venerdì 24 gennaio 2014

QUALE MATEMATICA INSEGNARE

Sul blog "Pensare in matematica"
http://pensareinmatematica.blogspot.it/2014/01/quale-matematica-insegnare.html

6 commenti:

Bhrihskwobhloukstroy ha detto...

Professore, Lei è un matematico, ma io, da letterata, vorrei spendere una parola sull'italiano nella scuola di base: da alcuni decenni è in atto un processo che rimuove ogni forma di letteratura dalle scuole elementari. Intendo: presenza di poesie e brani in prosa che fanno riferimento alla nostra traduzione letteraria e alla nostra storia; presenza di rime e ritmi, lessico scelto e vario, sintassi progressivamente più complessa. Ora leggono: testi tradotti per lo più dall'inglese; storie di zombie, fantasmi, maghi; storie edificanti di bambini terzomondiali; poesiole senza capo né coda, né sillabazione e rime corrette. Brani di una pagina da analizzare mettendo crocette sì/no: è così che si creano le generazioni del mondo globale, senza storia né cultura. Fino agli Anni '60 l'esame di quinta elementare richiedeva conoscenze mnemoniche di poesie e prose. Ora hanno abolito l'esame e l'importanza della memoria è ai minimi termini.

Giorgio Israel ha detto...

Sono totalmente d'accordo ed è una battaglia che conduco da tempo. La nostra visione della matematica vuol essere umanistica e quindi volta a rompere le barriere tra le "due culture".

Anonimo ha detto...

Di recente ho letto il suo libro "Chi sono i nemici della scienza", se non ricordo male il titolo, e devo ammettere che la prima parte (anche il resto è interessante) , la didattica nella scuola elementare, è terribilmente acuta e fondata. Condivido in pieno l'analisi.
Ho un bambino di nove anni e trovo tutto ciò che lei scrive corrisponde e calza perfettamente, così ho letto tutte le parti che lo riguardavano a Enrico (il bambino): rideva come un matto e portava altri argomenti a conforto di quelli letti. Mi ha costretto a rileggerlo e giù, di nuovo risate liberatorie, poi a un certo punto mi ha chiesto: ma Giorgio Israel cos'altro ha scritto sulla scuola?

Aggiungo per finire, che condividop anche il discorso sulla trasformazione dei contenuti in prove di abilità astratte (sono approssimativa per velocizzare). Enrico è arrivato in prima con grandi attese soprattutto in geografia (cartine, paesi, capitali, bandiere, densità abitative ecc..) e si è immediatamente scontrato con l'idea che la geografia era tutt'altro; oltretutto le maestre hanno riscontrato un limite nella sua percezione della spazialità...
Quindi non solo si è rassegnato alla delusione di veder sistematicamente procrastinato il momento in cui la geografia avrebbe assunto il contenuto atteso, ma in una pagella di voti sepre alti, ha sempre spiccato il voto più modesto della geografia, paradosso del quale ormai ha imparato a sorridere.

d. ha detto...

Non vorrei deludere il piccolo Enrico e sua madre, ma forte di 5 figli in vari ordini di scuola, vorrei avvisarli che la geografia che immagina Enrico non si troverà mai a scuola: alla secondaria di primo grado (medie) impareranno qualche vaga nozione su regioni di Italia e Paese d'Europa, ma soprattutto ancora ambienti, qualche curiosità, magari il dolce tipico. Niente capitali, fiumi, monti, densità della popolazione… sono odiatissime NOZIONI e stancano i cervelli dei poveri ragazzi. Nel biennio delle superiori c'è ormai "geostoria": non è chiaro se pensata per cancellare la geografia, la storia, o entrambe. Capiterà così alla maturità classica uno studente possa dire che Israele confina con la Russia - sentito con le mie orecchie -, senza destate scandalo o ilarità in nessun membro della commissione, solo una stanca rassegnazione.

Giorgio Israel ha detto...

Se è per questo, nella classe di mio figlio, uno scolaro ha detto che a nord l'Italia confina con l'Australia... Almeno tra Israele e Russia c'è continuità territoriale...

Bhrihskwobhloukstroy ha detto...

Se è per questo, uno studente di russo non riusciva a trovare l'Ucraina sulla cartina (non muta) ...