UNA LETTERA INVIATA AL SUSSIDIARIO:
Caro
Direttore,
è
mia ferma convinzione che se uno viene nominato a una funzione che deve essere
quanto mai imparziale – e mi riferisco alla mia nomina a membro del Comitato
per la selezione della rosa di candidati per la nuova presidenza dell’Invalsi –
è bene che taccia e operi, non curandosi dei clamori. Per questo ho ritenuto
sufficiente che fosse il presidente del Comitato professor Tullio De Mauro (e
il professor Benedetto Vertecchi) a rispondere all’articolo del professor
Andrea Ichino che, sul Corriere della Sera, ha interpretato la nostra nomina
come un evidente tentativo di stravolgere l’indirizzo dell’Invalsi. E ciò
nonostante questo articolo fosse in contraddizione con i propositi tenuti dal
professor Ichino nel corso di un recentissimo convegno al Liceo Mamiani a Roma.
Né ho considerato che occorresse rispondere alle valutazioni di Giavazzi e
Alesina, che riprendevano testualmente quelle di Ichino, e neppure a quelle
(espresse in linguaggio identico) da Gianni Bocchieri sul Sussidiario.
Anche
se si hanno tutte le perplessità del mondo sulla composizione di una
commissione non penso che sia una buona idea attaccarne a priori i membri, facendo
processi alle intenzioni e mettendone in dubbio l’imparzialità. Non mi risulta
che questo sia stato fatto in occasione delle precedenti nomine dei presidenti
dell’Invalsi. E tuttavia meglio tacere e non entrare nella polemica.
Tuttavia,
anche se occorre tener saldo il principio di tacere e lavorare in modo serio e
imparziale, c’è un limite oltre il quale qualche parola va detta: ed è quando il
deprecabile stile italico della denigrazione e del pregiudizio rissoso assume il
carattere dell’attacco personale, dell’attacco con nome e cognome. Leggo sul
sito dell’associazione ADI – che con spirito squisitamente alieno da faziosità
si augura che Renzi rimetta in riga il ministro Carrozza – che saremmo un
quintetto di “revenants” (i.e. zombie, in linguaggio più giovanile), una vera
finezza che mostra il livello di chi vorrebbe presentarsi come il nuovo che
avanza. Ci si chiede se il sottoscritto («il più virulento oppositore delle
valutazioni standardizzate») non sia «in quota centrodestra». Una insinuazione
volgare, tanto per screditare, e che si commenta da sola: chi mi conosce sa
bene che sono soltanto in quota di me stesso, ovvero (ne sono consapevole) in
quota del poco o del nulla che contano le semplici idee.
Mi
dispiace che, nella tentazione di uno screditamento personale sia caduta anche una
persona che ha una posizione istituzionale autorevole e influente come Mariella
Ferrante, quando scrive sul Sussidiario che io, come gli altri membri del
Comitato, sarei «un personaggio famoso per le posizioni variamente critiche nei
confronti della valutazione». Un
vecchio, consunto, scorretto – ma evidentemente ancora ritenuto efficace – stratagemma
per screditare è far credere che chi critica una particolare concezione della
valutazione sia nemico della valutazione tout
court. Trovo persino umiliante dover ribadire – come quegli imputati che
nei processi staliniani protestavano invano la loro fede comunista – che non
sono affatto critico della
valutazione. Al contrario. Ho difeso in innumerevoli occasioni la necessità
assoluta di una valutazione seria per riqualificare l’istruzione.
Semplicemente, ho le mie opinioni al riguardo, contestabili ma che spero sia
ancora legittimo avanzare, a meno che non si sia entrati in un regime di
pensiero unico, in cui o la si pensa in un certo modo o si è un nemico sociale,
una persona pericolosa. Mariella Ferrante aggiunge pure che «oltre ad essere
uno dei maggiori critici delle prove di valutazione» – il che è un altro falso
dello stesso genere di quello precedente, perché non esiste un unico genere di
prove di valutazione a meno che non si sia deciso di dare il cervello
all’ammasso – sarei «un sostenitore della necessità di concentrare l’attenzione
sulla selezione delle eccellenze». Sarebbe da ridere se non vi fosse da
piangere nel vedere il confronto di idee ridotto a un simile livello. La penso
esattamente al contrario e da anni predico che stiamo costruendo nei fatti la
tanto deprecata “scuola di classe”, in cui avanzano soltanto le eccellenze (per
censo, ceto o altri privilegi) e il resto viene appiattito verso il basso. Sono
fermo sostenitore di un’istruzione che faccia avanzare tutti verso il livello
più alto possibile – altro che “selezionare” le eccellenze! – e trovo
deprecabili alcuni modelli stranieri che puntano verso questo modello di tipo
aristocratico e classista. Quale è il senso di dare simili presentazioni
caricaturali delle opinioni altrui?
Una
sommessa richiesta: per favore, smettetela di strattonare in questo modo
scorretto, con smaccati tentativi di screditare e condizionare. Un conto è
esprimere le proprie opinioni in merito alle modalità della valutazione e,
com’è legittimo, difenderle. Altro conto è screditare a priori chi si ritiene
non la pensi come te dando un’immagine totalmente falsata e storpiata delle sue
opinioni. Se i membri del Comitato hanno – come concede Ferrante – indubbia
competenza scientifica e interesse per la scuola, sarebbe il caso di lasciarli
lavorare in pace e giudicare dopo. Per parte mia, dopo aver detto quanto
precede non interverrò più in nessun caso. Neppure in presenza di ingiurie.
Tanto peggio per chi vorrà indulgere al costume nazionale di mettere in piedi
la solita insulsa contrapposizione tra guelfi e ghibellini, che oltretutto qui
non si capisce neppure chi siano, visto che sono dispersi disordinatamente da
tutte le parti.
Giorgio
Israel
23 commenti:
Professore,
non demorda. Lei è una delle poche persone che dicono la verità in questo stupido paese che vuol gettare alle ortiche una tradizione solastica per nulla disprezzabile.
Pienamente d'accordo con lei, Professore.
Così avevo criticato l'articolo di Ichino il 09-12-2013.
L'arma della delegittimazione preventiva vuol significare che il cosiddetto "metodo Boffo" ha fatto scuola ed ha molti fedeli seguaci.
http://pensoscuola.blogspot.it/2013/12/chi-di-maschera-ferisce-di-maschera.html
Proprio così: metodo boffo. Basta leggere la replica di Ichino di oggi. Riconosce - grazia sua - che io non sono ostile a ogni valutazione, ma chiede in modo perentorio di dire se sarei o no favorevole alla valutazione standardizzata con test. Altrimenti, se ne desume, uno non è legittimato a essere membro di un comitato Invalsi... Roba da manicomio totalitario. Peraltro, si guarda bene dal dire che, nel corso di un convegno sulla valutazione al Liceo Mamiani di Roma lui in persona ha riconosciuto la validità delle numerose critiche avanzate alla gestione dell'Invalsi (test cattivi, sbagliati, l'Invalsi non risponde alla critiche, ecc.), affermando che col suo progetto di charter schools ci si sarebbe affrancati dal problema e si sarebbe potuto ricorrere ad altri sistemi di valutazione ("per esempio, quello proposto dal prof. Israel, che a me va benissimo").
Tutto registrato in video.
E poi_ ma perché mai il ministro tacendo sarebbe colpevole? Perché mai dovrebbe rendere conto a lui?... Bah...
Gira ora su internet un appello per firmare a favore dei test Invalsi. A me è arrivato sulla mail del mio ateneo.
Desidero esprimere la mia solidarietà a Giorgio Israel. La campagna di stampa contro di lui è davvero indecente, degna di un regime stalinista.
Grazie. Questa gente da per scontato che se non si è d'accordo con loro, ovvero se non si è per la valutazione "oggettiva standardizzata" col modello di Rasch, si è un apostata che non può far parte di un comitato ministeriale. E secondo il tipico stile stalinista, prima ti riempiono di botte e poi ti invitano a "discutere": mi ha scritto uno di loro per invitare a un indispensabile dibattito pubblico... Per anni hanno ignorato le critiche all'Invalsi e non si sono degnati di rispondere e ora che vedono un "pericolo" rispondono con una scarica di legnate cui dovrebbe seguire il "confronto"... P.S. all'università di Roma 2, alle contestazioni di matematici che hanno mostrato l'assurdità del modello di Rasch (che esclude che uno studente possa rispondere a tutte le domande, perché in tal caso salta fuori uno zero al denominatore) lo statistico ufficiale dell'ente se ne è andato sdegnato senza replicare.
Esprimo anch'io solidarietà, per quel che conta.
"P.S. all'università di Roma 2, alle contestazioni di matematici che hanno mostrato l'assurdità del modello di Rasch (che esclude che uno studente possa rispondere a tutte le domande, perché in tal caso salta fuori uno zero al denominatore) lo statistico ufficiale dell'ente se ne è andato sdegnato senza replicare."
Lo leggo ma non ci voglio credere o.O
Dove si trova questa meravigliosa perla da bestiario?
Comunque segnalo che anche Roars ha pubblicato un articolo sull'INVALSI, in cui si cita il fuoco di sbarramento di fronte alla nomina del prof. Israel.
È stato spiegato a voce. Comunque si vede esaminando il modello.
da vanni in trasferta
Egregio Professore, di test INVALSI non so praticamente nulla. Mi azzardo a sospettare che l’episodio gradevolissimo (non il primo del resto) che la coinvolge non sia altro che un sintomo della vicenda che vive l’Italia - e forse tutto il mondo occidentale - al tempo d’oggi. Ma non allarghiamoci troppo.
Come già hanno scritto altri sopra: per quel che conta, accetti la mia stima e la mia cordiale solidarietà.
Non tutti siamo ancora normalizzati da Ritalin et similia.
Ma come è nata l'idea della commissione? Forse hanno avuto un ripensamento sugli INVALSI?
Il presidente dell'Invalsi si è dimesso. La legge prevede la selezione di una rosa di nomi da parte di una commissione nominata dal ministro, il quale poi sceglie nella rosa. Non c'è nulla di estemporaneo.
C'è una bellissima lettera di Giovanni Salmeri su ROAS diretta al futuro neopresidente.
Comunque in commissione con lei e De Mauro ci sarà da divertirsi: porterete i guantoni? :-)
L'articolo di Ichino inizia con una frase:
"Se il ministro Carrozza e il governo Letta hanno deciso di cambiare completamente strada
riguardo all’Invalsi ... e ai test standardizzati per la valutazione degli apprendimenti,
è ovviamente un loro diritto ma lo dicano apertamente e senza ipocrisie."
Non vedo in questo nessuna accusa di imparzialità. Ichino teme (dal suo punto di vista)
che il nuovo presidente dell'Invalsi venga scelto sulla base di opinioni e orientamenti
che non condivide, iniziando un profondo cambiamento delle funzioni dell'Invalsi. Non è un suo diritto?
Sono timori (dal suo punto di vista) basati sui "si dice" o sulle opinioni espresse
pubblicamente dai componenti della Commissione a proposito del lavoro dell'Invalsi?
Immagino che Lei, Professore, sia stato nominato "anche" perché porti all'interno della
commissione le sue opinioni, che certo non ha mai nascosto. Sbaglio se dico che Lei "auspica"
un radicale cambiamento dell'Invalsi? Questa posizione, come quella di Ichino, sono
assolutamente legittime e non vedo come c'entri la (im)parzialità.
Per quel che vale, io "spero" che Governo, Ministro, Commissione e (nuovo) Presidente dell'Invalsi
collaborino per correggere alcune storture evidenti. Le prove Invalsi non devono in nessun modo
concorrere nella formulazione di voti di esame: spero, quindi, che non abbiano più
alcun ruolo nel voto dell'esame della scuola superiore di primo grado e che non compaiano
nell'Esame di Stato al posto della terza prova. Tali prove devono essere di responsabilità
del Ministero, e non vedo come si possa sostenere altrimenti.
Spero anche che sia esclusa qualsiasi rapporto diretto tra operato dell'Invalsi e provvedimenti
ministeriali riguardo docenti e istituti scolastici: anche qui, sono compiti del Ministero.
P.S.: per quel poco che ne so, il modello di Rasch è descritto da una sigmoide, che a denominatore
ha (1+exp(x)). Com'è possibile che il denominatore si annulli? Il modello del seminario di Roma 2
a cui accenna è diverso?
Quel che lei dice sarebbe non solo vero, ma ineccepibile in un mondo normale, in cui ci si confronta anche duramente ma civilmente, e soprattutto con rispetto dell'altro. Non in un mondo in cui si delegittima l' "avversario", addirittura definendolo uno zombie o tentando di screditarlo in quanto sarebbe in quota a una parte politica. Questo ha fatto la Cenerini e l'appello in questione è stato scritto a due mani da Ichino e Cenerini (prego cortesemente di non chiedermi di produrre le prove documentarie di questo, le ho).
Mi lasci anche dire che quello che lei "spera" basterebbe a quei signori a farlo definire come nemico della valutazione tout court. Infatti, questo è un altro aspetto della delegittimazione: non accettare che si possano avere idee diverse sulla valutazione. O si accetta il loro punto di vista o si è contro.
Quanto all'altra questione. Il modello di Rasch non è in grado stimare i parametri di soggetti che rispondano a tutte le domande o a nessuna. Infatti, nel primo caso si avrebbe una odds ratio con denominatore uguale a 0 e nel secondo caso una odds ratio uguale a 0. Quindi, soggetti del genere sono esclusi dal modello. Ci si giustifica dicendo che tali casi sono irrilevanti, ma se gli item sono in numero limitato ciò non è vero per niente, è vero soltanto se il numero degli item tende all'infinito. Infatti, loro stessi ammettono che questo non inficia il modello solo nel caso di un numero di item molto elevato. Ma gli item sono sempre pochissimi e quindi il modello è una barca sfondata. Il fatto è che sotto c’è un fatto ideologico: come ha osservato il prof. Ghione al Mamiani ciò significa che si tiene conto soltanto della velocità, ovvero della quantità delle risposte esatte date in un tempo dato. Non interessa né la qualità né la quantità delle risposte esatte in sé, ma la velocità con cui si da il massimo numero di risposte esatte. Questo indica una visione dell’apprendimento, per es. della matematica francamente inaccettabile.
Per chi è capzioso come me, e fa della dietrologia una sorta di ermeneutica dell’oggi, la lettura dell’articolo di Andrea Ichino (“Se… hanno deciso di cambiare completamente strada riguardo all’Invalsi… è ovviamente un loro diritto ma lo dicano apertamente e senza ipocrisie. Hanno invece preferito agire in sordina, come chi ha qualcosa da nascondere e non vuole farsi notare troppo” … non si sente il tanfo di un complotto sordido e infame?) ci indica una volta ancora la attitudine alla libera dialettica, peculiare e proverbiale in coloro che consapevolmente impugnano alta la fiaccola del progresso.
Si dice altrove, caldeggiando un appello a favore dei sensi unici e forse delle docce gessate (almeno per le persone): “Non riusciamo a pensare ad altri modi per dare voce a chi pensa che l’operato dell’Invalsi vada difeso, anche se ovviamente il suo operato è suscettibile di miglioramento”… larga visione, senso critico e moderazione in primis.
Ma alle cose ci pensi chi ha la patente per pensarci, ed a costoro siano riservati gli incarichi. Quindi - come limpidamente illustra Mariella Ferrante - fuori dalle scatole “personaggi famosi per le loro posizioni variamente critiche nei confronti della valutazione”… si intendeva forse della valutazione unica.
Le percentuali dei solutori, che ho visto su roars, mi sembrano comunque davvero basse anche per quesiti molto semplici.
Un caro augurio a Lei e alla Sua famiglia. Speriamo in un 2014 che veda arrestarsi il saccheggio della pubblica istruzione e un ritorno della ragionevolezza, della serietà e della giustizia.
L'antipatica sensazione che il cosiddetto "pensiero unico" sia oramai dominante si ha quando si considera l'agire degli ultimi due governi, quello - illeggittimo, perché non supportato da alcun consenso popolare, dunque anticostituzionale - presieduto da Mario Monti, e quello attuale. Quindi non mi stupiscono per nulla certi disordinati ed insulsi attacchi alla Sua persona.
Con tutta la mia solidarietà, segnalo questo articolo, che mi sembra una buona risposta alle proteste di Ichino.
http://www.roars.it/online/su-ichino-e-israel/
Con tutta la mia solidarietà, segnalo questo articolo, che mi sembra una buona risposta alle proteste di Ichino.
Laura Catastini
http://www.roars.it/online/su-ichino-e-israel/
Gentilissimo Professore,
sentendo questa ministra parlare, come in tv stasera, sono colta da profonda tristezza. Mi sembra che questo paese stia sprofondando. Se penso che abbiamo avuto un ministro come Gentile, che faceva coincidere la scuola con la cultura, e che tutto questo viene progressivamente sostituito da uno scivolamento verso il basso, travestito da 'consultazione democratica', 'ciò che vogliono le famiglie' e 'le esigenze delle imprese' non riesco a capacitarmi. Sono persone vuote, brutte, demagogiche, prodotti della società sessantottina e dei consumi, che vogliono plasmare la scuola sul nulla. Non li sopporto più. Mi scusi lo sfogo.
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