Ho seguito tutto l'incontro e - al di là delle sottolineature del moderatore che mi sono sembrate invero un po' a sé stanti e perseguenti un percorso autonomo rispetto al tema proposto e alla natura delle comunicazioni degli ospiti - ho trovato il suo intervento chiaro, profondo e ricco di stimoli preziosi, bello anche per la cura e la misurata passione con cui lo ha esposto. E' stato un piacere ritrovare espresse in un discorso d'insieme così efficace e coerente le argomentazioni che giorno dopo giorno abbiamo il piacere di leggere nei suoi scritti su questo blog e altrove, e una consolazione ascoltare gli applausi che hanno accompagnato i punti salienti della sua relazione. Davvero un incentivo e uno stimolo per chi, come me, si accinge a intraprendere la fatica di un nuovo anno scolastico: oltre a trasmettere motivazioni in più, ascoltare questi discorsi e constatare che c'è molta gente che li condivide ispira anche una maggiore fiducia nella possibilità che possa venire un nuovo umanesimo che, come reazione civile delle persone dotate di cultura e di buon senso, possa in qualche modo arginare la preoccupante deriva cui andiamo incontro.
stamattina, durante un corso di aggiornamento che trattava d'altro, una collega docente di matematica alle medie ha detto che la matematica attuale è sempre meno teorica e sempre più pratica, al punto che c'è un nuovo libro (inglese, mi pare che abbia detto) fatto solo di esercizi. sarà perchè io la matematica non la so, ma non riesco proprio a immaginarmelo. per lei invece era cosa buona e giusta, evidentemente
Saluton! (Si tratta di un saluto in lingua Esperanto.) Condivido la sostanza e l’impostazione del Suo intervento al recente Meeting di Rimini, e riguardo alla spiritualità – intesa in senso lato, come facoltà che ingloba la sfera intellettuale, quella morale, quella religiosa – sottolineo che non di rado viene associata più alla dimensione individuale che alla dimensione sociale della persona, mentre essa si manifesta essenzialmente attraverso le relazioni di una persona con gli altri esseri umani. Penso che in un contesto educativo non confessionale sarebbe auspicabile riuscire a parlare di Dio senza citare esplicitamente il termine "Dio".
Il tema del Meeting di Rimini 2012 è stato: “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”. A questo proposito, lascio la parola al matematico Ennio De Giorgi (1928-1996):
«Certamente neanche le più grandi scoperte di questo secolo [XX], le più ardite teorie fisico-matematiche, la relatività generale, il Big Bang, il principio di indeterminazione, gli spazi a infinite dimensioni di Hilbert e Banach, i teoremi di Gödel, danno una risposta alle domande fondamentali riguardanti il mondo, Dio, l’uomo. Tuttavia tali scoperte e teorie hanno avuto un grande merito: hanno liberato lo spirito umano da una concezione troppo angusta della realtà, dalle paure di tutto ciò che appare inatteso e paradossale». «Vi è indubbiamente un salto non facile fra discorso matematico e discorso filosofico; certamente, fra discorso matematico e discorso di fede vi è un salto molto più grande: Dio non può essere ridotto al “primo ente autocomprensivo”. Abbiamo allora la sensazione di non poter applicare categorie puramente logiche». «Ciò di cui io sono capace è una testimonianza minima, la testimonianza della mia convinzione che alla fine la sapienza [in senso ampio] è al centro di tutto e che la fede, la scienza, l’etica sono tanti rami della sapienza». [Tratto dallo scritto “Valore sapienziale della Matematica”, incluso come Appendice A in: “Ennio De Giorgi – Hanno detto di lui…”, Quaderno 5/2004 del Dipartimento di Matematica “Ennio De Giorgi” dell’Università degli Studi di Lecce, a cura di Giuseppe De Cecco e Maria Letizia Rosato, Ed. del Grifo 2004, p. 165-177.]
Senza rinunciare alle rispettive autonomie di scienza e fede religiosa (conquista imprescindibile del pensiero moderno), si tratta di seguire l’itinerario: scienza, coscienza ... Sapienza. Una sorta di ‘ritorno in avanti’ al significato fondamentale della realtà.
5 commenti:
Ho seguito tutto l'incontro e - al di là delle sottolineature del moderatore che mi sono sembrate invero un po' a sé stanti e perseguenti un percorso autonomo rispetto al tema proposto e alla natura delle comunicazioni degli ospiti - ho trovato il suo intervento chiaro, profondo e ricco di stimoli preziosi, bello anche per la cura e la misurata passione con cui lo ha esposto. E' stato un piacere ritrovare espresse in un discorso d'insieme così efficace e coerente le argomentazioni che giorno dopo giorno abbiamo il piacere di leggere nei suoi scritti su questo blog e altrove, e una consolazione ascoltare gli applausi che hanno accompagnato i punti salienti della sua relazione. Davvero un incentivo e uno stimolo per chi, come me, si accinge a intraprendere la fatica di un nuovo anno scolastico: oltre a trasmettere motivazioni in più, ascoltare questi discorsi e constatare che c'è molta gente che li condivide ispira anche una maggiore fiducia nella possibilità che possa venire un nuovo umanesimo che, come reazione civile delle persone dotate di cultura e di buon senso, possa in qualche modo arginare la preoccupante deriva cui andiamo incontro.
stamattina, durante un corso di aggiornamento che trattava d'altro, una collega docente di matematica alle medie ha detto che la matematica attuale è sempre meno teorica e sempre più pratica, al punto che c'è un nuovo libro (inglese, mi pare che abbia detto) fatto solo di esercizi.
sarà perchè io la matematica non la so, ma non riesco proprio a immaginarmelo. per lei invece era cosa buona e giusta, evidentemente
Sciocchezze da chi non capisce un acca di matematica. Si legga il nostro nuovo libro "Pensare in matematica".
Saluton! (Si tratta di un saluto in lingua Esperanto.)
Condivido la sostanza e l’impostazione del Suo intervento al recente Meeting di Rimini, e riguardo alla spiritualità – intesa in senso lato, come facoltà che ingloba la sfera intellettuale, quella morale, quella religiosa – sottolineo che non di rado viene associata più alla dimensione individuale che alla dimensione sociale della persona, mentre essa si manifesta essenzialmente attraverso le relazioni di una persona con gli altri esseri umani.
Penso che in un contesto educativo non confessionale sarebbe auspicabile riuscire a parlare di Dio senza citare esplicitamente il termine "Dio".
Giorgio Della Rocca
Il tema del Meeting di Rimini 2012 è stato: “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”.
A questo proposito, lascio la parola al matematico Ennio De Giorgi (1928-1996):
«Certamente neanche le più grandi scoperte di questo secolo [XX], le più ardite teorie fisico-matematiche, la relatività generale, il Big Bang, il principio di indeterminazione, gli spazi a infinite dimensioni di Hilbert e Banach, i teoremi di Gödel, danno una risposta alle domande fondamentali riguardanti il mondo, Dio, l’uomo. Tuttavia tali scoperte e teorie hanno avuto un grande merito: hanno liberato lo spirito umano da una concezione troppo angusta della realtà, dalle paure di tutto ciò che appare inatteso e paradossale».
«Vi è indubbiamente un salto non facile fra discorso matematico e discorso filosofico; certamente, fra discorso matematico e discorso di fede vi è un salto molto più grande: Dio non può essere ridotto al “primo ente autocomprensivo”. Abbiamo allora la sensazione di non poter applicare categorie puramente logiche».
«Ciò di cui io sono capace è una testimonianza minima, la testimonianza della mia convinzione che alla fine la sapienza [in senso ampio] è al centro di tutto e che la fede, la scienza, l’etica sono tanti rami della sapienza».
[Tratto dallo scritto “Valore sapienziale della Matematica”, incluso come Appendice A in: “Ennio De Giorgi – Hanno detto di lui…”, Quaderno 5/2004 del Dipartimento di Matematica “Ennio De Giorgi” dell’Università degli Studi di Lecce, a cura di Giuseppe De Cecco e Maria Letizia Rosato, Ed. del Grifo 2004, p. 165-177.]
Senza rinunciare alle rispettive autonomie di scienza e fede religiosa (conquista imprescindibile del pensiero moderno), si tratta di seguire l’itinerario: scienza, coscienza ... Sapienza.
Una sorta di ‘ritorno in avanti’ al significato fondamentale della realtà.
Giorgio Della Rocca
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