Che cosa se non un ente di valutazione
dovrebbe essere una casa di vetro? Ebbene, nonostante qualche flebile e ingenua
speranza, l’Invalsi non soltanto non è una scatola di vetro, ma è una scatola
nera di un tipo molto particolare. Già, perché la classica scatola nera ha la
caratteristica seguente: non sappiamo cosa accada al suo interno, ma possiamo
tentare di capirlo immettendo dei dati ed esaminando i dati in uscita e magari
possiamo tentare anche di modificarne il comportamento. Invece, nella scatola
nera dell’Invalsi non è possibile immettere nulla, è ermeticamente chiusa e
quindi si può soltanto aspettare che cosa essa vorrà graziosamente propinare in
uscita. L’unica cosa che sappiamo è che i cuochi sono sempre gli stessi,
inamovibili, inossidabili, trasversali rispetto a qualsiasi maggioranza
politica e di governo.
L’Invalsi ha bandito n. 10 posti per
consulenti per la preparazione dei test (un incarico di durata triennale).
Ebbene la data di protocollo del bando è del 10 novembre 2014, la data
perentoria di scadenza per la presentazione delle domande era il 20 novembre
2014. Proprio così… dieci giorni… In un paese come l’Italia… Anzi, qualcuno
direbbe questa è proprio la prassi che sta riducendo questo paese al regno
dell’arbitrio coperto da una valanga di “Visto il DM”. Chiunque non sia
inguaribilmente ingenuo sa che può aver fatto in tempo a presentare la domanda
per un contratto solo chi aveva già tale contratto in passato, e quindi stava
già nella scatola nera o era amico di uno dei suoi cuochi.
Questo ente ineffabile che vorrebbe valutare
la scuola italiana in modo oggettivo
(con rispetto parlando per la povera oggettività), mentre a sé riserva
l’arbitrio più totale, dà ulteriore prova di questo atteggiamento brutale nel
programma di un convegno autocelebrativo del decennale della sua nascita. Tutti
gli invitati sono rigorosamente dei cantori dell’attuale sistema, non è stata
ammessa una sola voce dissonante che potesse dare fastidio e mandare di
traverso il coffee break o il pranzo finale.
Tanto per fare due esempi. È circolata una
critica circostanziata del modello su cui si basa tutto l’impianto delle
valutazioni dell’Invalsi – mostrando anche perché proprio la natura di tale
modello esclusa a priori la possibilità di un ricambio e quindi di qualsiasi
trasparenza delle procedure dell’ente. Si poteva – nella sezione dedicata ai
“discussant esterni” (sempre con rispetto parlando) – invitare l’autore di tale
analisi, o persona parimenti competente a presentare le sue argomentazioni.
Figurarsi.
È stato invitato il direttore di Ocse-Pisa
Andreas Schleicher (non è certo che venga). Sarebbe stato decente invitare
assieme a lui uno dei firmatari dell’imponente appello internazionale di
professori contro i test Ocse-Pisa, che ha raccolto già quasi 2300 firme e
continua a raccoglierne a un ritmo incessante. Schleicher ha risposto in modo
evasivo agli argomenti di questo appello, che conta persino la firma di
personalità come Noam Chomsky. Non era una buona occasione per aprire una
discussione autentica? Niente. Schleicher
è invitato perché si parli addosso in modo autocelebrativo.
E che dire della tavola rotonda finale tra
l’attuale presidente dell’Invalsi, Anna Maria Ajello (su cui si erano riposte
vane speranze), e i “past president” Piero Cipollone e Paolo Sestito, con il
contorno dell’inossidabile Giovanni Biondi, quello stesso che oscilla
continuamente come un pendolo tra il ministero e l’Indire?
Faranno quel che vorranno, visto che ne
hanno il potere e, come chi ha il potere senza averne il fondamento,
continueranno a non rispondere mai, qualsiasi cosa si dica. Ma questo non
significa che abbiano conseguito anche il potere di tappare la bocca in ogni
sede. Almeno per ora, e speriamo mai.
7 commenti:
Chi gli ha dato questo potere?
Le risulta che esista in Finlandia un programma per impedire ai bambini di scrivere con la penna e indurli a usare solo la tastiera? Queste notizie sono sempre più allarmanti.
Non capisco perchè ci si scalda tanto per criticare i "metodi di misura".
Basta usare lo spannometro per accorgersi che la qualità dei docenti, la selezione degli studenti e la consistenza del "prodotto cultura" sono da terzo mondo.
E allora, occorre darsi da fare per intervenire.
Infatti ci si sta dando da fare per intervenire. Sembra che il Ministero voglia abolire le bocciature nel primo biennio delle superiori. Provvedimento del tutto coerente con l'insistenza sui test Invalsi (detto senza alcuna intenzione ironica, sia ben chiaro: è proprio un'idea basata su una stessa concezione della scuola).
Lei è un GRANDE
Aurora Mazza professione degradante (ormai) insegnane di lettere scuola secondaria primo grado... una volta chiamata semplicemente "scuola media", oggi scuola colma di mediocrità soprattutto ai vertici. Firmataria "contro le prove Invalsi", ente assolutamente inutile per gli studenti, prof e famiglie e utile solo a chi di scuola, pedagogia, test strutturati e strutturali non ne capisce nulla.
Egregio Sig. Papik,
è sempre più vero l'antico detto: "quello che gli Dei vogliono perdere prima lo fanno impazzire "
Caro lucyrrus, purtroppo è lo stesso detto che viene in mente a me quasi quotidianamente ormai da diversi anni.
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