lunedì 24 marzo 2008

COMUNICATO STAMPA

Gruppo di Firenze
per la scuola del merito
e della responsabilità


Mercoledì 26 marzo alle 15,30 si terrà presso il Liceo “Visconti” di Roma la conferenza stampa di presentazione di una lettera aperta ai partiti e ai candidati alle prossime elezioni. Titolo: “Scuola: un partito trasversale del merito e della responsabilità”.
Di fronte alla grave crisi della scuola italiana, minata da decenni di falso egualitarismo e di buonismo, il gruppo dei firmatari, di grande prestigio e autorevolezza, si rivolge a tutti i partiti perché diano risposte convincenti e assumano impegni precisi davanti agli elettori. In altre parole, quali provvedimenti, ispirati ai valori del merito e della responsabilità, prenderanno per garantire la serietà, il rigore e l’efficacia della scuola?
La polemica di questi giorni sugli “esami a settembre” e i corsi di recupero lascia intravedere, al di là degli indubbi problemi che le nuove norme hanno creato, una forte resistenza ad un cambiamento in questo senso.
La lettera è firmata (in ordine alfabetico) da Gian Luigi Beccaria, Giovanni Belardelli, Remo Bodei, Piero Craveri, Giorgio De Rienzo, Giulio Ferroni, Ernesto Galli della Loggia, Sergio Givone, Giorgio Israel, Mario Pirani, Lucio Russo, Giovanni Sartori, Aldo Schiavone, Sebastiano Vassalli, Salvatore Veca. Alcuni dei firmatari hanno assicurato la loro presenza.


Per chiarimenti e informazioni:
Giorgio Ragazzini – 055 5000 881 / 347 613 55 36 / giorgio.ragazzini@libero.it

5 commenti:

Morpy ha detto...

Come ho scritto in Rivista Digitale della Didattica: "Non se ne può più" http://www.rivistadidattica.com/editoriali/editoriali_21.htm. I docenti debbono essere messi in grado di lavorare. Piero Morpurgo

Unknown ha detto...

La situazione della scuola italiana balza agli occhi di chiunque sia disposto a prestare un minimo di attenzione; quando poi si aggiungono le impietose e incontestabili classifiche di enti internazionali (PISA) anche i ciechi sono costretti a vedere. Purtroppo ho l'impressione che la classe politica, nella sua beata incoscienza, non si sia ancora minimamente accorta del problema, come dimostra il fatto che la scuola non viene mai menzionata nei discorsi elettorali.
Giuseppe Ferrero (insegnante di matematica in pensione) - Grottammare (AP)

gelubra ha detto...

Caro Professore Israel,
sto leggendo avidamente le pagine del suo ultimo libro (sono arrivato a pag.57)e, benchè non lo abbia ultimato, sento la necessità di rivolgerle i miei più sinceri complimenti per la lucidità, la meticolosità e la passione civile e intellettuale con cui lei affronta il complessivo collasso della formazione che tutti noi, nelle scuole come nelle Università, a differenti gradi di responsabilità, verifichiamo e patiamo.
La sua capacità di prendere di petto le insulse "mitologie" imperanti nella scuola e nell'Università, smascherandone la fragilità epistemologica ed evidenziandone il contributo che esse forniscono ad una dequalificazione dell'educazione in Italia, è cosa preziosa ed encomiabile. Personalmente, lei ha meritoriamente messo in chiaro, conferendo ad esse il profilo di un'analisi organica ed evidenziando il lungo corso di una disfatta della nostra scuola, riflessioni, dubbi, insofferenze, sulle quali andavo meditando da tempo e che la mia esperienza di insegnante mi sollecita a considerare ogni giorno di più.
Io rimango convinto che nel generale panorama di disfacimento e di macerie culturali tra le quali ci aggiriamo tentando, ognuno con il suo sapere e la sua coscienza, di navigare contro-corrente, le vere vittime restino gli studenti, deprivati, a seguito di scelte pedagogiche suicide oppure organicamente conformi ad una certa idea "utilitaristica" del sapere concepito come merce, di una scuola di qualità, fatta di rigore educativo e di trasmissione del senso più alto e nobile della nostra Tradizione culturale.
Mi creda professore, sono gli autentici bisogni formativi dei ragazzi, che alla fin fine riescono ancora a capire chi veramente ha a cuore il loro futuro e la loro formazione - anche se questo qualcuno spesso è costretto a fare la faccia feroce nei loro confronti, pur di proteggerli da un andazzo generale ispirato a lassismo, buonismo e demagogismo a buon mercato -che trattengono molti di noi, nelle scuole superiori, a mandare tutto per aria e a cercare altrove le ragioni della propria realizzazione professionale. Sono ancora i ragazzi - le potrà sembrare strano o forse un po' paternalistico - la loro ingenuità e la loro fondamentale integrità umana a darci motivazioni per continuare in questa impresa, che per molti versi ci appare improba. Nelle scuole, mi creda, ci è rimasta ancora la possibilità (ma non so fino a quanto tempo ancora) di chiudere la porta dell'aula, infischiandocene di insulsi progetti, di mitologie informatiche, di valutazioni ispirate alla docimologia, di insipido didattichese, ci è rimasta, dicevo, la possibilità di sbarrare la porta a questo equivoco "nuovo" che avanza e di aprire una pagina di un classico, leggerla con trasporto ai ragazzi e capire che attraverso essa quegli studenti hanno scoperto mondi nuovi, esperienze emotive e intellettuali impareggiabili. Tutto ciò necessiterebbe, per consolidarsi, naturalmente, di un lavoro di equipe, di una concertazione sui contenuti e sulle vere e feconde metodologie da praticare, che l'organizzazione burocratica e indifferente al merito e alla qualità della docenza impedisce di realizzare.
Ecco che, perciò, siamo consegnati ad un forzoso lavoro da "solitari", fantasisti della parola immaginifica in un mondo di piattezze prosaiche e di scempiaggini pseudo-culturali.
Scusi questo sfogo, professore, e sappia che il suo libro sarà oggetto, da parte mia, di una accurata campagna di promozione presso quei colleghi (e non sono pochi senza essere tutti) che sono veramente interessati al futuro del nostro lavoro.
Grazie
Gennaro Lubrano Di Diego

Unknown ha detto...

Salve!
Sono uno studente universitario, e mi sono diplomato da poco con il massimo dei voti.
Nonostante la mia giovane età, mi sento molto preso dai problemi della scuola, perché l'ho vissuta e la sto vivendo, e perché un giorno vorrei diventare insegnante.

Credo che molte cose debbano cambiare, e prima fra tutte il riconoscimento del merito degli alunni.

Sono molto interessato a questa iniziativa, e spero che possa spronare i candidati premier a fare MOLTO di più di quello che gli ultimi governi hanno messo in atto.

Ho provato a cercare sul web, ma non ho trovato da nessuna parte il testo di questa lettera, che mi piacerebbe molto leggere integralmente!

Un cordiale saluto
Michael

Giorgio Israel ha detto...

Questo è il testo del documento per chi lo ha chiesto:

Scuola: un partito trasversale del merito e della responsabilità

Lettera aperta ai partiti e ai candidati
Tutti, a parole, considerano centrale la scuola per il futuro del paese. I partiti hanno però il dovere di esporre con chiarezza ai cittadini-elettori i loro programmi in materia di istruzione. Programmi che ovviamente saranno in parte diversi; ma che dovrebbero tutti aprirsi con questo preambolo: “Sia le riforme, sia il governo e la vita della scuola a tutti i livelli dovranno ispirarsi ai criteri di merito e di responsabilità”. L’aggiornamento dei programmi, la riorganizzazione dell’istruzione superiore, l’autonomia delle scuole potranno dare risultati effettivi e duraturi solo recuperando e mettendo in pratica questi elementari principi dell’etica pubblica e privata.
Al ministro uscente va riconosciuto di aver avviato, almeno in parte, un’inversione di tendenza dopo decenni di lassismo. Noi pensiamo che esista un largo consenso trasversale sulla necessità di una scuola più rigorosa. Ma per questo “partito del merito e della responsabilità” è arrivato il momento di manifestarsi e di assumere precisi impegni di fronte all’elettorato: quello di offrire ai nostri ragazzi una scuola più qualificata ed efficace, ma insieme più esigente sul piano dei risultati e del comportamento; e quello di restituire ai docenti, spesso demotivati e resi scettici da troppe frustrazioni, il prestigio e l’autorevolezza del loro ruolo, intervenendo però con tempestività e rigore nei casi (pochi, ma negativi per l’immagine della scuola) di palese negligenza o inadeguatezza.
I dirigenti scolastici infine andranno valutati in primo luogo per la loro capacità di garantire nel proprio istituto professionalità e rispetto delle regole da parte di tutti.
Su questi temi ci attendiamo che giungano presto risposte convincenti e annunci di impegni precisi da parte di tutte le forze politiche, insieme a proposte e riflessioni di tutti coloro che hanno a cuore il presente e il futuro della scuola.
Gian Luigi Beccaria, Giovanni Belardelli, Remo Bodei, Piero Craveri, Giorgio De Rienzo, Giulio Ferroni, Ernesto Galli della Loggia, Sergio Givone, Giorgio Israel, Mario Pirani, Lucio Russo, Giovanni Sartori, Aldo Schiavone, Sebastiano Vassalli, Salvatore Veca