lunedì 21 aprile 2008

Impertinente, impenitente... in fin dei conti un poveraccio

Mi è stato chiesto di leggere e commentare l'ultima "fatica" di Piergiorgio Odifreddi, "Il matematico impenitente". Me ne guarderò bene. Quanto avevo da dire l'ho detto, per mostrare di che stoffa sono fatti il nostro e i suoi prodotti. Tuttavia, mi sono imbattuto navigando su Internet - s'incontrano le cose più inattese con qualche parola chiave adatta - in un passo che più di qualsiasi altro mostra la qualità della persona, al punto che nulla più serve aggiungere.

Circa un anno fa, in un dibattito in rete sul sito web di Panorama, l'ineffabile ha osservato, rispondendo a un lettore, che nella mia recensione al suo libro più che di lui avevo dato la miglior definizione di me:
«cioe', di un ex comunista, ed ex marito della figlia di ingrao, che ha abiurato la propria ideologia del passato, sposando la figlia di un militare franchista, e diventando un fascista. pace all'anima sua»

È vero che sono stato iscritto al Partito Comunista, fino al 1981. Ho cambiato le mie vedute, e l'ho fatto alla luce del sole e sulla base di argomenti razionali: la categoria dell'"abiura" appartiene alla dimensione del fanatismo. Sono stato sposato con una figlia di Ingrao, la quale pure ha "abiurato" ed è stata la prima firmataria del recente appello al Presidente della Repubblica perché venga a garantire con la sua presenza una dignitosa accoglienza a Israele (lo "stato fascista", secondo l'impertinente) come ospite d'onore alla Fiera del Libro di Torino. Sono sposato con la figlia di un colonnello spagnolo. Non so in quale discarica l'impertinente abbia fabbricato la calunnia che si tratti di un colonnello franchista. Certo, se il colonnello si degnasse potrebbe anche trascinarlo in tribunale. Quanto al fatto che io sia diventato fascista... lasciamo perdere.
Sì, ho l'anima in pace. Ma non nel senso che ci si augura comunemente con questa frase. Mi dispiace per l'impenitente ma sono ancora qui.

Chiuso. Non si può mettere le mani in questi materiali per lungo tempo.
Soltanto quel che basta affinché appaia evidente senza possibili dubbi di cosa si tratti.

4 commenti:

gelubra ha detto...

Caro Professore,
avrei piacere a inviarle un mio libro sulla scuola - "SALVE PROF!...OVVERO LA MERAVIGLIA DELL'EDUCARE", Edizioni GUIDA, 2006 - che per molti versi echeggia quanto lei va dicendo e ripetendo sull'essenzialità della funzione educativa.
Mi dovrebbe solamente indicare un indirizzo a cui poter spedire il testo.
Resto in attesa e le invio i miei più cordiali saluti e lefaccio sapere che spesso sul mio blog (www.salveprof.splinder.com) pubblico i suoi interventi sulla scuola.
Di nuovo saluti
Gennaro Lubrano Di Diego

Giorgio Israel ha detto...

Grazie, ne sarò felice. Basta inviarlo all'indirizzo universitario.

Gianfranco Massi ha detto...

Il matematico Piergiorgio Odifreddi mi è sempre parso finora una caricatura del superbamente presuntuoso Capaneo dantesco. Mai avrei pensato di scoprire in lui anche una così spiccata attitudine alla delazione.
Gianfranco Massi

Giorgio Israel ha detto...

Ottimo il paragone con Capaneo. Invece non sono d'accordo sulla delazione. Delatore è (v. es. dizionario Treccani) una persona che, per bassi scopi, riferisce a un'autorità fatti di cui è a conoscenza e che possono danneggiare qualcuno. Ma si tratta di fatti veri, altrimenti il delatore sarebbe piuttosto un calunniatore. Qui c'è una miscela di: invenzione, fatti veri presentati in modo così distorto da farli apparire come altra cosa, un augurio macabro. Non sono raccontati ad alcuna autorità, per il semplice motivo che, anche nella loro versione calunniosa non configurano alcuna colpa. Delatore sarebbe un complimento.