lunedì 14 gennaio 2008

L'APPELLO SPAZZATURA DEGLI SCIENZIATI "LAICI" CONTRO IL PAPA

Ho trascorso la giornata a ricevere telefonate che richiedevano dichiarazioni sulla sconcertante e avvilente situazione che si è determinata a "La Sapienza" con la mobilitazione contro la visita del Papa.
Non posso anticipare un articolo che ho scritto né l'intervista che uscirà domani su Avvenire.
Attendo con impazienza un confronto con uno dei firmatari del documento dei fisici contro il Papa, domattina a Rai Tre.
Uno dei lettori di questo blog attende con ansia una presa di posizione dei "veri" docenti de "La Sapienza".
Non so se verrà, non credo più molto agli appelli e alle lettere, ma per parte mia non ho mancato e mancherò di prendere posizione e sono certo che altri lo faranno.
Frattanto, vorrei sottolineare la coraggiosa presa di posizione di Giuseppe Caldarola sul suo blog.
Leggetela, ne vale la pena.
Intanto, vorrei raccontare un episodio significativo del clima della nostra Università.
È d'uso non fare mai uso della posta elettronica universitaria per questioni non inerenti alla stretta attività didattica, scientifica o istituzionale. È una regola essenziale, altrimenti si scatenerebbe l'inferno. Immaginate la situazione in campagna elettorale.
Nel mio dipartimento si segue questa regola strettamente, anche da quando un "collega" mise sulla sua pagina web un link a un sito no-global che conteneva pesanti minacce nei miei confronti.
Ebbene, un collega ha chiesto al direttore una deroga, e cioé di inviare a tutti un suo messaggio che invita a sottoscrivere l'appello dei colleghi di fisica contro la visita del Papa.
La deroga è stata concessa.
Per parte mia, ho risposto con il messaggio al direttore che riporto qui.
Lo faccio, sia perché in tal modo anticipo subito quali sono le mie opinioni. Sia perché non so se verrà inviato a tutti. Per il momento questo non è successo.
So comunque che sarò considerato d'ora in poi un appestato servo del Papa, dopo essere stato bollato come un sionista, propagandista dei "criminali" israeliani.
Tanto, come diceva una certa persona, in certe situazioni il massimo che si perde sono le proprie catene...

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Caro Direttore,

indipendentemente da quel che si può pensare dalla visita del Papa alla nostra università, credo che faccia parte dello standard minimo di un professore universitario usare argomenti appropriati e basati su riferimenti documentati.
Ora, forse è utile che i colleghi sappiano, prima di apporre la loro firma al documento del colleghi fisici, il fondamento della contestazione che in questo documento si fa al Papa.
Nella lettera si dice che il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: «All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto».
E così si commenta: «Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano».
Se uno si prende la briga di andare a rileggere attentamente - come dovrebbe fare un docente - il succitato discorso ne ricava quanto segue. Il Papa ha voluto descrivere la crisi di fiducia della scienza moderna in sé stessa. Dopo aver ricordato come nel Settecento e in parte dell'Ottocento il processo a Galileo venisse ricordato come esempio dell'oscurantismo della Chiesa, ha mostrato attraverso una serie di citazioni come il diffondersi progressivo di un punto di vista scettico abbia condotto prima a sostenere la non oggettività del sistema eliocentrico, e via via fino all'affermazione di Feyerabend (citato come un filosofo della scienza "agnostico-scettico") che finisce col giustificare la Chiesa e addirittura a quella di von Weizsäcker secondo cui esiste una via diretta che ha condotto da Galileo alla bomba atomica. Egli ne ha concluso che la religione non deve trovarne in ciò spunto per rivalse ma, al contrario, difendere la ragione osservando a qual punto di sfiducia in sé stessa sia arrivata la scienza.
In buona sostanza il citato discorso di Parma è una vera e propria apologia di Galileo...
Come lo sono del resto altri recenti discorsi del Papa che citano la visione matematica della realtà del "grande Galileo" come l'unica coerente con una visione razionale del mondo.
Spero che nessun buontempone interpreti queste osservazioni come un'arringa in difesa del Papa che non ne ha bisogno.
Voglio soltanto sottolineare che, deve essere accaduto che qualche sprovveduto ha suggerito che si poteva giustificare la condanna della visita del Papa sulla base di una frase di un discorso che non aveva capito, e un gruppo di illustri docenti (tra cui il nuovo presidente del CNR) ha firmato con la leggerezza con cui nel sessantotto si firmavano i documenti contro la "repressione".
Sarebbe stato quantomeno più elegante se non si fosse condito un simile infortunio con una tirata penosamente retorica sulla vita consacrata all'avanzamento delle conoscenze, il che finisce col suonare autoironico.
Ognuno è libero di far quel che vuole. È bene soltanto essere consapevoli che sottoscrivendo una lettera come quella si sottoscrive al contempo una pregnante testimonianza del degrado culturale cui è giunta la nostra università.
Sarebbe consigliabile che chi vuol opporsi alla visita del Papa trovi un modo più serio per farlo.
Ma, beninteso, ognuno è libero di impiccarsi all'albero che preferisce.

Cordiali saluti

3 commenti:

Nessie ha detto...

Sarà la Ratisbona made in Rome? A questo punto la fatwa delle parole lanciata contro Ratzinger ai tempi (non remoti) di Regensburg, non ha più bisogno di fondamentalisti islamici: bastano i "cattivi maestri" del dogma comunista e laicista della "meglio gioventù" sessantottara e postsessantottara che imperversano per atenei nella veste di docenti. Quegli stessi che magari da studenti, picchiarono e spintonarono lo storico liberale ebreo Renzo De Felice. Sempre alla Sapienza. Tra i quali, l'attuale parlamentare Paolo Cento (allora, con tanto di kefiah al collo) dal cui sguardo si sprigionano le tenebre della più cupa vuotaggine mentale.
Beh, consoliamoci: poi ci sarà qualche "pentito" o "dissociato" dell'ultima ora che diventando sindaco potrebbe intitolare una piazza, o un giardino o una via a "Benedetto XVI". Dopo morto, of course.
Grazie per il pronto e lucido intervento , Professore. Qui si stanno impiccando all'albero dell'università dell'Insipienza.

Pleure ha detto...

POVERACCI
Sono decenni che il dip.to di fisica della Sapienza e` in mano a piccoli filistei tutti risentimenti, di cui Cini e` un miserrimo esemplare. Non ha fatto un caxxo nella ricerca, si trova dove si trova solo per appartenenza politica. Gli altri accademici son li` o perche ebrei, oppure massoni oppure nel ritaglietto degli amici dell'opus dei... e si combattono come le fazioni libanesi. La ricerca per loro non e` un optional, ma qualcosa assolutamente da evitare. Idolatrano quel coglione di Parisi che ha capito giusto una cazzata e per questo viene visto come un genio (o forse perche parla da solo nell'ascensore??).
sono dei poveracci... e poi ci si chiede perche` quei pochi che vogliono solo far ricerca, senza prendere tessere di appartenenza o mettere il cervello al macero se ne vanno e, se ritornano, scappano di nuovo??
Frova.... non sa nemmeno risolvere gli esercizi di termodinamica da liceo...; maiani... si autoloda per le proprie chiarissime insignificanti lezioni, bernardini, rincoglionito come cossutta e con amici e parenti da sistemare....
Che pena....
Ratzinger, non mi stai tanto simpatico, ma francamente a mescolarti con tale feccia mentale avresti solo sprecato parte della tua intelligenza....
Io ho gia rispedito al rettore la mia laurea presa alla sapienza... per fortuna tanti anni fa.

Giorgio Israel ha detto...

In questo blog è attiva la moderazione dei commenti. Perciò ho esitato prima di pubblicare questo commento. Figuriamoci se non ho una cattiva opinione dei firmatari, ma non penso che sia una buona idea attaccare in questo modo, sul piano personale e in modo così insultante. In fondo, sta a chi difende la civiltà mantenere uno stile adeguato. E poi, chiedo: ma davvero potrei essere d'accordo - io ebreo - con l'affermazione che certuni stanno lì perché ebrei? Francamente io questa lobby ebraica all'università non la vedo proprio. Se così fosse, sarei andato in cattedra un po' prima!... Invece ricordo quando, al primo concorso a cattedra che feci misero in giro la voce che un ordinario di matematiche complementari - che ha voce in capitolo sulla scuola - che fosse ebreo non ci stava bene. E il presidente della commissione - meglio non dica chi fosse - fu assai sensibile... E stiamoci attenti con i discorsi sulle lobbies, massoni, opus dei. Francamente, l'unica lobby che vedo, e alla luce del sole, è quella dei postcomunisti.