venerdì 4 giugno 2010

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Questo video è stato visto da centinaia di migliaia di persone, si trova in centinaia di siti, e praticamente in tutti i siti dei giornali italiani. Che il governo israeliano abbia precisato che esso non esprime la sua linea ufficiale è persino banale: ci manca solo che una parodia esprima la politica estera di un governo.
Chi si ostina a inviare messaggi di insulti e di minacce sarà denunciato senza esitazione alcuna.

La visione di questo video può essere istruttiva per capire cosa si sta preparando in Europa:
http://www.youtube.com/watch?v=2n1kv3sYLak&feature=player_embedded#!

E inoltre: http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/2010/06/06/nel_frattempo_a_bolzano.html

29 commenti:

GiuseppeR ha detto...

La maggiorn parte della nostra opinione pubblica è ormai talmente lobotomizzata che non potrà godere della deliziosa ironia di questo video. Poveri loro e complimenti a quel piccolo popolo che dimostra la propria grandezza anche riuscendo a ridere delle proprie disgrazie.

roberto ha detto...

Esprimo a lei e a tutto il meraviglioso e vitale popolo di Israele tutta la mia solidarietà.
La vergognosa campagna internazionale che sta investendo Israele in questi giorni (l'ennesima) non farà altro che compattare le tantissime persone che, come il sottoscritto, non intendono veder messo in discussione neanche per un secondo il diritto di Israele ad esistere, difendersi e cercare di vivere nella pace e nella sicurezza.

roberto ha detto...

Esprimo a lei e a tutto il meraviglioso e vitale popolo di Israele la mia totale solidarietà.
La vergognosa campagna internazionale (l'ennesima) cui assistiamo in questi giorni non vedrà altro esito che quello di compattare ancora di più tutti coloro che, in tutto il mondo e come il sottoscritto, non accettano nemmeno per un secondo che venga messo in discussione il diritto di Israele ad esistere, difendersi e vivere in pace e sicurezza.
I nemici di Israele fanno molto rumore, ma questo non significa che siano in maggioranza, e ancor meno che abbiano la possibilità di vincere.
Un cordiale saluto
Roberto

Nautilus ha detto...

Vorrei riportare alcune considerazioni personali fatte man mano che si sviluppava questa vicenda.
1)Mi son chiesto da subito perché gli attivisti pro Gaza non accettassero di sbarcare i loro aiuti in un porto israeliano, da dove, subiti i necessari controlli, potessero poi portarli ai palestinesi.
2)Vedendo i video dell’azione, mi è parso chiaro che i militari israeliani abbiano agito in stato di necessità: se un esagitato mi prende a botte con una sbarra di ferro gli sparo, senza se e senza ma. Poi avranno esagerato, ma quando si comincia..
3)L’azione alla “rambo” è stata comunque organizzata malissimo, evidentemente si pensava davvero che fossero pacifisti e che non sarebbero stati aggressivi.
4)Leggo che uno dei morti turchi aveva dichiarato di voler combattere contro Israele, segno che fra gli attivisti ce n’erano alcuni che cercavano la guerra e non la pace.
Insomma, come mio solito, ho cercato di comprendere i fatti per come sono e non come li vuol vedere un tifoso delle due parti.
Poi mi capita sott’occhio un video come questo e mi cascano le braccia.

Gianfranco Massi ha detto...

Come si fa a non essere preoccupati per la vita della nazione israeliana? Ha tutta l’Onu contro (salvo tre Stati tra i quali il nostro), questo è il fatto politico,al di là delle parodie. Vive - ma è vita? – con l’ ansia addosso, senza vedere uno sbocco possibile. Chi crede sa che la vita è sofferenza, dovunque. Si deve quindi pensare che quel popolo abbia una fede incrollabile, pari a quella di Abramo. Sento di dover partecipare al dolore di quella gente, e dire: sia fatta la volontà di Dio.

GiuseppeR ha detto...

Bene Nautilus, la tua analisi è oggettiva e personalmente la condivido. Qundi immagino sarai scandalizzato di come i fatti sono stati riportati dai media, dal fatto che il Sudan (dico il Sudan) è il promotore, nel comitato dei diritti dell'uomo dell'ONU a Ginevra, della messa in stato di accusa di Israele. Che la Turchia, con il genocidio degli armeni e dei curdi compiuti e rimossi, accusi di crimini contro l'umanità Israele. Sarai probabilmente angosciato dalle venature schettamente antisemite e razziste di alcuni di quei "pacifisti" (anche italiani). E di fronte a questo festival di grottesche menzogne cosa c'è di più salutare di una satira che smaschera l'odio e l'intolleranza nascosta sotto il velo ipocrita del "pacisfismo"?

Caroli ha detto...

Ho già espresso il mio parere altrove nel blog, per cui non mi ripeto. Aggiungo solo (a riguardo dei "pacefondai" di questa flottiglia di farabutti): "Che invasione stiamo preparando, per avere bisogno di una così bellicosa manifestazione di pace?" - non mi ricordo se era Vassilij Kutznetsov, o Andrej Siniavskij, a proposito dell'unione sovietica. Cosa c'entra? Chiedetelo al massimo negazionista vivente. il criminale Ahmadinejad...

dia ha detto...

Salve, mi chiedevo:
non è possibile che una parte di opinione pubblica non possa "godere della deliziosa ironia di questo video" non perché è "lobotomizzata", ma per un senso di umana compassione per chi è morto pochi minuti prima?
Sono ebrea per metà (di madre), e grande appassionata di umorismo (ebraico), ma qui ci ho trovato poco da ridere. Basta, questo, a mettermi tra i lobotomizzati?

Ha ancora un valore la vita, a prescindere che sia israeliana, palestinese o pincopallina?

Non ne capisco niente di geopolitica, e onestamente sono abbastanza scarsa anche in impegno politico-civile (cosa che mi dispiace), ma a occhio e croce credo che il modo in cui l'esercito israeliano (su mandato dei suoi governanti) ha risposto a un gruppetto di facinorosi turchi costerà cara prima di tutto ai cittadini israeliani, e agli ebrei nel mondo - in termini di sicurezza, e non solo.

In sostanza, qualcun'altro in Israele potrebbe girare un video così, parodiando l'esecutivo del governo con Bibi eccetera, che canta "We Con Our People".

ciao,
diana ethel corsini
Roma

Giorgio Israel ha detto...

Di certo, chi tace sistematicamente quando in ambito palestinese si festeggia l'uccisione di un bambino ebreo, con spari e urla di gioia, e altre continue nefandezze del genere (per esempio, facendo un museo dei resti della pizzeria Sbarro), è peggio che lobotomizzato. Chi ignora che i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane non equivalgono a Gilad Shalit - i primi sono visitabili dalla Croce Rossa, il secondo non si sa dove sia, e se sia vivo - è peggio che lobotomizzato. Chi ignora che il padre di Shalit aveva chiesto alla "flotilla di visitare il figlio ed è stato sbeffeggiato, è peggio che lobotomizzato. E si potrebbe continuare. Di fronte a questa immensa sagra di ipocrita cinismo, per giunta razzista - gli unici morti degni di compassione sono i palestinesi - quel video è un atto di denuncia. La pietà per i morti deve esserci, ma non si può condividerla con chi sbeffeggia e oltraggia i tuoi e dichiara di voler preparare un secondo atto della Shoah.
Perciò la sua domanda è giusta: ha ancora un valore la vita, a prescindere della persona cui appartiene? Ma va rivolta a chi di dovere.

GiuseppeR ha detto...

Mi permetto di aggiungere che la satira è un modo per sbattere in faccia la realtà a chi fa finta di non vederla. La verità per definizione non non manca mai di compassione. Sono più di sessant'anni che il popolo palestinese subisce la scelta di di rifiutare l'esistenza dello stato d'Israele, e questi morti sono gli ultimi che Hamas, Hezbollah, Iran e compagnia bella hanno "fregato" per portare avanti il loro disegno di odio.

Paolo ha detto...

dia, "il modo in cui l'esercito israeliano (su mandato dei suoi governanti) ha risposto a un gruppetto di facinorosi turchi"?
Come rispondi tu a un gruppo di persone che ti sfondano la testa a sbarrate o ti accoltellano?
Ti ricordo che "il mandato dei governanti" era di controllare il carico, infatti i soldati atterrati sulla nave erano armati di fucili a vernice e di spray lacrimogeno, più una pistola per difesa personale: non mi sembra l'equipaggiamento per una strage preordinata.
Quel che era preordinata era l'intenzione di martirio, come puoi velocemente accertare da te stessa sul web.
E chi cerca orgogliosamente il martirio non deve poi venire a piangere perché gli hanno fatto male, in particolare visto che il martirio islamico pare sempre implicare un gran male fatto ad altri; la compassione è per la loro anima accecata.

Intanto in Egitto è stata confermata una legge che priva della cittadinanza chi sia sposato ad una donna israeliana; si stima ci siano circa 30.000 casi del genere.
Già mi vedo l'ONU intervenire energicamente per condannare... lasciamo perdere.

Paolo Pagliaro

Paolo ha detto...

Per chi fosse interessato a questo gruppo di umoristi israeliani (geniali), leggete qui.

Ne ferisce più la lingua che la spada.

PS: Avete visto il loro pezzo su Lula? Come il miglior Corrado Guzzanti!
VOGLIO LA CITTADINANZA ISRAELIANA!!!

Tutta la serie sottotitolata.

Paolo Pagliaro

oblomov ha detto...

Satira veramente ben fatta e del tutto meritata (soprattutto nei confronti dei media pronti a spalleggiare qualsiasi cosa possa essere contro Israele).

Tuttavia a volte ho paura che nella foga di condannare (giustamente) il fanatismo antiisraeliano si finisca con l'evitare una discussione sugli errori di Israele stesso (o perlomeno la voce di chi critica alcune scelte politiche israeliane senza per questo essere un odiatore di Israele o, peggio, un antisemita).

Visito abbastanza spesso il sito informazionecorretta.com (credo che il prof. Israel sia uno dei "redattori") e ne apprezzo il lavoro pur non condividendone sempre le posizioni . E' ovvio che ognuno fa quello che gli pare con i propri siti e che il sito ha un obiettivo ben preciso (e assolutamente meritevole), ovvero quello di demistificare l'enorme disinformazione che si fa su Israele (e temi correlati), questa volta, pur non condividendole, riporta le opinioni critiche (ma non antiisraeliane!) di Grossman e Oz. Mi piacerebbe che lo facesse più spesso riguardo ai tanti altri temi che affronta.


Al link qui sotto ho trovato altre considerazioni geopolitiche interessanti, anche nei commenti, non tutti concordi (esclusi i soliti onnipresenti fanatici) http://epistemes.org/2010/06/04/la-flottiglia-e-la-flotta/.

Nautilus ha detto...

Caro Attento, sento di doverti una spiegazione del “m’ha fatto cascare le braccia”. Ne ho una irrazionale e una ragionata. La prima è che far “satira” su dieci morti e non si sa quanti feriti mi ripugna istintivamente: immagina un video palestinese dove si beffeggiano degli uccisi israeliani, scommetto che nessuno qui parlerebbe di “deliziosa ironia”. Il secondo motivo è che trovo questo video dannosissimo, benzina gettata sul fuoco, ce n’era proprio bisogno? Per questo mi fa arrabbiare. Dirai che tanto ormai l’odio degli avversari d’Israele è tale che benzina più benzina meno..e magari avresti ragione. Per contro chi sta dalla parte d’Israele o è neutrale non ha avuto certo bisogno di aspettare quel video per capire com’erano andati veramente i fatti, come mi pare d’aver dimostrato bastava guardare i filmati dell’assalto per rendersene conto, e infatti le prime grida scandalizzate si sono presto ridimensionate. Quindi a che è servito? A rafforzare le reciproche convinzioni degli ultrà, era così necessario? La Turchia: vero che hanno poco da insegnare, ma Israele aveva proprio bisogno d’un altro nemico? La faccenda quindi mi sembra sia stata gestita malissimo, gaffe del video compresa.

shlomit ha detto...

In queste discussioni c’è sempre un problema di fondo, secondo me. E cioè che Israele, come ‎qualsiasi altro paese, fa anche, ahimè, enormi sciocchezze. Tentare, sempre e comunque, di ‎giustificarle, è esattamente la stessa cosa di tentare, sempre e comunque, di condannarle.‎

GiuseppeR ha detto...

Caro Nautilus, come altre volte mi meraviglio che uno come te, in grado di analizzare con correttezza e distacco le situazioni, quando si tratta di tirar fuori un giudizio "parta per la tangente". Quella satira non sbeffeggia i morti ma l'ideologia truffaldina dei finti pacifisti che li ha trascinati nella tragedia. Neanche getta benzina sul fuoco perchè è l'atto di un gruppo israeliani che si è chiesto come reagire al senso di impotenza di fronte questa marea montante di odio fanatico in grado di manuipolare l'opinione pubblica senza brandire armi, inveire contro il nemico, marciare bellicosamente. A Roma diremmo che hanno cercato di toglierci le fete di prosciutto davanti gli occhi non con i comizi ma con una sonora risata. Neanche questo riusciamo a perdonare allo stato paria.

Unknown ha detto...

Fantastico esempio di satira di regime!
Resta il fatto che ci sono nove morti ammazzati dalla parte dei degli attivisti pro Palestinesi alcuni dei quali uccisi a sangue freddo con spari a distanza ravvicinata. Si potra' essere piu' o meno convinti delle ragioni o dei pretesti di chi sceglie di iniviare sostegno umanitario a Gaza, ma mi sembra che ultimamente la dialettica politica isrealiana scaturisca eminentemente dalla canna del fucile. Gli autori e i mandanti dell'arrembaggio alla nave turca (li potremo chiamare tutti captain Shooting), avvenuto peraltro in acque internazionali in barba a qualsiasi norma, oltre ad essere degli assassini si sono mostrati per la loro iniettitudine militare e politica e questo sara' difficilmente cancellabile a colpi di satira. La violenza dovrebbe essere l'ultimo strumento della politica e non viceversa. Al contrario, la deriva militaristica israeliana, da cui derivano questo ed altri innumerevoli episodi riprovevoli, mostra tutta la debolezza politica di uno stato democratico schiavo della sua potenza militare e rappresenta una netta vittoria per tutti gli estremisti islamici.
Cio' detto confido di aver buttato il mio tempo a scrivere questo commento dato che il prof. Israel
presumibilmente censurera' il post come avrà fatto con molti altri visto il tono dei pochi commenti presenti

Luca Liberti

vanni ha detto...

Egregio Luca 6/08/2010 09:47:00 AM, abbia pazienza, la sua premessa sulle uccisioni a sangue freddo con spari a distanza ravvicinata mi lascia perplesso su tutto quanto lei dice. Ma lei - mantenendo sangue freddo, s'intende - una sbirciatina ai filmati del Mavi Marmara l'ha già data? La distanza ravvicinata sarà mica quella della spranga e del coltello?

Nautilus ha detto...

Sì Attento, naturalmente quello l'avevo capito, cioè che si volesse cercare di reagire a una manipolazione dell'opinione pubblica. Sarà anzi è senz'altro così: la grande preoccupazione di molti israeliani (e loro sostenitori) è di non soccombere ad una versione che presenta i palestinesi come agnelli sacrificali e Israele come il lupo feroce che li sbrana. La guerra è sempre fatta, ancor più al giorno d'oggi, di propaganda ed è importante non perderla. Però quel video a me sembra che, a causa della presenza di molti uccisi mentre vi si canta allegramente "tanto non muore nessuno" e altre piacevolezze ottenga l'effetto contrario a quel che ci si proponeva, per le ragioni che ho già detto.
La propaganda fra l'altro è usata da entrambe le parti, uno che vuole davvero raccapezzarcisi deve attingere a molte fonti e molto al proprio discernimento, e anche così è un problema tanto diverse e contrastanti sono le informazioni propinate dalle ripettive parti, per questo capisco poco chi tiene la verità in tasca. Spesso se ce l'ha in realtà è perchè ha deciso in partenza da che parte stare. Il che è legittimo ma non è la parte della "verità".

vanni ha detto...

Con la pubblicazione del coro “We con... “ si sostiene la verità e la si diffonde con efficacia; temo che nella “partita” che si sta giocando non ogni parte preveda regole (di bon ton o meno) e domìni di gioco circoscritti. Ma nel coro percepisco pure l'intento di esorcizzare una grande amarezza. Fossero mancate immagini dei fatti così vistose e incontestabili, a quali sviluppi della questione avremmo assistito?
Le quotidiane e imponenti tragedie nel mondo possono spingere alla tiepidezza e al disincanto, al cinismo e all'indifferenza. L'evidenza infame delle immagini del Mavi Marmara mi ha invece istantaneamente turbato, come fu davanti a certi colossali lutti, ma anche davanti alla disintegrazione dei Buddha di Bamyan: è stata l'ennesima riscoperta del dispiegarsi dell'odio - l'odio che motiva e alimenta se stesso, l'odio quale ottuso principio assoluto, metafisico - mi vien da dire. L'imboscata accarezzata nel pensiero e malignamente predisposta mi ha procurato avvilimento e umiliazione, più - dico più - degli esiti tragici.
La menzogna e l'inganno pàgano? Parrebbe di sì osservando le prime corrive reazioni del mondo occidentale, reazioni marce di vigliaccheria d'animo e disonestà di mente. Inchieste? Sì certo, per convenienza, però... però i governi sanno già tutto in tempo reale: prodromi, sviluppi ed esiti. Ne esce un mondo occidentale dipendente, che non regge la pressione di una perseverante pervasiva e prepotente impostura, ed è impaziente di alibi per allinearsi ad essa, così come è sempre pronto a conferire le patenti morali e la legittimità a senso unico, che una parte ferocemente pretende e riceve, senza decenza.
Credo sia stato Thomas Mann a dire che la tolleranza è una colpa quando si ha a che fare con il male. Pacifisti negazionisti che auspicano senza remore un ritorno ad Auschwitz...
È un peccato guardare fin da ora in avanti? È un'assurdità attendersi di tutto e di più? Vogliamo che questo tragico episodio costituisca un precedente, una giustificazione e un incentivo per mille affini occasioni da predisporre, ora e in futuro, in Israele e (detto contro la miopia e l'egoismo stolto) altrove? L'Occidente è Israele.

CheshireCat ha detto...

mi permetto di suggerire la visione dei seguenti articoli:
http://littlegreenfootballs.com/article/36489_Another_Cropped_Reuters_Photo_Deletes_Another_Knife_-_And_a_Pool_of_Blood

http://littlegreenfootballs.com/article/36488_Did_Reuters_Crop_a_Photo_to_Remove_a_Peace_Activists_Weapon

Interessanti, no? La verità attraverso un filtro: quello di photoshop!

Nautilus ha detto...

Caro Vanni intanto, se non te li fa nessuno, complimenti per il post. Anche se non sono d’accordo. O meglio, son d’accordo su tutto, tranne l’interpretazione. Primo: l’odio è immenso, planetario e, sembra, inestinguibile. C’è un buon articolo di Panebianco su Israele: http://archiviostorico.corriere.it/2010/giugno/04/FRAGILITA_ISRAELE_co_8_100604014.shtml
in cui a proposito dell’odio si dice:
“E ha dato altra linfa (l’assalto alla Marmara) alla generale ostilità per Israele, l' unico Paese al quale non si perdona niente.”… “Contro la sopravvivenza di Israele giocano tre forze: la demografia, la geo-politica e i sentimenti di ostilità di tanta parte del mondo (rilevanti pezzi di Europa inclusi).”…” C' è poi l' avversione di tanta parte dell' opinione pubblica mondiale. Chi finge che il pregiudizio antisemita non c' entri nulla deve spiegare questa mancanza di equanimità verso la democrazia israeliana.”
Ecco, io sono uno di quelli che pensa (fingendo, secondo Panebianco) che l’antisemitismo c’entri (relativamente) poco con quest’odio universale e che la ragione più importante sia un’altra, che hai individuata tu Vanni in chiusura di post: “L’Occidente è Israele.”
Appunto. E, come ho già scritto qui, che ci fa un pezzo d’Occidente trapiantato nel bel mezzo del Medio Oriente? Una nazione con usi, costumi, religione, saperi, tecnologie e tenore di vita europei in mezzo a popoli che dell’Europa, identificata col colonialismo, non ne volevano più sapere? Tanto più quando questo pezzo d’Occidente trasloca con armi e bagagli, destabilizzando l’intera regione e condannando i precedenti abitanti a vivere in condizioni oggettivamente spaventose.
Poi si può dir di tutto: che è colpa dei palestinesi stessi che non vogliono la pace, dei paesi arabi confinanti, della ferocia di un islam in cerca di una rivincita sulla cristianità, e chi più ne ha più ne metta, ma “l' avversione di tanta parte dell' opinione pubblica mondiale” per me principalmente origina da quel che è sentita, a torto o a ragione, come una totale ingiustizia ai danni di un popolo sfortunato.
Se questa mia, che chiaramente è solo una teoria, è sbagliata, allora effettivamente non rimane che l’antisemitismo mondiale e connessa propaganda, altre spiegazioni razionali del fenomeno non le vedo.

dia ha detto...

A proposito dell'ultima domanda posta da Nautilus ("Che ci fa un pezzo d'Occidente..." ecc), mi è tornata in mente una lettera di Freud, in risposta a un dirigente dell’Agenzia Ebraica Internazionale che gli chiedeva di prendere posizione contro l’autorità britannica che aveva cominciato a limitare l’immigrazione di ebrei in quel territorio.

saluti a tutti,
diana

“Non posso fare ciò che ella mi chiede, perché non riesco a superare l’avversione per l’idea d’imporre al pubblico il mio nome. Neanche il momento così critico, mi sembra sufficiente a poterlo fare. Chiunque voglia infiammare le masse di persone, credo lo debba fare con qualcosa di esaltante, mentre la mia opinione moderata sul Sionismo non mi consente di far nulla di simile. Approvo sicuramente i suoi scopi, sono fiero della nostra Università di Gerusalemme, mi fa immenso piacere la prosperità del nostro insediamento. D’altro canto, però, io non penso che la Palestina possa mai diventare uno Stato ebraico, né che il mondo cristiano e il mondo islamico sarebbero disposti a vedere i loro luoghi sacri in mano agli ebrei. A mio avviso sarebbe stato più sensato fondare una patria ebrea in una terra con meno gravami storici. Sono però consapevole che questa mia opinione razionale non avrebbe mai suscitato l’entusiasmo delle masse né ottenuto l’appoggio finanziario dei ricchi. Devo tristemente riconoscere che l’infondato fanatismo della nostra gente è in parte colpevole di aver suscitato la diffidenza araba. Non provo alcuna simpatia per una religiosità ebraica mal diretta, che trasforma un pezzo di mura erodiane in cimelio nazionale, offendendo così i sentimenti della gente del luogo. Giudichi dunque lei se io, avendo simili opinioni critiche, possa essere la persona giusta per farsi avanti e confortare un Popolo deluso da speranze ingiustificate”.[1]

[1] Lettera scritta a Vienna nel 1930 e indirizzata al Dr. Chaim Koffler. Documento tratto dall’Archivio Freud che raccoglie i carteggi messi a disposizione da Anna Freud ed Eredi.

vanni ha detto...

Egregio Nautilus, Lei mi adesca e induce a sputare il rospo a ruota libera.
Relativamente al pregiudizio antisemita penso al mondo occidentale. In quanto ai musulmani mi par di capire nutrano un odio annientatore per tutto quanto è altro da sé, osservando Kashmir e Sudan, Curdistan e Filippine, osservando la vigilanza prestata a templi indù e statue di Buddha (o simile a sé osservando le moschee obiettivo di esplosioni). Connessioni con il colonialismo occidentale o rivalse io qui non ce le vedo. In realtà non so, può essere che nella gerarchia dell'odio islamico gli ebrei godano di una posizione privilegiata fra gli Occidentali.
Si tratterebbe dunque per Israele di un “trapianto” sbagliato? Possiamo pure accettare (lo concediamo?) uno Stato di Israele, ma proprio lì, diamine! Magari lo Stato d'Israele l'avessero fondato comprando l'Alaska al momento giusto. Quanti problemi in meno, e anche il futuro dottor Freud, con i calzoni corti, sarebbe stato d'accordo.
Fantapolitica: un Israele con 80 milioni di abitanti e confini ben più allargati - in grado di garantire profondità strategica - darebbe minori problemi di coscienza all'Occidente, non più di quelli che gli dà la Cina. Discorso assurdo, basta.
Proviamo a rincorrere nella storia i trapianti effettuati e subiti. C'è della bella roba per tutti, andremmo davvero lontano.
Misurarsi significa anche mostrare altre prospettive. Nella mia dabbenaggine ricordo le trattative con Egitto e Giordania, fatte tra leader forti avveduti e consapevoli delle loro popolazioni. Mi piace vedere Israele come uno Stato non aggressivo che confina con altri Stati diversi, diversissimi. Non intendo accreditare l'idea del corpo estraneo (o impuro: sono ebrei) in un'area proibita. Vedo una grande occasione di sviluppo e di futuro fecondo e indipendente per tutte le popolazioni che su quell'area insistono, una occasione che è sempre lì per essere còlta. Studiano musulmani in scuole israeliane?
Certo io parlo così perché sono occidentale e sono arrivato oggi e qui con una mia storia bestiale di millenni, ho le mie belle convinzioni e i miei bei princìpi, vivo in un mio mondo che non è il giardino delle delizie ma che non baratterei con altri mondi sul mercato neanche ma neanche ma neanche.
Non mi passa proprio per il cervello di mettermi in testa certe idee e magari ragionare e sragionare di grandi califfati o umme universali (mirabili piacevolezze diverse ma con più di una affinità le abbiamo già masticate anche in Occidente e anche recentemente). Per parte mia intendo spendermi per altre prospettive e altre speranze.
Riguardo alle destabilizzazioni dell'area, ne abbiamo viste delle belle anche senza Israele; del resto fino a meno di cent'anni fa in quell'area c'erano gli Ottomani, guarda adesso.
In quanto a Gaza condannata a vivere in condizioni spaventose, ho anche lì le mie opinioni sull'identità dei boia, e mi piacerebbe avere una contabilità degli aiuti ricevuti dai Palestinesi.
Panebianco conclude sul Corriere (pensa pure lui a qualche trapianto?):”Ma quella tragedia anticiperebbe o accompagnerebbe una grande sconfitta occidentale: la vittoria di concezioni, modi di vita, istituzioni, antitetici ai nostri e a noi ostili.”
L'Occidente è Israele: non intendevo precisare la ragione per la quale Israele è odiato, ma precisare la ragione per la quale Israele dev'essere sostenuto.
Proprio nessuna tragedia se l'Occidente comincia a dare a Israele demografia, geopolitica e profondità strategica. Nel passeggero offuscamento obamiano degli Stati Uniti vorrei si preparasse a farlo in particolare l'Europa - attualmente così compresa nella tutele delle arselle - evitando in tal modo quella sconfitta, sua per prima, che sembra paventare Panebianco.
Egregio Nautilus, mi concede una tregua - una hudna, anzi - di un paio di settimane?

GiuseppeR ha detto...

Il dubbio di Nautilus mi stuzzica. Mi ha fatto pensare al testo di geografia che mio figlio studiava in seconda media. Raggruppava gli stati in aree "omogenee" ed il medio oriente era definito "regione islamica". Mi domandai perché "regione islamica" quando l'Europa non era definita "regione cristiana" o "regione illuminista" ma semplicemente "regione europea". Mi sorprendeva la mancanza di rispetto verso le numerose comunità di fede e culura non islamiche che da millenni popolano quelle terre. Poi, entrando nel merito dei singoli stati, con dovizia di particolari, si insisteva sul declino della religiosità nei paesi europei e si evidenziava la tendenza multiculturalista e l'inarrestabile immigrazione. D'altro canto si guardava bene dall'evidenziare la mancanza di diritti politici, di libertà, di rispetto per la donna che, nei paesi a maggioranza islamica, dipende proprio dalla loro matrice religiosa e culturale. Ho iniziato a capire il problema che ci attanaglia, anche se non ne abbiamo piena coscienza. Era chiaro che gli autori di quel libro, avevano perso le motivazioni che fino a qualche decennio fa ci facevano sentire, con qualche affetto, parte di un popolo, di una cultura. Questo senso di identià è stato tenacemente eroso da uno scetticismo che vede una realtà in continuo divenire senza alcun riferimento assoluto, sia esso religioso o civile. La Fede diventa cibo per menti deboli e l'uguaglianza e la libertà, anche svincolate da una radice religiosa, sono sempre qualcosa di "relativo". Diventa estremamente difficile trovare uno scopo che valga il sacrificio, sia esso la fatica di mantenere la propria famiglia o, al limite, la morte per la difesa dei propri valori. Insomma mentre è in corso una inesorabile demolizione della nostra identità, che finisce ad appiattirsi in una mera ricerca del piacere e dell'utilità materiale, è inevitabile che, prima o poi, si diventa reticenti e timorosi verso chi, all'estremo opposto, si nutre di una ideologia totalitaria e non accetta mediazioni anche perché riconosce il degrado morale in cui siamo caduti. Quello che conta è illudersi di poter stare in pace. Giù il cappello, quindi, di fronte ai leader della "regione islamica", e chi se ne frega di quelle pazze comunità cristiane che lì subiscono il martirio a causa del loro testardo accanimento ad esistere. Perchè stracciarsi le vesti, chi glielo fa fare a rischiare la pelle per questa obsoleta idea identitaria. Se poi arriva un popolo che, come nel remoto passato, vuole costituirsi in Stato per realizzare il suo sogno, beh, è un vero e proprio scandalo. Nel XX secolo queste cose non vanno più, mica siamo ai tempi della rivoluzione americana o del risorgimento italiano! chi si credono di essere questi ebrei, non hanno il diritto di turbare il nostro quieto vivere! Ci sono argomenti politici, storici, culturali che possono giustificare l'esistenza di quel piccolo stato? Si, ce ne sono, ma chissenefrega, conta solo non stuzzicare quelli là con il corano in mano! Il nostro problema è morale perché non siamo in grado di concepire che può esistere qualcosa per cui valga la pena di affrontare lotte e sofferenze. E la perdita del giudizio morale va di pari passo con l'offuscamento della ragione perchè è una illusione terribilmente sciocca pensare che ci sarebbe la pace se non ci fosse lo stato di Israele.

Nautilus ha detto...

“Egregio” a mmìa? Ma come si permette! Via Vanni, a Lei ci perdono perché..per tante ragioni.:) E Lei perdoni me, se può. Per la tregua (anzi per la pace) ero d’accordo però vede che non siamo soli, c’è anche Attento che adesca..Mi permetto una sola osservazione: ammettiamo pure che tutto quel che Lei scrive sia sacrosanto, spesso però i fatti non contano perché vale di più la lettura che di essi viene data. E a quella mi riferivo.

Caro Attento non so, a me non c’è nulla che ripugni più di certe satrapie arabe o d’una repubblica teologica e quel che vedo delle manifestazioni dell’Islam nel mondo mi preoccupa e, da laico e tollerante, mi offende nel profondo. Penso anche che dobbiamo difendere le nostre conquiste di civiltà liberale a qualsiasi costo, anche il più estremo, quella è forse l’unica guerra per la quale mi sentirei di scendere in trincea, sapendo senza dubbi d’aver ragione.
Quindi, almeno per me, nessun malinteso “appeasement” o mollezza “democratica” nei confronti d’una ideologia assolutamente opposta a tutto quello in cui credo.
Però proprio questi valori mi impediscono di stare ciecamente dalla parte d’Israele e approvare tutto quel che ha fatto e fa solo perché c’è un pericolo comune. Forse quando sarò in trincea è un lusso che non potrò più permettermi, ma fino ad allora vorrei pensare con la mia testa e dire cos’è giusto e cos’è sbagliato, secondo me.
Nel caso specifico la tragedia è che laggiù in Palestina ci sono due ragioni che si scontrano, questa è un ovvietà ripetuta da molti, e per me è impossibile abbracciare una ragione negando quindi l’altra. Per tirare fuori il rospo, come dice Vanni, fossi nato in Israele probabilmente vorrei più muri, carri e aerei per proteggermi, fossi nato in Cisgiordania…beh, l’analogo dall’altra parte, ci siamo capiti.

GiuseppeR ha detto...

" in Palestina ci sono due ragioni che si scontrano"

Innanzitutto direi in Israele e in Palestina. Già della scelta dei nomi si intuisce una censura.

Dopodiché, andando al nocciolo della questione, finché esiste una leadership che oppone un assoluto e dichiarato rifiuto di riconoscere l'esistenza di Israele non ho dubbi da che parte stia la "ragione". Tutto il resto sono chiacchiere da "appeacement" cioè fette di prosciutto che ci mettiamo davanti gli occhi per non ammettere la dura realtà; Hamas, Hezbollah, Iran e decine di stati islamici vogliono solo una cosa: la distruzione dello Stato di Israele senza se e senza ma chiunque sieda al governo USA o Israeliano o Europeo. Non è la tua appartenenza alla "civiltà liberale" che ti impedisce di ammetterlo, bensi ma la degenerazione di quella civiltà da "liberale" a "amorale" cioè una civiltà che non è più in grado di ammettere l'esistenza del male.

Nautilus ha detto...

Ciao Attento, nessuna censura, la Palestina (storicamente e geograficamente) che io sappia è la regione fra il mare e il Giordano, comprende quindi Israele e gli attuali territori dove stanno i palestinesi, l’ho usato per abbreviare.
Sul resto che scrivi ti dirò le mie idee. Sono poche e tagliate con l’accetta, però una di esse è stata (non so quanto autorevolmente..) confermata da Alessandro Piperno: “gli israeliani si sentono spacciati.” Questo lo penso da anni e secondo me spiega molti dei comportamenti d’Israele. Secondo: non i “capi” ma il popolo palestinese non vuole la pace, perché non vuole arrendersi. D’altra parte neanche gli ebrei accettarono la “pax romana”, a volte un popolo s’impunta e non c’è verso di fargli cambiare idea. Per fargliela cambiare Israele ha a disposizione i soliti mezzi, il bastone e la carota. Siccome la carota (cioè uno stato palestinese indipendente e prospero in cambio della pace) ha il difetto di spostare nel tempo il rischio di conflitto ma di ritrovarselo decuplicato fra un po’, allora rimane solo il bastone. Chissà che a forza di bastonate in testa non si convincano, e se non si convincono, beh, almeno non corriamo rischi, intanto. Poi si vedrà, proprio mal che vada abbiamo le atomiche.
Come vedi non sono ragionamenti sofisticati e non affronto il problema sul chi abbia ragione e torto, se tu invece lo sai, e sai dove sta il male in tutto ciò, va bene, per me non è così chiaro. Il male è ciò che fa soffrire l’uomo. La fondazione d’Israele è stata un bene per gli ebrei, un male per gli arabi. Se per te “il male” è qualcosa di assoluto e metafisico e soprattutto unilaterale non son d’accordo, essere liberali secondo me sta anche nel non cadere nella logica del “Gott mit uns” o del “Grande Satana”.
Certo,se qualcuno vuol venire in casa mia a imporre le sue visioni del mondo, ecco questo, come scrivevo nel post precedente, sarà il suo "bene", non il mio, e mi difenderei fino all'estremo.

Caroli ha detto...

È diventato un dibattito a due, con post troppo lunghi. Intervenga, Professore.