mercoledì 7 gennaio 2009

I pacifisti di casa nostra più strillano meno dicono

Da quando è iniziato il conflitto militare a Gaza si leva da mezzo mondo la richiesta di un cessate il fuoco immediato e senza condizioni. Il risultato consisterebbe in qualche migliaio tra morti e feriti e grandi distruzioni in cambio della situazione precedente il conflitto. È comprensibile che un simile esito sia auspicato dai sostenitori di Hamas. Difatti, Israele non otterrebbe nulla salvo aver provocato inutili lutti e rovine e Hamas canterebbe vittoria facendo al contempo la parte della vittima, per prepararsi a riprendere la sua sagra missilistica. Ma che una simile uscita dal conflitto venga auspicata da chi non si dice sostenitore di Hamas e venga invocata in nome delle ragioni della pace e dell’umanità è una manifestazione di cinismo e di immoralità senza limiti. Un atteggiamento che prescinda da ogni valutazione circa i torti e le ragioni è immorale, e pertanto non merita rispetto.
I fatti sono noti ed è persino stucchevole ricordarli. È stucchevole ricordare che Israele si è ritirato totalmente da Gaza ed ha lasciato i palestinesi liberi di decidere il loro destino. La scelta era tra creare il primo nucleo di stato palestinese operando per costruire, o fare di Gaza una base militare per nuovi scontri con Israele in vista della “liberazione” di tutta la Palestina dall’“entità sionista”. Chiunque abbia occhi per leggere sa che lo Statuto di Hamas decreta l’obbiettivo di «innalzare la bandiera di Allah su ogni metro quadrato della terra di Palestina» (art. 6). Chiunque abbia seguito anche distrattamente gli eventi di questi anni sa che Hamas ha sempre ribadito l’intento di distruggere Israele e che le tregue sono pause nel processo che deve condurre all’obbiettivo finale. Il popolo palestinese ha votato massicciamente per Hamas il quale, non contento, ha imposto con la forza il suo potere assoluto su Gaza. Da quel momento il sud di Israele è stato sottoposto al martellamento di migliaia di missili. Figuratevi cosa sarebbe successo se l’area di Trieste fosse stata sottoposta a un simile trattamento… Eppure Israele doveva sopportarlo. Secondo quale logica? L’unica possibile: quella di chi ritiene – d’accordo con Hamas – che Israele non abbia diritto a esistere e pertanto non abbia diritto a esigere il rispetto di un suolo nazionale.
Le anime belle hanno taciuto di fronte ai missili, ma hanno condannato Israele ogni volta che ha risposto con qualche isolato intervento militare o con un temporaneo e parziale blocco, hanno dato credito allo slogan “Gaza ridotta a lager”, scambiando spudoratamente le cause con gli effetti. Non hanno apprezzato che Israele abbia accettato una tregua con una banda di criminali. E ora, dopo che Hamas ha rotto unilateralmente persino questa tregua, e Israele ha imboccato l’unica via rimasta per sopravvivere, le anime belle levano alti lai chiedendo a gran voce l’arresto immediato e senza condizioni dei combattimenti e la “ripresa del dialogo”.
Dialogo con chi? La risposta a questa domanda – “con nessuno” –misura l’immensa ipocrisia delle anime belle. Ora, l’unica speranza che l’interlocutore si affacci è che si riesca a ricondurlo alla ragione. Ma chi non ha usato la sua autorità per affermare ragione e giustizia con pressioni pacifiche quando era forse possibile, e si è invece comportato in modo moralmente ambiguo prendendosela soltanto con Israele, è meglio che taccia.
Questo vale anche nel contesto della politica italiana. Avevamo letto con interesse e stima le dichiarazioni di Piero Fassino che aveva sottolineato il vero nodo della questione: l’inesistenza di un interlocutore perché Hamas non vuole trattare bensì mira soltanto alla distruzione di Israele. Ma ora spunta fuori il suo ineffabile segretario che, rovesciando la verità, parla di fallimento della strategia della contrapposizione militare al terrorismo. Il fallimento è invece quello della politica parolaia di cui egli ha dato esempio, con una confusione non si sa se più verbale o concettuale. Difatti, secondo Veltroni, l’obbiettivo della lotta al terrorismo «passa attraverso il difficile ma necessario reciproco pieno riconoscimento». Bene, allora perché non ha spiegato in passato e non spiega ora come si fa a ottenere questo riconoscimento in modo decente? Difatti, l’unico modo decente di chiedere un cessate il fuoco è pretendere che Hamas dichiari formalmente di rinunciare ai suoi obbiettivi di distruzione, che accetti l’esistenza dello stato di Israele e prometta di non lanciare più missili. Ogni altro approccio alla questione è un modo di nuocere a Israele. Bisognerebbe piuttosto prendere esempio dal sindaco di New York Bloomberg che si è recato a Sderot a portare la sua solidarietà.
Vi sono certamente molte ragioni per tanta diffusa ipocrisia. Ma forse ce n’è una semplice che si riassume nelle immagini della manifestazione islamica che proclama la guerra santa contro Israele davanti al Duomo di Milano. Lascio al lettore darle il nome.
(Libero, 6 gennaio 2009)


MEGLIO RIDERE

20 commenti:

agapetòs ha detto...

Gentile professore, ciò che mi chiedo - al di là delle questioni etiche - è: con questa manovra lo stato di Israele non sta agendo paradossalmente a favore di Hamas? Potrebbe agire diversamente?
Io non so darmi una risposta.

Caroli ha detto...

Caro agapetòs, no. L'unica cosa che resta da fare è sradicare completamente hamas dal mondo. A chi non capisce altro che il cannone non possiamo offrire trattative, vedi caso Russia - Cecenia.

Caroli ha detto...

Se al posto della faccia di quel maestro - terrorista ci mettessimo quella di goebbels, cambierebbe qualcosa?

vanni ha detto...

Caroli egregio, e se la faccia del terrorista avesse i lineamenti di qualche politicastro nostrano? Le viene in mente qualche nome plausibile?

Lorenzo ha detto...

Salve.

Mi chiedo una cosa: se come qua affermato Hamas ha l'appoggio massiccio dei palestinesi, cosa significa sradicare tale organizzazione e come si fa a farlo?

Giorgio Israel ha detto...

Domanda nel 1938: se il Partito nazista ha l'appoggio massiccio dei tedeschi, cosa significa sradicare tale organizzazione e come si fa a farlo? Risposta: c'è voluta una guerra mondiale e 55 milioni di morti. Se ci si fosse pensato prima, invece di cercare a tutti i costi un accordo con la belva, il costo in vite umane sarebbe stato infinitamente minore. Forse si sarebbero evitati anche i lager.

RICCARDO SEGRE ha detto...

I periodi storici di crisi hanno portato spesso dietro periodi di guerra, vedi crisi de 1929 e crescita del partito Nazista in Germania sfociato poi nella seconda guerra mondiale. Spero che che la storia non si ripeta e che tra qualche anno non scatti un'altra guerra oltre alle tante già presenti.

Hamas, Hezbollah vanno smantellata il piu presto possibile utilizzando tutti i mezzi possbili.
La gente del posto preferisce morire di fame, vivere nella miseria e in guerra dando la colpa a Israele invece di darla al proprio governo votato, vedi Hamas. Chi continua a sostenere Hamas e Hezbollah fornendo rifugio nelle scuole e mettendo donne e bambini davanti ai soldati non può lamentarsi della morte dei civili. i Palestinesi giocano su questo e l'informazione pubblica dovrebbe spiegarlo invece di stare al loro gioco.

A mio avviso dovrebbe essere la popolazione del posto la prima a lottare per smantellare Hamas e Hezbollah, come anche il governo Iraniano. Sarebbe solo a loro vantaggio.

Caroli ha detto...

Carissimo Vanni, certo che c'è, anzi, ci sono: uno, sgrammaticatissimo, forcaiolo di ieri, copritore del rampollo oggi. Oppure un altro, noto per i baffetti, per il "fu-fu", e per una certa ascendenza araba, risalente a quando la Sicilia fu sotto il controllo della mezzaluna. Sono i primi due a venirmi in mente. Ma probabilmente ce ne sono altri, che dice?
Nomi non sta bene farne, meglio delineare, ne conviene?

Caroli ha detto...

Caro Professore, se la belva fosse rimasta nelle birrerie di Monaco invece di avere aiuti politici esterni in ordine alla conquista del potere perché qualcuno, non ricordo se a Londra o a Washington, lo riteneva una sorta di pupazzo manovrabile a piacimento; se rimaneva, dicevo, nelle birrerie sarebbe rimasto un pupazzo. Pericoloso, certo, ma sempre un pupazzo.

Ed anche il maggiordomo pietroburghese, non avesse avuto un treno blindato da Zurigo alla Russia, sarebbe rimasto un maggiordomo con delle idee strane.

Gli uomini, a volte, si rendono conto a posteriori della portata dei loro errori.

Eliminare hamas (scusi, ma io non ce la faccio proprio ad usare la maiuscola) adesso può essere che risparmi domani la III guerra mondiale.

Caroli ha detto...

Quello, poi, che vuole ammazzare i succhi di frutta, faccia pure: se vuole, anzi, può chiedere una mano ai cinesi: hanno già ammazzato il latte.

Caroli ha detto...

Caro Segre, sono tutti don Ferrante, che moriva di peste imprecando contro le stelle. Invece di prendersela, e possibilmente liquidare quelli che li hanno portati in questo stato, se la pigliano con chi non c'entra, anzi, che se c'entrasse li farebbe pure vivere bene.

Anonimo ha detto...

mi chiedo a cosa serva sparare volutamente sui mezzi dell'Onu o far spostare la popolazione di Gaza, magari in una scuola e poi radere al suolo la scuola.
mi domando se a fronte di 20 morti israeliani sia giusto coventrizzare gaza e uccidere 700 persone per stanare dei terroristi.
forse la vita dei palestinesi non vale un tubo?
per ogni morto israeliano a pagare devono essere centinaia di palestinesi?

quando a compiere crimini di guerra furono gli americani si riconobbe e ci furono anche delle condanne...

se a compiere le stragi è Israele e gli si fa notare subito si caccia fuori l'olocausto.

io mi chiedo se l'olocausto sia per caso una scusante per compierne di altri in medio-oriente.

Giorgio Israel ha detto...

AHORA  QUE  SE  CALLEN   LA  BOCA ! ! !
Todos aquellos que durante los casi 8 años en los que la población civil del sur de Israel sufrió de continuos ataques con misiles Kassam desde La Franja de Gaza no abrieron para nada la boca y ahora, cuando después de un sin fin de advertencias, Israel reacciona y sale a defenderse, les pido que ahora... se callen la boca.


Todos aquellos que seguramente no tienen claro que hace 3 años que Israel se retiró de La Franja de Gaza, sacando de la misma hasta el último de sus soldados y desmantelando todos los poblados de la región, para lograr una completa desconexión entre la Franja de Gaza y el Estado de Israel, con mucho dolor para muchos de nuestros hermanos, pero desgraciadamente en lugar de dedicarse a construir un Estado, se dedicaron a la destrucción y el terror originado en Gaza nos persiguió y nos persigue sin justificativo alguno, hasta el otro lado de la frontera y nadie abrió la boca ante las continuas agresiones que hemos sufrido y son muchos los que se apuran a condenar a Israel cuando su paciencia no puede más, es mejor que ahora... se callen la boca.



Todos aquellos que no abrieron la boca para nada, mientras la población civil de Israel de los alrededores de la Franja de Gaza recibían y continúan recibiendo una interminable lluvia de misiles Kassam, morteros, cohetes Grad, Katiushas y otras porquerías, sería conveniente que lean las declaraciones del Sábado , del Ministro de Relaciones Exteriores egicio, Ajmed Abu El-Rish, quien dijo: "Les dijimos (a los dirigentes de Hamas) que cesen los disparos continuos de misiles, ya que Israel iba a concretar sus amenazas de reaccionar y ellos no quisieron escucharnos, por eso la responsabilidad recae sobre ellos..." Y después de una opinión tan certera, sería mejor que ahora... se callen la boca.



Todos aquellos que no abrieron la boca para nada durante los 6 meses que duró la supuesta "tahadía" o tregua entre Hamas e Israel, a la que se llegó por mediación de los egipcios, que finalizó hace unos pocos días, sin que nunca haya comenzado de hecho, ya que los palestinos no cesaron de disparar, si bien tratando de crear una sensación de "tranquilidad aparente" y a pesar de las continuas advertencias de Israel, no hicieron nada para que la situación no llegue a un extremo tal que Israel no tenga más remedio que reaccionar para defender a su población civil y todos esos que ahora se apuran en criticarnos por eso, sería mejor que ahora... se callen la boca.



Todos aquellos que irremediablemente critican a Israel cuando sale a defenderse por su   reacción desproporcionada, probablemente pretenderán que Israel debería devolver misil por misil, a cada uno de los más de 3.800 que fueron disparados sobre su territorio y sobre su población civil. ¿Esa sería una respuesta proporcional? ¿O tal vez en vez de atacar los objetivos de Hamas, cuarteles, depósitos, campamentos, debería hacerlo sobre la población civil en general, sin distinción alguna, como lo hacen los terroristas de Hamas? Y si no pueden entender que Israel se defiende y se defenderá cada vez que sea agredida, lo más contundentemente posible, cuando después de aguantar y aguantar, se vea obligada a reaccionar, sería mejor que ahora... se callen la boca.



Todos aquellos que ven solamente una cara de la moneda, solamente cuando Israel sale a defenderse y entonces se apuran en gritar y patalear acusádonos de agresores, sería conveniente que repasen las declaraciones de un ilustre visitante que tuvimos en Sderot, meses atrás, quien dijo: "Si mi casa fuese atacada y en la misma se encontrasen mis dos hijas, yo no escatimaría esfuerzos en tratar de defenderlas y abatir al agresor...". El visitante, fue el entonces Senador Barak Obama, Presidente electo de los Estados Unidos. Y después de leer una declaración tan clara y precisa, sería mejor que ahora... se callen la boca.



Todos aquellos que no entienden que estamos inmersos en una verdadera Guerra, contra el Fundamentalismo Islámico que proviene de Iran y que se abate sobre nosotros por medio del Hizbalah en el Líbano y el Hamas o la Yihad Islámica en la Franja de Gaza, o los que tratan de no darse cuenta de la verdadera realidad en la que Israel se ha convertido en un verdadero bastión ante las fuerzas retrógradas que quieren extenderse por el mundo todo, sería mejor que ahora... se callen la boca.



Todos aquellos que no pueden entender que por sobre todo queremos tranquilidad, paz y el fin de la violencia entre ambos pueblos, pero son nuestros enemigos quienes aseguran que no quieren reconocer a nuestro Estado y que el objetivo que persiguen es la destrucción de la "entidad sionista", como ellos nos llaman peyorativamente.



Todos aquellos que no llegan a entender que lamentamos, que nos duele cada una de nuestras víctimas y que no nos alegramos ni festejamos por las víctimas que sufren nuestros enemigos, pues por sobre todo queremos "vivir en paz" y no "morir heroicamente", a todos les pedimos que ahora... se callen la boca.



...Y si quieren decir algo, que se lo vayan a decir en la cara a los líderes del Hamas, que son los verdaderos responsables en haber desencadenado esta nueva ola de violencia en la región y si no se animan a hacerlo,

por lo menos ahora... que se callen la boca! ! !

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De Pilar Rahola.Barcelona
¿Por qué no vemos manifestaciones en París, o en Londres, o en Barcelona en contra de las dictaduras islámicas? ¿Por qué no lo hacen contra la dictadura birmana? ¿Por qué no hay manifestaciones, en contra de la esclavitud de millones de mujeres, que viven sin ningún    amparo legal? ¿Por qué no se manifiestan en contra del uso de niños bombas, en los conflictos donde el Islam está implicado? ¿Por qué no ha liderado nunca la lucha a favor de las víctimas de la terrible dictadura islámica de Sudan? ¿Por qué nunca se ha conmovido por las víctimas de los actos de terrorismo en Israel? ¿Por qué no considera la lucha contra el fanatismo islámico, una de sus causas principales? ¿Por qué no defiende el derecho de Israel a defenderse y a existir? ¿Por qué confunde la defensa de la causa palestina, con la justificación del terrorismo palestino? Y la pregunta del millón, ¿por qué la izquierda europea, y globalmente toda la izquierda, solo está obsesionada en luchar contra dos de las democracias más sólidas del planeta, Estados Unidos e Israel, y no contra las peores dictaduras? Las dos democracias más sólidas, y las que han sufrido los atentados más sangrantes del terrorismo mundial. Y la izquierda no está preo cupada por ello. 
 
   Y finalmente, el concepto de compromiso con la libertad. Oigo esa expresión en todos los foros propalestinos europeos. '¡Estamos a favor de la libertad de los pueblos!', dicen con ardor. No es cierto. Nunca les ha preocupado la libertad de los ciudadanos de Siria, de Irán, del Yemen, de Sudan, etc... Y nunca les ha preocupado la libertad destruida de los palestinos que viven bajo el extremismo islámico de Hamás. Solo les preocupa usar el concepto de libertad palestina, como misil contra la libertad is raelí. 
Una terrible consecuencia se deriva de estas dos
patologías ideológicas: la Manipulación periodística.
Finalmente, no es menor el daño que hace la mayoría de la prensa internacional. Sobre el conflicto árabe-israelí NO SE INFORMA, SE HACE PROPAGANDA. La mayoría de la prensa, cuando informa sobre Israel, vulnera todos los principios del código deontológico del periodismo. Y así, cualquier acto de defensa de Israel se convierte en una masacre y cualquier enfrentamiento, en un genocidio. Se han dicho tantas barbaridades, que a Israel ya no se la puede acusar de nada peor. En paralelo, esa misma prensa nunca habla de la ingerencia de Irán o Siria a favor de la violencia contra Israel; de la inculcación del fanatismo en los niños; de la corrupción generalizada en Palestina. Y cuando habla de víctimas, eleva a la categoría de tragedia a cualquier víctima palestina, y camufla, esconde o desprecia a las víctimas judías.
  Acabo con un apunte sobre la izquierda españ ola. Muchos son los ejemplos que ilustran el antiisraelismo y el antiamericanismo que definen el ADN de la izquierda global española. Por ejemplo, un partido de izquierdas acaba de expulsar a un militante, porqué ha creado una web de defensa de Israel. Cito frases de la expulsión: 'Nuestros amigos son los pueblos de Irán, Libia y Venezuela, oprimidos por el imperialismo. Y no un estado nazi como el de Israel'. Otro ejemplo, la alcaldesa socialista de Ciempozuelos cambió el día de la Shoá, por el día de la Nakba palestina, despreciando, así, a más de 6 millones de europeos judíos asesinados. O en mi ciudad, Barcelona, el ayuntamiento socialista ha decidido celebrar, durante el 60 aniversario del Estado de Israel, una semana de 'solidaridad con el pueblo palestino'. Para ilustrarlo, invitó a Leila Khaled, famosa terrorista de los años 70, actual líder del Frente de Liberación de Palestina, que es una organización considerada terrorista por la Unión Europea, y que defiende el uso de las bombas contra Israel. Y etcétera. Este pensamiento global, que forma parte de lo políticamente correcto, impregna también el discurso del presidente Zapatero. Su política exterior cae en todos los tópicos de la izquierda lunática y, respecto a Oriente Medio, su actitud es inequívocamente pro-árabe. Estoy en condiciones de asegurar que, en privado, Zapatero considera a Israel culpable del conflicto, y la política del ministro Moratinos va en esa dirección. El hecho de que el presidente se pusiera una Kefia palestina, en plena guerra del Líbano, no es una casualidad. Es un símbolo. España ha sufrido el atentado islamista más grave de Europa, y 'Al Andalús' está en el punto de mira de todo el terrorismo islámico. Como escribí hace tiempo, 'nos mataron con celulares vía satélite, conectados con la Edad Media'. Y, sin embargo, la izquierda española está entre las más antiisraelíes del planeta.
¡Y dice ser antiisraelí por solidaridad! Esta es la
locura que quiero denunciar con esta conferencia.
 
CONCLUSIÓN.
No soy judía, estoy vinculada ideológicamente a la izquierda y soy periodista. ¿Por qué no soy antiisraelí, como la mayoría de mis colegas? Porqué, como no judía, tengo la responsabilidad histórica de luchar con tra el odio a los judíos, y, en la actualidad, contra el odio a su patria, Israel. La lucha contra el antisemitismo no es cosa de judíos, es obligación de los no judíos. Como periodista, estoy obligada a buscar la verdad, más allá de los prejuicios, las mentiras y las manipulaciones. Y sobre Israel no se dice la verdad. Y como persona de izquierdas, que ama el progreso, estoy obligada a defender la libertad, la cultura, la convivencia, la educación cívica de los niños, todos los principios que las Tablas de La Ley convirtieron en principios universales.
Principios que el islamismo fundamentalista destruye sistemáticamente. Es decir, como no judía, periodista y de izquierdas tengo un triple compromiso moral con Israel.
Porqué, si Israel fuera derrotada, serían derrotadas la modernidad, la cultura y la libertad.pat.,pat,
 
La lucha de Israel, aunque el mundo no quiera saber es la lucha del mundo   !!!!

agapetòs ha detto...

Forse adal non comprende che quella di Israele non è una rappresaglia in stile nazista (10 per 1 stile Fosse Ardeatine), ma un tentativo di difesa.
Poi si può discutere se sproporzionata o meno, ed io su questo ho molti dubbi ma non riesco ad esprimere un giudizio, anche perché dovrei conoscere i fatti in dettaglio per farlo.
Sta di fatto che Hamas ha lanciato in due anni 8000 (ottomila) razzi. Se poi i morti sono stati molti di meno non è certo per il buon cuore di Hamas.
Israele riconosce il diritto ad uno stato palestinese. Hamas, che ora controlla la striscia di Gaza non riconosce ad Israele il diritto ad esistere.
Israele è oggi l'unica democrazia in Medio Oriente, circondata da regimi che di crimini contro l'umanità ne compiono tanti e tutti i giorni. Perché di questo i "pacifisti" non parlano mai? perché non scendono in piazza per questo?
Per sua informazione, si legga la carta di Hamas. E' molto istruttiva, e ricorda - questa sì - la propaganda antisemita del Terzo Reich.

Anonimo ha detto...

poi si discuterà se proporzionato o meno...

intanto muoiono i civili e siamo a oltre 800 di cui 200 bambini è un prezzo un po' altino da pagare per 23 cittadini israeliani morti.

erano terroristi anche i bambini palestinesi, insieme ai commissari dell'onu...??

o erano nazisti quelli...

e la tregua di tre ore giornaliere... come mai hamas si è fermata mentre l'esercito di Israele continuava a bombardare come al solito i civili...
e come mai l'esercito a fatto spostare i civili in un edificio che poi ha bombardato?
la convenzione di ginevra forse non canto un cavolo dall'altra parte del Mare Nostrum?
si chiede ad hamas di non lanciare missili e intanto si massacra la popolazione inerme (e gli osservatori dell'onu?)

quello che succede a Gaza l'onu, amnesty international, buona parte della comunità internazionale la chiama strage, o nel migliore dei casi "risposta sproporzionata al lancio dei razzi di hamas"

qui le cose sono due o a perdere il senno non sono solo i terroristi di hamas o siamo tutti quanti nazisti!

e io propenderei per la prima ipotesi...
non fosse per rispetto a mio zio che ci è stato 14 mesi in un campo di concentramento...
sempre poco rispetto a chi è nato nei campi profughi della Palestina e ci continua a vivere..

e intanto il professor Israel è diventato poliglotta citando a più non posso documenti non solo in francese ma pure in spagnolo.

per quanto mi riguarda li può anche citare in cantonese...

rimangono sempre 850 morti e 3000 feriti

prezzo altino per la sicurezza di Israele.

Giorgio Israel ha detto...

Certo, perché quale che sia la lingua lei non ci sente e ripete soltanto la propaganda islamica, e crede a qualsiasi cosa si dica, anche alla baggianata dei civili fatti concentrare in un edificio e poi bombardati. Hamas si è fermata... Difatti, le decine di missili che piovono ogni giorno su Israele se li spara Israele da solo. A questo livello discutere è una pura perdita di tempo.

Giorgio Israel ha detto...

Da vedere:
http://it.youtube.com/watch?v=I1M4eH9Kk7I&feature=email

Giorgio Israel ha detto...

Roma, 9 gen. (Apcom) - E’ stato un cecchino di Hamas e non un carro armato israeliano ad aprire il fuoco ieri su un convoglio delle Nazioni Unite durante la “tregua umanitaria”, uccidendo un autista palestinese. Lo riferisce un medico del Magen David Adom (la Croce rossa israeliana), secondo quanto riporta il Jerusalem Post.

Il medico, che ha parlato in condizione di anonimato, ha detto di aver trasportato altri due palestinesi rimasti feriti nell’incidente presso l’ospedale Barzilai di Ashkelon, e di aver ricevuto le informazioni sulla dinamica dell’incidente da soldati che si trovavano sul posto.


AdnanAbu Hasna, portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati (Unrwa) a Gaza, aveva invece detto ieri che il convoglio era stato colpito dalle forze israeliane durante la pausa di tre ore dei bombardamenti, dichiarata da Israele per consentire la consegna degli aiuti. Ma come scrive il Jerusalem Post, lo stesso direttore dell’Unrwa a Gaza, John Ging, ha detto di non essere del tutto certo che l’attacco sia giunto dalle forze israeliane.

Inoltre, come ha precisato al Jerusalem Post il portavoce dell’Onu in Israele, Richard Miron, l’Unrwa non sospenderà tutte le sue operazioni nella Striscia di Gaza - come annunciato da Adnan Abu Hasna subito dopo l’incidente -, ma solo quelle relative agli aiuti umanitari.

Caroli ha detto...

Volevo ben dire... del resto c'è poco da sorprendersi. Se hamas si fosse fermata, quindi, il convoglio sarebbe perfettamente giunto. E sarebbe venuto meno un argomento alla disinformazione palestinese. Quel sig. adal per me è come l'altro: replicare è perder tempo.

Anonimo ha detto...

La guerra di Hamas é una spregevole, vigliacca barbarie e non può avere nessuna comprensione. Non la merita. E quelli che fanno finta di non vedere questo, sono soltanto degli ipocriti piccoli piccoli.
Condivido il post in pieno.