giovedì 9 ottobre 2008

OUT OF TOUCH

Ha detto bene Gianni de Michelis: «Veltroni è “out of touch”, ha perso il contatto con la realtà». L’intervista del segretario del Partito Democratico al Corriere della Sera (28 settembre 2008) è sconcertante, persino deprimente per chi non si accontenta di denigrare e spera ancora nella possibilità di un dialogo razionale. Era da augurarsi che il “dibbattito” sul fascismo che ritorna – sull’onda della dichiarazione di Asor Rosa secondo cui l’Italia berlusconiana è peggio di quella fascista – fosse una trovata per riempire i pomeriggi troppo azzurri e lunghi dell’estate. E invece no. Veltroni riprende il tema e lo perfeziona: saremmo di fronte a qualcosa di inedito nella storia repubblicana, «uno stato di angoscia che non ho mai visto da quando sto al mondo». Addirittura… Mai visto neppure ai tempi delle Brigate Rosse? Neppure negli anni settanta, quando Luciano Lama fu vergognosamente cacciato dall’università “La Sapienza”? Neppure ai tempi degli omicidi di Falcone e Borsellino e delle stragi di mafia? Neppure l’altro ieri, quando la Campania era sommersa di rifiuti?
Suvvia… Veltroni è davvero “out of touch”. Faccia una passeggiata per le strade con un naso finto e si renderà conto di averla sparata grossa. Certo i problemi ci sono e non mancano le preoccupazioni. Al limite, se Veltroni avesse voluto dire qualcosa di sensato, avrebbe potuto riferirsi alla situazione internazionale, alle minacce di Ahmadinejad, al rischio di nuove guerre devastanti, persino nucleari. Ma no: l’angoscia mai vista al mondo sarebbe dovuta a un’Italia la cui democrazia si starebbe svuotando come nella Russia di Putin… Ne deduciamo soltanto che Veltroni ci sta parlando del suo stato di angoscia, e dispiace che ne viva uno mai provato da quando sta al mondo; ma, per favore, non proietti il suo stato psicologico personale su quello di tutti gli italiani. Così facendo rischia, diciamo, di esagerare.
Veltroni parla di un’Italia in cui comincia ad esserci un «pensiero unico», di un «clima asfissiante» e dice che, «se in passato l’egemonia della sinistra ha asfissiato la destra [bontà sua], ora l’egemonia della destra asfissia il Paese». Non soltanto la sinistra ma tutto il Paese.
Da un po’ di tempo mi occupo intensamente di problemi dell’istruzione e scrivo parecchio in merito. Tengo a restare comunque libero e non ho mancato di criticare gli errori compiuti dal centrodestra nella gestione della scuola e dell’università nei passati governi. Con altrettanta libertà valuto positivamente e difendo quanto ha fatto finora e sta facendo il ministro Gelmini e trovo deprecabile l’atteggiamento di opposizione pregiudiziale della sinistra, teso a preservare – come ha bene spiegato Angelo Panebianco – interessi corporativi che si sono costituiti nel corso di questi ultimi trent’anni. Quali sono le sedi di stampa in cui sostenere posizioni come queste? Pochissime. Oltre a queste pochissime esiste qualche organo di stampa neutrale, nel senso che ospita col bilancino entrambi i punti di vista. Ma le grandi corazzate dell’informazione sono antigovernative e sparano a zero contro il maestro unico. Per non parlare delle case editrici: per pubblicare un libro che critichi le politiche scolastiche della sinistra bisogna rivolgersi alle piccole. Dove sta questa asfissia? Casomai c’è ancora quella inversa. Non sarà piuttosto che, nel momento di massima angoscia e disorientamento da quando sta al mondo, Veltroni ha deciso di affidarsi alle cure della solita sinistra antropologicamente superiore? Senza chiedersi se questa scelta non sia la madre di tutti i calcoli sbagliati.
(Tempi, 9 ottobre 2008)

3 commenti:

vanni ha detto...

Professore, non è più il caso di bastonare Veltroni, è un problema della sinistra. Lei crede che - tanto per dire a braccio - un Fassino o un Bersani o una Bindi o un D'alema o una Turco o un Epifani (Dipietro non lo metto neanche nella lista...) saprebbero fare molto meglio, fradici di ideologìe come sono? Serve una nuova linea di dirigenti con la mente meno ingessata.

Giorgio Israel ha detto...

Lei ha ragione da vendere...

valentyna ha detto...

buongiorno professore.
Credo che l'atteggiamento di Veltroni risponda anche all'esigenza di riaffermare una leadership che, all'interno del suo partito è ,essa in discussione apertamente, come nel caso di Parisi o meno apertamente, come nel caso della manifestazione degli ex popolari ad Assisi e della RED di D'Alema...
La politica è anche questo e semmai il problema è che è diventata soprattutto questo... nella stessa scia si collocano gli attacchi di Berlusconi ai "comunisti", le accuse ai giornali non filogovernativi e l'accusa di non averlo fatto lavorare nelle passate esperienze di governo. Siamo tutti d'accordo che sia urgente e indifferibile un rinnovo della classe politica e dirigente di questo Paese. ..il problema è che l'opposizione è lacerata in conflitti inconcludenti e il centro destra acquista caratteri populisti smerpe più marcati che poco hanno a che fare con la modernità. a me personalmente poco interessa delel diatribe interne al pd per la conquista della leadership ed altrettanto, mi scusi, di quante ore dorma il presidente del consiglio e di cosa faccia nelle ore in cui non lavora...preferirei invece sapere come il governo intende affrontare l'imminente crisi finanziaria, e quali proposte l'opposizione intenda produrre in merito, mi interessa veder riformata la scuola e l'università e non sentir parlare da decenni di riforme incompiute, mi interessa nno tanto che si abbassino i toni della polemica politica, quanto piuttosto che si abbia qualcosa da dire...
cordialmente

Valentyna