Il direttore controreplica? No ma anche sì.
Difatti si legge sul sito di Tuttoscuola la notizia che egli avrebbe inviato un mail a una settantina di persone "autorevoli" per commentare la mia replica al suo intervento sul Sussidiario; e che questa mail avrebbe come oggetto "Israel straparla". Del suo contenuto l'unico che non sa niente e ancora non ha capito niente è il sottoscritto. Il che - stare del tutto fuori dai pettegolezzi - considero un autentico titolo di onore.
La redazione di Tuttoscuola definisce l'"oggetto" del mail non diplomatico e inelegante. Ancor più inelegante è rispondere a questo modo, facendo appello al consenso delle "autorità" in una forma privata che poi diviene pubblica senza che il messaggio lo diventi. Tanto più che è un'ineleganza che segue a un'ineleganza. Difatti, le "critiche" di Gentili culminavano nell'affermazione che la linea da noi scelta porta alla produzione di "furfanti"...
La redazione di Tuttoscuola definisce l'"oggetto" del mail non diplomatico e inelegante. Ancor più inelegante è rispondere a questo modo, facendo appello al consenso delle "autorità" in una forma privata che poi diviene pubblica senza che il messaggio lo diventi. Tanto più che è un'ineleganza che segue a un'ineleganza. Difatti, le "critiche" di Gentili culminavano nell'affermazione che la linea da noi scelta porta alla produzione di "furfanti"...
A queste ineleganze se ne aggiunge una terza: quella di mettere in giro la voce falsa che vi sarebbero dissensi e imbarazzi nella commissione. Falsa, come ha ben precisato sempre su Tuttoscuola il consigliere Max Bruschi.
Un modo davvero civile di discutere: invece di ricorrere ad argomenti si cerca di delegittimare e isolare il contraddittore. Un tipico comportamento di chi non ha più niente da esibire salvo che la mazza del potere.
Frattanto, il dibattito vede l'intervento del professor Tagliagambe che evoca nientemeno che Florenskij come precursore delle competenze... Forse si sarà confuso con Makarenko e le sue comuni educative sovietiche.
Le due frasette di Florenskij da lui citate sono quasi coincidenti con molte affermazioni che ho fatto nel mio articolo, e le sottoscrivo senza esitazioni. Resta il fatto che il poveretto aveva a che fare con le tesi del professor Tagliagambe quanto con la danza classica.
Le due frasette di Florenskij da lui citate sono quasi coincidenti con molte affermazioni che ho fatto nel mio articolo, e le sottoscrivo senza esitazioni. Resta il fatto che il poveretto aveva a che fare con le tesi del professor Tagliagambe quanto con la danza classica.
Registriamo anche che ci viene proposta una definizione di competenza divergente da quella corrente, e in aperta collisione, per esempio, con quella dell'esperto Thélot (v. il post precedente) e, difatti, con un aperto rimprovero all'Ocse-Pisa. Tanto per dare conferma che siamo in piena scolastica. L'unica cosa che manca, e che sarebbe benvenuto, è il rasoio di Occam.
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Caro direttore,
sono assolutamente sconvolto dal fatto che mail private possano essere rese pubbliche. E' un modo di operare incivile, indegno di chi si occupa di educazione. Ovviamente, ciò non riguarda chi pubblica, ma chi trasmette materiali. A questo punto colgo l'occasione per ripetere quanto privatamente (e sottolineo privatamente) ho scritto: e cioè che non intendevo entrare in baruffe (non lo scontro tra Israel e Gentili, ma alcuni commenti scambiati per mail), riservandomi di intervenire pubblicamente alla fine del dibattito che ho voluto pubblico. Lo riporto integralmente:
"Carissimi,
non mi ero reso conto che la risposta di Claudio Gentili (cui avevo scritto privatamente) fosse stata spedita a una così qualificata platea. Sforzo dunque la mia congiuntivite (spero scuserete eventuali errori dovuti alla fatica di scrivere) e preciso quella che è la mia posizione ed evito di entrare in baruffe che non fanno parte del mio carattere e del mio modo di operare per il bene pubblico.
Mi limito a precisare che conosco perfettamente le persone che mi sono compagne di viaggio e che ho avuto il privilegio di scegliere. Non abbiamo magari posizioni identiche, ma abbiamo un "idem sentire" e una stessa valutazione dei problemi. Altrimenti, non ci sarebbe stato possibile lavorare così bene (sottolineo, così bene, in assoluto e ancor più in rapporto ad alcuni prodotti "innovativi" che ho avuto modo di vedere, e che pure hanno avuto tempi lunghissimi di maturazione) in così poco tempo.
Le indicazioni per i licei sono il frutto di un lavoro, guidato da un ristretto gruppo tecnico, che si è avvalso del "top" della nostra accademia e dei nostri insegnanti liceali, per una volta fianco a fianco (anche "fisicamente"). Abbiamo tenuto conto delle esigenze espresse dal mondo universitario (che, lo ricordo, rappresenta lo sbocco privilegiato dei nostri studenti liceali) per cercare di ridurre, nel tempo, le carenze riscontrate. Abbiamo anche avuto il privilegio di poter lavorare in anteprima sui nuovi quadri OCSE per la matematica (cosa che forse Claudio non sa). Abbiamo concatenato al "profilo" (che contiene le competenze in uscita) già approvato nel regolamento ciascuna disciplina. Abbiamo fissato gli OSA irrinunciabili e gli obiettivi generali, lasciando grande libertà alla scuola e agli insegnanti di arricchire e di poter usare la metodologia didattica che ritengono più opportuna.
Su questo, in piena sintonia con il ministro, abbiamo lavorato. Sulla realtà, insomma. Abbiamo avuto sostegni importanti. Certo, tutto è migliorabile, e per primo, ormai settimane fa, ho invitato lo stesso Gentili a farmi esempi concreti. Ma siamo convinti che la strada sia quella giusta.
Dopo di che, se ciò significa passare per reazionario, mi dichiaro reazionario.
Ritengo, ovviamente, per quanto mi riguarda, chiusa ogni polemica. Non ritornerò più sull'argomento, se non a chiusura del dibattito pubblico".
Ritengo, ovviamente, per quanto mi riguarda, chiusa ogni polemica. Non ritornerò più sull'argomento, se non a chiusura del dibattito pubblico".
Concludo: il tutto mi sembra un maldestro tentativo, compiuto da chi non mi conosce bene, per cercare di intralciare il lavoro della commissione. Tentativo destinato ad andare a vuoto. Guano nel ventilatore. Ma sono adeguatamente munito di impermeabile. Ne approfitto per confermare la stima e l'amicizia verso Giorgio Israel, un combattente senza il quale, probabilmente, la nostra battaglia per raddrizzare la scuola sarebbe stata molto più difficile se non impossibile.
Prof. Max Bruschi
7 commenti:
Interessante e divertente dibattito sul “Sussidiario.net” intorno alle nuove indicazioni per i licei…uso apposta l’aggettivo “divertente”, perché a chi lavora seriamente nelle aule molte delle questioni ferocemente discusse sembrano scommetto di lana caprina.
“Perciò da dove bisogna partire: dalle conoscenze o dalle competenze? Domanda importante…” (da uno dei tanti articoli)
Ah certo, ah sì, importantissima. Son qui che ci penso…
Esemplare la riproposizione che fa il prof. Israel nel post precedente del RD 1913, basterebbe riuscire ad applicare quel che vi si raccomandava (cent’anni fa!) e tutti i problemi dell’insegnamento sarebbero risolti, senza scomodare competenze e abilità
Purtroppo non sarebbero invece risolti i problemi che la società pone alla scuola, un intervento davvero sensato m’è parso questo:
“… la scuola ha funzionato da ammortizzatore sociale e da ricettacolo di molte altre attività (socializzazione, intrattenimento, alternativa alla strada, supplenza alla famiglia e alla società nel suo complesso). Che si dica esplicitamente che a scuola si va per imparare rappresenta una svolta, come molti riconoscono. Si tratta da un lato di una necessità (possiamo ancora permetterci che con 13 anni di scuola alle spalle i giovani non sappiano mettere correttamente gli apostrofi?), dall’altro di un’utopia che richiederà altri passaggi (chi convincerà gli studenti che l’istruzione è utile se la mobilità sociale in Italia non esiste ?).” (Daniela Notarbartolo)
Già, come li convinciamo? Perché questo è problema quotidiano, che il RD1913 non si poneva, ma che noi dobbiamo porci.
In quanto alla polemica con Claudio Gentili…è l’autore d’una frase come questa, me la son segnata:
“Tempo, energia e misura ad esempio si possono apprendere solo integrando sul piano metodologico le diverse discipline scientifiche.”
Ora si sa che estrapolare un’unica frase dal suo contesto è scorretto…ma che roba è? Anzi, tanto rimane fra di noi: ma che stai a dì?!
chi convincerà gli studenti che l’istruzione è utile se la mobilità sociale in Italia non esiste ?
Quanto e' vero! Figli di notai, avvocati, ingegneri, medici, piccoli imprenditori (questi ultimi in particolare), le cui teste sono assolutamente vuote e la cui arroganza e' elevata, trovano subito un posto di lavoro anche ben remunerato e/o prestigioso anche se a scuola prendono una risicatissima sufficienza grazie all'opera di "sollevamento pesi" dei consigli di classe. Chi impara, si da da fare, e' bravo e prende voti alti (non per secchioneria ma per genuino interesse culturale) deve accontentarsi della gloria o della soddisfazione del sapere.
Nessuna riforma della scuola puo', da sola, mettere riparo a questa piaga sociale. Tipicamente italiana, starei per dire, ma ... bisogna essere ottimisti, vero?
Cordialmente,
Lucio Demeio
Già. Quello che però non entra in testa ai ragazzi (e alle loro famiglie) è che, se con un diploma e/o una laurea hai poche prospettive, senza non ne hai nessuna.
Nel suo commento Nautilus si diverte a lustrare una perla brillante, fra le tantissime perle dei tanti articoli sulla Scuola.
È possibile che i frequentatori del blog del prof. Israel siano in maggioranza insegnanti, comunque una quota parte rilevante ha a che fare con la Scuola.
Ne avrei la voglia polemica, ma non ho l'interesse professionale e il tempo di raccogliere un bel florilegio di frasi memorabili tratte dalle opere degli esperti di Scuola. (Ho sciaguratamente perduto un ritaglio di giornale con una decina di righe virgolettate da un discorso tenuto dal prof. L. C. - è un'autorità riconosciuta - in occasione del recente ritiro di un premio per i suoi meriti. Confesso: per me un avvilente tornado di aria fritta; per altri, pavento, una summa, un'epitome dell'universa scienza pedascolastica). Però su ilsussidiario.net ho passato in letizia un po' di tempo.
Con pazienza il prof. Israel continua ad opporre a codesta gragnuola la semplicità e la chiarezza di vecchi e irrilevanti opinionisti, vissuti prima e dopo Da Vinci. Opinionisti pieni di difetti, intollerabile ad esmpio la loro sostanziosa essenzialità d'esposizione.
Non comprendendo talvolta le sfumature dei concetti che vengono dipanati, mi sfiora il sospetto che vari esperti scolastici prendano in giro e vogliano manipolare. Ma solo per un attimo: so bene di essere un rozzo non addetto ai lavori, anche un po' furfantesco (l'idea mi titilla). E sono portato a pensare che ora come non mai per la Scuola sia copiosa e gagliarda l'offerta - a fronte di eque retribuzioni - di conferenze seminari corsi di aggiornamento e sviluppo professionale, insieme con innovative metodologie laboratoriali trasversali e progetti pilota di apprendimento sia contestualizzati sia decontestualizzati pronti per la somministrazione. E forse dimentico qualcosa. È un mercato vivace in fermento.
Gentile prof. Israel il mio intervento è un po' fuori tema, ma vorrei avere la sua opinione su questa frase, rinvenuta nelle indicazioni nazionali per il primo ciclo (e precisamente per la scuola media) del 2007 per le scienze naturali e sperimentali .
"Inoltre le diverse discipline scientifiche condividono un approccio alla conoscenza che, pur assumendo forme e significati specifici nei diversi ambiti, caratterizza fin dall'inizio i percorsi di apprendimento. Per questo è importante che i ragazzi siano gradualmente avviati e aiutati a padroneggiare alcuni grandi indicatori concettuali che si possono riconoscere in ogni contesto scientificamente significativo: le dimensioni spazio-temporali e le dimensioni materiali; la distinzione tra stati (come le cose sono) e trasformazioni (come le cose cambiano); le interazioni, relazioni, correlazioni tra parti di sistemi e/o tra proprietà variabili; la discriminazionie fra casualità e causalità... In questo modo si può giungere a far emergere esplicitamente, al termine della scuola di base, alcuni organizzatori cognitivi di grande impatto concettuale e culturale, quali energia, informazione, trasduzione e trasformazione, stabilità e instabilità di strutture e processi e così via."
A me queste parole lasciano estremamente perplessa, sia perché non condivido la scelta di questi concetti come concetti di base di tutte le scienze ( solo per fare un esempio mi sfugge cosa siano le dimensioni materiali...), sia perchè non vedo l'opportunità di proporli a ragazzini delle medie, a cui andrebbero proposte attività e concetti (mi rifiuto di chiamarli organizzatori cognitivi ...) alla loro portata. Ho letto da qualche parte che anche le indicazioni per il primo ciclo andranno riviste, spero che escano cose più sensate di queste. A dire il vero credo che un insegnamento scientifico così costruito porterebbe gli alunni veramente lontano dalla scienza, perchè li condurrebbe verso generalizzazioni belle (forse) filosoficamente ma con poco fondamento scientifico. Mi sorprende poi il mischiare insieme così grandezze fisiche come l'energia con entità come l'informazione (la cui definizione è veramente complessa).
Forse i sostenitori delle competenze pensano che un ragazzino competente sia quello in grado di discutere di trasduzione, di dimensioni materiali e di stabilità di strutture (mi piacerebbe sapere di quali strutture il ragazzino dovrebbe discutere la stabilità : grattacieli, molecole, sistemi con retroazione ...).
Quando si tornerà ad un po' di buon senso?
Cosa penso di questa roba. È puro delirio, dadaismo, uno sciocchezzaio vergognoso non soltanto scientificamente e filosoficamente, ma anche culturalmente, nel senso elementare del termine. Lei è troppo gentile...
Dopo aver varato le nuove Indicazioni nazionali per i licei, si spera entro pochissimo, la commissione ci accingerà a rifare le Indicazioni per tutto il primo ciclo, dalle primarie alle medie inferiori. E certo, contiamo di farlo nello stesso approccio di buon senso che ha ispirato quelle dei licei. Speriamo soltanto che ce lo lascino fare....
Ilaria, ma guardi che lo sanno benissimo gli uni e gli altri, infatti diploma e laurea li vogliono eccome!
Ma facendo una fatica proporzionale alla loro utilità, quindi poca.
Difficile sollevare entusiasmo per pezzi di carta senza i quali non sei nessuno, ma con i quali non vai lontano.
Vanni, vedo con piacere che non hai semplificato la tua prosa, saluti "in letizia".
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