sabato 17 gennaio 2009

Neusner difende la fratellanza giudeocristiana ristabilita da Ratzinger

Parla il rabbino amico di Benedetto XVI, e conferma la tesi di Israel
Neusner difende la fratellanza giudeocristiana ristabilita da Ratzinger


New York. Il rabbino americano Jacob Neusner non ha mai avuto paura di dire quello che pensa, anche quando risulta una voce isolata, fuori e dentro il mondo ebraico. E’ la franchezza con cui si è lanciato nella sua scommessa personale di far dialogare le religioni monoteiste che ha toccato l’allora cardinale Ratzinger quando gli capitò tra le mani, nel 1993, il saggio “A Rabbi talks with Jesus” e che lo ha spinto, una volta eletto Papa, a scrivere il libro su “Gesù di Nazaret” intessendo un dialogo aperto e rispettoso con l’anziano rabbino che poi è passato dalla scrittura all’incontro personale lo scorso aprile durante la visita americana del Pontefice (un incontro in cui il Papa tedesco e il rabbino ebreo hanno parlato, come vecchi amici, per lo più in italiano). Secondo Giorgio Israel (sul Foglio di ieri) scorre proprio sulla falsariga di questo rapporto la via possibile per un dialogo tra giudaismo e cristianesimo, perché Neusner ha colto, secondo Israel, la vicinanza e l’affetto intelligente con cui Benedetto XVI ha instaurato le relazioni tra ebrei e cattolici. Un dialogo che secondo Neusner, da una parte è praticamente impossibile, dall’altra, paradossalmente, si deve ampliare, per includere anche l’islam.
“Il dialogo deve diventare un “trialogo”, cosa che comunque non è naturale per i monoteismi”, spiega al Foglio Jacob Neusner. “La logica interna al monoteismo non genera tolleranza. C’è un solo Dio e c’è una sola verità, questo è il punto di partenza. Quindi le religioni non possono intraprendere dialoghi che mirino a negoziare la verità. La verità trascende la politica. Ciò a cui il Papa sta mirando, così sembra a me, è una teologia cattolica del giudaismo, una teologia che possa dispiegare dalle fonti del cristianesimo l’integrità del giudaismo. Questa stessa ricerca di una teologia cattolica del giudaismo provoca la formulazione di una teologia giudaica del cristianesimo, una teologia che attinga alle fonti della Torah di Mosè. Il futuro del dialogo giudeocristiano ora però porta all’inclusione dell’islam. E’ giusto in questo senso l’affermazione dell’allora cardinale Ratzinger che nel 2000 disse “la fede degli ebrei non è un’altra religione, ma il fondamento della nostra fede”, e io aggiungo che i tre monoteismi portano una relazione unica tra di loro, incomparabile con tutte le altre religioni”.
C’è chi però nel mondo ebraico ha criticato i recenti passi del Vaticano, sia dal punto di vista religioso-liturgico sia dal punto di vista politico. In questo senso, relativamente alla crisi della Striscia di Gaza, si è espresso Robert Wistrich, direttore del Vidal Sassoon International Center di Gerusalemme, accusando duramente il Vaticano di reticenza e di silenzio, un silenzio forse motivato dalla paura ma che non fa onore alla chiesa cattolica che dovrebbe appoggiare moralmente Israele. Ma secondo Neusner non è quello il compito della chiesa:
“Hamas è un nemico della pace, ha rifiutato la tregua e i suoi lanci di missili hanno fatto precipitare la guerra. Ma dato che la pace è l’obiettivo, il contributo del Vaticano si realizza al meglio attraverso la difesa della pace. Le pressioni su Hamas per far desistere i suoi attacchi di guerra possono prendere più di una forma. Tutti comprendono che quando Hamas desisterà dagli attacchi sulle città israeliane, la guerra finirà”.
Ancora più netto è rispetto alle critiche di chi, come il rabbino di Venezia Elia Enrico Richetti, ha accusato il Papa attuale di procedere alla “cancellazione degli ultimi 50 anni di storia della chiesa”, riferendosi soprattutto agli aspetti liturgici come la liberalizzazione dei riti tradizionali in latino.
“Non sono d’accordo”, dice subito Neusner, “il cammino dell’ultimo mezzo secolo è irreversibile. Papa Benedetto XVI ha riaffermato in molti modi la sua amicizia con il popolo ebreo e il suo rispetto per il giudaismo. Ha ripreso la tradizione di Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo. La sua visita negli Stati Uniti ha sottolineato la sua affermazione delle relazioni fraterne che legano giudaismo e cristianesimo. Le sinagoghe statunitensi e i rabbini hanno risposto alla sua benedizione con una loro propria benedizione”.
Si avverte nelle parole del rabbino una profonda fiducia ispirata dal dialogo personale intrapreso con il Papa teologo per cui si dice totalmente d’accordo con Giorgio Israel quando afferma che “la memoria è fondamentale ma deve essere bene usata. Il modo migliore di sviluppare i rapporti tra ebraismo e cristianesimo è di rivolgere lo sguardo al futuro. Va riconosciuto al cardinale Ratzinger di aver compreso questa necessità, di aver tentato di superare i limiti del dialogo dei primi decenni”. Insomma, è proprio grazie a uomini come Benedetto XVI che il dialogo giudaicocristiano ancora vive; quel dialogo, dice Neusner, “che la chiesa cattolica nella seconda metà del XX secolo ha inaugurato e che è stato riaffermato nella risposta che con cuore puro il Papa ha dato nel suo libro alla mia conversazione immaginaria inserita nel mio vecchio libro di oltre 15 anni fa. Questa impresa di riavvicinamento è opera di Dio, e andrà avanti. Il che non significa che non ci saranno rallentamenti. Ma la direzione che hanno preso le cose ormai è chiara”.
Andrea Monda
(Il Foglio 17 gennaio 2009)

29 commenti:

Gianfranco Massi ha detto...

Anche io, pur non avendo una specifica preparazione su una questione così complessa ed irta di implicazioni storiche e teologiche, sento che il dialogo inter-religioso debba continuare. Con pazienza, soprattutto confidando nll' augurio di pace che Dio elargisce a "tutti gli uomini di buona volontà.
Gian

alberto ha detto...

mah....io ci capisco poco di tutto.
Chiedo a Israel: non le pare che Ratzinger (Vaticano) non si sia limitato a chiedere la pace ma si sia invece "sbilanciato" sul dare la colpa ad Israele di quello che sta succedendo in questi giorni?
Chiedo a lei, senza per forza voler provocare, sinceramente non mi sono visto tutte le dichiarazioni vaticane...forse e' un'impressione sbagliata.
saluti

Giorgio Israel ha detto...

Il cardinale Martino, ed altri con lui, si è sbilanciato a dare la colpa a Israele. La diplomazia vaticana si è attenuta a una posizione equanime, per esempio denunciando anche l'uso di civili e bambini come scudi umani. Per me questa posizione non è giusta perché non tiene conto delle responsabilità primarie, ma non credo si possa dire che le posizioni ufficiali siano state di condanna unilaterale di Israele.

Caroli ha detto...

Nemmeno io credo che la Santa Sede abbia denunciato unilateralmente Israele. È anche troppo ovvio che senza missili qassam non ci sarebbe stata nessuna invasione israeliana, ma allora si sarebbe trattato delle normali relazioni tra due normali territori confinanti. Questo ovviamente lo sanno benissimo anche in Vaticano.

Caroli ha detto...

Mi scuso del "fuori tema" relativo al mio post precedente, ma quello che è l'argomento del blog porta fieno alla cascina di chi ritiene l'intervento veneziano contro Papa Benedetto XVI una implicita benedizione "ebraica" al "cattolicesimo di sinistra" del cardinal Martini, dei Paolini, di Sant'Egidio e compagnia abbaiante.

Grazie, Rav Neusner.

Barbara ha detto...

Confesso di essere profondamente rattristata di fronte al non detto da parte cattolica. Un'aperta condanna del terrorismo (oscuro pericolo che incombe anche su di noi), un deciso richiamo rivolto alle forze internazionali affinché sostengano Israele, sarebbero vitali per un risveglio dal sonno della coscienza occidentale.
Sono convintamente cristiana, seguo il papa e continuo ad averne fiducia, ma francamente rimango interdetta davanti a questa incomprensibile mancanza di chiarezza.
Spero di non aver capito bene la reale posizione del vaticano che non riesco ad evincere neanche dall'articolo appena letto.

alberto ha detto...

mi scuso se forse e' parzialmente fuori tema:
"Forse il tentativo di Ratzinger e' proprio questo:
riaffermare valori non negoziabili, e attendere che cio' che manca alla salvezza "originaria" (parusia) si compia.
Noi non sappiamo come si faccia a convertire il "resto di Israele" e io non so nemmeno cosa altro ancora deve succedere (l'annuncio a tutte le genti bastera'?).
A vedere cosi' umanamente, non si vede un termine a questo processo di evangelizzazione ANZI ALLE VOLTE SI TEME CHE SARA' LA CHIESA A SPARIRE.
Ma le scritture dicono che sara' DIO a vincere. Che alla fine interverra'.
L'unico appunto che voglio ancora ribadire a Ratzinger e ai credenti e': io cerco di essere cristiano MA PRIMA DI TUTTO BUON CITTADINO.
PRIMA DI TUTTO RISPETTOSO DELLE SCELTE ALTRUI.
Conversione non e' imposizione. Se anche imponessimo a forza di non peccare (cosa impossibile) sarebbe valido?
Cio' fa il paio CON LA NECESSITA' che la fede sia VISSUTA IN PRIMA PERSONA piu' che imposta NEI CODICI CIVILI!
SOLO UNO STATO LAICO PUO' GARANTIRE LA CONVIVENZA DELLE GRANDI RELIGIONI (compreso, se alcuni ritengono, l'ateismo) E SOLO UNO STATO LAICO NE DEVE MODERARE GLI ECCESSI QUANDO ESSE TENDONO AD OBBLIGARE E FARE VIOLENZA CONTRO GLI INDIVIDUI NELLE SCELTE CHE RIGUARDANO ESCLUSIVAMENTE LORO STESSI E NON DANNEGGIANO GLI ALTRI!
cordiali saluti"

agapetòs ha detto...

Ulderico, mi può precisare quale parte del magistero di Ratzinger è a suo avviso "impositiva"?
Grazie

Nautilus ha detto...

Gent. sig.ra Barbara.
Effettivamente il Vaticano sembra aver assunto una posizione equidistante. Ciò può apparire ingiusto a chi sostiene Israele contro il "terrorismo" arabo e a chi, come credo il Prof.Israel, consideri le "responsabilità primarie" a carico dei palestinesi.
Ma c'è tutto un mondo là fuori che, piuttosto rozzamente, ha diviso i contendenti in invasori e oppressori (gli israeliani) e in vittime (i palestinesi.
Si può attribuire questa divisione all'antisemitismo, alla propaganda, all'ignoranza della storia: resta il fatto che quando si mettono sulla bilancia i venti morti israeliani per i razzi kassam e i mille palestinesi (probabilmente in gran parte civili) per l'intervento militare a Gaza, il mondo non potrà fare a meno di pensare, magari sbagliando ma in buona fede, che si tratti di una rappresaglia, di terrorismo contro terrorismo, molto somigliante ai metodi usati dagli stessi nazisti per debellare la resistenza europea.
Credo che il Papa non possa non tener conto di ciò: schierarsi a favore d'Israele in questo frangente mi sembra per la Chiesa obiettivamente difficilissimo.

vanni ha detto...

Egregio Ulderico, in un Suo commento - che ora nella fretta non ritrovo – mi pare che Lei dica più o meno di sentirsi fuori moda, a differenza di Benedetto XVI e della montante marea teocon che egli esprime al livello più alto. Che Benedetto XVI e i teocon stiano sulle pagine dei giornali (Deo gratias, dico io) non c'è dubbio; ma se con “di moda” Lei intende dire che godono di un generale consenso...
A me sembra piuttosto che la chiesa - in particolare nella figura del Papa - e la visione cristiana della vita e dell'uomo siano senza particolari riguardi esecrate e spernacchiate da media assai seguiti e da intellettuali di vasta notorietà, che incidono (speriamo di no) sul senso comune della gente. Così come càpita che siano senza intelletto vituperate tout court le ragioni di Israele nella sua azione per la propria vita. Vuol dire essere di moda?
Occhio: non è che da cristiano mi senta in Italia come un perseguitato, però la violenza con la quale sono aggredito - non fisicamente! - per i miei punti di vista è un fatto, ed un fatto piuttosto comune (esempi di commenti che grondano violenza Lei ne trova in copia addirittura su queste pagine).
Cristiani ed ebrei (preciso: in ordine alfabetico) hanno qualcosa in comune nel patire atteggiamenti ostili ed azioni oppressive o peggio (ripreciso: fatte le dovute proporzioni) di tanta parte del mondo nei loro confronti. Una circostanza accidentale - questa - che non dovrebbe però influire nel senso di togliere motivazioni al dialogo.

alberto ha detto...

Vede lei parla con un figlio di un servo dello stato, che negli anni 70 un giorno si e l'altro pure, assisteva in tv ad un morto ammazzato dalla "meglio gioventu'" dell'epoca. Ratzinger all'epoca era un teologo progressista al cui confronto il cardinale martini potrebbe sembrare un socialdemocratico!
Giuliano Ferrara si scontrava con la polizia a Valle Giulia, Eugenia Roccella scriveva un libro con Adele Faccio su come fare gli "autoaborti", Lanfranco Pace era in contatto con i sequestratori di moro. Tutta gente che oggi mi trovo in camicia e cravatta a predicare crociate contro gli eretici e per il papa re.
Se permette, parlo di moda, perche' mi da un po' fastidio.
Uno puo' maturare un'idea ma snaturarla e' piu' difficile da digerire.
Mario Capanna in confronto sembra un signore (e parlo di uno che lanciava la bandiera rossa sulla bara del povero agente annarumma come narrato nel libro dell'ex prefetto Serra).

alberto ha detto...

per agapetos:
premessa che per me Ratzinger quando parla ex catedra e' infallibile e quindi lo accetto al di la' dell'umana simpatia o meno.
premesso che e' lo stato italiano che dovrebbe essere laico e impedire le imposizioni religiose.
Le potrei dire:
e' lecito definire gli omosessuali (se vuole le posto la nota vaticana) "incapaci di relazionarsi correttamente con il prossimo" quando LE LINEE GUIDA sui disturbi mentali accettati anche dall'OMS hanno tolto l'omosessualita' dalle patologie?
TEnga presente che Ratzinger e' solo il simbolo: a me danno fastidio i clericali atei o non che ci stanno sotto.
E' legittimo (e cristiano) aggiungo essere per l'abolizione del divorzio ERGA OMNES invece di dare TESTIMONIANZA PERSONALE e smetterla di divorziare tra cattolici (ne conosco tanti)?
L'impressione e' che si voglia imporre PER LEGGE o per altri canali CIO' CHE I FEDELI PER PRIMI non seguono volontariamente.
Va bene che Gesu' disse dei farisei: caricano grossi pesi e non li spostano con un dito....e voi ascoltateli e non fate come loro.....ma non e' che non si possa biasimare questi atteggiamenti e soprattutto non e' che non si possa ricordare come GESU' fu un riformatore religioso e non politico.
DATE A CESARE QUEL CHE E' DI CESARE E A DIO QUEL CHE E' DI DIO.
Il vangelo e' annuncio. Non imposizione.

alberto ha detto...

Se fossi cattivo, e lo sono, chiederei a Giorgio Israel.
Dio non e' mai colpevole (secondo la teodicea) del male che succede, pensiamo ai fanciulli ecc. ecc. ma, miracolosamente, nel discorso di Auschwitz dell'odierno papa VIENE CHIAMATO IN CAUSA PER IL SUO SILENZIO!
Oibo', l'ultimo posto dove vedrei una colpa di Dio e la maggior responsabilita' umana e' proprio ad Auschwitz.
Inoltre come giudica che un pretino polacco resistente a suo modo al nazismo, con amici ebrei, non responsabile personalmente di nulla se non di essere un cristiano (perfidi ebrei deicidi) chieda perdono alla religione ebraica, mentre un ex hitlerjugen di16 anni (di cui non risulta grosse resistenze al nazismo), tedesco (Hitler fu eletto!), e capo della chiesa cattolica (Woitila aveva gia' fatto mea culpa) non abbia nemmeno provato ad abbozzare un mea culpa ad Auschwitz?

alberto ha detto...

E la soddisfa il "silenzio di Dio" denunciato da Benedetto XVi?
Ha veramente portato rispetto ai morti li sepolti?
Quale Dio ha taciuto? Non sono li' per la maggior parte di religione ebraica? L'avrei capito da un rabbino......Un dio ha taciuto sicuramente e non era quello degli ebrei ma quel "DIO E' CON NOI" che era sulle cinture degli aguzzini.....
Chiedere sempre perdono e' sbagliato ma voler assolutizzare la storia alla propria visione del mondo pure.
Cristo non fece cosi', a mio avviso.

alberto ha detto...

Occhio: non è che da cristiano mi senta in Italia come un perseguitato, però la violenza con la quale sono aggredito - non fisicamente! - per i miei punti di vista è un fatto, ed un fatto piuttosto comune (esempi di commenti che grondano violenza Lei ne trova in copia addirittura su queste pagine).
...........................
mi permetto di dire che forse essere cristiano non e' dire che cosa si dovrebbe fare agli altri MA VIVERE IL VANGELO in prima persona amando e rispettando il prossimo.
Il peccato non puo' diventare reato e anche se lo diventasse non si salverebbe nessuno. Perche' la salvezza deve essere accettata (e vissuta) individualmente.

Barbara ha detto...

Gentilissimo Nautilus, la ringrazio per aver tentato una risposta. Tuttavia la mia domanda rimane aperta. Non mi aspettavo uno schieramento del papa pro-Israele, sarebbe stato come dire: “approvo un conflitto armato”. La guerra non è per niente bella, tanta gente innocente soffre e muore.
Però mi sembrava urgente e scontato che la chiesa parlasse chiaro, dicendo pane al pane vino al vino. Senza verità non c’è pace. La lettura chiara e netta della realtà dei fatti (il cristianesimo è la religione più realistica che ci sia) non si può saltare a pie' pari. Omettendo di denunciare senza mezzi termini le cause della guerra, trascurando di operare lucide distinzioni circa le responsabilità morali, la parola pace rimane un puro suono che cade nel vuoto. Solo prestando attenzione alla nuda verità si può favorire una soluzione pacifica duratura. Altrimenti a me sembra che non si dica proprio nulla di consistente, anzi che si rischi perfino di aiutare a confondere le carte in tavola.
Senza giustizia non c'è pace. “Giustizia e diritto sono la base del Suo trono”.

vanni ha detto...

Egregio Ulderico, non voglio seguirla in un campo che Lei dissemina di mine antiuomo. Mi limito a dirLe che vivo i miei dubbi e convivo con loro. Ho grande ammirazione ed affetto per Benedetto XVI: mi piacciono le sue parole ed il suo stile, il suo modo di trattare i problemi e di esporre e proporre la visione e la fede cattolica. In sintonia con il Papa su mille questioni, sulla questione di Gaza - ad esempio - mi sento molto vicino alle perplessità e ai sentimenti di Barbara, e mi chiedo se talvolta non si debba indicare con drastica evidenza dov'è il dritto e dov'è il rovescio. Peraltro non faccio il Papa e mi càpita talvolta di non riuscire a convincermi che siamo tutti figli di Dio.
Comunque, che le opinioni del Papa e dei teocon siano di moda, continuo a non vederlo.
Sono un cristianaccio da due soldi, più che persuaso di NON vivere il Vangelo. Non ho difficoltà a convenire con Lei che la propria conversione sia un processo che continua per l'intera vita e che la propria salvezza sia una vicenda individuale.
Poi mi piace pensare che la misericordia finale, della quale avrò bisogno, ci sia.
Ma la missione, priva di superbia, dell'evangelizzazione - non con la sopraffazione e la costrizione, non solo con l'esempio coerente (concesso solo a pochi puri e santi?), ma anche con la parola e con la libera preghiera in fede amore e semplicità - non l'ho conferita io.

Barbara ha detto...

Signor Ulderico, non mi sembra corretto approfittare del blog del professore per comunicare con lei, ma non posso fare a meno di intervenire. Se il dottor Israel me lo consente, vorrei dirle che lei, oltre ad inventarsi il suo cristianesimo, si sta ergendo a giudice di Dio. Visto che è impossibile scriverle ciò che penso a riguardo (soprattutto riguardo al silenzio di Dio ad Aschwitz) le suggerisco la lettura dei capitoli 11 e 12 del libro "Il nemico" (Michael D. O'Brein). Se la sua ira è una domanda al cielo e non una semplice incazzatura con la vita, lì dentro potrebbe trovare una risposta.

alberto ha detto...

Vorrei precisare, perche' nella foga ho sicuramente calunniato.
Io non posso parlare male ne devo di Joseph Ratzinger. Nemmeno come uomo. Dato che non lo conosco personalmente. A me da' piu' fastidio il movimento che si e' mosso dietro ed indipendentemente da lui (non di rado di atei devoti) che chiamerei Ratzingerianesimo. Sono anni che queste idee girano, ho gia' citato qualche nome: ma potrei citare quasi tutta l'intellighenzia al potere oggi. Vengono tutti dallo stesso posto (qualcuno c'e' rimasto tipo il signor Santoro). La lettura storica e l'uso che fanno del cristianesimo non mi convince nemmeno da un punto di vista razionale.
Non si torna indietro. La storia ebraico occidentale non e' ciclica. Le ideologie possono benissimo essere state secolarizzazioni di annunci redentivi troppo a lungo mancati.
Il messia degli ebrei non e' ancora venuto: quello dei cristiani non e' tornato presto quando (noi saremo in vita "Paolo 3ts".
L'escatologia occidentale (per rubare un titolo a Taubes) ci porta ad esigere risposte e a cercare un'uscita all'incipiente nichilismo (figlio di una frustrazione religiosa e secolare troppo a lungo delusa). Non a ritornare ad un' inesistente eta' dell'oro da cui si e' gia' scappati a gambe levate.
Forse se dopo lotta continua non ci si ponesse con lo stesso impeto a guidare comunione e liberazione si capirebbe che la virtu' (invero pagana) sta nella moderazione.
Ed e' quella che UN CITTADINO ha il diritto di ottenere.

alberto ha detto...

per Barbara: e se fossi fuori dal cattolicesimo non avrei diritto di esistere?
Il cardinale Martini e' antipapa? Aspettiamo la scomunica e poi potremmo dirlo.
Mi duole dirle che pero' oggi io sono fuori dal cattolicesimo, domani potrebbe esserlo lei.
Si legga le idee di Lefebvre (scomunicato) hanno interessanti punti in comune con la "restaurazione" Ratzingeriana. Un domani e' possibile, se non probabile un nuovo Giovanni XXIII.....
Comunque Dio mi ha dato il libero arbitrio, sono convinto che nessuno me lo possa togliere: pena doverne pagare (presso Dio) le conseguenze foss'anche un papa (che ricordiamo e' anche un uomo, e come tale sara' giudicato immagino).

alberto ha detto...

spiega al Foglio Jacob Neusner. “La logica interna al monoteismo non genera tolleranza. C’è un solo Dio e c’è una sola verità, questo è il punto di partenza. Quindi le religioni non possono intraprendere dialoghi che mirino a negoziare la verità.
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Pane al pane: non vedo quale e' la soluzione proposta da Neusner. Poche righe prima infatti parla di dialogo impossibile.
Tre verita' rivelate (assolute) che divergono tra loro ed a "occhi terzi" sono tragicomicamente relative.
L'unica soluzione - per non finire nel sincretismo religioso, che d'altronde rifiuta Neusner - E' LASCIARE LA LIBERTA' DI CULTO OVE SIA RISPETTOSA DELLE LEGGI DEMOCRATICHE DI UN PAESE CIVILE e non vada contro le piu' elementari nozioni di salute e rispetto dei diritti dell'uomo.
ps: Non conosco l'Islam (e a quanto pare non lo conoscono nemmeno i nostri statisti, visto che chiedono i sermoni in italiano nelle moschee..). Per questo ritengo che al momento sia da interdire l'espansione del culto islamico in un'occidente NON LAICO dove la teocrazia oggi svolta blandamente da altri culti PORTEREBBE A SCIAGURA NEL CASO FOSSE QUELLA ISLAMICA.
rips: passata l'emergenza anche l'islam ha diritto di liberta' di culto, sempre che stia nei parametri del rispetto dei diritti dell'uomo.

alberto ha detto...

Barbara: sa che quel libro ce l'ho e non l'ho mai letto, devo averlo perso...(sono appassionato di apocalittica soprattutto cristiana). Spero comunque che lei non mi tacci di essere l'anticristo 666.
Sa, mi girerebbero un po' le scatole...Io sono inc....to con la vita, altri che se la godevano come alessandro VI con le mogli altrui (minacciandole di scomunica se non consumavano con lui) sono volati via lisci, senza esserne eccessivamente tacciati.
Come dire: fare di un povero cristo l'anticristo mi pare un po' troppo. :-)
cordiali saluti
ps:eventuali sue preghiere di intercessione per me sono benvenute.

Giorgio Israel ha detto...

Debbo dirlo francamente: che il mio articolo suscitasse un dibattito di questo genere mi provoca un senso di depressione. Se è per convincermi a chiudere il blog ci siamo vicini.

alberto ha detto...

Caro dottor Israel,
sono cosciente di essere stato un po' troppo prolisso e la ringrazio della sua pazienza. Ha pubblicato tutti i miei post tranne uno. Quello della mia impressione sulle dichiarazioni di Neusner. Posso sapere la motivazione? O ho digitato male ed il messaggio e' andato perduto?
Le auguro buona notte e non so se posso permettermi da non usare il saluto:
Shalom!

Giorgio Israel ha detto...

Ho pubblicato tutto quello che ho ricevuto. Se qualcosa si è perso o mi è sfuggito, ebbene non lo so, non sono il webmaster di chi scrive. È anche per questo che credo che chiuderò il blog, magari sostituendolo con qualcos'altro. Primo per l'estrema maleducazione di chi protesta pure perché non pubblico tutto e velocemente, come se fossi un servitore. In tal caso dovrei almeno essere pagato. In secondo luogo, non perché l'uno o l'altro sia prolisso, ma perché non mi piace che si trasformi un'occasione di riflettere su dei temi di interesse generale per scaricare come viene viene sfoghi personali e frustrazioni.
Non è un bel vedere. Forse per questo vanno male troppe cose nella società in cui viviamo. Egocentrismo senza limiti.

agapetòs ha detto...

Gentile prof. Israel, spero che questo blog continui ad esserci, e spero di non avere contribuito anch'io - senza volerlo, s'intende - alla sua intenzione di chiuderlo.

Cordialmente

alberto ha detto...

spiega al Foglio Jacob Neusner. “La logica interna al monoteismo non genera tolleranza. C’è un solo Dio e c’è una sola verità, questo è il punto di partenza. Quindi le religioni non possono intraprendere dialoghi che mirino a negoziare la verità.
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Riprovo e poi finisco li.
Dal mio punto di vista ha ragione il rabbino Neusner. Sentimentalmente sono contrario al sinarchismo religioso. Pero', come giustamente osserva in altre righe QUESTO DIALOGO SEMBRA IMPOSSIBILE.
E' logico che se abbiamo tre verita' assolute "rivelate" che si contraddicono (ed un terzo esterno potrebbe dire che fino a prova tangibile sono di per se stesse relative) l'unica possibilita' di convivenza pacifica sia che queste verita' siano vissute in prima persona nel rispetto della collettivita', della democrazia, della carta dei diritti dell'uomo.
In italia cio' e' largamente possibile per il cattolicesimo (e cristianesimo in genere) e per l'ebraismo. Sull'islamismo rimango scettico e faccio mia la preoccuapazione del presidente Fini. Se non riusciamo a capire nemmeno il messaggio che esce dalle moschee, come facciamo a fidarci?

Barbara ha detto...

Gentilissimo professore, mi dispiace sinceramente per aver contribuito in qualche modo a rattristarla. Non la biasimo se ha intenzione di chiudere il blog: un blog non può diventare uno strumento di tortura per chi lo ha aperto. Spero solo che lei abbia la bontà di continuare a pubblicare tutti i suoi articoli e pensieri. Per me (e penso per molti altri) sono una grande ricchezza.

Caroli ha detto...

Mi scusavo per un fuori tema...