sabato 12 gennaio 2013

VIA UN SASSO DALLE SCARPE: ANCHE LE FORMICHE...


Leggo oggi sul Corriere della Sera una colonna dal titolo: “Barca elogia il Cavaliere “Io comunista ma lui mi volle”.
Fabrizio Barca – si legge nell’articolo – racconta che Berlusconi gli chiese se era vero che lui fosse comunista e lui rispose «di sì, che era una malattia di famiglia incurabile». E, a sua volta, Barca «non nasconde il suo elogio e, in qualche modo, la sua sincera stima per il Cavaliere. Lo fa durante “La Zanzara” su Radio 24. Il merito di Silvio Berlusconi? Lo vedo nella sua attività di imprenditore, l’ho raccontato spesso all’estero. […] Si è costruito da solo, anche in politica. Altri erano stati massacrati dalle piccole cerchie. Questa cosa la sinistra non l’ha capita per anni». «Molti - aggiunge Barca – mi rimproverarono [per aver collaborato} con l’allora presidente del Consiglio e con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ma un funzionario deve lavorare a prescindere dal colore del governo».
Non fa una piega.
Ma allora mi permetto – anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano – di togliermi un sasso dalle scarpe.
Quando mi fu chiesto dal ministro Gelmini di contribuire a formulare un nuovo processo di formazione degli insegnanti, siccome mi pareva – e parve a tanti – che vi erano buone prospettive, decisi che valeva la pena di farlo per il bene di tutti.
Chissà perché – sarà perché non sono comunista, se fossi un ebreo vittimista (come mi definisce il “matematico impertinente”) direi che sarà per questo, non lo so – ma sta di fatto che mi sono beccato ben più dei “rimproveri” di cui parla Barca, pur trattandosi di una collaborazione occasionale, che conclusi senza peli sulla lingua quando vidi come andavano le cose. 
Mi sono preso quintalate di insulti in rete, persino sms sul cellulare privato che mi accusavano di mettere le famiglie sul lastrico (chiamai quel signore e gli chiesi se non si vergognava di dire quelle cose non sapendo nulla di me e, alla fine, si vergognò dicendo che era stato aizzato). E poi minacce al “puparo della Gelmini”, l “ebreo” che era il vero regista dietro le quinte della sua riforma, l’analogo di Marco Biagi per l’istruzione, una bella allusione che rese necessario rivolgersi alla Digos.
Poi venne l’ineffabile Odifreddi, con i suoi reiterati attacchi al “fascista”, fino alla sua grottesca restituzione del premio Peano per non figurare accanto a un “fondamentalista sionista” che aveva la colpa suprema di aver collaborato col ministro Gelmini.
Ancora adesso sono oggetto di pesanti attenzioni e ricevo messaggi sgradevoli che partono dall’asserto: “lei, che, com’è noto, è il vero autore della infame riforma Gelmini”... E, quando sono intervenuto su Roars – tra l’altro attaccando la politica dell’istruzione del passato governo, nonché di quello attuale, che è in perfetta continuità – c’è stato chi è intervenuto per dire che non si doveva dare spazio all’infame e permettergli di rifarsi una “verginità”.
Sta di fatto che il ministero pullula di “comunisti” messi là dalla Gelmini e che nessuno critica.
Sarà perché pago il prezzo di aver detto sempre quel che pensavo delle dissennate politiche condotte in modo trasversale da tutti i ministri dell’istruzione da Berlinguer in poi?
Comunque, concordo in toto con Fabrizio Barca: speriamo che la sinistra certe cose le abbia capite una buona volta, soprattutto ora che pare stia per tornare al governo. Se poi invertirà anche la rotta di quelle politiche dissennate non si potrà che applaudire.

5 commenti:

Dina Moro ha detto...

Gentile Professor Israel
approvo in toto, e applaudo al suo sassolino tolto dalla scarpa.

Sarebbe finalmente ora che le posizioni di responsabilità venissero affidate a chi ha dimostrato di essere in grado di lavorare bene, indipendentemente dal proprio credo politico.

La Sua proposta di TFA era completa, precisa, meditata, adatta alla realtà italiana. Avrebbe consentito di stabilizzare i precari asintotici (per t che tende a infinito!) come me, assicurando nel contempo l'ingresso nella scuola di giovani neolaureati.

Invece che cosa si è fatto, dopo che lei se ne è andato?

Un TFA strapazzato, partito in modo rocambolesco, e che ha già generato ricorsi a pioggia, e un concorsone vecchio stampo, fatto in modo altrettanto ridicolo, che assicurerà problemi alla scuola per il prossimo decennio.

Tutto in nome della solita vecchia, sporca, obsoleta e stupida mentalità politica italiana.

Quando mai avremo dei responsabili capaci di dire basta a tutto ciò, e di lavorare finalmente per il bene dei cittadini, loro datori di lavoro?

Potremo mai vedere un ministro prendere delle decisioni giuste per il fatto che lo sono, e non per il fatto che il proprio partito gli ha dato l'ordine di prenderle?

Ho sempre più l'impressione che le elezioni del 24 Febbraio siano state organizzate a tempo di record per impedire ai cittadini di organizzarsi, e di mandare finalmente al potere gente capace e disposta ad assumersi le proprie responsabilità.

mac67 ha detto...

Barca dice di essere stato un funzionario. Come tale, è ovvio che debba collaborare lealmente con qualunque governo, ci mancherebbe altro, è il suo lavoro ed è pagato per farlo.

Lei però non era e non è funzionariodel ministero e la sua collaborazione è stata volontaria e gratuita. Naturalmente questo non autorizza nessuno a insultarla, ma il parallelo non mi pare che regga.

Giorgio Israel ha detto...

Non è certamente un parallelismo, evidentemente non è la stessa situazione. Ma l'analogia (che non è un parallelismo) è basata sul fatto che Barca non si è limitato a collaborare lealmente, ma ha mostrato apprezzamento esplicito e addirittura stima e, non a caso, per questo è stato rimproverato. (E Barca poteva anche decidere di non restare in quella funzione: figuriamoci se gli mancavano altre occasioni...). A me (si parva licet) è stato riservato un trattamento analogo, ma di intensità molto più grande, il che si giustifica solo con ipotesi di fanatismo politico.
Aggiungo che, in linea di principio, dovrebbe essere proprio come lei dice: un funzionario deve collaborare lealmente col suo governo, è pagato per questo. In linea di fatto, questo non accade quasi mai. I funzionari, a tutti i livelli e con efficacia commisurata al loro grado, fanno politica e collaborano o remano contro, anche molto energicamente. Questo è proprio il male della situazione italiana: un ministro dovrebbe avere il potere di nominarsi dirigenti di sua fiducia e di spostare (se non di mandar via, ove si tratti di alti dirigenti che non hanno una posizione stabile) chi non obbedisce alla sua linea politica. Ma questo – ripeto – non accade quasi mai, perché i ministri sono deboli di fronte all'amministrazione e perché in essa non c'è senso dello stato. Questo è tanto più grave per la ragione che lei dice, ovvero perché non si tratta di una collaborazione gratuita. Cosa dire di un dirigente da 20.000 euro al mese che si vanta di fare quello che gli pare, anche contro la linea del suo ministro, tanto – dice – lui resta e il ministro se ne andrà? Pertanto – nei fatti – la collaborazione leale e addirittura con stima e apprezzamento da parte di un alto funzionario è un atto volontario, soprattutto se si tratta di un funzionario che non ha una posizione di impiego stabile, ma puramente contrattuale. E questo spiega il perché dei "rimproveri": potevi non collaborare, oppure potevi remare contro e non l'hai fatto e ora ci vieni addirittura a dare patenti di stima. Se poi collabori in modo esplicitamente volontario sei un animale da calpestare. (Per parte mia, ho collaborato col ministero Fioroni e sono stato sempre pronto a farlo con chiunque avesse mostrato interesse a portare avanti indirizzi con cui mi sentivo in consonanza. Per il futuro - tanto perché non vi siano equivoci sul senso di questo post – NON HO LA MINIMA INTENZIONE DI RIPETERE ESPERIENZE DI GESTIONE).

santino ha detto...

Gent.mo prof Israel,
la "riforma" Gelmini ha avuto come unico scopo quello di contenere la spesa pubblica. Si è tradotta quindi in una mera riduzione del quadro orario, senza che vi fosse alcuna visione culturale di fondo volta a giustificarla.
Sono un abituale lettore del suo blog, ho molta stima della sua persona e mi trovo d'accordo con svariate battaglie che Lei combatte. Non ho pertanto alcun dubbio sulla sua onestà intellettuale, visto che le sue critiche al folle sistema di valutazione basato sull'Invalsi e al dirigismo ministeriale lesivo della libertà di insegnamento NON hanno certo risparmiato il ministro Gelmini.
Allo stesso modo sono sicuro che Lei ha fornito al MIUR una collaborazione disinteressata, volta a portare avanti istanze culturali e non ideologiche. A mio parere però ha sbagliato ad accettare tale incarico, perché non è proprio possibile dare un'impronta culturale ad una riforma che è stata dettata da mere esigenze di bilancio.
In altre parole Tremonti ha fissato a priori la riduzione di spesa da attuare. Il MIUR ha quindi ridotto il quadro orario in maniera da attuare il taglio di cattedre necessario per realizzare tale taglio al bilancio. Solo successivamente si è discusso di didattica e sono state realizzate le "indicazioni nazionali". Mi pare evidente che un simile modo di procedere sia assurdo e fuori da ogni logica culturale. Per questo motivo ritengo che la sua collaborazione col ministro Gelmini, per quanto legittima, sia stata inopportuna.
Non è possibile fornire un contributo di alto livello quando il quadro orario sul quale operare è stato stabilito a priori dal Ministro dell'Economia e delle Finanze con criteri non certo improntati all'efficacia didattica.

Giorgio Israel ha detto...

Gentile Santino, quanto lei dice sarebbe giusto se io mi fossi occupato della cosiddetta "riforma Gelmini". In realtà, qui stiamo soprattutto parlando del progetto di regolamento per la formazione degli insegnanti, che è approdato al TFA e alla (affossate) lauree magistrali, nonché alla Laurea magistrale per la formazione primaria (che invece sta funzionando egregiamente). A questo faccio riferimento e il quadro orario non c'entra nulla. Tenga conto che la commissione da me presieduta ha prodotto il regolamento tra il 5 settembre del 2008 e la fine del 2008, quando di riduzione di orari non si parlava affatto, e comunque - ripeto - non c'entravano niente. Quanto alle Indicazioni nazionali è vero che si sono inserite nel contesto che lei dice. Ma mi lasci dire che preferisco di gran lunga che vi siano quelle del 2010 operanti, approvate e che fanno legge, e che potranno essere una buona base se un giorno si ritornasse a quadri orari più sensati. Non bisogna essere estremi, o tutto o niente. Che cosa sarebbe stato meglio? Che le Indicazioni nazionali le facessero certi personaggi intrisi del peggiore didattichese? Così, oltre ad aver avuto quadri orari disastrosi avremmo anche avuto delle Indicazioni nazionali pessime... Non capisco la logica di questo ragionamento. Stavamo facendo anche le Indicazioni nazionali per le primarie, quando ci hanno buttato fuori. Ora vada a vedere quelle che hanno fatte altri personaggi graditi all'amministrazione. È una roba da far accapponare la pelle. Non sarebbe stato meglio avere delle Indicazioni nazionali decenti per il primo ciclo, invece di avere queste? Se fossi riuscito a farle, le avrei fatte, orari o no, e mi dispiace molto di non aver potuto perché la Gelmini prima e Profumo poi ci hanno messo fuori.