI PROVARE, se fosse avviato;
4) Io mi sintonizzo sul presente concreto da tempo: se dipendesse da me LICENZIEREI VOLENTIERI gli incompetenti, coloro che non conoscono la materia, coloro che non sanno insegnare e che hanno una concezione impiegatizia della professione...”
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Non si può non rilevare la patente contraddizione tra i punti 2) e 4).
Licenzierebbe volentieri gli incapaci e quanti hanno una concezione impiegatizia della professione, ma difende a spada tratta le graduatorie.
Come se nelle graduatorie, dove fra l’altro sono stati accolti abilitati delle più varie estrazioni, vi fossero soltanto meritevoli (sarebbe davvero singolare)… e per di più disposti in ordinata fila sulla base del merito…
Deve essere che per singolare coincidenza la quota di incapaci, bersaglio dei suoi strali, è già stata immmessa in ruolo, mentre nelle graduatorie è rimasta soltanto la crème de la crème… Mentre restano giustamente fuori le capre, ovvero noi tutti.
Cicero pro domo sua senza ritegno
Per Bianca Emme: evidentemente ho colto nel segno...
1) concordo pienamente sul fatto che lo stato abbia regalato troppe abilitazioni: è necessario selezionare con I GIUSTI NUMERI, in modo MERITOCRATICO, i nuovi abilitati, meritevoli se dimostreranno di avere le conoscenze disciplinari adeguate per superare il test di ammissione (io superai il test nel 2007, studiando come un matto...Ad amici che intendono abilitarsi consiglio di studiare tanto, e li esorto ad impegnarsi perché i posti saranno pochi e la concorrenza sarà alta)..
2) Io non voglio strada in discesa per me e non voglio togliere opportunità a Lei...Avrebbe ragione se io chiedessi di bloccare il TFA: io HO SEMPLICEMENTE chiesto di AVVIARE IL TFA per TUTTE, DICO TUTTE le classi di concorso, con i posti che REALMENTE sono legati al fabbisogno della scuola...Per alcune classi di concorso (matematica), ci saranno tantissimi posti; per altre, ossia quelle umanistiche, i posti dovranno sì esserci, ma in numero esiguo...
Non ho mai detto che i posti devono essere ZERO: devono essere basati sul fabbisogno...Per la A059, classe di concorso affamata di nuovi docenti, serviranno, ad esempio, 100-200 abilitati ogni anno per una regione come la Lombardia; per la A052, classe di concorso IN ESUBERO in tutta ITALIA, formare 10 persone per ogni regione (ogni anno) è sufficiente...
Lei enricomaria è la chiave per intendere lo stato del paese, stritolato dalla strumentalizzazione della burocrazia, bloccato da biechi protezionismi e corporativismi (quelli che impediscono la meritocrazia): più cerca di ammantarli, meglio li fa risaltare...
Quello che lei ha scritto è lì da leggere e valutare. Peraltro vedo che insiste a personalizzare e ad incensarsi (lei è davvero convinto di esser bravo soltanto lei: lei ha i titoli, lei ha studiato come un matto, acciderbolina, mentre gli altri son tutti fresconi)
Chissà che la crisi non possa anche essere un'occasione per scuotere e risvegliare le coscienze intorpidite e inebetite e, quindi, per strappare l'Italia al medioevo?
Lei pensi a se stesso e far valere il suo merito, concorrendo e non a chiacchiere: si giochi le sue carte senza sprecare risorse a cercare di tarpare le ali all'eventuale concorrente! Per quel che mi riguarda, io farò lo stesso. Lei si assuma la responsabilità della SUA vita senza venire a dettare legge a me. Per quel che mi riguarda, io farò lo stesso.
Attenzione alle contraddizioni in cui si impiglia: si vanta di non avere una concezione impiegatizia dell'insegnante e tuona contro i docenti di ruolo incapaci... ma, smentendosi, rivendica il "diritto" all'assunzione senza filtro di tutti coloro che stazionano in fila. Ai meritevoli non in fila, invece, si applica il "fabbisogno".
Di che cosa parla?? Quale fabbisogno quello che NON è stato calcolato quando aveva un senso, ovvero quando lo stato ha regalato a lei e a tutti gli altri la prenotazione della cattedra? Di quali calcoli parla? Quelli demenziali (non hanno né capo né coda) che fanno a Roma (dia un'occhiata ai link in cima per farsene un'idea estensibile a tutti gli ambiti)?
Il fabbisogno, quello effettivo, riguarda il reclutamento e gli abilitati di tutte le epoche (passate e future) e modalità.
Qualcuno dovrebbe prendere la macchina del tempo e trasferirsi nell'URSS, ci si troverebbe benissimo.
Un invito a meditare: "La giustizia sociale non è egalitarismo, ma uguaglianza delle opportunità"
1) Non sono convinto di essere l'unico bravo: penso che siano molte le persone brave, e molti gli incompetenti;
2) la CRISI mi ha fatto mettere in discussione con molta umiltà: mi sono trasferito al Nord, ho avuto un incarico fino al 30 giugno e continuo a fare, contemporaneamente, il dottorato di ricerca;
3) vorrei che sia chiara una cosa: se dipendesse da ME licenzierei tutti i docenti, precari e di ruolo, INCOMPETENTI, che hanno una concezione impiegatizia della professione...Ai neolaureati, ovviamente, darei l'opportunità di conseguire l'abilitazione e di partecipare alle tornate concorsuali, oltre che il diritto di iscriversi in graduatoria (che non è il migliore dei mondi possibili ma è meglio della chiamata diretta attraverso raccomandazioni);
4) quale è la sua concezione di scuola? Io vado a scuola per formare i miei ragazzi, per prepararli,per orientarli alle sfide della vita e del lavoro, per abituarli alla fatica, all'impegno, allo spirito di sacrificio...Insegno loro a confidare nelle proprie forze, a evitare di dover chiedere aiuti e raccomandazioni, a credere nella gerarchia del più bravo e del forte...
"4) quale è la sua concezione di scuola? Io vado a scuola per formare i miei ragazzi, per prepararli,per orientarli alle sfide della vita e del lavoro, per abituarli alla fatica, all'impegno, allo spirito di sacrificio...Insegno loro a confidare nelle proprie forze, a evitare di dover chiedere aiuti e raccomandazioni, a credere nella gerarchia del più bravo e del forte..."
Lei predica di sé cose che sconfessa perché invoca protezionismo per sé e pretende di farlo scontare a me. Può cercare di ammantare la richiesta con tutti i veli del mondo, ma resta quello che è. Ognuno si assuma la responsabilità di sé e delle proprie scelte, e si metta in gioco. Davvero. Concretamente.
La mia idea è alta. C'è un principio cardinale nell'educazione (a scuola o ancor più in famiglia): le regole non si predicano, bensì si dimostrano con l'esempio.
La crisi colpisce tutti. Nei suoi interventi non c'è umiltà (li rilegga): ha continuato ad insinuare che gli aspiranti esclusi a priori non sono abbastanza bravi o studiosi, mentre lei... Il famigerato e demenziale fabbisogno è arrivato ad azzerare classi dove le ssis mettevano a disposizione un gran numero di posti, ed in più ce la si dovrà vedere con un punteggio di servizio per la cui valutazione non è neppure previsto un tetto massimo e che quindi potrebbe essere (in certi casi certamente sarà) abnorme, e con una generale rimodulazione dei criteri. Diciamo che quando il gioco è truccato (numeri e regole), essere bravi non basta.
Le graduatorie sono burocratiche e antimeritocratiche. Per quel che mi riguarda, le boccio, non le rivendico nella prospettiva di un eventuale futuro ingresso.
La sua idea di "fabbisogno" (quale poi?) applicata al canale abilitante per la prima volta sganciato dal reclutamento è intrisa dei mali che affliggono il paese. E' la negazione dell'opportunità, della speranza e del merito.
http://www.repubblica.it/scuola/2011/11/15/news/rischiano_il_licenziamento_quasi_11_mila_docenti_in_esubero-25070923/?ref=HREC2-1
I docenti in esubero rischiano il licenziamento...
Cito qualche passaggio dell’articolo di Cominelli pubblicato oggi sul sussidiario. Spero che si capisca come e perché essi incrocino il dibattito svoltosi qui.
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2011/11/16/SCUOLA-Le-4-domande-scomode-che-attendono-risposta-dal-nuovo-ministro/2/222362/
“Prendiamo la domanda n. 13: “Quali saranno le caratteristiche del programma di risanamento per le singole scuole con risultati insoddisfacenti nei test Invalsi?”. Al momento non è previsto nessun intervento da parte di nessuno, se una scuola risulta inadempiente rispetto alle promesse che il sistema statale ha fatto a nome e per conto di tutte le sue scuole. Per due ragioni: che le autonomia scolastiche sono impagliate (non hanno libertà reale né didattica né organizzativa né di assunzione del personale, salvo quella di morire di fame), nonostante il DPR. 275/99, e che non sono valutate.”
“Perché finalmente il governo prenda sul serio i due principi-pilastro già enunciati dalla Conferenza nazionale della scuola, Ministro Mattarella, del 1990: autonomia radicale, poi delineata precisamente dal DPR 275/99 di Berlinguer, e severa valutazione esterna. E per passare a un terzo stadio, quello “inglese”: the Funds follow the Pupils. Cioè: finanziamento dei ragazzi e non delle scuole. Il che è come dire: passare al riconoscimento del fatto che lo Stato è solo un Provider, per ora quasi esclusivo (il 94%), ma che il Commissioner dell’istruzione/educazione sono le famiglie e la società civile.”
- finanziamento dello studente, non della scuola (finanziamento statale, doveroso, non significa necessariamente gestione statale): si scioglierebbero molti nodi insieme, nell’unico modo efficace, ovvero attraverso l’assunzione di responsabilità, non con un intervento dirigistico, deprecabile in sé, e in Italia asservito a corporativismi e protezionismi assortiti e votato al fallimento (la storia insegna: non si può giocare a fare il paese che non si è);
-severa valutazione esterna delle scuole;
- autonomia, che investe e la didattica e l’organizzazione e il personale (l’atto culturalmente più qualificato e qualificante che una scuola compie è esattamente la scelta dei propri insegnanti).
In Italia l'indebito intervento statale viene troppo spesso invocato per proteggere qualcuno penalizzando qualcun altro (a prescindere dal merito! questo è il rovescio della medaglia del protezionismo): il ruolo dello stato non può che consistere nel finanziamento della spesa scolastica dello studente e per quel che riguarda l'abilitazione all'insegnamento nel fissare il livello per conseguirla (sia alto e riguardi soltanto il merito specifico, di fatto tradito da punteggi di partenza che lo drogano), poi deve monitorare, anche per premiare i virtuosi e redarguire i viziosi.
Per il resto faccia un passo indietro: per esempio non tocca allo stato dire se un aspirante debba o non debba fare l'insegnante, prescindendo dal merito, per proteggere chi sta in graduatoria.
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