Anche all'università italiana è in arrivo La Corazzata Potemkin, cioè una "boiata pazzesca", per dirla col ragioniere Ugo Fantozzi. Si tratta dell'ANVUR (Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca) prevista nella legge di riforma di un anno e mezzo fa ed ora autocollocatasi nel cuore di ogni preesistente libertà di ricerca.
Sessantamila docenti italiani, nonché tutti i loro dipartimenti ed atenei, dovranno essere quanto prima valutati e classificati in base ai criteri fissati dalla nuova Agenzia. Tutto si svolgerà secondo una raggelante tecnica quantitativa (numero di pagine di uno scritto, rimbalzi in altri scritti tramite citazioni, riviste e case editrici che lo pubblicano e via dicendo). Tecnica ipocrita ed ingannevole che, tanto nell'abito cosiddetto scientifico quanto nell'ambito cosiddetto umanistico, ha sempre ispirato una abdicazione dalle responsabilità individuali e prodotto vere e proprie forme di corruzione della probità scientifica.
Si pensi alla vicenda del matematico italiano Ennio De Giorgi, colui che fece meglio di John Nash, il memorabile protagonista del film Beautiful mind. Il lavoro di De Giorgi, pubblicato in italiano nel 1957 dall'Accademia della Scienze di Torino, in base alla dittatura dei parametri bibliometrici, non consentirebbe all'autore di essere preso in considerazione neanche come professore di seconda fascia nelle nostre università.
E si ricordi pure il caso "filosofico" di Karl Popper in Italia. Su di lui e sulle sue opere pesava fin dall'immediato dopoguerra il veto dell'editorone Einaudi e del professorone Norberto Bobbio; sarebbero stati poi alla metà degli anni settanta una piccola casa editrice (Armando) ed un allora giovanissimo professorino (Dario Antiseri) a non farsi condizionare da quel veto.
Al fianco dei nuovi sacerdoti della bibliometria, ispirati, quasi come i cardinali in conclave, dallo Spirito Santo del sapere, operano in questi giorni in Italia le imprese che questi meccanismi di finta obbiettività hanno inventato e producono. Si mira ad una sorta di mercato ad hoc, esclusivo ed autoreferenziale di editoria accademica lontano da ogni effettiva garanzia di competizione e di libertà. Con l'ANVUR nella parte di un enorme costosissimo apparato centrale irresponsabile e introvabile, capace di far valere comunque un rapporto fra libertà di ricerca e organizzazione accademica degno dei peggiori modelli di democrazia popolare.
Se fossimo al cinema, sarebbe La Corazzata Potemkin contro Beautiful mind. Bruttissimo spettacolo: neanche immaginabile quando, prima dell'estate scorsa, il CUN (Consiglio universitario nazionale) aveva deliberato che "in ogni caso nessun parametro quantitativo potrà impedire un positivo giudizio di merito a fronte di risultati di assoluto valore". Come a suo tempo per De Giorgi e Antiseri, come mai più l'ANVUR vorrebbe accadesse: in omaggio a parametri di vil meccanica!
(Il Tempo, 17 febbraio 2012)
Vedi anche l'interrogazione al Ministro:
http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/75992
7 commenti:
Eppure siamo in Italia, che viene tanto spesso dipinta come la patria della furboneria. Eppure chi decide sulle valutazioni dovrebbe avere una qualche minima cognizione di su cosa lavora?
Come si fa a non vedere che una valutazione della produzione scientifica secondo parametri meccanici non produce una migliore ricerca, ma una produzione di articoli che in un modo o nell'altro, e al diavolo la qualità, massimizzeranno quei parametri?
Ma avete mai letto i documenti dell'Anvur? È del tutto evidente che non sanno che cos'è la mediana, non ne conoscono la definizione matematica. Del resto, questo è stato comprovato in un dibattito pubblico con dei matematici in cui è risultato evidente che hanno assunto come criterio la mediana senza sapere bene che cosa sia e che problemi pone. Quanto al fatto che una valutazione meccanica produce disastri, è evidente alle persone indipendenti, ma purtroppo ormai il sistema è controllato da una multinazionale che fa i propri affari (controlla per tale via gli acquisti librari e di riviste delle biblioteche accademiche di mezzo mondo).
"Numero di pagine di uno scritto?"
Cioè basterebbe la lunghezza di quanto prodotto a far acquisire punteggio? Mi viene in mente la satira I,9 di Orazio, in cui il grande poeta viene fermato per strada da un petulante poetastro in cerca di una raccomandazione presso Mecenate. Il seccatore si presenta con un: "Noris nos: docti sumus". E promette: "si bene me novi, non Viscum pluris amicum,
non Varium facies; nam quis me scribere pluris
aut citius possit versus?" ovvero, "se ben mi conosco, non ti sarà cara più della mia l'amicizia di Visco, non quella di Vario. Chi infatti è capace di scrivere più versi, più in fretta di me?"
Orazio, saggiamente e prudentemente, teneva alla larga l'invadente arrampicatore e la sua infausta "fecondità" dalla cerchia dei grandi letterati cui apparteneva. Noi riempiremo le università di gente del genere, e le daremo anche il primato? O tempora, o mores...
Non avete capito che si è arrivati a questo perché i professori delle università italiane hanno FALLITO. Hanno dimostrato di NON ESSERE IN GRADO di giudicare i candidati in modo distaccato e MERITOCRATICO. Quindi ben vengano numero pubblicazioni, citazioni e indici h. Ma riusciranno ad aggirare anche questi, in nome delle mafie accademiche?
Ridicolo Israel sulla mediana: la sanno calcolare anche i bambini, non facciamola passare come un parametro che conosciamo solo noi...
Prototipo di un commento da cestinare. Perché se si vuole darsi il lusso di insultare non lo si fa in veste anonima, cioè da vigliacco. Legga la lettera di Antonella Riem a p. 26 del Corriere. La bibliometria è attaccata dalle autorità più prestigiose della ricerca internazionale, come ho ampiamente documentato. Quanto alla mediana, non è che non la si sappia calcolare. È che è un parametro ridicolo da usare nel senso dell'Anvur. Non aver capito che quell'uso della mediana è una distorsione pazzesca indica che non sanno neppure che cosa sia. Come evidentemente non lo sa neppure questo signor EA.
uno dei membri del consiglio direttivo dell'anvur è autore del bestseller "le ricette di nonna papera" (giuro!)
http://www.anvur.org/?q=en/content/luisa-ribolzi-0
Egregio alfio 2/27/2012 02:38:00 PM, vorremo dare una colpa o una nota di demerito - e poi a magari proprio a una nonna - pper la pubblicazione di un libro di ricette per bambini? Ci sono grandi e seri autori, che - magari sotto pseudonimo - hanno scritto perfino romanzetti pornografici di convinta e generosa laidezza.
Personalmente provo simpatia e quasi un senso di fiducia nei confronti di chi ritiene degne non esclusivamente di spregio le cose leggere e non le stermina nella sua vita. Le personalità soltanto gravi, soltanto seriosamente seriose, mi comunicano viceversa inquietudine.
Perfino Leopardi - dico Giacomo il triste e grande - sapeva trattare cose leggere, e Rossini resta Rossini anche se ha passato un bel pezzo di vita fra i fornelli.
Professando inestinguibile ottimismo direi anzi che si può intravedere qualche spiraglio di speranza che si possano mutare con altri ingredienti le ricette ANVUR, considerando questa inattesa sfumatura della personalità di un membro del suo consiglio direttivpo.
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