sabato 21 maggio 2011

Una buona notizia

Una buona notizia. In Svizzera il latino non verrà abolito nella scuola media e anzi tutti gli studenti dovranno studiarlo, almeno un'ora alla settimana, fino a tre ore per chi lo desidera.
Il sito dell'Adi (Associazione docenti italiani) si lamenta, imputando la "sconfitta" ala pressione delle classi agiate, ai nostalgici tradizionalisti della scuola di un tempo. Peccato che conosca tanti miei ex-compagni di scuola, figli di famiglie umilissime, che si sono fatti colti con la scuola umanistica e hanno asceso i gradi sociali diventano avvocati, scienziati o imprenditori di fama. Altro che "segregazione sociale larvata".  Sarebbe una decisione "presa alla cieca, in base a criteri ideologici e a una concezione mai tramontata della cultura". Si lamenta che questa decisione sia stata presa nonostante a Ginevra vi sia una Facoltà di scienze dell'educazione più importanti d'Europa, senza sviluppare preventivamente alcuna "ricerca scientifica". Ormai basta mettere l'etichetta "scientifica" a qualsiasi cosa per renderla dignitosa, anzi indiscutibile. Come se nel mondo dei pedagogisti non ci fosse ideologia. Come se le teorie "moderniste" della scuola dell'autoformazione, delle "menti ben fatte e dei test non fossero ideologia. Concezioni tramontate della cultura? È da vedersi. Di certo, quelle teorie "moderniste" più che il tramonto non hanno mai conosciuto l'aurora. Nel mondo della cultura propriamente detta, s'intende, in quello dell'ideologia sono sorte, senza alcun dubbio. In quel mondo tutto può sorgere e nulla tramonta.

4 commenti:

Ivo Silvestro ha detto...

Salve.
Potrebbe gentilmente fornire una fonte per quanto riguarda la notizia sulla Svizzera?

Giorgio Israel ha detto...

Il sito dell'ADI e il sito di Bottani

Alessandro Marinelli ha detto...

"le classi si spezzano in gruppi di forti e deboli. Questa gestione si chiama segregazione sociale larvata degli studenti"

A costo di apparire presuntuoso, dirò che questa persona va compatita...

Giorgio Israel ha detto...

Per qualche strano motivo questo commento non si lascia inserire. Lo inserisco io:

Pao ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Una buona notizia":

Quello che mi fa sorridere in tutte le discussioni sulla modernità dello studio e delle metodologie didattiche del latino nei Licei è aver posto come paradigma gli insegnamenti grammaticali tardo antico-scolastico-illuminista invece di quelli in uso nel periodo propriamente classico. Il latino è una lingua con una sua evoluzione storica tanto in termini morfologici e sintattici quanto nel suo insegnamento e non un mero insegnamento grammaticale di una lingua conclusa come può essere quella artificiale dei Klingon (mi riferisco a Star Trek, lol). Per capirsi, un uomo colto come Marco Tullio Cicerone era all'oscuro dell'esistenza degli aggettivi e della loro sistemazione a classi e pure di cinque declinazioni suddivise in base all'uscita del genitivo singolare... I seguenti passi tratti da un articolo a stampa riguardante l'evoluzione delle declinazioni e coniugazioni nella lingua latina, per i tipi del M.E.FR.A., possono essere di aiuto:
- "Uno dei primi antichi testi, a noi giunti, dedicati alla sistematizzazione dei pronomi e verbi in ciò che possiamo chiamare declinazioni e coniugazioni è il De Lingua Latina di Varrone (116-26 a.C.) ma lo schema da lui ideato non è propriamente quello dei suoi successori e giunto a noi. Nel testo di Prisciano (tardo V-primo VI d.C.), Institutiones Grammaticae, lo schema delle declinazioni e coniugazioni appare simile a quello che possiamo ritrovare nei libri di testo e grammatiche moderne. In altre parole, le declinazioni e coniugazioni nel latino hanno una storia e proveremo a tracciarla analizzando come i grammatici successivi a Varrone e precedenti a Prisciano le analizzano." [mia traduzione dall'inglese di un passo nella pagina a stampa 86 di (Taylor Daniel J. Latin declensions and conjugations: from Varro to Priscian. In: Histoire Épistémologie Langage. Tome 13, fascicule 2, 1991. pp. 85-109. doi : 10.3406/hel.1991.2334 http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/hel_0750-8069_1991_num_13_2_2334 )]
- "La persistenza della terminologia attraverso la tradizione non solo dimostra l'implicita continuinità della presenza di Varrone in questa tradizione ma è anche segno di una reminiscenza verbale di due metodi di analisi in conpetizione (vedi successivo). L'ablativo alla fine depose il suo ruolo analitico preminente al genitivo ma mai la sua unica identità terminologica." [mia traduzione dall'inglese di un passo nella pagina a stampa 95 di (op.cit.)]

I miei 50 cents, ovvio.