martedì 27 gennaio 2009

GIORNATA DELLA MEMORIA 2009

Non ho mai avuto molta simpatia per la Giornata della Memoria. Ora men che mai, vista l'ipertrofia di manifestazioni. Ho partecipato oggi a una sola di queste e nello stesso edificio universitario in cui si svolgeva, al piano superiore, a pochi metri di distanza, se ne svolgeva un'altra...
Pessimo. Non credo che questo sia un buon modo di combattere antisemitismo, razzismo e intolleranza. Ma di questi temi mi occupo in un lungo articolo sul Foglio che uscirà oggi.
Vorrei piuttosto parlare di ciò che rende particolarmente amara per me questa Giornata della Memoria 2009.
Si tratta della vicenda della revoca della scomunica alla fratellanza San Pio X, ovvero ai "lefebvriani", che ha riguardato anche il vescovo canadese Williamson, quel signore che ha dichiarato che non più di 200.000 ebrei, al massimo 300.000 sono morti nei campi di sterminio, nessuno dei quali nelle camere a gas, perché le camere a gas non sono mai esistite, ed ha anche aggiunto: «l'antisemitismo può essere cattivo solo quando è contro la verità. Ma se c'è qualcosa di vero non può essere cattivo».
Non ho nulla da obbiettare alle scelte della Chiesa circa le scomuniche e le revoche delle scomuniche. Sono fatti interni su cui non bisogna intervenire. Ma penso che su questo punto si sia espresso con chiarezza Giuliano Ferrara. Nessuno può ignorare che una simile riconciliazione avviene con una persona di quella fatta. E fosse lui soltanto!... Più di un membro di questa fratellanza ha espresso opinioni simili e l'altro ieri sera, al TG2, il rappresentante italiano intervistato, alla domanda se ritenesse che le camere a gas fossero mai esistite, invece di cogliere l'occasione per "ripulire" l'immagine della sua fratellanza, ha detto che lui non era uno storico e quindi non era in grado di pronunciarsi...
Pertanto mi ha ferito profondamente la dichiarazione vaticana che questa riconciliazione era un "dono di pace".
La morale è forse fatta a compartimenti stagni? Che senso ha criticare il relativismo morale se poi lo si pratica?
La dichiarazione del portavoce vaticano secondo cui quelle di Williamson sono opinioni personali, inaccettabili, ma che non c'entrano nulla, è un modo elegante di lavarsene le mani.
Giuliano Ferrara ha chiesto una presa di posizione netta e chiara da parte delle massime autorità della Chiesa.
È venuta una dichiarazione del cardinale Bagnasco, che si è limitato a definire le opinioni di Williamson "infondate" e "immotivate". Soltanto questo? Che avarizia verbale! Non si poteva dire: "indegne e incompatibili con la posizione ufficiale della Chiesa"? Sarebbe stata una dichiarazione capace di spazzare via ogni ombra. Invece, dopo quei due aggettivi striminziti, da storico che evita i pronunciamenti morali, è venuta persino un'aspra critica a chi in ambiente ebraico ha criticato...
Tutto ciò è molto triste e penoso.
Lo è in particolare per chi, come me, si è impegnato e si impegna senza risparmio nel dialogo ebraico-cristiano, credendoci fino in fondo. Tanto da prendere le difese del Papa quando fu ingiustamente attaccato e gli fu impedito di venire alla Sapienza, con un editoriale sull'Osservatore Romano; da esprimere dissenso dalle critiche sulla preghiera del Venerdì santo; da esprimere dissenso dalla decisione di sospendere l'incontro ebraico-cristiano di gennaio, al punto da attirarmi aspre critiche da parte di alcuni autorevoli rabbini e personalità del mondo ebraico italiano. E potrei continuare.
Non sto cercando di mettermi medaglie sul petto o di spendere crediti acquisiti - come direbbe Santoro. Sono scelte che rifarei domani.
Tanto più che non c'è alcun credito acquisito visto che ho anche ricevuto qualche messaggio di insulti da parte di qualche cattolico che ti vuol bene soltanto quando dici esattamente quel che piace a lui - molto poco cristiano.
È un mettere a dura prova chi ha assunto scelte del genere manifestare una simile insensibilità e una così scarsa generosità. È indebolire gli amici e rafforzare i nemici. A meno che non sia questo quel che si vuole.
Cosa si doveva fare? Per esempio, dichiarare il ritiro della scomunica esprimendo al contempo la più dura condanna di tutti coloro che avanzano posizioni negazioniste e riaffermando che esse non hanno posto nella Chiesa. Sarebbe bastato.
Basta la presa di posizione della Chiesa tedesca a indicare quel che si può e deve fare. Non solo il portavoce ha dichiarato che Williamson dovrà ritirare le sue affermazioni perché non appartengono all'insegnamento della Chiesa, ma ha definito "comprensibilissima" l'indignazione della comunità ebraica.
Invece dai vertici vaticani non si è ottenuto niente più che un paio di aggettivi stitici - "infondate" e "immotivate" - per giunta assortiti da una condanna della reazione ebraica.
Mi viene da ripensare ai morti della mia famiglia. Penso ad esempio a mio zio, Isaac Israel. Viveva a Parigi. Si rifugiò, durante l'occupazione tedesca in un'altra casa, ma una sera fu preso dall'incontenibile desiderio di fare un salto a casa sua a prelevare un po' di biancheria. Il portiere lo vide passare e telefonò immediatamente alla Gestapo. Il suo nome è sul sito del Yad Vashem. Nato a Salonicco il 2 settembre 1892. Deportato ad Auschwitz, con il trasporto ferroviario n. 46 partito da Drancy in data 9 febbraio 1943. La sua foto è nel sito dedicato a mio padre (http://giorgio.israel.googlepages.com/saulisrael): è seduto accanto a lui a sinistra.
Potrei raccontare altre storie così della mia famiglia. Di qualcuno non si è saputo più nulla, un'altra non è arrivata a destinazione perché si è gettata dalla finestra nel momento in cui è entrata in casa la Gestapo.
È molto triste ricordare queste persone nei giorni in cui è stato definito "dono di pace" riconciliarsi con dei negazionisti. Molto triste.

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Giorni fa si è svolta a Parigi una manifestazione che ha raccolto in modo sconvolgente tutti gli elementi dell'antisemitismo di oggi.

L'IDENTIFICAZIONE DELLE VITTIME DI UN TEMPO CON I CARNEFICI DI OGGI
GLI EBREI COME NUOVI NAZISTI.
I PALESTINESI COME NUOVI EBREI.
SI E' SFILATO ADDIRITTURA CON I MISSILI QASSAM IN SPALLA.

Di questo nuovo, attuale e devastante antisemitismo bisognerebbe parlare nella Giornata della Memoria.











32 commenti:

alberto ha detto...

Caro Israel,
la vicenda lefebvriana e' soltanto un'ulteriore ciliegina sulla mia non-empatia con l'attuale papa.
Per inteso, sto imparando, essendo un'indegno cattolico (o sperante cattolico) che il papa "vale" come infallibile quando parla ex catedra. Per cui tendo a dividere la persona dal ruolo.
Mi stupisce la mancanza di diplomazia dell'operazione.
E' il cinquantenario del concilio vaticano II. Per celebrarlo (negli stessi giorni) si toglie la scomunica a chi quel concilio l'ha rigettato; ed ancora non ne ha fatto pubblica ammenda.
Ma queste sono faccende tra "noi cattolici".
In quanto al negazionista c'e' qualcosa che non capisco. Forse pure il caso ha fatto si che la dichiarazione del vescovo negazionista uscisse il 21 gennaio, proprio quando veniva firmata l'abrogazione della scomunica? In tal caso il vaticano poteva - al limite - anche ignorare le idee di questo vescovo. Oppure un disegno teso a cercare di evitare il ricongiungimento o a mettere in difficolta' il papa.
Per quanto riguarda la dichiarazione di bagnasco: son daccordo con lei. E' alquanto "tiepidina". Ok, la posizione di quel vescovo non e' quella della chiesa, la chiesa ritiene infondata tale posizione ecc.......ma io penso - come lei - che la chiesa avrebbe potuto CONDANNARE tale posizione!
Da voci che ho sentito sembra che in Polonia l'antisemitismo (tramite RAdio Maria polacca) sia abbastanza in auge. Era un'ulteriore occasione per condannare questo fenomeno!
In quanto a questo vescovo ora la patata bollente passera' al vaticano.
Puo' un vescovo rimanere tale se non abiura quelle dichiarazioni?
saluti

Claudio ha detto...

Caro Israel,
sono cattolico sino al midollo e capisco tutta la Sua tristezza, immagino anche la Sua delusione nei confronti di un papa che Le sembrerà aver tradito la Sua fiducia, si sente abbandonato sul cammino di un dialogo che sono in pochi ad perseguire. Tuttavia l'invito a distinguere le questioni teologico-liturgiche, le uniche che entrano in gioco nella decisione della revoca della scomunica ai presbiteri della fratellanza (attenzione, non alla fratellanza), dalle questioni di ordine storico. La Chiesa non ha una sua storia ufficiale e non entra nel merito delle opinioni di ogni suo fedele che invece dovrà rispondere a Dio della propria coscienza. I cristiani in quanto tali sono tenuti cercare e seguire Cristo, che è Verità, sono quindi tenuti anche a seguire la verità storica (che però non è assoluta e in nessun caso è appannaggio della Chiesa), quindi, se negano verità storiche coscientemente per un qualsiasi motivo dovranno risponderne a Dio, ma questo non c'entra per nulla con il loro essere in comunione o meno con la Chiesa. Per questo la Chiesa non può dire che non c'è posto per tali opinioni nella nel suo seno, capisce? La Chiesa è custode delle eterne verità di fede, non delle verità storiche, che sta all'intera comunità degli uomini custodire. Spero di avere con questo portato alla Sua attenzione un elemento che forse non aveva considerato.

Giorgio Israel ha detto...

Mi scusi, ma non mi convince neanche un po'. La Chiesa trova tutta la forza per condannare in certi casi. Per esempio, sul tema delle manipolazioni genetiche, della procreazione assistita, o dell'aborto, o della famiglia naturale (e io condivido anche in buona misura alcune di queste condanne); anche accusando governi e persone in modo molto duro. Non mi faccia fare esempi perché sono a portata di mano. Se soltanto si fosse usata metà dell'energia con cui si condanna la manipolazione della vita, sarebbe bastato. La Chiesa ha trovato e dovuto trovare la forza per condannare molto durante deviazioni avvenute nel suo seno, come la pedofilia. Non credo affatto che un negazionista abbia diritto a un trattamento migliore di un pedofilo.
Posso aggiungere che la mia non delusione nei confronti del Papa, perché continuo ad essere convinto delle sue buone intenzioni circa il rapporto con gli ebrei, quanto di una situazione grave che c'è nel mondo cattolico, in cui molti lavorano per metterlo in difficoltà e per far litigare ebrei e cattolici. E, in questi casi, posizioni come le sue - lo dico senza polemica - non aiutano. Bisogna dire la verità e dissentire quando è necessario, senza creare situazioni di falsa unità.

Unknown ha detto...

Io non riesco a comprendere come si sia potuta levare una scomunica. E non riesco ad accettare tutto l'antisemitismo che regna in mezzo a noi cristiani. A me personalmente questo Papa non dice niente o forse sono io che non riesco a comprendere il suo operato. Apprezzavo ed amavo profondamente Papa Giovanni Paolo II, quando è morto ho pianto come fosse stato mio padre. Ha fatto tanto per riavvicinare ebrei e cristiani, oltre che a tante altre "grandi" cose ed ora mi sembra che tutto venga distrutto o sottovalutato, ignorato quasi. Di certo le affermazioni di Williamson sono assolutamente da condannare e la Chiesa dovrebbe esprimere energicamente questa condanna. Come fa con tante altre questioni da Lei citate. Chi nega determinate realtà non può passare inosservato.....

Giorgio Israel ha detto...

Io non sono affatto contrario a questo Papa e, d'altra parte, Ratzinger è stato il teologo e teorico del precedente pontificato. Apprezzo il modo in cui ha impostato il dialogo ebraico-cristiano fin dai tempi di Giovanni Paolo II. Penso che quel che stia accadendo sia contro di lui e le sue intenzioni e che sia una tenaglia da due parti: quella integralista levebvriana ed una "progressista". La presa di posizione a favore di una moschea per quartiere a Milano da parte della curia milanese assieme all'ebraismo milanese me ne danno una conferma e danno una conferma di molte cose che ho scritto, anche sul Foglio di recente (vedi un post precedente).

Claudio ha detto...

Caro Israel,

credo che Lei abbia interpretato quando mi attribuisce la volontà di nascondere posizioni antisemite nella Chiesa in nome di una falsa unità. Io ci vivo nella Chiesa quindi tali posizioni non solo le riconosco, ma le condanno fermamente. Tanto per fare un esempio, mi sono vergognato della posizione del Vaticano sulla recente guerra a Gaza, che è sicuramente frutto di una certa cultura antisemita che ancora oggi esiste nella Chiesa in Italia. Quindi il problema esiste e Lei fa benissimo a denunciarlo. Detto ciò occorre fare chiarezza. Provo a spiegarmi: la Chiesa interviene giustamente su tutti i dibattimenti legislativi e politici che riguardano la vita e la famiglia naturale in quanto ha il dovere di difendere i principi della propria dottrina che in questa materia vengono oggi violati dalle democrazie occidentali. Tutt’altro discorso quello che riguarda ad esempio la pedofilia o l’antisemitismo. Quando la Chiesa è intervenuta per condannare la pedofilia, lo ha fatto non per ribadire una dottrina o legge morale che è assolutamente chiara e mai è stata messa in discussione bensì per chiedere perdono per il male fatto da molti dei suoi figli in determinati paesi e periodi storici. E’ un gesto profetico quello fatto da GPII, perché in realtà non è la Chiesa di Cristo ad essersi macchiata di pedofilia bensì alcuni dei suoi componenti con la colpevole complicità di altri. Ora Lei dice: perché BXVI non fa lo stesso per quanto riguarda i negazionisti? Non ho la risposta ma posso provare. Premesso che considero il negazionismo cosciente (di chi sa di mentire ad odio degli ebrei) odioso nonché più grave della pedofilia, io credo che la risposta è di duplice natura: il primo motivo è quello che evocato nel post di ieri, e cioè che costringerebbe la Chiesa ad affermare un principio in un campo in cui non ha principi da affermare (la storia) il secondo potrebbe essere che un unico vescovo negazionista non sia sufficiente per un intervento simile a quello attuato contro la pedofilia, che ha purtroppo visto coinvolti centinaia di sacerdoti. La Chiesa convive con una realtà che è quella del peccato a cui ovviamente i cattolici sono sottoposti esattamente come tutti gli altri uomini. Tanto per fare un esempio, io sono cresciuto in un paese, il Belgio, in cui la maggior parte dei vescovi negava apertamente alcuni dogmi di fede. La Chiesa, non ha mai scomunicato né rimosso alcuno di questi vescovi, ed avrà avuto i suoi motivi dettati soprattutto dalla prudenza, in funzione della sua missione di guidare i figli di Dio nel battesimo alla vita eterna. Ora, la Chiesa, che non interviene a sanzionare moltissimi vescovi apostati, dovrebbe intervenire per sanzionarne uno solo negazionista? Io non ho la risposta, ma come si può dubitare in coscienza dell’amore che BXVI porta al popolo ebreo?
Claudio Signore, Trieste

Giorgio Israel ha detto...

Non sono certo io a dubitare dell'amore che il papa attuale porta agli ebrei. Ho pagato dei prezzi per difendere questa tesi e ne trova tutte le tracce su questo blog. Quindi non a me va rivolta questa domanda. Io penso che qui stia accadendo qualcosa che è rivolto proprio contro il Papa e perciò non trovo tanto difficile comprendere le incoerenze dovute a moventi che con la morale hanno poco a che vedere. Quanto alle sue osservazioni, mi lasci dire che il caso di Williamson non è affatto isolato ed esiste una montagna di episodi che dimostrano le tendenze antisemite dei lefebvriani.

Caroli ha detto...

Paolo VI diceva che il puzzo di satana è entrato anche nel tempio. Ora, in che modo può entrarci se non sfruttando la debolezza degli uomini? Il fatto che Williamson sia vescovo non esclude a priori che possa essere, mi si passi il termine, un pertugio in cui possa accadere quanto sopra descritto. Certo, mi fa personalmente male, è come uno schiaffo in pieno volto, che una persona che condivide con il Card. Lustiger la dignità episcopale, che condivide con il Padre Men' la dignità sacerdotale, che condivide con Edith Stein i voti di povertà, castità ed obbedienza, assuma posizioni simili. È il frutto marcio di un'estraneità alla tradizione che abbiamo l'ONORE di definire giudaico-cristiano, estraneità che NON CI APPARTIENE.

Caroli ha detto...

Piccolo particolare in merito a "Radio Maria Polonia", ad uso del sig. Ulderico: Padre Livio Fanzaga, direttore della Famiglia mondiale di Radio Maria, ha rigettato quella emittente da quel consesso proprio per le sue posizioni antisemite. E questo fatto lo ha ribadito più volte in diverse trasmissioni che mi è capitato di ascoltare.

Caroli ha detto...

A proposito delle foto (e poi non disturbo più), non sentiamoci assolti perché sono state scattate a Parigi: la coperta è corta anche a Roma o Milano e, come diceva Fabrizio De André, "anche se voi vi sentite assolti/ siete lo stesso coinvolti".

Giovanni ha detto...

Sono da poco "approdato" al suo blog di cui desidero complimentarmi.
Credo anch'io, come lei, che ci siano forze "politiche" all'interno della chiesa cattolica contro Benedetto XVI, e da cattolico lo noto soprattutto in particolari interviste rilasciate di tanto in tanto da porporati, sempre rigorosamente anonime, su questioni controverse.
Ma in questi giorni mi sto convincendo che anche da parte ebraica ci sia un gruppo, non so quanto ampio, pronto a cogliere ogni occasione per amplificare i toni di frange antisemite all'interno della chiesa con l'intento di generalizzare sul mondo cattolico.
Con questo non voglio minimizzare le parole dello scismatico Williamson, ma far notare come si dia ampio risalto a deliri di un non-vescovo cattolico e poco, in questi giorni, alle parole scritte nero su bianco dal concilio vaticano II, di Giovanni Paolo II e alle parole di Benedetto XVI sin dall'inizio del pontificato.
Grazie per il tempo speso,
Giovanni

Maria ha detto...

Caro Professore,
sono cattolica e La seguo sempre con interesse. Sono una persona semplice, non so argomentare per cercare di trovare spiegazioni a tutto questo. Non posso credere che il papa sia in cattiva fede, non posso pretendere io di capire più di lui. Spero solo che si levino forti altre voci contro le oscenità pronunciate da questo vescovo. Paolo VI disse che il fumo di Satana si nasconde anche nella Chiesa, questo ne è un chiaro esempio.
Voglio esprimere a Lei e a tutto il popolo ebraico il mio affetto, per quel poco che vale erompe dal mio cuore. Io amo Israele, il popolo eletto; Gesù era ebreo, come Maria e tutti gli apostoli. Noi veniamo da voi e il nostro destino è per sempre legato al vostro.
Con grande stima
Luciana M.

alberto ha detto...

Anche la francia allora e' un paese nazista. Nel 1946 si sono presi parte dei territori piemontesi corrispondenti a Briga e Tenda (allora provincia di Cuneo). Forse la differenza con i palestinesi (1946) e' che gli italiani non hanno mai tirato missili contro la francia per riavere quelle terre (ricche tra l'altro di centrali elettriche)?
La jugoslavia ha portato via l'istria ed ha infoibato parecchi italiani. I sopravvissuti sono ANDATI A LAVORARE; non hanno passato la vita a tirare pietre o razzi.
COME MAI QUESTI SIGNORI sfilano solo per i palestinesi? Non e' che la loro e' una POSIZIONE IDEOLOGICA preconcetta?
ps: se si e' per la difesa "dei popoli scacciati" lo si deve essere per tutti i popoli scacciati...
ps: io sono per i diritti dell'uomo e sono sicuro che ci sono tanti palestinesi vittime..ma di chi?
Quest'ultima e' stata una guerra o un'operazione di polizia internazionale?
Ricordo con commozione Isac Rabin e ricordo alcune proposte per la pace fatte dagli israeliani.
Purtroppo da certi ambienti palestinesi ricordo solo proteste e nessuna proposta.
PARADOSSALMENTE se vogliono la distruzione di Israele I VERI NAZISTI potrebbero essere questi manifestanti che si vedono nelle fotografie.

Pietro Pagliardini ha detto...

Ho letto il suo articolo su Il Foglio on line di oggi nel quale lei, al termine di un'analisi spietata e coraggiosa dell'antisemitismo di oggi e di ieri, propone: "L’unico modo di mantenere in piedi sensatamente la Giornata della Memoria è di trasformarla in una giornata in difesa della democrazia, dei diritti della persona calpestati ieri dai totalitarismi europei del Novecento e oggi dal terrorismo islamista, di tutti coloro cui quei diritti vengono negati, contro l’antisemitismo di oggi, in difesa del diritto di Israele a esistere."
Non ho niente da aggiungere se non l'invito a chi non lo avesse letto a farlo subito e per intero. Oltre che il coraggio e l'onestà intellettuale del professor Israel come persona, si apre un mondo di interpretazioni su recenti e meno recenti fenomeni legati all'antisemitismo e all'ebraismo.
Questo il link:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/1770
Con stima
Pietro Pagliardini

Anonimo ha detto...

sono perfettamente d'accordo con lei e con quanto scrive (se non lo fossi verrei censurato quindi lo devo essere per forza). Quindi la considero un grande uomo, uno statista e una persona eccezionale.

condivido al mille per mille

vanni ha detto...

Mi limito a dire che ho letto e riletto quanto scrive Claudio augurandomi di trovare qualcosa che parlasse alla mia coscienza. Quanto esposto - di cui ringrazio Claudio comprendendone lo spirito e pure l'increspatura di disagio - scivola purtroppo sui miei pensieri piuttosto depressi senza mutarli, e non lenisce il dolore e l'imbarazzo che provo. Temo che non tutto si possa risolvere in punta di logiche e teologiche distinzioni: la disposizione dell'animo - stavo per scrivere ingenuamente: il cuore - è talvolta più importante.
Mi sento vicino ai fratelli ebrei. E' dura, è veramente dura dover ascoltare quanto non si vorrebbe, e non sentire (almeno non abbastanza per la propria coscienza) quanto si vorrebbe sentire. Se con Milingo almeno mi riusciva di ridere, stavolta no.
Egregio Professore, penso anche ai commenti ad un suo scritto su un giornale on line: precisazioni generalizzazioni puntualizzazioni divagazioni riduzioni giustificazioni comparazioni... tutto purché il bersaglio sia quello e sia costantemente bombardato. Il sonno della ragione basta a dare una spiegazione?

P.S. : egregio Professore, una grande contentezza ritrovare le sue parole questa settimana; per me un bel regalo.

Claudio ha detto...

Caro Israel,
credo e spero che le parole del superiore della Fratellanza di San Pio X, mons Fellay che riporto qui di seguito (copia-incolla dal sito di RAINEWS24) facciano chiarezza e che Le diano ragione sul fatto che c'è chi lavora contro questo papa e mi permetto di aggiungere, c'è chi non perde occasione per accusare il papa di una qualsiasi colpa, purché se ne presenti l'occasione. Aggiungo, inoltre, che non mi sfugge la mancanza di tatto del suddetto mons. che giustamente chiede scusa al Pontefice ma dimentica di chiedere scusa agli ebrei tutti.

QUOTE
"I lefebvriani chiedono "perdono" al Papa per le affermazioni negazionistiche di un loro vescovo, mons. Richard Williamson. Opinioni, scrive il superiore Fellay, "che non riflettono in nessun caso la posizione della nostra Fraternita'". "Abbiamo avuto conoscenza di un'intervista rilasciata da mons. Richard Williamson, membro della nostra Fraternita' San Pio X, alla televisione svedese", afferma il superiore, mons. Bernard Fellay, in un comunicato rilanciato dalla sala stampa della Santa Sede.

"In questa intervista, egli si esprime su questioni storiche, in particolare sulla questione del genocidio degli ebrei da parte dei nazionalsocialisti. E' evidente che un vescovo cattolico non puo' parlare con autorita' ecclesiastica che su questioni che riguardano la fede e la morale. La nostra Fraternita' non rivendica alcuna autorita' sulle altre questioni.

La sua missione e' la propagazione e la restaurazione della dottrina cattolica autentica, esposta nei dogmi della fede. E' per questo motivo che siamo conosciuti, accettati e apprezzati nel mondo intero". "E' con grande dolore - prosegue Fellay - che costatiamo quanto la trasgressione di questo mandato puo' far torto alla nostra missione. Le affermazioni di Mons. Williamson non riflettono in nessun caso la posizione della nostra Fraternita'. Percio' - spiega il successore di Lefebvre - io gli ho proibito, fino a nuovo ordine, ogni presa di posizione pubblica su questioni politiche o storiche. Noi - sottolinea - domandiamo perdono al Sommo Pontefice e a tutti gli uomini di buona volonta', per le conseguenze drammatiche di tale atto. Benche' noi riconosciamo l'inopportunita' di queste dichiarazioni, noi non possiamo che costatare con tristezza che esse hanno colpito direttamente la nostra Fraternita' discreditandone la missione. Questo non possiamo ammetterlo - conclude Fellay - e dichiariamo che continueremo a predicare la dottrina cattolica e di amministrare i sacramenti della grazia di Nostro Signore Gesu' Cristo".END QUOTE"

Barbara ha detto...

Sono triste fino alle lacrime. Questo silenzio, queste omissioni feriscono, pesano come macigni.
Si infiamma la forza che mi attrae verso l'imperativo categorico dell'esistenza di Solzencyn: il "vivere senza menzogna", vivere ogni minuto rifiutando di sostenere, dire, scrivere, pubblicare ciò che può non solo oscurare ma anche solo far travisare la verità.
Sto nella chiesa,ma in questo momento ci sto dentro con una domanda sofferente.

Riccardo ha detto...

Non so, la storia ha i suoi corsi e ricorsi, le vittime a volte divengono oppressori e viceversa, ma non sempre è così e soprattutto non è facilmente distinguibile dai contemporanei.
La giornata della memoria dovrebbe avere anche questo scopo: ricomporre fatti storici, narrare vicende in maniera oggettiva, vicende di cui si sa molto poco.
Io ho provato a dare uno spunto riguardo alla guerra del Congo.
Uno spunto, un inizio, una "memoria":
http://riciardengo.blogspot.com/2009/01/il-genocidio-dei-bambini-giorno-della.html

paolo ha detto...

gent.mo prof. israel,
sono profondamente addolorato che vescovi riconciliati con la Chiesa cattolica si rendano luogo di simili nefandezze.
e occorre il coraggio di noi uomini laici e profondamente riconoscenti per la tradizione cattolica alla quale siamo stati consegnati affinchè quando un vescovo pronuncia tali parole negazioniste (o altre progressiste come a milano)invece di scandalizzarci si possa ribattere che "il vescovo dice stupidaggini buone solo per ubriachi o fascisti".
d'altra parte il riferimento all'autorità vescovile è dovuto al suo legame con la tradizione e verità del cristianesimo e non alle sue opinioni.
Non le sembri questo mio post irrispettoso verso la chiesa, poichè senza autorità non c'è chiesa. ma occorre essere uomini fedeli all'autorità nella Verità e non uomini ossequiosi della sola autorità.
un saluto a lei.
Paolo

alberto ha detto...

Caro Israel,
nel susseguirsi di informazioni forse si potra' giudicare la questione "a bocce ferme".
Per capirci: sembra che il papa nell'udienza del mercoledi' abbia ulteriormente chiarito come vede la questione della shoah, ma allo stesso tempo dal rabbinato di Israele giungono notizie di "rottura di dialogo".
QUINDI LE RIGHE SOTTO SONO UNA RICHIESTA PER IL FUTURO, se avra' interesse di parlarne mi interesserebbe la sua Stimata opinione.
PERCHE' ci sono anche dei rabbini che negano l'olocausto? (mi riferisco alla conferenza di Teheran organizzata da Ajhmanejad).
Mi interessa da un punto di vista di ricerca religiosa.
Vorrei sapere se e', come mi e' sembrato capire, una questione di teodicea (difesa di Dio a priori).
ERGO: se c'e' stato l'olocausto Dio non ha adempiuto alle sue promesse, quindi l'olocausto non e' possibile.
ps: mi pare la posizione degli amici di Giobbe nella bibbia, una cosa che mi ha sempre scandalizzato molto.
rips: che rilevanza hanno questi rabbini nell'ebraismo?
Sono cioe' veri rabbini o negazionisti ebrei travestiti da rabbini?
cordiali saluti

Giorgio Israel ha detto...

La rottura del rabbinato è precedente al discorso del Papa che, per quel che ho letto, è molto netto e chiaro. Ritengo che potrebbe chiudere la questione, anche se è sicuro che le conseguenze di quanto è accaduto si faranno sentire. Sia perché Williamson insiste e la dichiarazione dei lefebvriani è molto ambigua (definire "inopportune" le dichiarazioni di Willamson è indecente). Sia perché questo episodio ha dato stura a un rigurgito di fogna impressionante. Posso testimoniare di aver personalmente ricevuto dei messaggi sconvolgenti. Sono proprio usciti fuori i ratti dalle fogne. Speriamo soltanto che siano pochi... Ma, insomma non ce n'era proprio bisogno.
Molti rabbini non sono d'accordo con l'esistenza di Israele sono antisionisti) per ragioni teologiche: il regno di Israele dopo la caduta del tempio non può più essere ricostituito. Nulla a che vedere con la teoria che lei adduce.
Alcuni di loro - pochissimi per la verità - ne hanno ricavato un autentico odio fino ad andare alla corte di Ahmadinejad. Il fenomeno dell'odio di se è ben noto, ma insisto che si tratta di poche unità. È come se si volesse giudicare lo stato attuale dell'Italia dalle nuove Brigate rosse. L'esistenza di qualche pazzo è sempre inevitabile. Comunque non mi risulta neppure che abbiano tenuto discorsi negazionisti, bensì che abbiano negato il diritto di Israele a esistere e attaccato il sionismo.
Insomma, la chiave dell'atteggiamento di questa piccolissima setta è l'ostilità a Israele non il negazionismo.

paolo ha detto...

gent.mo professore....
ma si rende conto?
direttamente al papa è toccato intervenire sulla questione.
un ufficio stampa non serve quando si espone la centralità autorevole della Chiesa a dover precisare la posizione sulla shoà.
come aveva già detto Lei e come già letto sul Foglio....l'impressione è che il Papa sia solo.
e questo è motivo di grande tristezza per me.
cordialmente,
Paolo

Andrea Cortis ha detto...

Caro Prof. Israel,

Mi associo alla sua amarezza e la condivido in pieno. Ieri avrei voluto inserire un commento in difesa del Papa sulla "faida in Vaticano", ma poi ci ho rinunciato: strada sdrucciolevole, diceva il segnale.

Poi stamattina sono finalmente riuscito a leggere il suo articolo sulla "Nottata della Memoria" (speravo di trovare un link sul suo blog), e mi sono deciso a scrivere qualcosa. Nel suddetto articolo, molto interessante e tutto condivisibile, ho trovato un asserzione filosofica che reputo molto profonda e che, a mio modesto parere, meriterrebbe piu' di un semplice commento (magari un futuro suo libro?)

[...] introdurre nella storia la metastoria produce risultati paradossali: l’assoluta unicità che genera il suo contrario

Questa frase pesa come un macigno sulla testa della nostra epoca di "dittatura del relativismo". Nel suo articolo, lei ha gia' fornito delle motivazioni di carattere storiografico, ma volevo chiederle se avesse tempo e voglia per dedicare un approfondimento a questa sua posizione filosofica.

Sarebbe per esempio interessante analizzare come la sua posizione sia vera nel rapporto tra matematica e metamatematica. Mi verrebbe quasi voglia di dire che la "postulata" esistenza di molteplici universi (tanto propagandata su rivistine scientifiche di bassa qualita') sia a questo punto da ricondurre solamente a postulati meta-fisici (indimostrabili) e non fisici.

Inoltre sarebbe secondo me molto interessante esplorare sotto questa luce le connessioni tra l'assoluta unicita' del monoteismo e l'esistenza di monoteismi (e politeismi).

Grazie per la sua attenzione e come sempre per la sua cortesia,

Andrea

Caroli ha detto...

Egregio Cortis, credo che riferirsi alle opere di autori come Mircea Eliade, Margherita Guarducci, il recentissimamente scomparso Olivier Clément, persino il medievalista ateo Léo Moulin potrebbe consistentemente aiutarLa. Professore, mi aiuti se i nomi che ho citato sono a suo parere insufficienti, o inopportuni. Grazie.

Lorenzo ha detto...

Gent.mo professore,
ehm, se è lecita la mia stupida curiosità, mi potrebbe chiarire per sommi capi che "posizioni" esprimevano i "messaggi sconvolgenti" che ha ricevuto? Non so cosa immaginarmi...

Grazie dell'attenzione e del suo interessante blog

Giorgio Israel ha detto...

I più blandi: amici cattolici con cui sembrava si filasse d'amore e d'accordo da anni che mi hanno investito con frasi del tipo "sono incazzato con te, anzi con voi, smettetela di toccare il Papa, ecc.". I peggiori: "altro che radici giudaico-cristiane, voi con la nostra civiltà non c'entrate niente, prima ve ne andate e meglio è". E non approfondiamo perché è come aprire un tombino.

Isabella ha detto...

Caro professore,
non si faccia scoraggiare anche lei, perché, per quanto mi riguarda, certe dichiarazioni sciagurate e le prese di posizione tiepide da parte di molti esponenti della Chiesa, mi feriscono e mi indurrebbero a mandare tutti a quel paese.
In questo vedo non solo divergenze di punti di vista politici, ma l'incrinarsi della comunione che dovrebbe unire noi cristiani, perché certe posizioni esprimono malevolenza nei confronti di un supposto "avversario " o meglio "nemico".
Il suo post del 16 gennaio sul cattolicesimo ambrosiano e l'ebraismo di sinistra mi sembra che faccia un chiaro punto della situazione. Concordo con lei sulla solitudine del papa, che sembra abbandonato da molti cristiani. La realtà, fortunatamente, è meno tragica, ma viene dipinta in questo modo dai media, che danno voce solamente alle posizioni che portano acqua al loro mulino.
Ancora stanotte il Corriere della sera, accanto all'intervista a Di Segni, portava un titolo del tipo "Benedetto XVI esprime solidarietà agli ebrei ma il rabbinato di Israele rompe con il Vaticano". Le virgolette le ho messe io, citando a memoria, e il titolo non era esattamente così, ma rende l'idea della confusione generale.
A forza di sentire urla e manipolazioni, diventa veramente difficile mantenere una posizione equilibrata che non ci faccia imboccare scorciatoie emotivamente più facili.
Continui a cestinare gli insulti e sappia che chi frequenta questo blog, anche se si astiene da commenti, lo fa per stima e affetto nei suoi confronti, perché con questo blog lei continua a mantenere vivo uno spazio di aria pura di cui c'è assoluto bisogno.

Unknown ha detto...

Sono battezzata, cristiana dunque, ma mi sento molto lontana dalle posizioni che parte della Chiesa sta assumendo negli ultimi tempi, soprattutto quest'ultimo evento in relazione alla Shoa.
Lo studio della storia, materia nella quale mi sono laureata venti anni fa e che continuo a studiare, mi ha formato molto e fatto comprendere che non c'è mai una verità in assoluto e che per avvicinarvisi occorre studiare molto ed ascoltare. Seguo con grande attenzione le vicende di questi giorni perchè mi aiutano innanzitutto a comprendere meglio e ad imparare. Anche il suo blog è per me un'occasione di grande apprendimento e la ringrazio per i piccoli spazi che mi ha concesso, nei quali ho solo voluto esprimere la mia personale esperienza.

Anna Bonalumi

coccinella ha detto...

Ch.mo Professore,
innanzitutto mi compiaccio per la Sua decisione di lasciare aperto il blog e dare possibilità di uno scambio di idee corretto e ordinato.
Mi addolora la recente incomprensione che si è manifestata tra chiesa cattolica e popolo ebraico.
Spero che i dubbi siano stati chiariti e che ci sia veramente trasparenza nel dialogo tra Cristiani ed Ebrei e che tutto il popolo dell’unico Dio e tutti gli uomini riconoscano e ricordino quanto accaduto in un periodo storico così tragico.
L’Olocausto ed altri orrori ed errori avvenuti nel corso della storia disonorano l’umanità e come persona, come cristiana e come insegnante voglio anch’io ricordarli per condannarli e per scegliere di camminare verso la verità e la libertà.

Maria ha detto...

Caro professore,
sembrava aprirsi appena il cielo e invece..il prete di Treviso. Sembra quasi che non solo si voglia mordere la mano tesa del papa, ma che si voglia mandarlo in pasto ai lupi. Non crede che qualcosa di oscuro sia all'opera?
Di nuovo la mia dolente solidarietà.

Caroli ha detto...

Nella newsletter "ClanDestino Zoom" n.286 di questa settimana, il professore e poeta Davide Rondoni (università di Bologna) scrive:

"Spinosa faccenda la polemica che all'indomani della riammissione del clero della Fraternità dei Lefebriani in seno alla Chiesa si è scatenata su un vescovo americano appartenente a quella comunità, che sostiene non esserci stato neanche un ebreo morto nei lager.
Nonostante le precisazioni dell'episcopato che si tratta di affermazioni personali, senza valore pastorale né teologico e contrarie a tutti i documenti ufficiali della Chiesa, la faccenda ha scatenato le polemiche tra ebrei e Cattolici, già rinfocolate ad arte in questi mesi alla vigilia della beatificazione di Pio XII e di altri chiarimenti.
Il vescovo Wiliamson sostiene di avere documenti che provano le sue affermazioni. Beh, li tiri fuori o la pianti di dire baggianate. Dall'altra parte i media e varie voci chiedono che sia rimosso da Vescovo. (Ma di quanti giornalisti si dovrebbe richiedere la rimozione per le baggianate che scrivono?)
Sullo sfondo l'attacco, anche su questo pretesto, alle posizioni di Papa Ratzinger. Il quale, più che al dibattito storiografico sul passato (che certo non potrà essere determinato dalla posizione balenga di un vescovo almeno tanto quanto non potrà essere "garantito" dalla retorica acritica delle giornate della memoria), pare appassionato a comporre unità nel presente."