Ormai
non ci sono dubbi: al Ministero dell’Istruzione c’è chi lavora per cancellare
il tema di maturità. Del resto è noto che questo proposito è vivo da anni. Noi
siamo invece più che favorevoli al tema, purché offra allo studente l’opportunità
di esprimersi in piena autonomia e di dar prova delle sue capacità, su un
argomento circoscritto e correlato a temi approfonditi nel corso di studi. La
via infallibile per renderlo disgustoso, e alimentare la spinta a cancellarlo,
è assegnare come argomenti quelli che Gentile chiamava “brevi cenni
sull’Universo”. “Stato, mercato, democrazia”, “Individuo e società di massa”,
“La ricerca scommette sul cervello”… Nessuno si sognerebbe non dico di dare una
tesi di laurea, ma neppure una tesi di dottorato su temi del genere. Per dire
qualcosa di sensato sul primo occorrerebbe conoscere una mole di contributi
teorici mai visti nelle scuole, dalla contrapposizione tra pianificazione
collettivista e liberismo economico, tra keynesismo e “mainstream”, al versante
di teoria politica. Per il secondo tema occorrerebbe aver letto qualcosa della
letteratura sui totalitarismi del ventesimo secolo. Dove? In una scuola in cui
raramente si arriva a studiare la Seconda guerra mondiale? E che dire del terzo
tema che apre l’immensa tematica del rapporto mente-cervello? Ma c’è una via
furbesca per tenere in piedi l’approccio del tipo “brevi cenni dell’Universo”
in un contesto in cui non si sa più in che secolo siano vissuti Adam Smith,
Karl Popper e Hannah Arendt, ammesso che si sappia chi siano: offrire tracce
molto terra terra, articoli di giornale, dietro cui lo spessore dei temi è
ridotto a formulette semplificate e informazione, o è visibile solo a chi ne sa
molto. Certo, i brani su “Stato, mercato e democrazia” sono densi di temi rilevanti,
ma sono tanti e di complessità tale che l’unica via è cavarsela con luoghi
comuni sulla crisi.
Va
assai peggio su “Individuo e società di massa”. Pasolini era un letterato di
valore, ma di certo non un maestro di teoria sociale, soprattutto in un brano
in cui la spara grossa: «nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che
ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi». Visto che la prima parte
della traccia di Bodei è in consonanza, e che le connessioni con le tracce
letterarie sono esangui, c’è da chiedersi se non sia un invito a confezionare un
compitino anticapitalista.
Certo,
si dirà che lo studente poteva andarsene per conto suo ignorando i testi
proposti. Ma, siamo seri, chi oserà farsi beffe delle tracce ministeriali? Il
risultato è che lo studente – altro che autonomia e creatività – è stato messo
su binari atti solo a determinare risultati preconfezionati e grotteschi.
Ciò
è ancor più evidente nel tema sulla ricerca e il cervello. Qui, oltre a uno
scritto di Boncinelli – che contiene l’unica asserzione di merito sul rapporto
tra teorie del cervello e teorie della mente, peraltro assai discutibile – si
offrono solo articoli di giornale che informano circa i progetti di simulazione
informatica del cervello. Su queste basi cosa scrivere se non un panegirico del
programma di Obama? In barba allo spirito critico: da Marcuse allo scientismo è
l’apoteosi del conformismo.
Quanto
ai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) non costituiscono un
argomento se non di analisi economica, visto che l’unico tratto comune di quei
paesi è l’incremento del Pil. Lo sa anche l’estensore della traccia che invita
a sceglierne due a caso e dire qualcosa sulle loro vicende politiche recenti. A
parte la mediocrità della proposta è roba mai vista a scuola. È un invito a
navigare di soppiatto con lo smartphone?
Viene da pensare che chi ha preparato questi
testi non abbia mai messo piede in una scuola, non abbia figli e non abbia la
più pallida idea delle conoscenze che vi si acquisiscono, che sono sempre più
esili e frammentarie e che andrebbero vigorosamente riqualificate. Ma già, è
proprio quel che non si vuole. L’ideologia che emerge è quella di una scuola che
da un lato invita a fabbricarsi a ruota libera i propri cenni sull’Universo,
dall’altro verifica le “competenze” con test e quiz. In che modo il pensiero di
Cartesio abbia influenzato la visione moderna del rapporto mente-cervello non
ha alcun interesse. Dite quel che vi pare sul tema e mettete una crocetta sulla
risposta esatta: Renato Cartesio: filosofo e scienziato francese o
amministratore delegato delle cartiere di Fabriano.
(Il Messaggero, 20 giugno 2013)