L’ultima degli “studiosi” targati Olp? Gerusalemme non è mai stata ebraica
Scriveva André Neher che la storia dell’antisemitismo è offuscata dal fatto che essa «non ha in nessun modo eliminato l’antisemitismo dalla storia. Essa continua a drenare nelle sue acque inquinate l’anti mascherato da complementi mutevoli (-giudaismo, -semitismo, -sionismo), ma l’oggetto resta lo stesso: l’uomo ebreo. Anche l’obbiettivo è lo stesso: il suo sterminio. Fin tanto che il “termine” non sarà realizzato, l’antisemita non avrà pace. Non si può trarre alcuna lezione dalla storia se non che i suoi protagonisti dispongono di un guardaroba inesauribile: vi trovano la maschera appropriata all’hic et nunc del loro folle ruolo» (Hanno ritrovato la loro anima, Marietti, 2006).
Questa osservazione ci insegna che non serve fermarsi alla condanna dell’antisemitismo passato, ma la lezione da trarre dalla sua storia è che occorre sempre vigilare per identificare il nuovo guardaroba con cui si riveste l’antico folle proposito. È questo che – lo ripeterò fino alla noia – rende inefficace e ritualistica la Giornata della memoria, se vi si parla soltanto di quel che hanno subìto gli ebrei morti e mai delle minacce che sovrastano gli ebrei viventi. Né basta deprecare e condannare il negazionismo della Shoah, ovvero i tentativi di “dimostrare” che lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti non c’è mai stato. C’è un “nuovo” negazionismo, ancora più devastante, che si sta diffondendo con l’aiuto dell’ignoranza storica. Si tratta della tesi secondo cui gli ebrei in Terra Santa non ci sono mai stati e quindi non hanno alcun legame con quella terra; inoltre, che Gerusalemme non ha nulla di ebraico, per il semplice motivo che quella città gli ebrei non l’hanno mai abitata.
Lo spunto fu dato da Yasser Arafat durante la conferenza di Camp David del 2002. Disse che l’esistenza di un tempio ebraico a Gerusalemme era un’invenzione storica, che la città era sempre stata musulmana e mai un’ebreo vi aveva messo piede. Fu bloccato fermamente da Bill Clinton ma l’idea era lanciata e da quel momento ha iniziato a circolare. In questi ultimi tempi dilaga. Le autorità islamiche del Monte del Tempio hanno preso a ripetere lo slogan. Altrettanto fa Hamas e il suo leader Khaled Meshaal ha dichiarato che Israele non ha alcun diritto su Gerusalemme che appartiene storicamente soltanto agli arabi, cristiani o musulmani che siano. Abu Mazen, che ha un vecchio passato di negazionista (fece una tesi di dottorato negazionista in Unione Sovietica) non è stato da meno, lasciando che alla televisione palestinese di al Fatah (al Filistiniya) un membro esecutivo dell’Olp, Saleh Rafat, affermasse che un Tempio ebraico a Gerusalemme non è mai esistito. Per parte sua, lo “storico” palestinese e funzionario dell’Olp Nabil Alqam ha ripetuto in televisione questa tesi affermando che la storia ebraica in Terra Santa è tutta inventata. L’ha sostituita con cinquemila anni di storia palestinese…
Il Muro Occidentale, detto del Pianto? Quattro pietre di sostegno del terrapieno delle Moschee. I bagni rituali venuti fuori dagli scavi? Li avranno fabbricati gli israeliani. La Bibbia? Un cumulo di favole inventate e compilate dai Savi di Sion, quelli dei Protocolli. Le legioni romane che distrussero il Tempio? Erano comparse sioniste travestite da soldati romani che allestirono una sceneggiata. L’arco di Tito lo fabbricarono, senza alcun dubbio, dei falsari del ghetto.
Basta così. Sarebbe da ridere se non fosse una cosa seria, perché c’è pure chi è disposto a crederci. Sono infamie che meriterebbero una risposta ferma incluso un rinvio al mittente dell’untuosa “avance” di Meshaal nei confronti dei cristiani.
22 commenti:
Caro Professor Israel,
da principio viene da sorridere di fronte alla ingenuità di certi gruppi anti-semiti; come pensare di trovare i cristiani ricettivi di affermazioni che negano la Bibbia sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento?
Forse Gesù scacciò i mercanti dal Duomo della Roccia? O dalla moschea di Al-Aqsa?
Poi il sorriso si spegne perché non si tratta di ingenuità, ma della fiducia che a furia di far circolare idee sballate, alcune trovino comunque passiva ricezione nei meno avvertiti.
Spetta a chi sa un pochino di più porre argine e rammentare in ogni occasione possibile i manoscritti, i siti archeologici, e vivaddio la testimonianza diretta di tante persone che dal loro racconto non hanno tratto spesso altro giovamento che la croce o la spada.
In questo la giornata della memoria, promuovendo la conoscenza diretta delle testimonianze della cultura ebraica, può essere ancora di aiuto. Certo non deve ridursi ad un rito, deve essere una occasione di conoscenza.
Vorrei sottolineare un altro aspetto del problema; la discussione se il popolo di Israele abbia o no radici in Terra Santa sembra ignorare che non ci sarebbe stata proprio nessun'altra possibile motivazione, se non proprio queste radici, per far tornare in Israele milioni di persone da tutto il mondo.
Forse si ignora questo argomento per sostituirgli quello, anch'esso abusato, che Israele sarebbe una specie di "colonia" occidentale, piantata a mo' di portaerei americana in mezzo al Medio Oriente.
Di fronte a simili punti di vista, che di nuovo rifiutano la Storia come pericolosa fonte di fatti e non di opinioni, a mio parere non c'è che una risposta efficace; che il processo di pace riprenda.
Infine, e mi scuso per il lungo post, c'è un punto che non mi trova d'accordo in certi commentatori, dell'una e dell'altra parte nel conflitto medio-orientale, e cioè il voler legare sempre la legittimità o meno della presenza di un popolo su una terra alla storia.
Certo è un fatto che Israele ha una storia di migliaia di anni di presenza ebraica, tra l'altro mai interrotta. Ma non è questo, o per lo meno non solo questo a mio parere, che legittima lo stato di Israele; esso è legittimo soprattutto perché esiste come Stato riconosciuto nei suoi confini dalla maggioranza delle nazioni della Terra; e perché è fatto di persone, uomini e donne, che vivono e lavorano proprio li', non ci vanno in vacanza.
Allo stesso modo, i palestinesi che vivono in Gaza e in Cisgiordania hanno diritto a vedersi riconosciuta la stessa legittimità, proprio là dove vivono, checché ne dica qualche colono ultra-ortodosso e al di là della presenza o meno di testimonianze archeologiche.
Scrivendo questo, non intendo negare la pericolosità di certo negazionismo storico.
Ma mi chiedo se la sua pericolosità non venga in parte dai significati che noi stessi lasciamo che alla Storia vengano attribuiti, accettando la costruzione di catene causali che non sono davvero così pertinenti e assolute come le si vuol far sembrare.
Cordialmente
Andrea Viceré
Caro Andrea,"come pensare di trovare i cristiani ricettivi di affermazioni che negano la Bibbia sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento" ?
Ce ne sono. E tanti. Intelligenti, anche difficili da contro-argomentare, trattandosi di persone spesso erudite (non si tratta di no-global ignoranti che bruciano le bandiere con la stella di davide in piazza)
uno per tutti: legga Blondet, ipercattolico (piu' Cattolico del Papa, dato che gli ultimi papi dal concilio in poi sono allegramente definiti "infiltrati massoni")
assieme a tutto il suo seguito,
e si diverta.
Mah, uno che dice che i papi dal concilio in poi sono infiltrati massoni, non è difficile da controargomentare. È inutile. Come è inutile argomentare contro i negazionisti. È perdere il ranno e il sapone. E dubito che siano intelligenti, almeno secondo una definizione di intelligenza che non è quella corrente nelle neuroscienze....
Negano anche l' Olocausto, con la stessa tecnica. Che poi è quella che uno straordinario Walter Matthau insegnava al suo amico Jack Lemmon in uno dei loro più esilaranti film: nel caso che la moglie lo trovasse a letto con un' amante mai scoraggiarsi, ma "negare, negare, negare".
Siamo a posto. Dove fu crocifisso dai Romani l'ebreo Gesù di Nazareth? E Pietro, non era un pescatore ebreo di Bethsaida? E Paolo, non era di famiglia farisea, e non era, Tarso, appena oltre i confini di quella che era la Palestina? Ebreo e cives romanus. L'islam, è ora di metterlo ben in chiaro, deriva da un'eresia cristiana, malamente semplificata da un capopopolo arabo, tal Muhammad, che era tutto meno che un profeta. Quindi questi figuri debbono finirla di raccontar frottole.
Chi mi dice, poi, che Woytjla era un massone, beh, scusatemi, ma mi viene da passare a vie di fatto, stile don Camillo...
Credo che il negazionismo e in genere la falsificazione interessata della realtà sia antica quanto il mondo e quindi non applicata esclusivamente alla storia ebraica. Dicono che in carcere i condannati per omicidio neghino sempre di essere stati assassini. Per vedere il film Katyn del grande regista polacco Andrzej Wajda - un film che mette giustamente sullo stesso piano tedeschi e russi, quindi nazismo e comunismo - ho dovuto percorrere 200 chilometri, perché c'era chi non voleva che fosse visto e aveva praticamente sequestrato molte copie della pellicola. Per me c'è comunque un risvolto positivo: chi è canaglia sa di esserlo e per questo si batte con tutti i mezzi perché non si sappia. Mi sbaglio?
Se un figlio chiede da dove viene la mala pianta, come è possibile rispondergli? Sono abituato a utilizzare la letteratura scientifica per risolvere problemi pratici. Sull'antisemitismo, per quanto mi sforzi di leggere, non riesco a comprendere come possa essersi diffuso, e come possa ancora esistere, in paesi europei, che più degli altri hanno perso il proprio onore.
caroli, Lei perche' deve essere cosi' offensivo? se io dicessi che il cristianesimo e' un'eresia ebraica inventata da un sovversivo, tal Joshua, o che l'ebraismo e' una gemmazione monoteista del pantheon sumero inventato da un pecoraio tal Abram, Lei cosa direbbe?
Venendo all'articolo: purtroppo, i nazionalisti "puri e duri" inventerebbero qualsiasi idiozia pur di portare avanti la loro causa. Come chi disse che la Palestina (intesa come mandato Britannico) era una "terra senza popolo, per un popolo senza terra", neanche fosse una valle marziana priva di vita. O come chi dice che il sud tirolo sia Italiano - sebbene tutti parlino tedesco - le Falkland argentine - sebbene abitate esclusivamente da discendenti degli Inglesi - e i curdi siano "turchi di montagna". E cosi' via.
Per fortuna esistono persone decisamente piu' ragionevoli, da questa e da quella parte. Ma il rischio dell'estremismo pronto anche a dire che la notte e' il giorno, e' sempre presente
Egregio Professore, dopo aver saputo tutto dei pidocchi di Faurisson, impariamo a questo punto da una storiografia musulmana ora apprezzata perfino in Venezuela che gli Ebrei con le terre del Giordano c'entrano poco o punto, se non in tempi recentissimi.
Per mantenere integra armoniosamente l'unità del tema, occorre peraltro ancora far luce sull'aspetto complementare della questione. Lasciamo pur stare il padre Abramo e altro, visto che la Bibbia è un insidioso assortimento di falsi. Assodato che nessuno pone in dubbio l'esistenza (molesta, molestissima e quindi di evidenza empirica certa) degli Ebrei, rimane dunque aperto l'appassionante quesito: arretrando in saecula saeculorum - anche prima dei tempi di Atlantide - da dove diamine arrivano questi Ebrei?
(E quanto sopra sia detto pur tenendo in mente una altrimenti seria - nonché pacata e appropriata - considerazione di Andrea Viceré, che mi suggerisce di soffermarmi per mio conto in ulteriori e un po' più ponderate riflessioni).
Che la Spagna fosse diventata il "buco nero" dell'Europa lo si sospetta da tempo. Ulteriore conferma è la notizia (sul Corriere della sera di oggi) che un deputato del PSOE, tal Jose Antonio Perz Tapias, ha presemtato al parlamento una mozione per il risarcimento nei confronti degli eredi dei "moriscos" musulmani converititi che Filippo II cacciò dalla Spagna nel 1609. A parte la stupidità della proposta (perchè allora non chiedere il risarcimento delle vittime delle invasioni arabe del VII secolo o della conquista romana) è evidente la razzista dimenticanza della cacciata, nel XV secolo, degli ebrei che popolavano, come gli arabi, la penisola iberica.
Sono convinto che certe affermazioni, proposte, richieste, mozioni "choc", assurde o ridicole dei politici, non abbiano altro scopo che far parlare degli autori. Quindi non facciamo il favore a questi mediocri rappresentanti del popolo di prenderli sul serio. E' quello che cercano. E i media sono pronti ad assecondarli. Lei che ne pensa, prof. Israel?
Purtroppo non sono sicuro che sia soltanto questo. I quattrini hanno cominciato a andare tutti da una parte. Per esempio, stiamo pagando somme enormi alla Libia. Magari si doveva pur fare, ma è chiaro che il ricatto non finisce più e non finirà più e non mi pare che il più morto di fame sia il colonnello. E comunque è il messaggio che passa che lascia tracce.
In effetti, è molto più probabile che gli attuali palestinesi siano discendenti degli ebrei d'allora. Credo che Ben Gurion abbia scritto qualcosa al riguardo.
a proposito di cio', c'e' un particolare articolo sul corriere
http://route66.corriere.it/2009/11/gli_ebrei_sono_uninvenzione_de.html
che fa il paio con
la wiki-page su Shlomo Sand
http://en.wikipedia.org/wiki/Shlomo_Sand
... l'origine degi ashkenazi come trattata da koestler e' interessante.
ancora piu' interessante, e importante, penso sia il fatto che certi argomenti non siano tabu' per gli storici israeliani. che aniz ne scrivono (come autori) e ne finanziano le ricerche in proposito (come istituti).
alla faccia di chi scrive certe castronerie antisemite su internet ... l' "ebreo errante" e' sempre piu' vivo che mai, anche quando trova casa in Eretz :)
Penso che con un paziente lavoro sul DNA e sui geni di entrambe le popolazioni si possa avere una risposta al quesito sollevato da shlomit. Trovare una comune discendenza genetica sarebbe molto divertente. Soprattutto nell'accanimento nel sostenere l'inattendibilità scientifica dello studio dei geni.
non volevo parlare di Sand, ché non ha certo bisogno di ulteriore pubblicità. Forse è anche in buona fede, ma le sue tesi saranno sicuramente usate in modo sbagliato dalle persone sbagliate.
credo personalmente che l'uso della conoscenza sia un problema delle persone
(un esempio per tutti: energia nucleare).
il discorso di Sand e' importante, se realistico. Come sono importanti le tesi di Segev nel suo "Settimo Milione", come lo sono le tesi di Koestler, nella sua "Tredicesima Tribu'"
Il non voler fare pubblicita' a certi discorsi porta solo a giustificare la pletora di antisemiti esistenti in rete e non solo.
E il fatto che gli storici di punta che trattano questi discorsi siano ISRAELIANI e' cio' che merita ancora piu' pubblicita'.
(come si fa a sospettare che non sia in buona fede? anche i Naturei Karta lo sono, no?)
il non voler fare pubblicità è una scelta assolutamente legittima, credo. Lo storico del giudaismo, ahimè, ha qualche responsabilità in più. Su Sand, è bene ricordare che NON è uno storico del giudaismo o dell'ebraismo ma, mi pare, della letteratura francese. Vedrete che in capo a qualche mese il suo libro girerà, opportunamente scannerizzato, sui peggio siti internet neonazi. È la fine che hanno fatto Finkelstein e Toaff (Ariel).
non ne nego la legittimita'.
ed e' forse vero che lo storico del giudaismo ha qualche responsabilita' ulteriore.
non c'e' dubbio che il suo libro girera' tra i peggiori intellettuali postnazisti della rete.
ma preferisce che di discorsi scomodi non si parli? preferisce che certi argomenti siano tabu' ?
preferisce che il solo parlarne sia gia' di per se argomento di controinformazione, e quindi automaticamente preso per buono da molti che altrimenti lo affronterebbero con piu senso critico ?
Finkelstein non ha scritto un libro che nega l'olocausto.
se in giro ci sono menti orrende ...produrranno orrori !
con o senza rigirare questo o quel saggio storico
Alfredo, si legga "Islam ed Ebraismo" di Michail Solov'ev, pubblicato in Italia da "La Casa di Matrjona", e poi vedrà se non ho ragione. Solov'ev ha avuto tutto l'agio di studiarsi corano, storia araba, eccetera. Ed ha pubblicato, circa un secolo e mezzo fa (non roba recente, il filosofo è morto nel 1900) le tesi che ho succintamente esposto.
Mi scuso di non aver risposto prima, ma la mia presenza nel blog è estremamente rarefatta: il lavoro mi prende molto tempo. E comunque mi sono ripromesso di scrivere poco, e rispondere ancor meno. Preferisco leggere.
Per Caroli, ancora più succintamente: il fatto che l'abbia detto il redivivo Soloviev non le dà automaticamente ragione, anzi. Attenzione poi ad attribuire patenti su chi è o non è profeta. Molte delle tensioni dei nostri tempi cupi derivano da atteggiamenti e pretese di questo tipo.
Shlomit, non mi ero rivolto a lei. Salman Rushdie, come autore, va meglio? Comunque, chi mi conosce sa che nei confronti di Muhammad, dicendo quello che ho detto, sono stato, rispetto al mio solito, carino e gentile. Normalmente sono assai peggio... Fine delle trasmissioni.
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