venerdì 31 agosto 2007

ALCUNI PRINCIPI CHE REGOLANO QUESTO BLOG

In linea di principio un blog non è un gruppo di discussione. È un sito dove una persona propone le sue riflessioni o mette a disposizione dei suoi scritti e accetta dei commenti ad alcune condizioni elementari: che siano firmati, ovvero che uno metta la faccia su quel che dice; che non siano conditi di insulti e volgarità; che non siano un pretesto per propinare pagine di riflessioni personali (è sempre possibile farsi il proprio blog). Recentemente alcune di queste regole elementari sono saltate e questo impone di cassare alcuni commenti. Si può pensare quel che si vuole di quel che scrivo qui ma non si può cavarsela con quattro insulti da curva sud per giunta non firmati. oppure propinare pagine e pagine di commenti impancandosi ad autorità su argomenti di cui non si sa nulla.
Quindi, mi dispiace, ma d'ora in poi questo genere di commenti verranno cassati. Non perdete tempo a insultare o spedire pacchi di kilobytes.
Voglio dare però prima un esempio di uno dei più nobili e dignitosi di questi commenti (figurarsi gli altri). Eccolo:

"Non pensavo di trovare in un sito di un ebreo tanto razzismo nei confronti degli omosessuali, compagni di tragedia nei campi di concentramento. La genitorialità è ben altro dal concepimento e non posso davvero credere che un professore emerito della Sapienza possa pubblicare tali sciocchezze. Mi piacerebbe parlare con lei con calma e serenità e portarle testimonianza di quanto sento adesso. Vedo con stupore che siete andati al Family Day con Forza Nuova che ancora fa il saluto fascista...ma come potete?
Aveva cercato il suo sito perchè avevo letto alcune inesattezze sulla figura di Mario Alicata che non è saltato sul carro dei vincitori a guerra finita, ma molto prima, e si è fatto anche 8 mesi di carcere fascista per essere comunista. Mi trova sul mio blog http://wordwrite.wordpress.com"

Primo: non è educato chiedere che uno cerchi la firma di un commento su un altro blog, invece di apporla direttamente. Potrebbe essere definita una forma astuta di farsi pubblicità.
Secondo, nel merito. Si può dissentire senz'altro da quanto dico, ma lo faccio con argomenti, non con insulti e credere di intimidirmi con il sistema di sparare un insulto bestiale (razzismo omofobico) - a parte la solita trovata del professore che pubblica sciocchezze, come se fosse un'attività consentita agli altri - può funzionare soltanto con chi non conosca questi metodi. Non so se l'autore del commento sia comunista o no, o sia semplice vittima inconsapevole di una tradizione, ma questo metodo stalinista lo conosco perfettamente, è vecchio come il cucco e un tempo faceva rabbrividire ma ora fortunamente non più. Prima si appioppa una solenne bastonata, classificando il soggetto come un essere abbietto (razzista omofobico e per giunta ebreo, e come tale traditore dei suoi compagni di sventura) e poi, dopo averlo gettato nel fango, gli si porge una mano: "mi piacerebbe parlare con lei con calma e serenità"... Insomma, se prendi la mano che ti si porge, potresti anche essere perdonato a condizione di abiurare le tue colpe. Ma quale calma e serenità?... Io sono tranquillissimo. Se la cerchi lei la calma e la serenità, mettendo via il bastone dei suoi insulti volgari. e quando le avrà trovate, se mai ci riuscirà, vedremo se sarà possibile parlare. E che dire del commento sul Family Day? Ma davvero vuol far credere o crede davvero che quella manifestazione sia riducibile a Forza Nuova? Si accontenti pure di queste formulette: è la rappresentazione della drammatica crisi morale e intellettuale della sinistra. Che non mi piace, perché sono una persona che ha vissuto gran parte della sua vita nella sinistra e crede che senza una sinistra intelligente e non fanatica - una sinistra che non viva di esorcismi e di scomuniche staliniste - il futuro del paese è cupo.
Ma di fronte a persone così e a mentalità di questo genere, c'è da temere il peggio. Ripeto: non pretendo affatto che si condivida quanto penso. Ma per argomentarlo ho speso tempo e fatica, molti articoli e un paio di libri. Agli argomenti esposti bisogna rispondere e non cavarsela con gli insulti.
A questo livello nessun dialogo è possibile.

4 commenti:

GiuseppeR ha detto...

Gentile professore, condivido pienamente i principi di gestione del suo blog. E la ringrazio per averci risparmiato la lettura di quei commenti molesti.
Le voglio però segnalare che, una volta, firmavo sempre i miei testi con il mio nome e cognome. Dopodichè un giorno ho provato a cercare le mie generalità (nome e cognome racchiuso fra apici) tramite il motore di ricerca Google. Tutte le opinioni che avevo espresso erano lì a disposizione di chiunque. Io non sono un personaggio pubblico e vorrei proteggere la mia privacy da eventuali incursioni di interlocutori ostili alle mie idee o comunque problematici (pensi ad un valutatore per un colloquio di assunzione o per l'ammissione ad una associazione).
Per questo ho deciso di ricorrere ad un nickname.

Nessie ha detto...

Attento, non credo che il prof. Israel ce l'abbia con chi utilizza i nickname, vista la "riservatezza" del motore di ricerca google, da te citata. Il problema che pone sugli interventi all'insegna della civiltà e dell'educazione riguardano buona parte della blogosfera di Tocqueville e di altri blog.Entrare in un blog, è un po' come entrare a casa d'altri. In pratica nessuno è disposto ad accettare chi entra nel proprio salotto di casa, e questo magari per tutta ricompensa, depone le proprie deiezioni sul sofà. Ho dovuto attivare anch'io la moderazione ai commenti, a causa dei soliti idioti informatici.

Giorgio Israel ha detto...

I commenti che precedono esprimono un'esigenza corretta e ho deciso di tenerne conto, anche nelle indicazioni generali relative al blog.
La tentazione di eliminare i commenti non firmati con nome e cognome è suggerita non soltanto dal comportamento di chi passa e lascia un insulto o una provocazione da trivio, ma da un altro tipo di comportamento che è, in certo senso, perfino peggiore, ed è reso possibile dall'anonimato e, in fin dei conti, è la causa del fatto che la comunicazione in rete resta sempre qualcosa di "inferiore" - una sorta di "sottoscala" - rispetto a quella tramite la carta stampata. Mi spiego. Non mi permetterei mai di prendere di petto uno specialista di filologia classica o un fisico teorico, essendo nel migliore dei casi un dilettante in materia, trattandolo come una pezza da piedi e cercando di discutere con lui da pari a pari, proponendogli senza vergogna delle scempiaggini senza pari e pretendendo pure che dedichi una parte consistente del suo tempo a discuterle. È un'assenza di vergogna e un'arroganza rese possibili dall'anonimato. La nostra scuola (e la nostra società) stanno andando in pezzi per la mancanza di rispetto per le competenze e la pretesa di voler trattare i docenti come burocrati al servizio dell'utenza. Non sono disposto a transigere su un punto così decisivo. Per questo, simili commenti, saranno cassati. Chi vuole esibire con arroganza intellettuale le proprie idee abbia almeno il coraggio di metterci la faccia.

Giorgio Israel ha detto...

P.S.
E quanto alla vicenda Alicata, cfr. il libro "I redenti" di Mirella Serri e anche il mio recente articolo "Redeemed Intellectuals and Italian Jews", disponibile in rete sulla mia Homepage.