venerdì 12 agosto 2011

Senti chi parla...


«Molti nemici, molto onore». Memore di questa massima Piergiorgio Odifreddi, nel suo libro "Perché Dio non esiste", rovescia epiteti su mezzo mondo. Anch'io sono gratificato di questa definizione.
«E’ un virulento, un intellettuale di nicchia, una testa calda. In più esercita il vittimismo dell’ebreo» (pag. 79).
Ha parlato la testa dell'odio freddo… E, sempre in coerenza con «molti nemici, molto onore», ha recitato la lezioncina appresa nel testo che tiene sul comodino: "La Difesa della Razza". Sia detto col tipico vittimismo dell'ebreo.

25 commenti:

Myosotis ha detto...

Posso suggerirle il titolo di un libro ancora da scrivere? "Perché Piergiorgio non Esiste. Tutte le Castronerie di Odifreddi". Sarebbe un tomo ponderoso, perché ne scrive tante! Poi gli manca la virtù indispensabile a qualunque uomo di scienza, l'umiltà.

Alessandro Marinelli ha detto...

Il fatto che la qualifica di intellettuale "di nicchia" sia preceduta dal termine "virulento" e seguita da "testa calda" m' indurrebbe a ritenere che Odifreddi abbia voluto dare al termine un' accezione dispregiativa. Forse per Odifreddi avere delle aree di competenza, scrivere e pubblicare solo su alcuni specifici settori in cui si è preparati e riconoscere di non possedere la capacità di spaziare in tutti i campi del sapere è un atteggiamento del tutto indegno per un vero intellettuale. E poi, a proposito di nicchie, non si può certo dire che l' aiuola dei suoi lettori sia poi così diversificata e variopinta. Invece, direi che è più di cattivo gusto la sparata a zero sul vittimismo; non un vago vittimismo, ma il vittimismo DELL' EBREO. Che dirle, professore? L' aria che tira da un bel pò è questa e lo sa meglio di tutti noi, ma visti i precedenti direi che ci vogliono ben altre bordate per sperare anche solo lontanamente di turbarle l' animo.

piergiorgio odifreddi ha detto...

Caro Giorgio,

per quanto possa interessare, e interessarti, la trascrizione di Sabelli Fioretti dell'intervista che mi aveva fatto tre anni fa è semplicemente indegna. Abbiamo parlato per sette o otto ore, mentre io ero sul Cammino di Santiago per Radio3, ma lui ha ridotto ogni cosa ad aforismi spesso cretini, e quasi sempre senza nemmeno usare le mie parole.

Quando mi ha mandato la trascrizione dopo due anni (...), mi si sono rizzati i capelli e ho cercato di impedire la pubblicazione. Purtroppo Aliberti, editore filibustiere, se n'è fregato e ha pubblicato il tutto senza che io avessi firmato un contratto, nè percepito una royalty prima o dopo. Sembra che la legge glielo permetta, con le interviste.

Quel libro dunque lo disconosco, e non mi ritengo responsabile delle cose che Sabelli mi fa dire. Come sai, non mi sono mai tirato indietro, nelle nostre polemiche, su ciò che ho detto o scritto. Ma questa volta le cose stanno così, e mi spiace anzitutto per me, e poi per la litania di gente che si è risentita, giustamente, prima di te.

Cordialmente, e a presto

Pgo

Giorgio Israel ha detto...

Caro Piergiorgio,
sono sinceramente contento di sapere che quella frase è inventata (almeno così deduco implicitamente dal tuo messaggio). Meno schifezze girano e più l'aria che respiriamo è pulita. Immagino che sia falso anche il post messo a suo tempo in rete a tua firma secondo cui sarei "diventato un fascista dopo aver sposato la figlia di un colonnello spagnolo franchista" (roba da querela quantomeno da parte di mio suocero…). Al posto tuo starei più attento. Escludo che la legge consenta a un editore di pubblicare quel che vuole mettendolo in bocca a qualcuno. In tal modo, sarebbe possibile mettere in bocca impunemente a te o a chiunque frasi di oltraggio al presidente della repubblica. Con tutte le conseguenze del caso. E, senza arrivare a tanto, frasi che compromettono l'onorabilità della persona cui sono attribuite - che è esattamente il caso in questione. A meno che tu non abbia firmato un contratto capestro senza leggerlo attentamente. In ogni caso, il mio amichevole consiglio, è di stare più attento in futuro. La notorietà ha i suoi prezzi.

Gianfranco Massi ha detto...

Anni fa, lei forse non ricorda, definii Odifreddi un Capanneo dantesco in lotta violenta contro Dio.
Ebbene Capaneo non avrebbe mai pronunziato quegli epiteti riferiti a un ... collega. Per di più, tra le due frasi segnalate, mi sembra di notare una qualche contraddizione.
Lo ammetto, pur disprezzando il contenuto e soprattutto la finalità
suoi scritti, penso che non possa considerarsi un malvagio.

Myosotis ha detto...

Egregio Professore, vedo accanto alla mia battuta semi-scherzosa un'icona che servirebbe a cancellarla. Se vuole, la cancelli lei, il blog è suo e può farne ciò che vuole. Quando l'ho scritta, ho pensato a un libello di Odifreddi contro il prof. Zichichi intitolato Zichicche per deridere l'illustre scienziato, e a un recentissimo articolo del suddetto su Panorama in cui sosteneva in pratica che uno scienziato non può credere in Dio. Se non è superbia questa...

Anonimo ha detto...

mamma mia che personaggio 'sto Pgo ... una variante nichilista di metafisica empirista denominata "e qui lo dico e qui lo nego".

Esempio: io dico "buzzurro" ad uno (stavo per usare un altro termine piu' censurabile), pero' siccome io posso scientificamente asserire da buon neopositivista che lui sente l'improperio solamente attraverso la vibrazione delle particelle d'aria frapposte fra me e lui, e che "la vera conoscenza proviene dall'accordo espresso da più individui attorno a determinati fenomeni empirici", se io nego di aver pronunciato il suddetto improperio (ecco la variante nichilista) nego l'accordo intersoggettivo e di fatto il fenomeno empirico. E poi non mi posso mica eticamente sentire responsabile per quello che le particelle d'aria mi fanno dire e con le quali particelle non ho firmato poi mica un contratto vincolante!

Un filosofo di razza 'sto Pgo (pun intended, of course)


Andrea Cortis

francesco aliberti ha detto...

Egregio professore,
sono l'editore Aliberti. Solo per dirle che i file di revisione al testo e l'approvazione di Odifreddi alla stampa del libro intervista con Sabelli Fioretti sono a sua disposizione, se le interessasse approfondire la questione.
Nel caso mi faccia sapere e le invio una mail diretta a cui può contattarmi.
Quanto al resto dichiarato da Odifreddi nel suo post risponderemo in altre sedi.
I miei migliori saluti
Francesco Aliberti

Giorgio Israel ha detto...

Gentile Editore, pubblico volentieri la sua precisazione come ho pubblicato quella di Odifreddi. Nella vicenda sono soltanto una parte "offesa" e non posso entrare nel merito dei vostri rapporti, anche se, come ho scritto, trovo poco credibile che un editore possa permettersi di attribuire ad arbitrio una qualsiasi affermazione ad altri e anche se ho già incamerato una buona dose di insulti da Odifreddi da non sorprendermi più di nulla. Ad ogni modo, il mio indirizzo di posta elettronica si trova in rete ed e' a disposizione di chiunque. Cordiali saluti.

Ami ha detto...

Sarei curioso di vedere come va a finire, secondo la mia logica, in Tribunale per accettare la realtà dei fatti, che ne saprà di più sull'esito, può tenermi al corrente? Grazie
E.Amichai Herskovits

Aguado ha detto...

Informo che l'autore del libro "Perché Dio non esiste" (Aliberti 2010) ha risposto così: http://www.uccronline.it/2011/08/13/claudio-sabelli-fioretti-smentisce-odifreddi-%C2%ABho-la-registrazione-dellintervista%C2%BB/#comment-16576

Giorgio Israel ha detto...

Poiché qualcuno si è lamentato che non avessi indicato come avevo saputo di questa vicenda, non ho difficoltà a precisarlo (l'ho fatto già su Facebook). Ogni tanto metto il mio nome su Google News e Blog per vedere se qualcuno si occupa di me, Così ho saputo della "citazione" dal sito UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali) che ringrazio sentitamente per l'opera meritoria. Difatti, io - dopo aver letto Perché non posso dirmi cristiano, ecc. che ho recensito - ho altro da fare che leggere i libri di Odifreddi.
Ho pubblicato la sua precisazione perché sono corretto e non accuso nessuno se non in base a prove. Ma ho subito detto che trovavo alquanto strano che si potesse impunemente mettere in bocca qualcosa a qualcuno. Ora sia il curatore Sabelli Fioretti che l'editore Aliberti lo smentiscono e dicono di averne le prove. La parola ai tribunali, par di capire.
Quanto a Odifreddi, ricordo gli insulti su Repubblica in cui mi accusava di essere diventato un fascista, la "restituzione" da parte sua del Premio Peano (peraltro mai avvenuta...) per non stare accanto a me in quel premio. Altri insulti e roba da querela, come gli apprezzamenti riguardanti mio suocero, di cui non sa nulla, Mi chiedo soltanto perché gente rispettabile lo intervista, lo pubblica, lo premia, un ex-presidente della Repubblica dovrebbe vergognarsi di averlo nominato cavaliere, e l'Unione Matematica Italiana di aver premiato una persona che si è comportata così. Ma basta così. Se la vedano loro.

Myosotis ha detto...

Macché cavaliere, Professore, peggio: Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana! Per quali meriti, Dio solo lo sa, sarebbe da dire. Trattandosi di un ateo, la ragione rimane, se possibile, ancora più misteriosa.

Willy ha detto...

Egregio professore per quanto possa servire la esprimo la mia piu' sincera solidarieta'. Odifreddi è la piu' becera espressione dell'ateismo all'italiana assieme agli ateo-talebani dell'uaar

Pietro Pagliardini ha detto...

Questa vicenda ha del surreale: l'autore rinnega il proprio libro, l'editore conferma il testo dell'autore, ma le frasi allora chi l'ha scritta? Il correttore di bozze dopo la correzione dei files da parte dell'autore forse?
Resta per certo il fanatismo ateo più becero, come dice Willy, ma il fanatismo ateo è un'entità astratta che, fino a prova contraria, da solo non riesce a scrivere libri.
Dunque di chi è la mano, che dire la testa mi sembra esagerato?
Uno spettacolo indegno, qualunque sia la verità.

csf ha detto...

Caro Professore Israel, non intendo proprio entrare in questa gratuita polemica che nasce per mancanza di buon senso da parte del professor Odifreddi. Io stimo Odifreddi e condivido il 90 per cento delle cose che dice. E non posso cambiare idea solo perché improvvisamente è im pazzito. Evidentemente quelle idee non le condivide più lui. Pazienza. Ma questa non è una storia di idee, di posizioni, di convinzioni. E' una storia di buon senso. Quanto a buon senso il professor Odifreddi è messo male. Insultare me usando categorie piuttosto pesanti come l'indegnità, la mancanza di professionalità, la cretinaggine, sostenendo che ho travisato le sue parole non è molto sensato essendo stata registrata su due registratori la lunga conversazione (avvenuta a casa sua e non solo sul Camino di Santiago)ed essendogli state sottoposte più di una volta le bozze della versione definitiva del libro, bozze che ha corretto dando la sua definitiva approvazione, scritta, alla stampa. E' strano che il professore Odifreddi non entri nel merito dell'intervista. Che cosa l'ha turbato? Quali sono i miei falsi? Dov'è che non ho rispecchiato le sue idee? E se falsi non sono, perché ha cambiato le sue idee? Ma soprattutto, che cosa è cambiato dopo le sue correzioni e dopo la sua approvazione tanto da farlo diventare così severo nei confronti di me e del mio lavoro? L'incontro sul Camino di Santiago era servito ad un'altra intervista, uscita sulla Stampa di Torino. Quella volta Odifreddi era rimasto contento, tanto che ha accettato di buon grado di fare la seconda intervista con me e che eravamo rimasti in buoni rapporti prima del suo improvviso impazzimento. Mi dica lei, professor Israel, lei che lo conosce bene perché passate il tempo ad insultarvi a vicenda, che cosa gli è successo? Qualcuno salvi il soldato Odifreddi.

csf ha detto...

Dimenticavo. Se qualcuno volesse comprare il mio libro-intervista con Odifreddi , quello indegno e pieno di aforismi spesso cretini, edito da un filibustiere, quello che ha fatto rizzare i capelli in testa ad Odifreddi non ha che andare sul sito del professor Odifreddi dove il libro non solo è citato ma lo si può perfino comprare. Meglio: lo si POTEVA comprare. Questa pagina è sparita.

Giorgio Israel ha detto...

Gentile Sabelli Fioretti, grazie del suo messaggio. Due osservazioni. In questa polemica c'entra lei molto più di me. La seconda è quella che mi preme di più: non accetto che lei dica che Odifreddi ed io passiamo il tempo a insultarci a vicenda. Se avesse la pazienza di dare un'occhiata ai miei scritti si renderebbe conto che lo spazio dedicato a Odifreddi è minimo e si riduce a un paio di recensioni certamente molto critiche, anche pungenti, ma nel merito, per mettere in luce le castronerie, gli errori, le assurdità di cui sono intessuti i suoi libri, mai per fare riferimenti personali, per denigrarlo come persona, tantomeno per insultarlo. Anche il tempo dedicato da Odifreddi a me è minimo, ma interamente dedicato non a contestare mie specifiche affermazioni ma a insultarmi e ad aggredirmi sul piano personale.
Mi limito ad alcuni esempi.
1) Su La Repubblica (qualche anno fa) Odifreddi si riferì al libro mio e di Nastasi sul razzismo fascista, dicendo che per un tragico contrappasso (dimostrando così di non sapere neppure il significato testuale di contrappasso) ero passato dalla parte di coloro che avevano sterminato gli ebrei. Roba da querela, ma mi rifiuto di scendere su questo terreno. La cosa suscitò proteste anche ufficiali delle comunità ebraiche, ma La Repubblica coprì Odifreddi rifiutandosi di pubblicare una mia risposta, se non tagliata secondo le loro convenienze. E lui non soltanto non si scusò, ma reiterò l'insulto in varie occasioni.
2) Odifreddi scrisse in un post sul suo blog in rete (l'avrà cancellato, ma io lo conservo) che ero diventato fascista dopo aver sposato la figlia di un colonnello franchista. Mio suocero è un onesto colonnello spagnolo in pensione, mai stato franchista, neppure per un'ombra. Come si può ricorrere a simili mezzi? Come chiama lei questo modo di fare?
(segue)

Giorgio Israel ha detto...

3) Nel 2008 io e la figlia del colonnello franchista ricevemmo il Premio Peano per un libro su Von Neumann. Odifreddi, che aveva avuto siffatto premio anni prima (cosa che a me non ha provocato alcun problema) ha fatto fuoco e fiamme sulla stampa dichiarando di restituirlo per non figurare accanto a un estremista sionista, che per giunta si era prestato a collaborare come presidente di una commissione ministeriale con l'indegno ministro Gelmini. Un'aggressione senza precedenti che si riserva soltanto a una persona moralmente indegna. Noto, di passaggio, che il ministero è pieno di collaboratori e membri di commissioni nominati dalla Gelmini che sono di sinistra o di estrema sinistra, ma chissà perché quelli non destano problemi a Odifreddi. Lui ha un bisogno compulsivo di prendersela soltanto col sionista. Noto anche che mi risulta che Odifreddi abbia fatto soltanto una commedia e che, di fatto, non abbia mai restituito materialmente il premio. Ma ha fatto un fracasso inaudito sulla stampa, forse al solo scopo di vendere qualche copia in più, al quale mi sono rifiutato di rispondere, come si può verificare. Ai giornalisti che mi telefonavano chiedendo dichiarazioni di risposta ho opposto il silenzio. Altro che passare il tempo a insultarsi a vicenda.
(segue)

Giorgio Israel ha detto...

4) E, tralasciando altri insulti, ecco quest'ultima indegna affermazione. Perché parlare di "vittimismo dell'ebreo" è roba da Difesa della Razza, non è un argomento di merito, è una qualificazione razzista.
Nel 90% di Odifreddi che lei condivide rientrano anche atti e comportamenti simili? Se è così, questo dialogo finisce qui, come quello con Odifreddi, di cui da anni mi sono limitato soltanto a evidenziare alcune delle smargiassate più inqualificabili.
Se invece, come penso, queste imprese rientrano nel 10% che lei rigetta, la risposta alle sue domande è immediata. Lei ha sottovalutato quel 10% e ora non deve stupirsi. Forse avrebbe fatto bene a non sottovalutare l'indegnità di certe espressioni e, se voleva salvare il soldato Odifreddi, consigliargli un comportamento più sensato e di tagliare certe espressioni.
Si può essere ateo, comunista, materialista, scientista, ecc. in modo degno, senza aver bisogno di ricorrere all'offesa dell'avversario. Io penso quasi all'opposto su tutto di Odifreddi, ma non mi sono mai permesso di denigrarlo per il suo carattere, il suo modo di fare, la sua vita personale, ecc. A denigrarsi, come si vede, ci pensa lui da solo.
Scrivo tutto questo non per lui, ma per lei. Colga l'occasione per riflettere: le risposte alle sue stupite domande sono a portata di mano. Se non avesse accettato di curare un "libro" simile non si sarebbe trovato in una simile situazione.
E non chieda a me che lo "conoscerei bene", spiegazioni. Lei è stato 7-8 ore con lu, io in totale l'avrò visto di persona una mezz'ora. Scherziamo?

paolo casuscelli ha detto...

Caro prof. Israel,
a parte il fatto che qui a Messina, dove il gergo connota altrimenti, tutti bramerebbero - e non tutti possono – esser considerati “intellettuali di nicchia”, che cosa dovrebbe dire la vecchina, colta in flagranza a versare un euro di beneficenza alla parrocchia, per gli insulti ricevuti? (Vedi voce Odifreddi in “Nonciclopedia”, in rete, divertente molto).
Io, da cristiano, non lo dovrei dire – lo dico e non lo dico e, caso mai, smentisco – ma la miglior vendetta...resta sempre la risata.

Aguado ha detto...

Professore, purtroppo Odifreddi l'ha presa ancora di mira definendola un "fondamentalista" in un commento su Repubblica.

Qui trova descritta la vicenda:

http://www.uccronline.it/2011/08/16/quel-tonto-di-odifreddi-si-incastra-da-solo-prima-pubblicizza-il-libro-e-poi-lo-rifiuta/

Giorgio Israel ha detto...

Odifreddi si lamenta che non pubblico i suoi commenti. Ecco - per l'ultima volta . con la mia risposta, tanto per rendere chiaro quanto sia inutile questo "dialogo".
Primo commento censurato:
Caro Giorgio,

non so se avrai voglia di pubblicare anche queste mie precisazioni alle tue.

1) Non so bene quali siano le "convenienze" di Repubblica: ti ricordo che l'azionista di riferimento è De Benedetti... Credo che abbiano usato con te gli stessi criteri che usano con gli altri, per quanto riguarda le lettere al Direttore, che ovviamente hanno restrizioni di spazio diverse dagli articoli. E certo io non ho nessun potere di intervento: sono solo un collaboratore esterno, senza contratto, che scrive quando gli viene permesso.

2) trovo sul tuo blog dell'11 aprile 2008 la frase incriminata: "un ex comunista, ed ex marito della figlia di ingrao, che ha abiurato la propria ideologia del passato, sposando la figlia di un militare franchista, e diventando un fascista".

Si trattava di una risposta estemporanea sul sito di Panorama, non nel mio blog (che ha solo un anno di vita). Non ho problemi ad ammettere che il riferimento al "militare franchista" è sbagliato: riportare voci sentite senza controllarle non si dovrebbe fare nemmeno estemporaneamente, e me ne scuso. Se si fosse trattato di un articolo, l'avrei fatto.

Per il resto della descrizione, la prima parte è confermata da te, sul tuo blog. Quella conclusiva, è un modo diffuso di indicare coloro che hanno idee radicalmente conservatrici.

3) L'aggettivo "fascista" comunque io lo attribuisco anche alla Gelmini, così come al governo e alla maggioranza di cui fa parte. Mi sembra un ottimo contenitore per descrivere cumulativamente gli ex-fascisti di Fini, i leghisti di Bossi e i pidiellini di Berlusconi. E anche i loro collaboratori, comunque si autodefiniscano. Se poi uno vuol fare il sofista, allora ammetto che "fascista" si può attribuire solo nel contesto del ventennio di Mussolini: in particolare, nemmeno a Franco, Salazar, Pinochet, eccetera.

Sul premio Peano, avendolo vinto anche tu, sai bene che c'è poco da restituire materialmente. Non c'è nessun premio in denaro, o almeno non c'era quando l'ho vinto io. L'unico oggetto materiale che si sarebbe potuto fisicamente restituire sarebbe stata la targhetta, e se l'avessi conservata l'avrei fatto. Ma non l'avevo più. Dunque, potevo solo dissociarmi a parole.

4) Sabelli non ha "accettato di curare" il suo libro: sono io che ho accettato di dargli un'intervista. Immaginavo che non solo sarebbe stato possibile, ma che avrei avuto il diritto di rivedere il testo, come mi era successo con altri intervistatori ed editori: in fondo, si tratta delle mie opinioni, non delle sue. Sia Sabelli che Aliberti sanno che abbiamo cercato in tutti i modi, eccetto quelli legali (e qui naturalmente abbiamo sbagliato) di non pubblicare il libro nella forma in cui Sabelli l'aveva riscritto, e dalla quale appunto mi dissocio.

Infine, temo che tu abbia una cattiva memoria, sui nostri incontri. Siamo stati insieme a un convegno di due o tre giorni a Venezia, organizzato da Michele Emmer. E io stesso ti ho invitato, insieme a Galli della Loggia, a una giornata di dibattito in Puglia, organizzata da me: evidentemente non ricordi che abbiamo non solo dibattuto per un paio d'ore, ma passeggiato tutti insieme a lungo per la città (e forse anche pranzato, ma questo onestamente non lo ricordo). Tutto questo, DOPO le nostre polemiche.

Giorgio Israel ha detto...

Secondo commento di Odifreddi censurato:

caro giorgio,

interessante: se la diatriba era priva di interesse, potevi evitare di sollevarla, visto che io ho risposto a te, e non viceversa. in particolare, a proposito dei tuoi 4 punti.

in realtà, sappiamo io e te che non pubblichi il mio commento perchè non ti fa comodo. e poichè la "diatriba" è fra noi due, e non col pubblico, tanto mi basta: in fondo, censurandomi non fai che darmi implicitamente ragione.

ps. a proposito di dawkins, per quanto può interessarti, ho trovato anch'io il suo libro abbastanza debole. soprattutto nel capitolo sull'esistenza di dio.

gliel'ho anche detto, nell'intervista che gli feci quando il libro uscì in italia un paio di anni fa (a proposito, perchè recensirlo ora?). la sua risposta fu che l'argomento non gli interessava: debole, appunto. tanto valeva non parlarne, piuttosto di parlarne male.

ma pure tu, ti scegli i bersagli più facili! perchè non provi ad attaccare il mio ultimo libro, che commenta la "introduzione al cristianesimo" del papa? questa volta non ci sono, volutamente, toni "urticanti", e l'hanno presentato persino la binetti e il vice di ravasi. e lo presenterà fisichella.

Giorgio Israel ha detto...

IL MIO COMMENTO (e la diatriba è chiusa):


1) Non ho chiamato Odifreddi a rispondere dell'operato di Repubblica. Ho soltanto indicato la difficoltà a rispondergli sulla stampa a lui amica. Diversamente dal Foglio che ha ospitato anche una sua risposta. Punto.
2) Accetto le scuse circa il "militare franchista", tardive, perché avevo per tempo denunciato questo calunnioso pettegolezzo. Spettegolare sulle mie vicende private è squallido. Io non mi occupo di quelle altrui e non baso su queste giudizi di "fascista" o altro. Che squallore... Parlare di "abiura" misura la distanza etica tra me e Odifreddi: io non "abiuro" un bel niente. "Abiurano" i fondamentalisti, i bigotti e i fanatici. Il mio passato mi appartiene e non rinnego niente, piuttosto lo sottopongo a riesame critico. Quanto all'indicare i "conservatori" come "fascisti" non è né ovvio né diffuso, ma tipico di chi ha una mentalità estremista e settaria.
3) Infatti, mettere nello stesso sacco tutte le persone elencate come "fascisti" si può fare, ma è un modo manicheo e estremista di vedere la politica. Che so io: Antonio Martino sarebbe un fascista? Ma andiamo… Fascista è un insulto, perché si riferisce a una dittatura che ha persino praticato il razzismo di stato, un insulto oltretutto perseguibile in termini legali.
4) Dei problemi tra Odifreddi, curatore ed editore non mi interessa affatto. Se la vedano loro.
5) Mi risulta che Odifreddi abbia "restituito" il Premio Peano sulla stampa, ma non che abbia inviato alcuna lettera ufficiale agli organizzatori.
6) Per me conoscersi non è né "incontrarsi" né fare un dibattito di qualche ora. Quanta gente ho incontrato in un dibattito che non posso proprio dire di "conoscere bene"!…Tanto per scendere (un istante) su questo terreno penoso - ho ancora un'ottima memoria -, al Convegno di Venezia ho parlato qualche minuto con Odifreddi una sera davanti a una mostra in cui si offriva un rinfresco e niente altro. All'incontro di Foggia ho passeggiato con gli organizzatori, lui e Galli della Loggia prima del dibattito, abbiamo parlato ben poco (ricordo perfettamente anche gli argomenti: scuola e se gli americani che hanno bombardato Foggia fossero o no dei criminali) e poi a cena Odifreddi ti è trasferito in un tavolo a parte per rilasciare un'intervista a una giornalista. Se questo è conoscersi bene… Il che non vuol dire che non abbiamo avuto a che fare in sede pubblica…

Osservazione conclusiva: se queste sono confutazioni che io avrei censurato perché so che Odifreddi "ragione", allora è probabile che esistano gli elfi e la pietra filosofale. Piuttosto tutto questo dimostra quanto sia il caso di evitare il proseguimento di un "dialogo" a dir poco sterile.
Per questo calo la saracinesca. Duole a Odifreddi che non abbia preso di mira lui anziché Dawkins? Mi dispiace, ci pensi qualcun altro a fargli propaganda, se ne ha voglia. Per parte mia, ritengo che gli argomenti di Odifreddi siano peggiori di quelli di Dawkins.
Osservo che, invece di tante chiacchiere, sarebbe bastato sconfessare specificamente il riferimento a me come persona che ha il vittimismo dell'ebreo, ovvero non genericamente vittimista, ma che ha il vittimismo "tipico" "dell'ebreo". Questo si doveva fare - dire chiaro e tondo che questa frase è una porcheria - invece di tante chiacchiere elusive, per poi continuare a rovesciare pattume sui vari blog.