venerdì 6 febbraio 2009

È tutto un caso?

Noi non sappiamo quale sarà la situazione nel momento in cui compariranno queste righe. Ci auguriamo che sia migliore di quel che appare mentre scriviamo. Se così sarà bisognerà tirare un respiro di sollievo perché qualcosa di gravissimo sta avvenendo e non c’è bisogno di fare alcuna dietrologia per dire che al centro del mirino vi sono i rapporti ebraico-cristiani. Con tutta evidenza qualcuno vuole scavare un fossato drammatico tra ebrei e cristiani. E al centro del mirino c’è anche Benedetto XVI.
Sembrava che le parole chiare e inequivocabili pronunciate da Benedetto XVI potessero spazzare via le nubi che si erano addensate attorno alla vicenda del vescovo lefebvriano Williamson che ha negato l’esistenza delle camere a gas e ha ridotto il numero degli ebrei sterminati a 200.000, 300.000 al massimo. Il Papa ha espresso «piena e indiscutibile solidarietà con i nostri fratelli destinatari della prima alleanza», ha rivolto un monito non soltanto contro il “negazionismo” ma anche contro il “riduzionismo” ed ha sottolineato che il ritorno dei lefebvriani nel seno della Chiesa non può che avvenire nella cornice del Concilio Vaticano II e quindi del rapporto con l’ebraismo istituito dalla “Nostra Aetate”. Il rabbinato israeliano ha accolto le parole del Papa come un «grande passo avanti», «una dichiarazione molto importante per noi e per il mondo intero».
Questo intervento del Papa ha spazzato via le critiche di chi aveva accusato le proteste di parte ebraica di essere esagerate, irrispettose e ingiuste. Già la Chiesa svizzera aveva esplicitamente detto che tali proteste erano pienamente giustificate e il portavoce della Chiesa tedesca era stato ancor più netto definendole «comprensibilissime». Il Papa non ha mostrato minimamente di sentirsi offeso o colpito da quelle critiche. Egli ha parlato con una chiarezza morale che si è elevata di molte spanne al di sopra di tanti altri interventi avari o equivoci. Non era possibile che la vicenda si chiudesse sulla base delle scuse rivolte dalla fraternità San Pio X al Papa in cui ci si limitava a definire “inopportune” le dichiarazioni di Williamson. Come se si trattasse di una mera questione di opportunità e non di verità… Sono stati usati aggettivi reticenti per criticare quelle dichiarazioni: “infondate”, “immotivate”, ecc. Soltanto il Papa ha saputo usare il linguaggio giusto e ha mirato al cuore della questione.
Ma proprio questo isolamento era singolare e inquietante. Ed ecco che, mentre si sperava che con quelle parole si fosse rimosso un masso dal cammino, un prete di Treviso, tal Floriano Abrahamowicz – che viene definito lefebvriano ma che pare sia sull’orlo dello scisma dalla fraternità di San Pio X – riapre la questione con un’intervista in cui rincara la dose dicendo che delle camere a gas si può dire soltanto che siano servite a “disinfettare”. Non soltanto: il monsignore dice di non volersi addentrare neppure sulla questione del numero delle vittime della Shoah, che potevano anche essere più di 6 milioni, ma dice semplicemente che «il genocidio è un’esagerazione»…
A questo punto, è impossibile considerare quel che sta accadendo come una coincidenza. Siamo di fronte a un’esplosione improvvisa di rigurgiti di fogna che smuovono – come già si constata – un fondo limaccioso di odio che un quarantennio di dialogo aveva lavorato a smaltire. Il Papa si trova solo di fronte a una situazione ingovernabile. Il mondo ebraico viene ripetutamente preso a schiaffi. C’è certamente una persona che può rallegrarsi di tutto questo: il presidente iraniano Ahmadinejad, massimo negazionista vivente.
(Tempi, 29 gennaio 2009)

19 commenti:

Caroli ha detto...

Fino ad oggi sapevo dell'esistenza di qualcuno che aveva un nome simile solo per vicende calcistiche, oppure per quell'improbabile mondo che chiamano "gossip". Ma si trattava sempre dell'identico personaggio. Ora mi chiedo: dove salta fuori questo figuro travestito da prete? Dove? Non certo da quell'ambiente cristiano che ha dato scaturigine a quelle occasioni, a Lei ben note, in cui incontrarci e dialogare con chiarezza ed amicizia. La grafìa polacca, poi: mi fa riandare con la mente a Krzysztof Zanussi, e la delicatezza con cui tratta dell'ebreo, poi comunista, in "Da un Paese Lontano". Nulla a che fare. Solo il disgusto di andare a cercare con il lanternino simili, mi passi il termine per me inusuale, topi di fogna.
Professore, si tratta di lottare contro una seminagione di zizzania quale non si era mai vista da un bel po' di tempo a questa parte. Il tragico è che, se anche gente che credevamo vicina si comporta in un certo modo... Che tristezza. Che fatica. Non mi viene da salutare con il solito, deferente, saluto: mi viene da dire "un abbraccio", come si usa tra amici. Perché è l'amicizia che ci soccorre in questo brutto momento.

Caroli ha detto...

Notizia di poco fa (per quello che può contare):

http://www.asca.it/news-SHOAH__LEFEBVRIANI_ITALIA__ESPULSO_NEGAZIONISTA_DON_ABRAHAMOWICZ-807948-ORA-.html

Lucio ha detto...

Mah, caro professor Israel,
sono francamente un po' lontano da queste tematiche, ma c'e' una cosa che mi riesce difficile credere, in tutta sincerita': che il Papa non sapesse (prima della revoca della scomunica) delle posizioni di Williamson sulla Shoah, come sembrano "suggerire" i mezzi di informazione ed alcuni personaggi della curia del Vaticano. Davvero difficile! Che ne pensa?
Cordialmente,
Lucio Demeio.

Unknown ha detto...

Caro Professore,
ho trovato interessante l'iniziativa proposta da Paolo Farinella, prete di Genova, riportata sul sito http://appelli.arcoiris.tv/vaticanosecondo/

Penso che tutto possa essere utile per far sentire la voce di chi dissente fortemente dalle scelte della gerarchia ecclesiastica e chiede che sia ristabilito il corretto e fraterno dialogo con gli ebrei, il rispetto per la loro sofferenza, per la storia ed anche, mi permetta di dirlo, per la ragione.
Con cordialità.
Massimo Riccò

GiuseppeR ha detto...

Non sono in grado di comprendere la vicenda in tutte le sue dinamiche. Se nasce tutto da una sgangherata gestione della riconciliazione con questi discutibili "cristiani" o se c'è qualcos'altro.

Sono addolorato per il dolore arrecato al popolo ebraico e per l'occasione di esercitare la menzogna e lam manipolazione data ai detrattori del Papa.
Non ci sono argomenti migliori di quelli recentemente espressi da Roert Spaemann (Ratzinger: dai media solo una caricatura")

http://www.avvenire.it/Cultura/Ratzinger+dai+media+una+caricatura.htm

alberto ha detto...

a me pare, al momento in cui scrivo, che tutti i passi vaticani siano stati fatti.
Sebbene non spetti al papa rimuovere Williamson che dipende ancora da Fellay: gli ha gia' dato l'aut aut che se non ritratta non rientrera' nella chiesa cattolica. E cio' mi pare valga di esempio per tutti i vescovi. La posizione del vaticano ora e' chiara: il pasticcio diplomatico o meno e' stato fatto ma almeno ora c'e' una posizione chiara.
A mio parere, naturalmente.

marcella52 ha detto...

per massimoricco1

Scncertata e addolorata!
Quello che segnali è proprio il peggio del peggio, è proprio la dimostrazione di quanto le dicerie abbiano la meglio sull'informazione.
Dimostra proprio che c'è la volontà di screditare la figura del Santo Pontefice.
Ma io ti dico che proprio questa persecuzione è la dimostrazione che la strada da lui percorsa è quella giusta.

Quindi "Nessuno tocchi Benedetto XVI"!!!!

Unknown ha detto...

Per
marcella52
Le garantisco che non c'è nessuna volontà di screditare il Pontefice, ci mancherebbe, ci pensa già lui a screditarsi, non ha bisogno in ciò di nessuna collaborazione!
Mi ripeto, temo che il Papa abbia perso il contatto con il mondo. Nessun dubbio, è un grande studioso e un grande teologo, ma come Pontefice sta facendo fare alla Chiesa degli enormi passi indietro. E si badi bene, questo avviene in un momento in cui il pensiero della Chiesa non è più il "pensiero unico".

Mi lascia perplesso poi quell'ultimo commento: "Nessuno tocchi Benedetto XVI"!!!!
Che cos'è una divinità?
Riconosco il valore del suo magistero in materia di dottrina, ma per quanto riguarda le scelte in altri campi, può sbagliare come chiunque altro. E questa volta ha commesso un colossale errore.

La saluto cordialmente.

Massimo Riccò

marcella52 ha detto...

La pagina di cui lei ha fornito l’indirizzo si intitola : "Nessuno tocchi il Concilio Vaticano II Appello ai cattolici contro la revoca della scomunica ai lefebvriani."
Potrei risponderle allo stesso modo:
Cos’è Il Concilio Vaticano II? La Bibbia?
Chi non ammette la revoca della scomunica non capisce che questa’azione ci mostra una Chiesa madre, paziente e accogliente verso tutti i suoi figli, che prega e freme per la loro salvezza.
“Non son venuto a chiamare i giusti ma i peccatori” (Lc 5,27-32).
E siamo tutti peccatori. E la Chiesa ci accoglie tutti, laici e consacrati. E sopporta di sentirsi pugnalata alle spalle, di sentirsi tradita.
Quanti sono i cattolici che conoscono il contenuto di tutti i documenti del Concilio Vaticano II, quanti li riconoscono veritieri?
Quanti rinnegano quotidianamente quanto detto dalle Costituzioni e dai Decreti del CVII?

Gianfranco Massi ha detto...

Credo che dal 2000, anno della pubblicazione del suo saggio "la questione ebraica oggi", la novità più storicamente interessante sia proprio l' attenzione dell' attuale pontefice al dialogo con gli ebrei.
Condivido perciò, caro professore, le preoccupazioni da lei espresse. Penso anche che stiamo assistendo a un vero assedio del Vaticano da posizioni contrapposte. Ma come lei ha spesso paventato, gli assedianti non disdegnano di coordinare le tattiche di combattimento da posizioni contrapposte.
Gianfranco Massi

Barbara ha detto...

Riempie di sgomento la funesta connessione dei fatti nel tempo. In questi drammatici e sconcertanti momenti si rende attuale una profetica pagina della grande Hannah Arendt:

http://www.tempi.it/interni/003913-la-morte-pietosa-di-eluana

Mi scuso se non sono proprio pertinente rispetto al contenuto dell'articolo, ma penso sia doveroso cercare un piccolo spazio per commentare la gravità dell'evento che si sta consumando in queste ore.

Lucio ha detto...

Gia'!

Peccato solo che alle le vittime delle camere a gas del nazismo ("pietosa morte") nessuno avesse mai diagnosticato una necrosi della corteccia cerebrale, ...

Lucio Demeio.

Caroli ha detto...

Questo è il testo della petizione che oggi ho inviato, insieme ad altri amici al Capo dello Stato:

"Signor Presidente,
Non si dimostri nemico di chi crede nella Scienza e nel progresso, firmi il decreto che salva la vita di Eluana Englaro. Chi può a ragione sostenere, infatti, che la ricerca, in particolare quella sulle cellule staminali neurologiche, non pervenga a risultati importanti a favore di questi cittadini italiani handicappati gravi in tempi brevi?
Non faccio un ragionamento fideistico, come vede, ragionamento di cui non sarei nemmeno capace per formazione culturale, pur essendo credente, ma un ragionamento strettamente laico.
Quale merito, quale beneficio avrà il laureato in medicina che si assume la responsabilità di sopprimere per fame e sete una cittadina? O avrebbe più merito il neurologo, questo sì medico, il quale, in forza dei risultati del suo lavoro potrebbe restituire, se non tutta quale era prima, una certa qual coscienza alla persona malata? Sono convinto che un tale risultato, ancorché minimale, porterebbe quel tal medico a concorrere al Nobel come benefattore dell'umanità.
Signor Presidente, la Sua generazione ha avuto il grande merito di sconfiggere la barbarie nazifascista: non lasci che uno dei principi del nazionalsocialismo, l'eliminazione delle persone disabili, cacciato dalla porta dall'impegno e dai sacrifici di persone come Lei, rientri dalla finestra di un clericalismo laicista che non Le appartiene, e che non appartiene alla stragrande maggioranza del popolo che Lei presiede.

Grazie per l'attenzione.

Alessandro Caroli"

Questo a conferma che anche a mio avviso c'è una sinistra coincidenza tra l'eutanasia in corso ad Udine e quanto nell'articolo che cita Barbara è illustrato.

Barbara ha detto...

Riporto una parte dell'articolo - (parole di Hannah Arendt):
- Il programma di sterminare col gas gli ebrei dell’Europa orientale fu uno “sviluppo” del programma dell’eutanasia di Hitler. (…) Le prime camere a gas furono costruite nel 1939, in ottemperanza al decreto di Hitler, del 1° settembre di quell’anno, secondo cui alle «persone incurabili» doveva essere «concessa una morte pietosa».-

Dunque secondo lei, signor Lucio, le persone gravemente disabili e incurabili valgono meno delle altre, per cui hanno meritato le camere a gas a differenza degli ebrei sani? E chi le dà il potere di pesare e decidere quanto vale una vita? Chi le concede l'autorità di stabilire se una vita è degna di essere o meno vissuta e rispettata?

Lucio ha detto...

Il punto non e', gentile signora Barbara, quello di stabilire quanto vale una vita, penso che su quello siamo tutti d'accordo. Il problema e' piuttosto su "quale" vita dobbiamo difendere fino all'ultimo. E qui si aprirebbe una discussione a non finire, non vorrei occupare lo spazio di questo blog, tra l'altro come commenti ad un post su un argomento totalmente diverso.

La saluto cordialmente,
Lucio Demeio.

Caroli ha detto...

Non c'è "quale". "Quale vita" è una categoria che rimanda a hitler (o stalin, è lo stesso). Suggerisco di leggere l'intervento in proposito dell'ateo, medico e cantautore Enzo Jannacci.
Detto questo, si rimanda al post che il Professore ha appositamente introdotto. Su questo siamo andati abbastanza fuori tema.

Caroli ha detto...

Esattamente, Lucio. "Quale vita" è argomento di un post differente (che il Professore ha introdotto), ed è un criterio che può andar bene per mentalità stile hitler o stalin (per esprimere il massimo del disprezzo io uso le minuscole nei nomi propri). Per cui è opportuno non continuare. Comunque concordo con Barbara.

Lorenzo ha detto...

Gentile Professore,
ha visto l'intervista di Repubblica a Wiesel pubblicata a pagina 3 oggi?
Sono rimasto alienato da alcune affermazioni... per favore, qualcuno gli spieghi che attualmente Williamson non è un vescovo della Chiesa Cattolica... ma soprattutto, quello che non capisco è: perchè Repubblica non lo fa minimamente presente? O meglio, il problema è che temo di capirlo proprio...

Parte del testo dell'intervista di seguito:
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/benedetto-xvi-30/wiesel/wiesel.html

Lorenzo ha detto...

Ah, naturalmente, nonostante il linguaggio concitato, non intendo minimamente mancare di rispetto a Elie Wiesel, e mi scuso se così è sembrato.