Non dimenticherò mai una vicenda che mi fece capire molte cose dei bambini. Fu mentre il mio figlio maggiore frequentava le elementari. Per premiarlo di avere appreso a scrivere bene decisi di regalargli una bella penna: niente di speciale, ma appena qualcosa di più di una comune biro. Un giorno tornò a casa senza la penna e non si riusciva a capire che fine avesse fatto. Raccontò una storia senza capo né coda che mi mise in agitazione perché era una balla evidente. Lo interrogai e mi propinò un’altra storia ancora più incredibile della prima. E siccome non la bevevo cominciò un crescendo di storie, una dopo l’altra, una più assurda dell’altra. Credevo di diventare matto e mi chiedevo chi avevo di fronte. Risolse tutto la sua tata che, con la saggezza dell’età e dell’esperienza, evitò il clima da interrogatorio, e riuscì a sapere come stavano le cose: aveva fatto uno scambio con un compagno per una volgare penna replay e poi aveva temuto di dispiacermi.
Da quel momento guardo con sconcerto alle recenti fallimentari inchieste su bambini ritenuti vittime di abusi, tutte basate su “deposizioni” che alla fine risultano costruzioni sulla sabbia. Soltanto un genitore inesperto o una persona che non abbia mai frequentato un bambino può credere di poterne ottenere una testimonianza affidabile in una condizione di “interrogatorio”, in cui egli sa che quel che dirà è decisivo in qualche senso e, a seconda dell’idea che si farà di questo “senso”, propinerà questa o quella versione. Il colmo è che si tratta di “specialisti” che pretendono di saperne più dei comuni mortali della psiche infantile, confezionano disastri che scassano in modo gravissimo equilibri familiari – come hanno dimostrato i casi recenti – e sembrano non essere tenuti a pagare alcuna penale per i loro banali errori.
Quel che spaventa è la concorrenza di tre “competenze” – psicologi, assistenti sociali e magistrati – che conferisce a questi interventi un potere straordinario e insindacabile e permette di compiere senza esitazione atti di portata enorme, come quello di sottrarre dei bambini alle famiglie per un vago sospetto basato su testimonianze prive di fondamento serio. Ricordo il caso di un bambino che diceva di aver sentito che i suoi genitori talvolta di notte lottavano… In una condizione sana una simile vicenda dovrebbe essere oggetto di ilarità e, al più, di una raccomandazione ai genitori di stare più attenti nelle loro effusioni. Invece oggi crea la paura che, se la storia arriva alle orecchie dell’“esperto” di turno, il bambino potrebbe essere sequestrato in attesa di accertamenti.
Siamo di fronte a quella situazione patologica ben definita da Nicoletta Tiliacos come “la dittatura degli esperti”, la quale si manifesta in ogni campo: è un pullulare di metodologi che appaiono investiti del potere di decidere come ci si debba comportare in ogni cosa, anche se del contenuto specifico di quei comportamenti mostrano di non sapere nulla. Com’è appunto il caso di quegli psicologi che pontificano teoricamente sull’“affettività” e poi dimostrano concretamente di essere un disastro sul piano affettivo. Spero che questo spieghi perché insisto a denunciare i guasti del pedagogismo nell’istruzione. Anche se i danni non appaiono così immediatamente macroscopici come la sottrazione di un bambino alla famiglia, in prospettiva non sono minori. Cosa direste di una persona che non sappia un acca di matematica o di letteratura e pretenda però di dettare legge su “come” le si debba insegnare? L’educazione è in mano a apprendisti stregoni del genere.
(Tempi, 5 giugno 2008)
6 commenti:
A proposito di quanto ha scritto all’inizio di questo post consiglio il bel romanzo “Espiazione” di Ian McEwan che descrive molto bene lo stato d’animo di una ragazzina testimone di un reato commesso da una persona che lei ritiene di sapere perfettamente chi è. So che ne hanno fatto pure un film ma non credo che riesca a rendere altrettanto bene quest’aspetto della storia.
Invece tanto per farci quattro risate vi racconto questa:
Quando una delle mie figlie andava all’asilo, in occasione della festa di San Martino, la maestra raccontò ai bambini la storia di San Martino e del poverello e di come il primo avesse diviso il suo mantello con chi ne aveva di bisogno. Poi la maestra aveva invitato i bambini a disegnare in due, tre vignette l’episodio.
Qualche giorno dopo la maestra mi convocò a scuola, il problema era che mia figlia, avendo preso alla lettera le descrizioni fatte dalla maestra, aveva disegnato il poverello nudo con tutti gli attributi al loro posto e questa circostanza aveva allarmato l’insegnante fino al punto da ritenere fosse giusto convocarmi per mostrarmi il disegno. Per fortuna che a quei tempi non esisteva ancora la “dittatura degli esperti” altrimenti mio marito avrebbe sicuramente passato qualche guaio!
Una volta, su un altro blog, un utente burlone aveva lanciato un appello contro l'utilizzo di ossido di diidrogeno nella preparazione di bibite gassate. Tantissimi utenti hanno gridato allo scandalo, alle commissioni di vigilanza che non funzionano, al complotto, ecc...
Solo dopo un po' qualche altro utente (che era stato al gioco) ha scritto la formula chimica dell'ossido di diigrogeno: H20.
Questo per dire che spesso basta riempire i propri interventi di paroloni per fare in modo di avere un'ottima base pubblicitaria! Se poi si è "esperti" in materia...
Possibile che sia morto il buonsenso?
Gentilissimo Prof. Israel,
ho appena letto le prime 4 pagine del Suo "Chi sono i nemici della scienza?". E' un libro che mi pare eccezionale. Lei è una delle rare persone in Italia che ha il coraggio di denunciare la sciagura che si è abbattuta sulla scuola italiana. Con profondo dolore, vedo che si è persa la volontà di insegnare con amore e di trasmettere il piacere del sapere. Viaggio spesso e all'estero (soprattutto in paesi come Polonia e Romania) vedo che questo amore c'è ancora....che tristezza. Continui così, non si lasci scoraggiare dalle critiche feroci.
Per il momento di critiche feroci non ne ho poi ricevute. Solo alcune critiche a mezza voce. Mi piacerebbe molto che ci fossero critiche feroci a viso aperto. Ma è più facile e comodo ignorare.
Comunque, a tutti coloro che hanno a cuore la scuola e l'immagine della scienza: scrivete. Non soltanto pubblicherò i vostri commenti, ma vi inviterò a inviare i vostri pezzi, se hanno un interesse generale, a siti più frequentati di questo blog. Bisogna farsi sentire.
Gentilissimo professore,
condivido in pieno le sue sacrosante critiche a questa scuola che incoraggia a diventare esperti di didattiche strane e svilisce chi tenta di trasmettere conoscenza. Bisognerebbe far capire ai pedagogisti improvvisati che non ci può assolutamente essere competenza se alla base con c'è una solida conoscenza.
Gradire, se non lo ha già fatto, che lei si interessasse dei progetti che imperversano nelle scuole e che hanno l'unico scopo di fare spendere centinaia di milioni di euro (dico "milioni") per creare inefficienza e far introitare soldi a enti "accreditati", a docenti "schiffarati" ( scusi il termine dialettale).
Buon lavoro!
Tempo fa ho commentato questa notizia con una battuta sul monossido di diidrogeno...
Ecco qui un link ad un sito (volutamente ironico) che segue l'idea da me riportata:
http://www.dhmo.org/
E facciamoci due risate!
Posta un commento