La follia dilaga. Mi segnalano in rete su un sito di associazioni professionali della scuola un commento sul regolamento sulla valutazione. Ecco l'estratto che mi interessa:
Analisi dello schema
di Regolamento sulla valutazione
di Stefania Fabris, ReteScuole 22.3.2009
In data 13 marzo il Consiglio dei Ministri ha deliberato, su proposta del Ministro Gelmini, uno schema di Regolamento sulla valutazione finalizzato a coordinare tutte le norme vigenti per la valutazione degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Un provvedimento molto atteso da tutti gli insegnanti e dai dirigenti responsabili delle singole istituzioni scolastiche che in questi mesi, dopo le novità introdotte dalla legge 169 del 30 ottobre 2008, hanno dovuto comunque procedere nel loro compito di funzionari statali in un contesto normativo molto confuso.
Attraverso la questione della condotta il Governo sta facendo la rivoluzione nelle scuole e quindi dal Regolamento mi aspetto qualche importante rivelazione. E allora leggiamo il Regolamento in schema-bozza e facciamoci una nuova cultura. Lo spot ministeriale è allettante: fine del buonismo anche con i piccoli, fine del permissivismo 68ttino, adesso facciamo sul serio. E tutti bravi e tutti zitti!
Siamo tutti orecchie: analizziamo lo Schema di Regolamento partorito dopo tanti mesi.
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3. Gli obbiettivi da verificare devono essere coerenti con il POF di ogni scuola: e gli obiettivi del POF di ogni scuola devono essere coerenti con di Programmi nazionali? No, come ho già detto, questo termine è sparito, ma anche Indicazioni nazionali, anche Livelli essenziali del servizio, anche tutto. Israel non dice niente? E la Prof.Mastrocola, l’unica che riesce ad essere consultata dal Ministro? Restano gli obiettivi del POF, di ogni singolo autonomo POF!!
4. Ci vuole omogeneità all’interno di ogni scuola, equità e trasparenza: bene non è più possibile in III A valutare in modo affatto diverso dalla III B. Si vede che invece era successo anche questo…
5. Alla fine (art.1, comma 5) non c’è la certificazione delle competenze attese in funzione del titolo di studio, ma la certificazione dei singolari, personali livelli raggiunti: e il titolo di studio??? Evidentemente in silenzio è passata la Moratti. Io lo sapevo che finiva, così, Giorgio Israel e i pedagogisti del Patto di Genova preelettorale fanno finta di niente, ma è andata così. O forse a Giorgio Israel non gli hanno ancora spiegato bene tutta la faccenda…
Interessante... Io il regolamento sulla valutazione non l'ho letto neppure... Però faccio finta di niente... e continuo a farlo.
Ma quello che mi intriga sommamente è: ma chi cribbio sono i "pedagogisti del Patto di Genova"?.... E cos'è il Patto di Genova? Mi suona tanto come una società segreta... Accidenti, far parte di una società segreta senza saperlo e senza neppure sapere cosa sia, è il massimo della segretezza. La vita riserva sempre grandi sorprese.... Ragazzi, vado a comprarmi un paio di occhiali scuri e una barba finta (i baffi ce li ho già). Attenti, il Patto di Genova vi ascolta...
9 commenti:
È ovvio che essendo una società segreta, neanche gli aderenti sanno di appartenervi :-)
Genova??? Io ho vissuto vicino a Genova (a Bogliasco, per la precisione), e siccome conosco i genovesi, una roba del genere mi lascia leggermente esterrefatto...
Lasciamo poi stare le numerose sgrammaticature: non sono sicuramente derivate dall'idioma genovese (si dovrebbe dire "idiotismi" - Manzoni dixit - ma non vorrei che qualcuno non propriamente ferrato in italiano si offendesse, equivocando il senso della parola)...
Il Patto per la Scuola in 7 punti è stato redatto a cura della Prof.Ribolzi esattamente un anno fa a Genova (Scienze della formazione)alla vigilia delle elezioni ed è stato sottoscritto, per esempio, da Bertagna. In quel momento infatti, insieme al decalogo di Confindustria per la scuola rivolto al nuovo governo, diversi esponenti della cultura e dell'università hanno indicato priorità e lanciato appelli di buon senso. Da insegnante impegnata da diversi anni anche nella formazione degli insegnanti avevo analizzato, in particolare, le contraddizioni e l'ideologia implicita del Patto per la Scuola di Genova e avevo fatto le mie modeste previsioni politiche, che purtroppo si sono ampiamente avverate. Credo che una prospettiva sistemica sia assolutamente necessaria per leggere fenomeni così complessi come quello della formazione degli insegnanti nella scuola italiana. Avessi le responsabilità che ha il Prof.Israel in questo momento, francamente cercherei di trovare il tempo di leggere lo schema del Regolamento sulle norme relative alla valutazione. Tutti ormai siamo avvezzi alle tecniche pubblicitarie e siamo ben consci del fatto che tale schema potrà essere cambiato tra un paio di settimane. Il danno resta tuttavia, il disastro va avanti per l'immagine e per la sostanza della scuola statale, mentre la scuola paritaria non è ancora pronta e in Italia, fatte le dovute eccezioni, è ben al di sotto dei requisiti minimi. Lo sappiamo tutti e i dati OCSE-PISA lo hanno ampiamente confermato.Cosa ne pensa il Prof.Israel?
Grazie dell'informazione. Tenuto conto dei firmatari (in particolare il prof. Bertagna) è difficile pensare a una persona più lontana di me da quelle posizioni. Perchè dunque mettermi insieme a loro? Inoltre, credo di aver dato prova in tutte le occasioni di non amare affatto la riforma Moratti e, in questo, disto anni luce da chi l'ha redatta. I vari appelli preelettorali per la scuola non erano per niente equivalenti e il buon senso non basta. Personalmente ho aderito all'appello del Gruppo di Firenze con Galli Della Loggia, Pirani, e altri, e ci siamo beccati durissime reprimende da sindacati e pedagogisti. Non condivido per niente certe posizioni prese da Confindustria, in particolare in quel periodo (ora mi pare che la linea non sia la stessa), in particolare per certe idee come quella delle "scienze integrate". Quali sarebbero le mie responsabilità? O c'è qualcosa che ignoro per cui ho "poteri speciali" a me sconosciuti, oppure quel che so è che sono esclusivamente il coordinatore di un gruppo di lavoro sulla formazione, che abbiamo tentato tra mille difficoltà di fare un piano ragionevole e non ispirato di certo a principi tipo "Gruppo di Genova". In cambio abbiamo avuto durissimi attacchi da parte del cosidetto mondo dell'"autonomia scolastica". Il progetto è ancora là, speriamo che venga approvato, il mondo dell'università è pronto a partire, buona parte del mondo della scuola ragionevole l'ha accolto con favore, ma stiamo aspettando. Evidentemente non ho un così grande potere. Uno dei motivi per cui il nostro progetto non piace è che difende e riqualifica la scuola pubblica, e questo non è gradito a certi ambienti della scuola "paritaria" che è, lo condivido, ben al disotto dei requisiti minimi (con le dovute eccezioni) e bada soltanto ai suoi interessi, facendosi scudo dell'autonomia (ognuno faccia come gli pare e vinca il migliore, magari io insegno il teorema di Pitagora e tu no, filosofia che detesto). Quanto a quel che penso dello stato della scuola, l'ho scritto e riscritto e penso che vada al di là dei dati OCSE-PISA o TIMSS di cui ne ho fin sopra i capelli. Sarebbe interessante se finisse, da parte di certo mondo dell'autonomia scolastica, la mitologia falsa (e da tecniche pubblicitarie menzognere) della scuola primaria italiana come la migliore del mondo. Ecco, in sintesi estrema, cosa penso.
Per uno che è, come me, fuori del mondo della Scuola ma dentro la Repubblica Italiana - parafrasando lo slogan di Radio Radicale - ,cosa resta da pensare caro Professore?
Che ci stiamo muovendo verso la Repubblica di Platone; non quella pianificata e diretta dai Sapienti, ma piuttosto quella descritta dal grande filosofo in un momento di travagliato sconforto.
Egregio Professore, anche io sono fuori del mondo della Scuola: mi è difficile orientarmi e farmi delle opinioni quando si parla di organizzazione scolastica, leggine, carriere et similia.
Sa però che cosa mi viene da azzardare, così a naso - e mi perdoni se banalizzo - osservando che si comincia a tirare in ballo, di diritto e di rovescio, con crescente frequenza il suo nome? Che Lei stia facendo un buon lavoro, e pure incisivo.
Caro professore, io come sottofondo musicale a questo post metterei i tamburi di "Radio Londra": mi danno tanto l'idea di setta segreta e di informazioni che venono "propalate" solo mediante criptici messaggi.
Il patto di Genova ascolta!
Buon lavoro!
Ringrazio tutti. Adesso ho capito. Ho sentito qualche volta citare questo prof. Bertagna, non mi ricordo neppure se da mia moglie o da qualcun altro. Ma ciò mi conferma che il normale modo di pensare dei genovesi c'entra niente. Per fortuna.
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