lunedì 8 marzo 2010

Finanza islamica

28 commenti:

Unknown ha detto...

gentile professore,

a volte stento davvero a capire la finalita' di certi suoi commenti, e mi trovo costretto a pensare mio malgrado che la sua unica guida sia "tutto cio' che e' islam e' male", e "tutto cio' che e' cattolico e' bene". Non si capisce perche' prestare denaro senza interessi sia una minaccia per l'occidente, mentre impedire una diagnosi pre-impianto, o impedire che due persone omosessuali possano costruire una vita affettiva ed economica, sia un segno di laicismo, tolleranza e superiore civilta'.

Nello specifico, ognuno ha diritto di fare cio' che vuole con il proprio risparmio o con il proprio debito (e con il proprio corpo, aggiungerei).

Si puo' credere ai miracoli e affidarsi ad un Ponzi-Madhoff qualsiasi, o ad una banca islamica o buddista o shintoista o kosher o avventista del settimo giorno - o semplicemente mettere i soldi sotto il materasso, o chiederli alla zia ricca. L'unico principio che vale e' il solito: cio' che funziona, sopravvive.

Riguardo al "date a cesare quel che e' di cesare", mai come in questi tempi di sanfedisti di ritorno, un principio fu maggiormente disatteso. Le ricordo che ci sono voluti due secoli di guerre religiose, in Europa, per poter cacciare via la Chiesa dalla vita privata delle persone.

cordiali saluti

Giorgio Israel ha detto...

Egregio signore,
la finanza islamica non significa soltanto prestare denaro senza interessi ma gestire sotto l'autorità di una autorità di imam ed entro le regole della sharia, che confliggono con le regole elementari di una società liberaldemocratica. Lei parla di sanfedismo di ritorno e poi le sta bene soltanto il sanfedismo non cattolico. Il suo anticlericalismo è unidirezionale. Quello islamico le sta benissimo anche se poi gestisce le regole dei sottoposti con il taglio della mano e la sottomissione della donna. Gli omosessuali hanno diritto a una vita affettiva, mentre l'islam ha il diritto di ammazzarli, gli altri invece li debbono rispettare. Ma che logica è la sua?
Quanto al fatto che la mia unica guida è "tutto ciò che è islam è male" e "tutto ciò che è cattolico è bene", a me , con tutto quello che ho scritto contro quel che ha fatto di oppressivo la Chiesa nella storia, e attribuirmi un anti-islamismo a priori.... beh, mi scusi, ma questa è una vera e propria porcata e una demonizzazione. Non è argomentare, è una bidonata di rifiuti che mi ha tirato gratuitamente. Si vergogni.

Unknown ha detto...

Gentile Professore, la mia "porcata" non e' da meno del suo attribuirmi una simpatia pro-sharia, od un anti-clericalismo che non e' possibile evincere in alcun modo dal mio intervento. Effettivamente, sarei da internare se sostenessi tutto ed il contrario di tutto.

La "finanza islamica" e' quella che fa bella mostra di se' dalle pagine dell'economist- fino a prova contraria, un tempio del liberalismo economico anglosassone- e non si parla di tagliare mani ad alcuno. Se poi dietro c'e' un imam, ripeto: ognuno fa quello che vuole con i propri soldi. E sarebbe anche ora di finirla con questo luogo comune dell'islam come detentore esclusivo della misoginia e dell'omofobia. Una passeggiata nella cristianissima Giamaica o in altri paesi cattolicissimi, dove l'infibulazione e' una regola, dovrebbe esserLe sufficiente. Per non parlare del fatto che il delitto d'onore e' stato eliminato dal nostro codice 40 anni fa, un'inezia in termini storici, o che ho abbastanza anni per aver visto con i miei occhi cosa significasse - e cosa ancora significhi - essere donna o omosessuale nel cattolicissimo sud d'Italia.

Detto questo, seguo sempre con molto interesse i suoi interventi, pur dissentendo spesso, sia sul blog che sul giornale e su "tempi". Se mi limitassi a seguire chi la pensa come me, potrei anche risparmiare il tempo e guardarmi allo specchio. Ed ancora non ho visto un intervento minimamente critico nei confronti delle posizioni di quelli che definisco, senza assolutamente vergognarmi, i nuovi sanfedisti. Di chi entra violentemente nella mia vita privata e nella mia anima, e mi chiama "laicista" e "giacobino" se mi ribello.

Se nel passato ha espresso opinioni differenti, me ne scuso. Ma per me vale il presente. Non ho dubbi che Lei in passato sia stato critico nei confronti delle malefatte della chiesa. Rimango quindi in fiduciosa attesa di uno suo prossimo editoriale su "tempi".

rispettosamente,

Alfredo Giani

Giorgio Israel ha detto...

Egregio signore,
1) Israele è pieno di palestinesi omosessuali che sfuggono dal loro regime per non essere ammazzati. Lei usa il tipo di argomentazione classico dei comunisti (non ho detto che lei lo sia!...): quando si parlava loro dei crimini in URSS rispondevano con le malefatte degli americani. Se in Giamaica si fanno infamie questo non assolve nessuno. Peraltro dimostri di essere coerente, e scelga tra il vivere nel sud d'Italia e nel Sudan. Io non avrei dubbi e penso neanche lei.
2) La finanza islamica è retta dalle regole della sharia e governata da un comitato di Imam nel pieno rispetto delle regole del Corano. Che questo piaccia all'Economist... bell'argomento... nel Londonistan cos'altro si può dire?...
3) Da quel che dice non credo le piacerebbe una finanza cattolica o ebraica retta da regole dettate da un comitato di vescovi o di rabbini secondo principi ortodossi. E allora perché le piace quello che nell'intervista hanno definito "connubio tra religione e finanza"? A me un simile connubio fa ribrezzo, quale che sia la religione, a lei no.
Questa è l'incoerenza che ho rilevato e rilevo. Non ho mai parlato di "prosharia", di anticlericalismo sì, perché non capisco cos'altro sia considerare una conquista la cacciata della Chiesa dalla vita delle persone. Peraltro non trovo alcun connotato negativo nell'essere anticlericale, perché il clericalismo è un'aberrazione, e in tal senso mi ritengo anticlericale. Ma non a senso unico.
Quel che sfugge è che un'ETICA DELLA DISCUSSIONE prevede che uno risponda agli argomenti degli altri, anche in modo polemico, ma agli argomenti. Non che si metta a sentenziare sulle "finalità" dei miei interventi attribuendoli a "tutto quel che islam è cattivo", "tutto quel è cattolico è buono" (a me che sono ebreo, poi... cfr. http://sites.google.com/site/gisrarticles/corrieredellasera o tutto quel che c'è sull'antisemitismo cattolico nel mio libro "Scienza e razza" e nella nuova versione in stampa).
Questo elementare principio - rispondere nel merito e non fare apprezzamenti sulle persone e le loro intenzioni - lei non l'ha seguito, mentre io non ho fatto alcun processo alle sue intenzioni, ma soltanto rilevato la sua incoerenza.
Spero che queste osservazioni le servano a riflettere. Altrimenti ho perso tempo e non ho intenzione di perderne altro.

Unknown ha detto...

riguardo al Londonistan... Professore, nel Londonistan io ci vivo! E tra il nord italia dove alla biglietteria danno del "tu" a chiunque abbia la pelle piu' scura, tra il mio sud italia dove vince l'arroganza, la maleducazione e l'insofferenza per le regole, ed il Sudan o la Giamaica o la Nigeria, non ho assolutamente dubbi. Su questo sono stato coerente, anche se mi e' costato il dover abbandonare la Patria ben due volte, poiche' nel Londonistan ci sono ritornato (dopo un'infelice pausa nel ricco nordest).

Questo mi ricorda un suo intervento - credo sul giornale - in cui dice che il modello di integrazione inglese e' fallito. Beh, qualcuno dovrebbe dirlo agli inglesi! E si badi bene io, da bravo giacobino, sono decisamente piu' incline al modello francese (o turco): niente crocifissi, niente veli, niente di niente, solo "la France". Eppure, a Parigi hanno la banlieu. Qui, le minoranze disagiate sono i Giamaicani - anglicani - e i "bianchi" delle cosidette "white estates" (indefinibili da un punto di vista religioso). Gli altri - indiani, pachistani, cinesi e chi piu' ne abbia piu' ne metta - seguono il solito modello di integrazione che ha funzionato anche per i meridionali: si parte dal padre-padrone, e con il lavoro ed il sopraggiunto benessere, ci si "inborghesisce" e si diventa liberali. Questo lo vedo tutti i giorni in metropolitana, dove siamo tutti compressi a guardare il tetto per non guardarci negli occhi (how british is that), chi con il turbante, chi con gli occhi a mandorla, chi con il velo, chi con la microgonna, pregando che a nessun pazzo venga in mente di farci saltare in aria. Ma se dovesse succedere... "keep calm and carry on". E se a qualche ragazza viene il pallino di mettersi "o' fazzulett n'capa" (come avrebbe detto e fatto la mia bisnonna), non ho nulla da eccepire.

Con me, e con tanti altri, il Londonistan e' stato generoso e tollerante, molto piu' del civile norditalia dove appena aprivo la bocca, si ripeteva inevitabilmente una divertente scenetta di "ricomincio da tre", e dove essere napoletani significa inevitabilmente essere ladri, sfaticati, inaffidabili.

Leggero' con interesse - come sempre - i collegamenti che mi ha mandato, e mi scuso se ho usato toni un po' forti.

Cordiali saluti,

A.G.

Unknown ha detto...

gentile Professore, la ringrazio per la sua risposta

ebbene si... sono un ex-comunista! (come vede, alla fine abbiamo qualcosa in comune). Dove il mio essere comunista e' consistito principalmente nell'avere il poster di Che Guevara nella mia camera, ma tant'e'. Sono anche un ex-cattolico, dove l'"ex" e' subentrato quando vidi Giovanni Paolo II affacciarsi alla finestra con Pinochet (1983 credo... ma da giovani si prendono decisioni impulsive). Ma al di la' delle battute...

Israele: non ho assolutamente dubbi che quello sfortunato Paese sia pieno di omosessuali, donne, e liberali arabi in fuga dall'oppressione. Ma attenzione, Lei sapra' meglio di me che c'e' Israele ed Israele. Ricordo con affetto un collega israliano, che definiva con orgoglio Tel-Aviv come "the place where all the sinners are". Quando gli chiedevo di Gerusalemme, si irrigidiva come uno stocafisso. Pensi, anni fa avevo preso in seria considerazione l'idea di strasferirmi a Tel-Aviv (ottimo clima, ottimi politecnici, gente aperta e cordiale), prima che gli zeloti dell'una e dell'altra parte decidessero di continuare a massacrarsi.

Mi creda, non ho alcun problema con le banche cattoliche, islamiche, o chicchessia. Anzi, affiderei molto piu' volentieri i miei risparmi ad un istituto che almeno in linea di principio abbia un minimo di comportamento etico. Va da se che se un Marcinkus di turno - o un imam mariuolo e fanatico - fa disastri, mi sento doppiamente tradito. In generale trovo accattivante l'idea di una banca che abbia un minimo di missione sociale (forse perche' sono un ex-comunista)

Nautilus ha detto...

" si parte dal padre-padrone, e con il lavoro ed il sopraggiunto benessere, ci si "inborghesisce" e si diventa liberali."

Gent. Alfredo, trovo molto interessante quel che dice qui: da più parti si paventa la trasformazione dell'Europa in Eurabia, il che, almeno in termini demografici, sembra possibile se non probabile. Anche se non la vedrò, la prospettiva mi pare però infausta, a meno che...non succeda su grande scala quel che descrive lei: la vittoria dell'imborghesimento e quindi del liberalismo! Finora la trasformazione degli "arrabbiati" in tranquilli borghesi grazie al benessere è riuscita sempre e dovunque, riuscirà anche con i tetragoni islamici? Se l'Europa sarà abbastanza ricca da integrarli economicamente (la vera integrazione, quella che trasforma i poveri in benestanti) perchè no?
Il ferocissimo Iran se continua di questo passo ce la farà a uscire dalle grinfie della teocrazia...un altro po' di benessere diffuso e il gioco sarà fatto. Prima o poi.
Si spera eh!

Andrea Viceré ha detto...

Caro Professore,

mi piacerebbe sapere di più di economia, perché a una prima lettura del poco che riesco a trovare in rete, la Finanza Islamica mi sembra una bufala.
Se capisco bene, il principio fondamentale è che non si possono avere interessi risk free, ma si può partecipare ad una attività solo condividendone sia i rischi che gli utili.
In altre parole, è immorale chiedere un interesse, anche basso, indipendentemente da come vada l'investimento.
Allora ad esempio come si fa a stipulare un mutuo per una casa? La banca non può formalmente chiederti interessi per i soldi che ti dà per la casa, perché non c'è modo di partecipare agli "utili", che non ci sono. Addio quindi ai mutui? In alternativa la banca islamicamente corretta può comprare direttamente la casa e poi affittartela!
A parte il fatto che questo istituto esiste anche da noi e si chiama leasing, è più etico? Non so misurarlo, ma posso solo dire che a seconda del canone di affitto, una tale operazione può non essere affatto conveniente per chi abita la casa.
Insomma, attenzione a non farsi spacciare per etico quello che è solo un escamotage per aggirare le prescrizioni coraniche, create non dimentichiamolo per un mondo molto diverso dal nostro attuale.
Tra l'altro, se è vero che il risparmiatore ha dalla banca "occidentale" un interesse (in condizioni normali) risk free, è anche vero che questo è molto basso, perché la banca assume su di sé il rischio di insolvenza dei suoi debitori, che ovviamente non può essere escluso.
Infine, come entra in tutto ciò l'inflazione? Se ricevo dalla banca un interesse che copre giusto l'inflazione, è come se prestassi denaro a costo zero, è etico questo per l'Islam? E soprattutto, l'economia in questo modo funziona, oppure la gente smette di risparmiare?
Trovo queste discussioni stimolanti perché non c'è dubbio che il sistema finanziario attuale, così lontano dal mondo reale, crei grossi guasti anche per mancanza di etica; non credo che questa però vada cercata nell'Islam, più precisamente non è tanto una questione di regole, quanto di comportamenti dei singoli risparmiatori e di trasparenza degli impieghi, che consentano al risparmiatore di valutare secondo i propri principi morali i diversi investimenti.

Cordialmente

Andrea Viceré

Unknown ha detto...

Gentile Nautilus, la ringrazio per la citazione - non mi capita spesso! :) cerchero' di risponderle in breve, in fondo e' il blog del Professore, non il mio, ed ho gia' abbondantemente abusato della Sua pazienza.

Personalmente sono convinto che si', in generale ricchezza e benessere siano forieri di liberalismo, nei costumi quanto nelle liberta' civili. Mi sono sempre chiesto quanto le masse di est-europei abbiano abbattuto il muro per i propri diritti civili, o piuttosto per bersi una coca-cola senza essere considerati debosciati borghesi. Alla fine, probabilmente le due cose sono quasi coincidenti.

Io credo che la "civilizzazione" raramente sia una variabile indipendente, altrimenti non riuscirei a spiegare come e' possibile che i vichinghi ci abbiano poi regalato Ingmar Bergman, ed i piu' feroci mercenari europei si siano riciclati in orologiai.

Ovviamente, ci sono fin troppi contro-esempi, basti citare la Cina che, nonostante abbia ripreso il posto che in fondo ha sempre occupato nella storia, e' ancora ben lontana dall'essere anche l'ombra di una democrazia liberale. E dove il mito del figlio maschio e' ancora duro a morire (con il tristissimo corollario di aborti selettivi). O anche la Sarajevo dei caffe' e degli intellettuali, che in pochi anni si e' trasformata nel terreno di scontro tra quelli che non possono che essere definiti che come selvaggi sanguinari.

Per l'Iran, non saprei cosa dirle. 50 anni fa, a quel che mi risulta, era un Paese piuttosto liberale, almeno nelle citta', prima che lo Shah lo trasformasse in un carcere a cielo aperto, e gli ayatollah lo trasformassero in un carcere a cielo... chiuso. E la tolleranza ed il laicismo erano caratteristica di molti di quei regimi, non proprio democratici, che oggi sembrano sempre essere sull'orlo dell'oscurantismo (Algeria, Libano, etc).

Diciamo che lo spero. Lo spero in onore dei
coraggiosi ragazzi e ragazze iraniani che stanno lottando per cio' che noi diamo per scontato. Lo spero per Israele, sulla cui politica si puo' discutere quanto si vuole, ma della cui esistenza nessuno, proprio nessuno, dovrebbe discutere. E lo spero per noi tutti, perche' lo "scontro di civilta'" puo' servire a qualche politologo americano per vendere libri, ma a noi proprio non vedo come possa essere utile.

cordiali saluti,

A.G.

Caroli ha detto...

Professore, Lei è troppo gentile. Fosse mio, il blog, quel tale Alfredo non avrebbe visto pubblicata nemmeno mezza riga. Ma si sa: io sono un intollerante ciellino e leghista. E me ne vanto.

Unknown ha detto...

Per Caroli. "Ma si sa": lei non è così famoso, stia tranquillo.

vanni ha detto...

Ai bei tempi del libretto rosso di Mao e dei fasti della rivoluzione culturale quanta emozione e quanto compiaciuto stupore alle meravigliose notizie - successi e perfino prodigi - che arrivavano dalla Cina. Quanta compiaciuta attenzione ora e quanta pensosa considerazione ora per le portentose innovazioni dal mondo musulmano! Quanta coglionerìa?

Unknown ha detto...

Vanni,

lei e' emozionato e pensoso? o affetto da coglioneria?

no, perche' altrimenti non so a chi si riferisca. A meno che Lei non consideri "emozione", "pensiero" o coglionaggine la liberta' di disporre dei propri risparmi come meglio si crede.

Ma comprendo che in Italia siete troppo impegnati a costruire l'ennesimo "uomo nuovo" (come ai bei tempi, appunto) sulla base della luminosa idea dell'indisponibilita' della vita e dell'assolutismo etico, per poter tollerare la disponibilita' del portafoglio, ed il relativismo del rischio finanziario.

saluti,

A.

Giorgio Israel ha detto...

Mi pento di non aver "moderato" questo commento, perché non ammetto che ci si prenda personalmente a suon di "coglione".
Comunque, signor Alfredo, lei è su di giri. Disponga dei suoi risparmi come meglio crede, ma lasci ad altri la libertà di non volere che venga riconosciuta per legge i comitati di imam che gestiscono in base alla sharia. E non ci venga a raccontare sciocchezze accostando la finanza islamica al relativismo finanziario...
A chi mi riferei io? A tutti quegli idioti che stanno prostrati davanti alla civiltà islamica dicendo un giorno sì e uno no che, pur di non vivere in questa latrina di paese preferirebbero andare in Iran. E non mi dica che non ci sono: pullulano. Salvo che fanno i bulli qui, ma di fare le valigie e andare in Iran non se lo sognano neppure...
Sono quelli impegnati da tempo immemorabile a costruire l'uomo nuovo. Proprio loro, gli ex-comunisti, orfani dell'URSS che prendono ora a modello gli ayatollah e credono di fare la rivoluzione invece che con la socializzazione dei mezzi di produzione con la finanza islamica. Salvo che sono i gonzi in mano di chi con la finanza islamica vuole soltanto fare affari.
Lasci perdere coglioni e coglionerie e cerchi di snebbiarsi la mente e darsi una calmata.

Unknown ha detto...

Gentile Professore,

e' curioso che lei inviti me a lasciar perdere coglionerie varie, quando questo impropero e' stato rivolto, seppur sottilmente, a me. Meno sottile e' stato ad esempio il "quel tale Alfredo".

Credo di essermi perso un pezzo del teatrino culturale italiano se come dice Lei - e non ho motivo di dubitarne - ci sono persone, soprattutto ex-comunisti, che preferiscono l'Iran all'Italia, ed hanno abbandonato il libretto rosso per il corano. Come potrei contraddirla? Certe persone non possono fare a meno del totalitarismo.

Diverso e' il caso di chi teme, a torto o a ragione, che l'Italia diventi come l'Iran. O come la Polonia o l'Irlanda, per quel che vale. Tra questi, ci sono sicuramente anche io. Ed essendo consapevole, come lo e' sicuramente Lei, che gli orfani dell'URSS e dell'uomo nuovo abbondano tra le file dei nuovi crociati, ho ben ragione di preoccuparmi.

cordialmente,

Alfredo

Giorgio Israel ha detto...

Non abbia la coda di paglia: non c'era alcun riferimento a lei nel commento precedente.
Ma davvero lei non sa che la sinistra è strapiena, strabordante di terzomondisti, filoislamici, antisionisti, antiamericani e comprensivi nei confronti di tutto ciò che sa di islam? Da quanto sta fuori e non legge un giornale italiano?
Certo, siamo molto meno islamizzati dell'Inghilterra, per fortuna...
Io so per certo che gli orfani dell'URSS e dell'uomo nuovo abbondano a sinistra, nella misura in cui sono appunto orfani... Persone come me, che sono state comuniste in anni molto lontani , non sono orfane dell'URSS: hanno orrore di quell'esperienza perché hanno capito di che si trattava, ovvero di qualcosa di non meno criminale del nazismo. Acquisire insegnamenti da un'esperienza è utile. Insistere cocciutamente è peggio che un errore, è un peccato imperdonabile.

vanni ha detto...

Mi dispiace se, sul mio uso di una parola ben colorita, Alfredo si è sentito chiamato in causa e si è inalberato.
Il mio discorso era generale e intendeva fissare l'attenzione su un atteggiamento che trovo diffuso: quello di guardare con grande comprensione - con empatìa mi vien da dire - a qualunque cosa arrivi da fuori, e mi vien da dire pure: soprattutto se arriva da chi facilmente digrigna i denti e morsica. Io ho fatto riferimento al libretto rosso e alla Cina di Mao perché trovo analogìe fra la posizione intellettuale di allora e la posizione attuale di chi confronta la nostra con altre usanze consuetudini civiltà usando criteri autolesionisti e dissennati, di chi pesa la merce con diverse bilance. Con parole meno aggressive che in precedenza: non mi sembra una cosa di buon senso, anzi.
Tanto per intendermi con Alfredo (visto che nei commenti si è spaziato ben oltre la finanza, occasione per più larghi discorsi) un paio di esempi peregrini terra terra, degni di me: abbiamo presenti le multinazionali sfruttatrici inquinanti e avvelenatrici, quelle smascherate e combattute a petto in fuori da quelle filantropiche associazioni che si preoccupano del nostro bene? Si è mai sentito qualche ben assestato anatema nei confronti di tante produzioni cinesi? Saltando altrove: Lei sa bene che si denuncia con sdegno il cristianesimo misogino e ci si stracciano le vesti; si vola invece leggiadri sopra la esosfera sulla condizione e la considerazione della donna nell'Islam. Solidarietà femminista Lei l'ha vista?
Interessi e princìpi. Questo atteggiamento non mi sembra una cosa di buon senso. Bene, l'ho buttata in politica.
Ecco, questo volevo dire.
Ad ogni modo né nelle mie parole riferimenti ai propri risparmi o a “quel tale Alfredo”, nè nelle mie intenzioni sottili improperi indirizzati personalmente ad Alfredo.

Caroli ha detto...

Ilaria: sono famoso, sono famoso: chieda a Nautilus e a Lucio se mi rispondono più (per mia fortuna). E comunque, almeno in alcuni ambienti, sono famoso per davvero.

Caroli ha detto...

Un'ultima cosa, ancora per Ilaria. Non perda tempo a replicare: ho da far cose più serie che rispondere a lei. Che dice, sono un maleducato? Lo so benissimo. E mi vanto pure di questo.

Unknown ha detto...

Caroli: be' due messaggi isterici per rispondere a una battutina innocente. Ha molto tempo libero, parrebbe.

Giorgio Israel ha detto...

Stop alla lite. Una stretta di mano e via... Mi sento ecumenico...

Unknown ha detto...

Sig. Vanni,

la ringrazio per la sua risposta e La prego di perdonarmi se sono stato un po' impulsivo. Leggo pero' con un certo sollievo che non sono l'unico, qui, a scaldarmi!

Riguardo alle sue osservazioni... sfonda una porta aperta. Come Lei, mal sopporto il provincialismo del "facciamo come in...". Questo vale per chi ha creduto che la Cina fosse vicina, come per chi ci ha mandato in Russia con le scarpe di cartone per fare "come i tedeschi", o per i filo-americani "auanagana".

Per quanto mi riguarda, lascio la liberta' alle persone di indossare il cilicio, di nascondersi dentro un sacco di patate, o di mostrarsi in pubblico come mamma li ha fatti. Purche' siano scelte libere. Per le imposizioni, confido sempre nella polizia, e nel graduale cambiamento dei costumi.


cordiali saluti,

A.G.

Unknown ha detto...

Egregio Professore,

ovviamente non ho mai smesso di leggere i giornali italiani, e per chiarire, mi sono sempre premurato di leggere anche i giornali "scomodi" per le mie sicurezze. Ma confesso che mi e' sfuggita questa nuova vena filo-islamica della sinistra, sebbene non possa escludere che qualche intellettuale-champagne si sia trastullato con l'idea. Mi e' purtroppo arrivato il fango blasfemo di Adel Smith e dell'On. (sic) Santanche', ma quella e' televisione, e dubito che Lei si sia riferito a questi tristi episodi.

Che poi la sinistra sia antiamericana e terzomondista, non mi sembra una grande novita'. Piaccia o meno, lo e' sempre stata e sempre lo sara', almeno nella misura in cui tanti americani di sinistra sono anti-americani. Il punto e' che questo non basta per essere considerati automaticamente filo-islamici.

E' altrettanto vero che la sinistra e' stata e sempre sara' antisionista, almeno nella misura in cui tanti israeliani sono antisionisti. Non posso escludere che questo porti in alcuni a posizioni pregiuzialmente "contro israele", ne' che in alcuni la finta solidarieta' nei confronti della causa palestinese mascheri in realta' un mai abbastanza morto antisemitismo. Ma di nuovo, non comprendo l'equazione "anti-israeliano = filo-sharia".

Riguardo all'inghilterra islamizzata... non posso che prendere atto della sua opinione. Ovviamente a me il Regno Unito sembra tutto tranne che una societa' islamica - specialmente il venerdi' sera! - o integralista in alcunche' se non per l'attaccamento alla sterlina ed ai doppi rubinetti. Dubito che un paese cosi' visceralmente conservatore ed individualista possa mai cadere in mano all'integralismo. Adel Smith e Borghezio, da queste parti, vengono sonoramente presi ad uova marce.

Ad ogni modo, credo sia doveroso ricordare che il Londonistan manda a morire i suoi figli in Afghanistan, con cadenza purtroppo quasi quotidiana e senza troppo clamore - e con i principi reali in prima linea - per difenderci dal fascismo islamico.

cordiali saluti,

Alfredo

Nautilus ha detto...

“Ad ogni modo, credo sia doveroso ricordare che il Londonistan manda a morire i suoi figli in Afghanistan…”
(E prima parecchi in Irak.)

Caro Alfredo, come vede la ricito, ma stavolta per darle contro: non vorrà mica con questi argomentini irrilevanti e capziosi convincere qualcuno che l’UK non sia ormai sul punto di cadere in mano ai mussulmani? Vedrà quando al posto del Big Ben metteranno un minareto…
Battutacce a parte, è LEI che questa volta cita me: ho sostenuto nel blog lo stesso argomento sullo stesso tema qualche mese fa, mi sorprende che fra i tanti convinti della fatale deriva britannica verso l’islam non venga mai tenuto conto di questo particolare, eppure non pare cosa proprio da poco. O forse sì?

Unknown ha detto...

caro Vanni, confesso che mi e' sfuggito il suo post, altrimenti non avrei mancato di citarla :)

Caroli ha detto...

Ilaria, ho cambiato immagine: una molto più simile a me (persin più simile a me della mia firma...). Isterico? Macché! Mi diverto... Un po' come Pietro l'Aretino (di tutti disse mal...). Basta così. Arrivederci a maggio.

Unknown ha detto...

Ok, terra marique pax parta est. E poi gli orsi son bestie simpatiche.

MMST ha detto...

Un pensiero liberale dovrebbe a prima vista non essere contrario a qualunque tipo di impresa che in competizione con il resto del mercato cerchi di offrire i suoi servizi anche con scelte personali eretiche o quantomeno non condivise dai concorrenti.
In questo ipotetico esempio un liberale non dovrebbe avversare se un'impresa privata decida di essere diretta o controllata da un'imam piuttosto che da un manager dato che scelte sbagliate le pagherebbe personalmente.
Vi è un piccolo problema che l'impresa ipotetica è un soggetto economico, al contrario la parola "finanza islamica" è prima di tutto un sistema e non solo economico.
Il sistema finanziario è molto di più che una somma di soggetti economici, adempie a funzioni pubbliche (regolamenti delle transazioni economiche che compiamo tutti i giorni) adempie a funzioni politiche per il quale spesso contano più delle scelte di mercato e funzioni sociali fondamentali, prima che economiche ammesso che al giorno d'oggi abbia senso distinguerle.
La finanza islamica ovvero un sistema prodotto e inventato da scelte politiche degli stati mediorientali e est asiatici a seguito dalla crisi petrolifera e alimentato dai soldi e diretto dalle scelte politiche e geostrategiche di questi stessi stati, non può essere preso sotto gamba.
Oltre al fatto che come "sistema" per il quale tanto per fare un esempio non sarebbe lecita una rc auto o il risparmio della vecchietta nei Bot, non può per ovvi motivi installarsi ma deve mimetizzarsi, dal mio punto di vista non può essere riassunto nell'esempio di un'impresa che fa concorrenza alle altre con nuovi prodotti, proprio per la sua origine e la sua alimentazione che non proviengono solo da fattori economici. A mio avviso occorre mantenere un sano atteggiamento di avversione, sempre prendendo atto che qualche sportello islamico sarà inevitabile anche nel nostro paese.
Non so se l'avversione del il prof. israel rispecchi questa linea.