Ogni tanto vado a navigare un poco per leggere qualche commento a quello che scrivo.
Poco, s'intende, perché non desidero perdere troppo tempo in questa attività e perché mai mi metterei a rispondere uno per uno a tutti i commenti che si possono trovare in giro.
Ma di tanto in tanto è istruttivo cercare di capire come viene recepito quel che scrivi, soprattutto come viene recepito da chi non è d'accordo.
Ho raccolto qualcuno dei commenti più cattivi per fare qualche riflessione in merito.
Naturalmente, è facile trovare sul mio conto le solite sparate antisemite. Come altrimenti chiamare il fatto che uno la butti subito sull"ebreo"? Per esempio, dicendo che «i cognomi non mentono mai (o poche volte) "nomen homen" [sic]», e che «sono sempre più evidenti i legami tra servizi e sionismo», poiché «il primo compito del sionismo è infiltrare lo stato tramite le massonerie». Pare che il fatto che i miei articoli costituiscano una critica di certe azioni della maggioranza vadano interpretati come l'intenzione sionista di «rimuovere Berlusconi e mettercisi loro, così legheremo i nostri destini a quelli di Israele, per disintegrare completamente dal di dentro la principale identità cristiano cattolica che è quella italiana».
Un matto, direte. Già, ma di pazzie del genere ne circolano molte e forse le peggiori sono quelle più “moderate", come quelle di chi mi giudica dal fatto che ho messo un link a Fiamma Nirenstein e a Magdi Allam: «di ebrei reazionari è pieno e non c'è ragione che debbano essere migliori degli altri». Il vero scandalo - pensate un po' - è che un ebreo così sia «un docente». Di docenti "progressisti" e scandalosi ne conosco, in verità, parecchi.
Ma passi ancora. Non mi si dica che non è sintomatico questo: prevedere che il ministro Gelmini accusi i miei critici di «antisemitismo» così si avrebbe «una prova dell'idiozia della ministra» e del fatto che il mio articolo «ridicolo e trasugnante [sic] di bile» è «privo di argomenti».
Già, piacerebbe ma non accadrà…. E perché mai dovrebbe accadere? In un caso il ministro intervenne a dire che chi mi aveva definito come un «fondamentalista sionista» in modo assolutamente pretestuoso, era un antisemita. Ma se uno critica nel merito il mio articolo per i suoi contenuti perché mai si dovrebbe accusare di antisemitismo questa critica?
Certo, che se uno prima prevede che vi sarà un'accusa di antisemitismo nei confronti di chi mi ha criticato e quindi ne ricava la conclusione che io non ho argomenti perché l'unico modo che ho di sostenere le mie tesi è di accusare di antisemitismo chi le critica…. questa persona ha bisogno di una lezione di logica elementare. Oppure ha qualche problemino psicologico.
Il fatto interessante è un altro. E cioè che chi mi ha preventivamente classificato come un "reazionario fascista servo della Gelmini" e anzi longa manus del suo disegno di distruzione della scuola (e, per giunta, sionista) perde la testa di fronte a un paio di articoli che non riesce a far rientrare nella sua classificazione. «Non saprei dire come Galli Della Loggia o Israel si pongono nella geografia politica, se non pro o contro Gelmini (questi particolari pezzi mi paiono contro)». Oppure: «in questo articolo non emerge il vero pensiero di Israel». Per cui, in fin dei conti, il visionario di congiure sioniste contro Berlusconi non è più illogico di questi signori. Anche loro non ci capiscono niente e si chiedono come sia potuto succedere che sia sparito il mio "vero" pensiero - quello berlusconiano, s'intende - e che cosa ci sia "sotto".
Ebbene, sotto c'è una cosa semplicissima. Quale che sia il valore di quel che penso, io penso con la mia testa e dico quel che penso, e talora non è in consonanza con l'"autorità". Non sono il servo di alcuno. Forse è perturbante e persino sconvolgente, ma è semplicemente così. E allora, sì, un articolo è critico nei confronti della scelta del ministro Gelmini di aver affidato questa tematica a Corradini e aver firmato la sua proposta e l'altro è critico nei confronti del progetto di legge del direttore de Il Secolo Perina.
Sono diventato un nemico del governo oppure, siccome questo è impossibile, data la mia acclarata natura di sporco fascista sionista, ci deve essere "qualcosa sotto"? Perdete pure tempo attorno a questa inutile domanda.
Per parte mia dico che potrebbe anche accadere che mi dissoci da altre scelte governative sul tema dell'istruzione.
Sarà un bel rebus da risolvere.
La necessità assoluta (e devastante per chi vi obbedisce) di classificare la gente in amici e nemici si vede anche da un fatto.
Come mai - mi chiedo - come mai il professor Corradini, nominato esattamente come me presidente di un Gruppo di lavoro ministeriale e che è pervenuto a una relazione approvata dal ministro non viene definito e trattato come un servo berlusconiano, uno sporco traditore, un nemico del popolo, non viene paragonato a Marco Biagi, e non gli arrivano - come a me - messaggi in cui viene accusato di collaborazionismo con i fascisti al potere?
Come mai?
Forse perché il professor Corradini è a priori, e qualsiasi cosa faccia, un "compagno"?
E allora, se queste care persone ragionano così - e non sono poche a ragionare così, purtroppo - perché mai debbono lamentarsi che si diffondano tesi come quelle da me sostenute? Si diffondono e c'è chi da loro retta, perché opporre queste genere di obiezioni è penosamente perdente.
Leggo che c'è chi se la prende con ira “con chi ha lasciato che queste cose venissero dette senza opporre un solo argomento, un solo contraddittorio, uno straccio di discussione pubblica».
Già, ma per «opporre argomenti» bisogna che siano tali e non grida e insulti, epiteti e imprecazioni.
Per parte mia, da quando mi occupo di queste cose cerco confronti continuamente. Pochissimi mi hanno risposto e quando l'hanno fatto, anche in confronti pubblici, gli è andata assai male. Soprattutto quando si sono rifiutati di accettare il principio che quanto vado affermando sia una posizione legittima, ragionata, pensata in piena libertà. cui replicare con argomenti, non con insulti, e prendendo le mie tesi per quello che sono senza farne contraffazioni di comodo. Con chi ha voluto discutere in modo aperto e civile, senza scomuniche e contrapposizioni di principio e ideologiche, è stato possibile intendersi e anche trovare punti di accordo.
Gli altri sono perdenti. Perdenti a priori, perché hanno rinunciato a ragionare con la testa. Ed è inutile che si lamentino.
Qualcuno può davvero credere di distruggere i miei argomenti attribuendomi la tesi che «insegnare la Costituzione sa di totalitarismo»?
Basta leggere l'articolo. Ho detto il contrario. Ho avuto nel liceo un professore di storia e filosofia che ci ha tenuto una serie di lezioni di costituzioni comparate, da quelle napoleoniche alla nostra. Ricordo queste lezioni come una delle cose migliori del liceo. Quindi, insegnare le e "la" Costituzione va benissimo. Contesto che sia un bene indottrinare alla Costituzione come a un catechismo e soprattutto allo scopo di rifare un Uomo nuovo nella prospettiva di un'etica universale. Contesto che si voglia, in tal modo, far passare la solita pedagogia che ha massacrato la scuola italiana (quella pedagogia, non "la" pedagogia).
Infatti, c'è chi l'ha capito benissimo e ha osservato che io non dico «che non bisogna studiare la Costituzione o che non bisogna educare, ma che l'educazione è conseguenza della conoscenza e della cultura». Infatti. Si risponda a quel che scrivo senza trovare facili scappatoie falsificandolo.
Un altro dice che «meglio una testa ben fatta che una testa ben piena» è una frase di Montaigne e io crederei (ignorantone…) che sia di Edgar Morin. Lo so, lo so che è di Montaigne, e l'ho scritto. Ma ho spiegato che il modo in cui Morin l'ha ripresa è fasullo, sbagliato e fuorviante. Ho scritto in dettaglio su questo. Si può non condividere, ma il tema è questo e a questo bisogna rispondere. Non cavandosela con una mia (sperata) ignoranza.
Un altro dice che non devo aver mai messo piede in una scuola. Ho due figli in età scolare e conosco benissimo la scuola, il modo in cui s'insegna, i contenuti ed ho continui rapporti con insegnanti. E potrei anche osservare che c'è chi osserva migliaia di fatti (testa piena) e non ne capisce un acca (testa mal fatta).
Infine, c'è chi dice che Israel, Galli della Loggia e Gelmini - sempre uniti, sempre insieme, non possiamo che stare sempre insieme, siamo fascisti marchiati dalla nascita - stanno facendo alla scuola quello che fecero i black block a vetrine, sportelli bancomat e automobili a Genova….
Vabbè… Che dire? Consolatevi con l'aglietto, come si dice a Roma.
Lo sfacelo culturale della sinistra, di "questa" sinistra - non ho nulla contro la sinistra in quanto tale, ci si creda o no: naturalmente no, perché fa comodo credere che sia un "nemico" - è nell'incapacità di ammettere che possano esistere persone che la pensano diversamente e che ragionano con la loro testa, in piena libertà e in buona fede; per cui talvolta te li puoi ritrovare a dire quel che meno t'aspetti. No, gli "altri" devono essere per forza tutti mascalzoni, imbecilli, ignoranti, in malafede, reazionari, fascisti o ebrei.
Cominciò Umberto Eco con la tesi (razzista) che chi non vota a sinistra è cretino o mascalzone. È una tesi rassicurante e che evita di discutere e di pensare. Si vuol continuare così?
Continuate così, cari signori. Vi aspetta un luminoso avvenire… Salvo il fatto che, nell'attesa, state rendendo la vita difficile in questo paese.
P.S. Ribadisco, questo è un blog, una sorta di diario. Ho offerto le mie riflessioni a chi possono interessare. Non intendo minimamente aprire un "dibbattito", tantomeno con i miei "detrattori". Sono andato pazientemente a leggere molti commenti su di me. Presento qualche mio commento sui commenti. Forse è meglio provare a riflettere in silenzio, invece di mettersi subito a strillare. Per una volta, almeno.