giovedì 13 luglio 2006

Fidarsi degli equivicini. Il peggio non è mai morto.

(Intervento su Informazione Corretta)


L’Austria è ormai da tempo in totale sfacelo politico e preda di fazioni armate in conflitto tra di loro, ma unite da un solo obbiettivo: rivendicare il Sudtirolo, abusivamente occupato dall’Italia. Per conseguire questo obbiettivo esse chiedono la distruzione totale dell’entità statale razzista italiota. Nel corso di un anno, dopo che l’Italia ha ceduto alcune zone di confine, sono piovuti più di mille missili tra Rovereto e Trento (alcuni hanno raggiunto Verona) e alcuni militari italiani sono stati uccisi o rapiti. Nel frattempo, il braccio militare di un partito al potere in Croazia, in solidarietà con le fazioni austriache ha rapito anch’esso alcuni militari e ha scatenato un lancio di razzi katiusha su Trieste.
Il governo italiano ha perso la pazienza e ha posto in atto una dura risposta militare. Con l’eccezione dei soliti imperialisti americani, tale risposta è stata generalmente deprecata. Il ministro degli esteri francese, noto per il suo costante sforzo di essere amico di tutti, ha deplorato il rapimento dei soldati, glissando sui lanci missilistici, e ha condannato la risposta italiana come “sproporzionata” e capace soltanto di suscitare altro odio anti-italiano. Negli ambienti italiani, o nei pochi ambienti vicini all’Italia, si manifesta sorpresa, in quanto il ministro aveva dichiarato di essere un fervente un amico dell’Italia e, a proposito di alcune sue precedenti dichiarazioni che erano apparse duramente critiche (aveva parlato dell’Italia come di uno stato terrorista), aveva commentato con humour di essere tutt’al più un “amico che sbaglia”. A proposito di tale dichiarazione, alcuni commentatori hanno riportato all’attenzione una domanda rimasta in sospeso, e cioè se il ministro andasse considerato come un pentito o un irriducibile. Qualche scalmanato ha chiesto perché non ci si chiedesse quanto odio provocasse nella popolazione italiana il lancio di missili sulla popolazione civile, i rapimenti e gli attentati; ma è stato prontamente zittito. Altri commentatori hanno saggiamente rilevato che era meglio accontentarsi della condanna del ministro, perché alcuni partiti della coalizione di governo francese avevano espresso una condanna nei confronti dell’entità italiota ben altrimenti dura. Si è notato che alcuni gruppi (per ora disarmati) di militanti di questi partiti, o di simpatizzanti, hanno accusato lo stato razzista italiota di comportarsi come i nazisti hitleriani e hanno osservato che il mondo non può subire il fatto che la “razza italiota mieta morte” soltanto perché è protetta dai criminali di Washington e che è giunto il momento di boicottare e stroncare i razzisti di Viterbo. Si noti, al riguardo, che Roma non è riconosciuta come capitale dell’Italia, ed è rivendicata dai discendenti di coloro che la occuparono dopo il crollo dell’Impero Romano.
Il governo di Viterbo ha pertanto deciso di affidarsi alle cure del ministro degli esteri francese, ed ha promesso che nel futuro non sparerà più di una cannonata per ogni trecento missili e non muoverà un dito se la quota di rapimenti si manterrà entro i dieci l’anno. Tale proporzione è stata comunque ritenuta sproporzionata e il detto ministro ha promesso di operare affinché il G8 indichi una soglia di reazione equa al disotto della quale lo stato terrorista italiota non correrà il rischio di essere condannato dal Consiglio di Sicurezza. S’intende che una siffatta garanzia non pregiudica tutte le legittime rivendicazioni a risarcimento dell’operato criminale dello stato italiota che discende dalla sua natura razzista e dall’errore strutturale consistente nel fatto stesso di essere nato.
Nel frattempo, il governo di Viterbo, per dar prova di buona volontà, ha deciso di accedere alla richiesta della madre di un noto calciatore di origini austro-croate di ricevere su un piatto d’argento i testicoli del calciatore italiota Cuscini.

Giorgio Israel

5 commenti:

Maria Guarini ha detto...

La scelta dell’equivicinanza [abominevole invenzione!] non potrà comunque mai condurci a mettere sullo stesso piano Israele e Hamas, Israele e l’Hezbollah, Stati Uniti e Iran

Nessie ha detto...

Molto carino e surreale ma non troppo! Oramai viviamo un universo capovolto e rovesciato, a tutti i livelli che fa pensare al capitolo collodiano di "Pinocchio nel Paese di Acchiappacitrulli". Dove un giudice con la faccia da scimmione dopo la regolare denuncia di furto degli zecchini d'oro da parte del burattino sentenziò: "Questo poveretto è stato derubato: schiaffatelo subito in galera".

Pietro Cadelli ha detto...

Gentile Giorgio Israel,

il suo raccontino è ingegnoso ma sinceramente non ha nessun pregio euristico, non aiuta a capire, non illumina i fatti, ha la valenza conoscitiva di una battuta come quella di Luzzati sul cane e le zecche che ancorchè piú volgare mi ha il pregio dell'effetto sorpesa.
Il fatto è che ci sarebbe da capire e non da scherzare.
Quanto al fondo della questione io penso che la morte di bambini bruciati vivi non possa essere mai considerata proporzionata. Accade. Ma al di fuori, al di là delle proporzioni. Ricorda Dostojewskij e la parabola del Boiaro e dei cani nei Karamazov?
Non si può accettare che ciò accada e non v'è riscatto possibile.
Credo che il discorso su quello che è proporzionato e quello che non lo è prepari all'uso da parte di Israele delle armi nucleari.
Prepari solo orrore.
Credo che una civiltá che discuta su come possa essere proporzionato bruciare vivo un bambino col fosforo bianco sia giunta al crepuscolo.
Credo che quelli come lei e Guzzanti e Levy si siano assunti una responsabilitá sproporzioanata.
Con stima
Pietro Cadelli
Murcia

Maria Guarini ha detto...

Finora di nucleare mi pare abbia parlato molto l'Iran, che vuole distruggere Israele senza appello e arma e finanzia Hezbollah. O sbaglio?

Pietro Cadelli ha detto...

Signorina Miriam,

suvvia! uno sforzo di riflessione, le considerazioni di G. Israel, anche se nel caso specifico non le condivido hanno sempre il pregio di sorgere da un pensiero niente affatto scontato. Insomma "fanno pensare".
La sua frasetta è un piccolo slogan inutile perchê io non ho mica detto che l'Iran sia il mio modello di politica estera e che penso che se avesse le bombe non le userebbe o che non sia governato da un regime clerical fanatico. Io non l'ho detto e non lo penso, io ho detto che relativamente a certe cose non si può parlare di proporzionato o sproporzionato, che la morte dei civili, specie dei bambini, soprattutto dei bambini e una di queste cose e che questo dibattito è ottundente e sospetto, quindi prima di rispndere la invito a leggere.
Mi scuso con il titolare del blog per discutere nelle sue pagine e lo ringrazio per l'ospitalità.
Pietro Cadelli
Murcia