mercoledì 17 ottobre 2012

Lo scandalo infinito delle riviste "scientifiche" secondo l'Anvur

Una nuova puntata su Roars ripresa da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

3 commenti:

Pat Z ha detto...

Penso che Gogol avrebbe scritto pagine indimenticabili su questa vicenda grottesca. Comunque va benissimo anche Stella, che ha scritto un signor articolo tra l'altro, e sono contenta che di questa cosa scandalosa si parli sui giornali nazionali. Ne va dell'avvenire stesso della nostra cultura.

Stefano ha detto...

Non sono sicuro che mi sia piaciuto l'articolo di Gian Antonio Stella che per altro apprezzo e stimo molto. In particolare non mi è piaciuto l'assunto di fondo implicito nell'articolo: i criteri adottati per la valutazione da parte dell'ANVUR sono oggettivi e riusciranno a chiudere per sempre la “stagione dei concorsi truccati”...il fallimento a cui stiamo assistendo è stato causato da sabotatori che si sono infiltrati nel meccanismo e lo hanno svuotato di ogni credibilità attraverso, per esempio, l'accreditamento di riviste improbabili. Non condivido l'ottimismo positivista di Stella sui poteri salvifici dei criteri “oggettivi”. Ma la cosa più preoccupante, secondo me, è che articoli di questo genere non aiutano l'opinione pubblica per lo più estranea all'intricato e complesso mondo accademico a costruirsi un'opinione corretta sulla questione controversa della valutazione e sui suoi effetti collaterali paradossali e aberranti. Tanto per dirne una, nel mio settore (bibliometrico) questi criteri sicuramente selezioneranno alcune persone validissime e meritevoli ma molto più spesso, promuoveranno persone agganciate a gruppi “forti” e politicamente pesanti.
Per questo ritengo sia importante che persone che vivono quotidianamente l'università e hanno il privilegio di poter accedere ai mezzi di comunicazione, si facciano carico di un'opera di decifrazione presso il grande pubblico dei complessi e a volte astrusi meccanismi che governano l'Università. Solo con un'informazione corretta e completa si può sperare nel sostegno dell'opinione pubblica.

Giorgio Israel ha detto...

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