giovedì 2 ottobre 2008

L'ineffabile Michele Serra

L’ineffabile Michele Serra deve essere diventato calvo per lo sforzo di aver prodotto pensieri tanto profondi. Spremi e spremi le meningi gli è venuta fuori una brillantissima idea che ha illustrato su Repubblica: la sinistra è per la complessità, la destra è per la semplicità. «È molto più semplice pensare che il mondo sia semplice» (e qui ha copiato il filosofo Catalano). Purtroppo non lo è – ammonisce il Nostro – e questo la sinistra l’ha capito. Per questo ha inventato la pedagogia e la didattica, che hanno faticato per essere «sdoganate da intellettuali, pedagogisti, preti inquieti, agitatori politici e cercatori a vario titolo del pelo nell’uovo». Ora i fautori del «pensiero sbrigativo» – a differenza di quello che paga il prezzo della calvizie per produrre banalità straordinariamente complesse – hanno avuto un’idea «quasi geniale»: «gli arzigogoli pedagogici per giunta zavorrati da pretese sindacali, sono un lusso che la società non può permettersi». Di qui la controffensiva del trio Gelmini-Palin-Brunetta (proprio così) e di chi pensa “facilmente” che l’umanità sia stata creata da Dio settemila anni fa, invece di «perdere tempo e quattrini studiando i fossili e l’evoluzione», di chi vuole semplicemente far fuori la cultura e gli strumenti critici come «insopportabili impicci» e che continuerà a farlo fino a quando «la realtà non presenterà i suoi conti, sprofondando i semplificatori nella stessa melma in oggi si dibattono i poveri complicatori di minoranza».
Non sapevamo che i sindacati fossero cultori della complessità. Tantomeno sapevamo che Serra perdesse tempo e quattrini studiando i fossili e l’evoluzione. Sarà… Ma dopo la lettura del suo articolo gli consiglieremmo di lasciar perdere e di darsi allo studio della Bibbia. Forse riuscirà a produrre qualche idea meno scalcagnata di quelle con cui ha addirittura dimostrato che la maestra unica rappresenta la semplicità (di destra) e le maestre plurime la complessità (progressista). Certo, 2, 3, 4, ecc. sono maggiori di 1, e quindi più complessi… Il poveruomo non ha idea di che cosa sia la scuola primaria a “moduli”, che seziona in modo disciplinare l’insegnamento – cosa c’entri in questo la complessità bisognerebbe chiederlo a qualche prete inquieto – e non sa che la maestra (o maestro… non esageriamo col femminismo) unica ha un senso pedagogico molto più complesso: introdurre il bambino, nella fase di formazione iniziale, al mondo simbolico – lettura, scrittura, numeri – che è nato in modo unitario. Perché Serra non lo sa, ma se il mondo non è nato settemila anni fa, di certo settemila anni fa sono nati insieme matematica e scrittura.
Ma non buttiamola sul complesso. Quel che conta è schierarsi. La pedagogia e la didattica sono di sinistra, che diamine! Vorremmo dire che noi non ce l’abbiamo né con la pedagogia né con la didattica, ma con una certa pedagogia e didattica, quelle che considerano secondarie le conoscenze rispetto alle metodologie, che vogliono “apprendere ad apprendere”, ritenendo irrilevante quel che si apprende, che esaltano l’autoapprendimento e riducono la figura dell’insegnante a mero “facilitatore”, che hanno lavato talmente i cervelli che quando oggi si parla di “discipline” la gente pensa che si tratti soltanto di metodologie e tecniche.
Ma non andiamo oltre. È inutile e impietoso entrare nel merito. L’unica considerazione è che se questa è la cultura e lo spirito critico che corrono rischi, non c’è bisogno che il trio infernale Gelmini-Palin-Brunetta muova un dito. Basta lasciarli alla loro agonia. Converrebbe soltanto consigliare alla sinistra di non legarsi simili pietre al collo.
(Tempi, 2 ottobre 2008)

15 commenti:

Ludwig Van Molleam ha detto...

Gentile professore, da informatico, uno degli acronimi che sento più spesso nominare nel mio lavoro e alla cui folosofia aderisco in toto è KISS. Ossia "Keep It Simple, Stupid".
Non c'è bisogno di traduzione, e basta l'intuizione per sapere e capire che fare una somma di cose semplici, a volte veramente troppo semplici e banali, permette di arrivare a risultati eccellenti.

Un sistema complesso, inutilmente complicato e tremendamente contorto rischia di "massimizzare localmente" (in termini di tempo) il risultato in breve tempo, ma di diventare una palla al piede nel lungo periodo. Soprattutto perchè è come certa arte moderna: la capisce solo chi la fa.

broncobilly ha detto...

Bello questo siluro: veloce, preciso e con il botto.

L' "importante è schierarsi", e alcuni sono dei veri specialisti. Per farlo con l' animo tranquillo sempre meglio ricorrere allo schemino buoni/cattivi. Una semplificazione a cui Serra ricorre in modo compulsivo. Ma non era un' icona della cogitabonda sinistra Sinistra?

Raymond Boudon (che di complessità se ne intende) riteneva che l' intellettuale propende naturalmente a Sinistra poichè i suoi servigi sono meglio apprezzati laddove la giustificazione di taluni percorsi richiede una maestria sofistica non altrimenti reperibili.

vanni ha detto...

Dolcissimo l'articolo di Serra, commovente la sua contrapposizione fra destra e sinistra: fa tenerezza nella sua semplicità (pur spalmata su due intere paginette).

marcella52 ha detto...

Non riuscivo a seguire bene il suo commento all’articolo di Michele Serra ed allora sono andato a leggerlo.
Non le nascondo che non sono riuscita ad arrivare fino in fondo. Se il sig. (o dott?) Serra sapesse che servizio fa, col suo straparlare, al team di governo, forse userebbe un po’ più di diplomazia: non ha idea quanto il suo parlare faccia crescere in me l’approvazione verso le misure adottate dall’attuale governo!
In questi giorni ho sentito da più parti affermare che il ritorno all’unico maestro non ha nessuna motivazione pedagogica alle spalle, che l’unica vera ragione è di carattere economico finanziario. Io non ricordo il dibattito, se c’è stato, ai tempi della proposta, in seguito attuata, del passaggio dal maestro unico ai tre maestri. Chi ne è stato testimone può rispondermi. Non è stata, per caso, quella lì una manovra politico-sindacale mascherata da motivazioni pedagogiche che fondavano sulle sabbie mobili? Ho sentito D’Alema ricordare queste motivazioni e francamente le ho trovate piuttosto inconsistenti. D’Alema ha parlato di lingua straniera e di informatica, come le nuove esigenze della scuola. La mia intelligenza limitata non mi permette di capire come da queste esigenze si possa passare all’esigenza di tre insegnanti distinti per l’area scientifica, e per le altre due aree umanistiche.
Ma forse sto andando fuori tema!
Tornando all’articolo di Serra mi ha colpito questa immagine di popolo vagante in un mondo senza certezze dove il somaro non è più somaro, l’operaio non è più l’operaio e il dottore non è più il dottore. A detta sua questa anarchia (io la chiamo così) è merito della sinistra illuminata e illuminante. EVVIVA! Dovremmo forse ringraziare?
Una nota finale. In questi giorni abbiamo ricevuto la visita conclusiva di quel team di docenti universitari europei (ex rettori) incaricati dal nostro rettore di analizzare l’ Ateneo in cui lavoro, allo scopo di identificarne i punti di forza e i punti di debolezza. A prescindere dall’opinione personale su questo tipo di operazioni, desideravo sottolineare che tra i punti di debolezza (in verità non erano tanti!) identificati dai valutatori (chiedo venia per l’uso di questo termine) quello su cui si sono soffermati maggiormente è stata proprio l’eccessiva complessità della nostra struttura. Il loro spassionato consiglio è stato: semplificare!

Giorgio Israel ha detto...

Il maestro multiplo ebbe autorevoli e competenti oppositori e pochi giorni fa Panebianco ha pubblicato un magistrale editoriale sul Corriere della Sera (che sicuramente si trova in rete) ricordando come già allora si disse chiaramente che non esisteva alcuna motivazione pedagogica, bensì soltanto quella di assumere precari.
Il maestro unico ha invece solide motivazioni pedagogiche che ho tentato di ricordare.
Ma qui la vera posta in gioco è il potere del sindacato sulla scuola, che considera "cosa sua". Perciò pur di non perderlo metteranno il paese a ferro e fuoco.

feynman ha detto...

Non saranno i sindacati a "mettere il paese a ferro e fuoco" ma prima o poi a farsi sentire saranno gli insegnanti. Non metteranno a ferro e fuoco proprio nulla, ma cercheranno di far sentire la propria voce a un pubblico che vive solo (in tutti i sensi) di veline. E la voce degli insegnanti non è esattamente in sintonia con quanto messo in atto da questo governo. Lo vedo ogni giorno a scuola, lo vedo sui blog tenuti da maestre che lavorano nella scuola elementare e che in queste settimane mi sono messo a sfogliare. Non mi ha sorpreso vedere che sulla questione "maestro unico" non la pensano proprio come il ministro. Per quel che riguarda poi gli altri insegnanti (medie e superiori) voglio solo aggiungere che siamo stufi di vedere che a pontificare sulla scuola è sempre e soltanto chi in una classe non ci ha mai messo piede o, se anche il piede ce lo ha messo, è poi fuggito dalla scuola appena ha potuto. Mi sembra anche irrazionale mettere in esecuzione la riforma "maestro unico" se i primi oppositori a questa riforma sono poi proprio coloro che dovrebbero applicarla. Ribadisco dunque il mio più completo scetticismo; all'atto pratico in questo inizio di anno scolastico nella scuola abbiamo visto: tagli , diminuzione drastica delle ore destinate al sostegno, accorpamento di classi e tanti bei propositi per il futuro. Nelle superiori ci troviamo così ad avere classi prime e seconde con 28-29-30 alunni stipati in aule che non garantiscono la sicurezza. Non parliamo poi della ricaduta didattica negativa: con classi così numerose chi potrebbe essere recuperato finisce per restare al palo e chi potrebbe andare avanti raggiunge una mediocre sufficienza. Il tanto osannato Panebianco (ah, gli intellettuali quante cose sanno) provi per una volta in vita sua a scrivere un articolo che non sia solamente teorico ma che derivi da una SUA esperienza di qualche mese nelle aule scolastiche (magari proprio in una di quelle aule con 30 alunni in pochi metri quadrati). Ci provi Panebianco e ci provi anche qualche dirigente della pubblica istruzione, sarebbe un'esperienza utile a tutti.

Giorgio Israel ha detto...

Poi però ci sono gli insegnanti che la pensano in modo opposto. E ci sono anche loro, e non sono pochi per niente. Anche se sono messi alla gogna, come alcune maestre con cui ho parlato, costrette a firmare un documento sindacale "altrimenti sarete isolate", mentre c'è chi racconta che l'anno prossimo migliaia di insegnanti andranno a lavorare negli uffici postali, e mentre certi sciagurati portano i bambini a occupare le scuole.
La scuola è di tutti, non è un'azienda che appartiene a qualcuno, ha dichiarato Bonanni. Appunto. Non appartiene ai sindacati e neppure agli insegnanti o alle famiglie. Abbiamo diritto a parlarne tutti. E chi decide è governo e Parlamento, non i gruppi sociali o chi manifesta e urla più forte.

feynman ha detto...

insegnanti "costrette a firmare un documento sindacale" e che lo firmano per non "restare isolate" ? Io penso che gente così nella scuola non dovrebbe proprio starci, altro che farle diventare "maestri unici". Quando penso che ci sono , in certi contesti ambientali, maestri ed insegnanti che rischiano la vita lavorando contro mafia e camorra mi fa un po' specie sentire di gente che firma cose in cui non crede per "non restare isolata". No, la scuola non ha bisogno di gente così. D'accordo poi che "chi decide è il governo e il parlamento", ma la questione non è poi così semplice. Governi e parlamenti si sono alternati in questi anni , ma sulla scuola hanno messo in atto decisioni pessime e contraddittorie proprio perchè la voce di chi nella scuola ci lavora è sempre rimasta inascoltata. Non mi si venga a dire che gli insegnanti urlano: questo paese è stato paralizzato in questi anni da ogni tipo di corporazione (tassisti, farmacisti, camionisti ...) e l'unica categoria che non ha fatto nulla di ciò è proprio quella degli insegnanti. Il giusto riconoscimento per questo nostro "non urlare" è stata la caratterizzazione della scuola che viene data da alcuni filmati su youtube e che intellettuali di spicco, ministri e giornalisti fanno passare mediaticamente come realtà. La scuola non è quella su youtube, prendetene atto. C'è da stupirsi dunque se dopo decenni di silenzi questa categoria comincia a pretendere di essere ascoltata?

Giorgio Israel ha detto...

E non una parola contro chi terrorizza e ricatta? Come dire, non una condanna dei mafiosi (di chi dice "se non lo fai ti isolo e ti rendo la vita impossibile", ma soltanto di chi ne ha paura?...
Governi e parlamenti hanno preso decisioni pessime perché non hanno avuto il coraggio di opporsi al prepotere dei sindacati. Non sono "gli insegnanti" a urlare ma quei sindacalizzati che in questi giorni, come si è visto, hanno dato luogo a manifestazioni oscene, usando i bambini, al limite del codice penale. E quanto a Youtube, la scuola non è questo, ma c'è anche questo, come sa bene qualsiasi genitore. Come la figlia di un amico che ha dovuto cambiare scuola, perché l'hanno smutandata in classe e la dirigente scolastica si è rifiutata di prendere provvedimenti dicendo che era una ragazzata. Sì, bisognava denunciarla... Poi ci pensava la Cassazione.

feynman ha detto...

c'è bisogno di dire che "chi terrorizza e ricatta" è un poco di buono? Se è così lo ribadisco con forza: chi da una qualsiasi posizione di potere terrorizza e ricatta è un delinquente. Detto ciò ribadisco anche che proporre un'equazione del tipo sindacati = mafia non mi sembra corretto. Per la questione "smutandamento": chiaro che in situazioni di quel tipo vanno immediatamente presi provvedimenti che ne impediscano il ripetersi e che puniscano i responsabili. Mi turba il pensiero che dirigenti scolastici incompetenti come quella che lei segnala possano avere un bel dì il potere di dare giudizi significativi sul mio operato professionale o, peggio ancora, di influire pesantemente sulla mia attività professionale. Detto ciò lo ripeto: la scuola non è questo. Esistono persino su youtube, se solo si volesse vederli, filmati che mostrano i molteplici aspetti positivi della nostra scuola, aspetti che i media non mostrano. Esistono genitori di miei studenti ora universitari che ci mandano lettere di elogio per ciò che la nostra scuola ha fatto in questi anni. Esistono studenti che tornano a trovarci a scuola a distanza di anni per ringraziarci. Tutte queste cose positive i media non le mostrano. Ciò che passa sui media ed è diffuso dai vari panebianco sono sempre e soltanto gli "smutandamenti". Che poi mi viene spontanea una associazione di immagini: un primo ministro immortalato mentre goliardicamente fa le corna a un suo pari, un onorevole che brinda a champagne e si ingozza di mortadella con le mani in una seduta parlamentare, un altro onorevole che sputa addosso a un collega , uno "smutandatore" minorenne in aula scolastica... Vedo queste immagini come una cosa sola e mi chiedo se lo smutandatore di oggi non diventerà l'onorevole o il primo ministro di domani.

Giorgio Israel ha detto...

Certo che non esiste alcuna equazione sindacati = mafia. Ma che esista un prepotere sindacale nelle scuole che tende a emarginare chi non gli si assoggetta è altrettanto vero. Ci hanno provato anche all'università e, almeno tra i docenti, hanno fallito. Ma il loro potere a livello amministrativi è invivibile. Per aver protestato contro i furti in biblioteca e aver mostrato, "rubando" un libro, che non esisteva sorveglianza per sciatteria e disorganizzazione, sono stato messo sotto accusa per offesa all'onore dei "lavoratori"...
Sono assolutamente d'accordo che la scuola non è affatto youtube (anche se insisto che c'è pure questo, e deve sparire). Anzi detesto lo scandalismo alla Stella che proprio ieri ha fatto una figura da scemo per aver valutato come nulli i lavori di una docente sulla base di un citation index non capendo un acca del valore delle citazioni. Sono convinto che la scuola si regge sull'eroismo di migliaia di docenti competenti e generosi e molte cose funzionano - lo vedo dall'esperienza dei miei figli. Il loro merito è soprattutto di resistere alle prepotenze di pedagogisti, didatti e docimologi, che difatti inveiscono contro gli insegnanti. E alle insensatezze di troppi dirigenti scolastici che si sono estraniati dall'insegnamento dopo che sono stati trasformati in "manager". Poi ci sono anche gli insegnanti ignoranti, che sono proprio il prodotto delle riforme realizzate dai suddetti. Come è possibile diventare maestro facendo un corso di laurea in cui matematica è opzionale con pediatria e storia con neuropsichiatria infantile?

Teresa ha detto...
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Giorgio Israel ha detto...

Sono assolutamente contrario all'assunzione degli insegnanti tramite concorsi d'istituto. Nel modo più radicale, e non ho mancato e non mancherò di dirlo se questi propositi andassero avanti. Che però non sono affatto i desiderata del centro-destra ma soltanto di una sua parte.

davide ha detto...

Domanda semplice per lei: perchè se i risultati migliori dell'OCSE-PISA vengono raggiunti dalla scuola elementare partiamo modificando proprio la scuola elementare ?
Se è vero (come è vero che) i migliori risultati sono raggiunti nella scuola elementare forse è da qualche altra parte che bisognerebbe agire non crede?

Se questi risultati positivi sono raggiunti con più maestri perchè passare al maestro unico?

Solo per risparmiare perchè le motivazioni pedagogiche direbbero: "non tocchiamo proprio l'unico settore dove siamo quasi al passo con la media europea".

Inoltre dal punto di vista scientifico non sarebbe stato meglio iniziare con una sperimentazione di alcuni anni di cui poi verificare i risultati?
Perchè in italia le sperimentazioni non vengono mai esaminate.

Giorgio Israel ha detto...

Per la verità a tutte queste domande ho già risposto.
Non esistono sondaggi Ocse-Pisa per le elementari, bensì soltanto per la fascia 14-15 anni. Le valutazioni Ocse per le elementari italiane riguardano parametri globali (impegno di risorse) che non dicono nulla sui risultati di apprendimento. Le poche valutazioni di merito esistenti sono interpretabili difficilmente. Sono stati pubblicati molti articoli di recente (Ricolfi e altri su L'Occidentale) che smontano pezzo per pezzo il mito della scuola elementare italiana eccellente.
Ho inoltre dato valutazioni di merito dei programmi che ne mostrano l'assoluta mediocrità.
Esistono numerosi libri di insegnanti (Melotti Boltri, ecc.) che descrivono la distruzione delle vecchie elementari.
Legga inoltre la lettera della maestra qui pubblicata.
Perciò è assolutamente falso che con più maestri si sono ottenuti risultati positivi. Il contrario è vero.
Lo slogan virgolettato è privo di qualsiasi fondamento.
Lasci perdere il "punto di vista scientifico". È demagogia e basta.
Sono d'accordo con lei: le sperimentazioni non vengono mai esaminate. Se si fosse esaminato seriamente il risultato della sperimentazione del maestro multiplo si sarebbe dovuto abbandonare questa sciagurata innovazione che è tipicamente italiana.
Tutte queste cose l'ho già dette. Le ripeto per venirle incontro. I dettagli li trova altrove. Ma per favore: non ripetete pedissequamente gli slogan.